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Cronaca

Industria chimica, 2% del fatturato in salute, sicurezza e ambiente

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RIMINI (ITALPRESS) – L’industria chimica è uno dei settori dove è più sicuro lavorare; persegue lo sviluppo sostenibile minimizzando l’impatto ambientale a parità di produzione – quindi indipendentemente dalla congiuntura economica- in un’ottica circolare; si impegna costantemente per un uso più efficiente dell’energia e per la riduzione degli impatti climatici, a beneficio dell’ambiente e della competitività e resilienza proprie e di tutte le filiere produttive a valle. Questi i messaggi che emergono dal 28° Rapporto annuale Responsible Care, il Programma mondiale volontario di promozione dello sviluppo sostenibile dell’industria chimica, presentato a Rimini in occasione della Fiera Ecomondo.
L’industria chimica vanta da anni una posizione di leadership nell’ambito della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: l’incidenza degli infortuni nel settore è inferiore del 41% rispetto alla media manifatturiera.
Dal 2010 il numero degli infortuni, a parità di ore lavorate, è diminuito del 40% e mostra un ulteriore calo (quasi il 12%) rispetto al 2019: segno che la sensibilizzazione dei dipendenti verso atteggiamenti sicuri e responsabili e alcune buone pratiche introdotte durante la pandemia, come la riorganizzazione delle modalità e degli ambienti di lavoro, hanno generato effetti positivi.
“Questi risultati sono frutto di un ingente impegno economico delle nostre imprese, che investono per sicurezza, salute e ambiente mediamente oltre il 2% del fatturato annuo, pari circa a un quarto degli investimenti totali. Un impegno testimoniato anche dalla proficua collaborazione con INAIL, in atto da oltre da 15 anni”, ha osservato Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica, la Federazione nazionale dell’Industria chimica che dal 1992 gestisce il programma Responsible Care in Italia.
Il Rapporto dimostra anche l’impegno del settore sul fronte del consumo energetico; rispetto al 1990, l’industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 60% a parità di produzione: un risultato rilevante e ben superiore all’obiettivo fissato dalla UE (32,5% entro il 2030). Ciò anche grazie ad investimenti in cogenerazione, utilizzo di energie rinnovabili ed economia circolare.
Nel complicato contesto post pandemico, contrassegnato anche dall’esponenziale aumento dei costi energetici e delle materie prime, il settore ha comunque migliorato le già ottime prestazioni rispetto a tutti gli indicatori di sostenibilità ambientale: dal 1990 le emissioni dirette di gas serra si sono ridotte del 62% e le emissioni in atmosfera sono diminuite in media di oltre il 95%, grazie a miglioramenti di processo e prodotto e all’adozione di nuove tecnologie.
E’ stato poi sensibilmente ridotto, a parità di produzione, il consumo di acqua (-44%), in particolare di acqua dolce (-56%), più pregiata in quanto indispensabile per gli ecosistemi.
Diminuisce anche la produzione di rifiuti (-3,4% in un anno) e migliora la loro gestione: il riciclo è la prima modalità di trattamento ed equivale a quasi il 30% del totale.
“Già 30 anni fa la chimica in Italia si faceva promotrice di un nuovo modo di fare impresa, con sistemi di governance basati anche sugli aspetti socio-ambientali. Anche nel difficile scenario in cui ci troviamo a operare, perseguire lo sviluppo sostenibile è prioritario – ha proseguito Lamberti -. La transizione ecologica è un cambiamento fondamentale sotto il profilo sia ambientale, sia economico, purchè non si perda di vista il rapporto tra costi industriali, benefici della collettività e tempi necessari per la sua piena e concreta attuazione. La chimica è una infrastruttura tecnologica innovativa, in grado di rendere più sostenibili i processi produttivi e i prodotti stessi, con un effetto virtuoso anche per i comparti utilizzatori. I risultati in continuo miglioramento – ha concluso – dimostrano che affrontiamo i temi ambientali con serietà e concretezza, andando oltre gli slogan semplicistici e i falsi miti”.
Alla manifestazione di presentazione del 28° Rapporto annuale Responsible Care sono intervenuti: Franco Bettoni, Presidente INAIL; Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima Regione Lombardia; Nora Garofalo, Segretaria Generale FEMCA-CISL, in rappresentanza di tutte le Organizzazioni Sindacali; Filippo Servalli, Presidente Programma Responsible Care Federchimica.
Il Premio Responsible Care, dedicato ai migliori progetti di sostenibilità è stato assegnato alle imprese:
Erca, per il progetto “From grey we make green”: 18 prodotti per la preparazione, tintura e finissaggio delle fibre tessili formulati a partire da olio vegetale esausto da cucina, un rifiuto problematico, di cui in Italia si producono ogni anno 260 mila tonnellate. L’olio di recupero viene utilizzato come sostanza in sostituzione dei più comuni oli vergini vegetali, provenienti principalmente dall’Asia. Il rifiuto diventa così una nuova risorsa, secondi criteri ecologici e sostenibili.
Metlac, per lo sviluppo di vernici a ridotta impronta ambientale per imballaggi alimentari: vernici adatte alla innovativa tecnologia di asciugatura Electron Beam nel settore del metal packaging alimentare, con rilevante potenziale di riduzione dell’impatto ambientale. La tecnologia consente di ridurre i consumi energetici; il supporto verniciato non subisce stress termico poichè il processo non sviluppa calore; la reticolazione del prodotto verniciante è istantanea e non sono necessari fotoiniziatori e solventi.
Nippon Gases Italia, per il progetto “Remote Job Safety Observations”: importante innovazione sul fronte della sicurezza. Consente di assistere da remoto gli autisti cisternisti tramite uno strumento informatico di tele-assistenza interattiva.Il progetto potenzia la tutela dell’autista tramite un monitoraggio attivabile, anche durante le operazioni di carico e scarico, consentendo di individuare e correggere proattivamente eventuali comportamenti non corretti.

– foto ufficio stampa Federchimica –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Banca Generali, al Museo del 900 talk sul valore dell’arte contemporanea

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MILANO (ITALPRESS) – Per il settimo anno consecutivo Banca Generali si conferma al fianco del Comune di Milano come Main Sponsor della Milano Art Week (1-6 aprile 2025), consolidando il proprio ruolo di sostegno all’arte e agli artisti di ultima generazione e di proposta culturale per i cittadini milanesi e non solo. Impegno che ha scandito la settimana di eventi, a partire dall’apertura straordinaria della BG Art Gallery, ospitata nella sede di Banca Generali in piazza Sant’Alessandro 4, solitamente chiusa al pubblico e che da martedì a venerdì ha accolto i visitatori svelando loro le 14 opere che negli anni sono entrate a fare parte della collezione, curata Vincenzo De Bellis e composta dai lavori di Francesco Arena, Rosa Barba, Enrico David, Lara Favaretto, Linda Fregni Nagler, Patrizio Di Massimo, Alessandro Pessoli e Francesco Vezzoli.
A queste si sono aggiunte, attraverso il progetto di acquisizioni a sostegno di artisti emergenti e affermati BG Art Talent, The Reign of Comus (2024) di Giangiacomo Rossetti e Falsa Finestra V (2021) di Giuseppe Gabellone. Se Rossetti lavora principalmente con la pittura, ispirandosi a una pluralità di riferimenti che spaziano dal Rinascimento alle tendenze moderniste, e li applica a personaggi contemporanei provenienti dalla sua cerchia di amici e familiari, Gabellone si concentra invece sul rapporto tra astrazione e figurazione, immagine e percezione, attraverso sculture che svelano la natura artificiale e illusoria del mondo.
Culmine delle attività di Banca Generali per l’Art Week milanese è stato oggi, sabato 5 aprile, con la tavola rotonda dal titolo “Politiche culturali come strumento di sviluppo economico”, che ha visto in dialogo Italo Carli, Head of ARTE Generali Italia, Maria Ameli, Head of Wealth Advisory di Banca Generali, Vincenzo De Bellis, Direttore, Fiere e piattaforme espositive Art Basel, e Francesca Kaufmann, fondatrice della Galleria Kaufmann Repetto, Milano – New York, introdotti da Gianfranco Maraniello, direttore del Polo Museale Moderno e Contemporaneo di Milano.
Tante le riflessioni emerse dall’incontro, partendo dal valore dell’arte contemporanea, del collezionismo, delle novità fiscali e del peso degli investimenti, con puntuali approfondimenti su questioni di attualità come l’urgenza di abbassare l’aliquota ordinaria sulla cessione di opere d’arte (oggi al 22%) o la necessità di assicurarle, sul ruolo di player fondamentali del sistema come gallerie e fiere, sul posizionamento delle realtà italiane nel mondo, oltre che sull’importanza del sostegno privato alle iniziative pubbliche, cruciale per garantire qualità e prospettive di crescita.
“L’arte e le politiche culturali, oltre ad essere espressioni di creatività e identità, si rivelano strumenti strategici per lo sviluppo economico del Paese – ha affermato Maria Ameli -. Non si limitano a influire sul settore turistico, ma generano un circolo virtuoso di cui beneficia l’intera comunità, compreso il mondo imprenditoriale. Grazie al contributo professionale e multidisciplinare dei relatori, nella tavola rotonda di questa mattina siamo riusciti a comprendere come il mercato dell’arte possa essere un volàno per la crescita dei nostri territori e possa avere ricadute rilevanti anche a livello sociale e formativo andando ben oltre gli spazi tradizionali di musei, collezioni e gallerie”.
Grande successo anche per le visite guidate organizzate da Banca Generali nei principali musei milanesi: GAM – Galleria d’Arte Moderna, Museo del Novecento, Palazzo Morando e Museo del Risorgimento.
Per tutta la settimana Stefano Guindani, fotografo internazionale e storico partner di Banca Generali, ha girato la città per immortalare da un punto di vista nuovo e originale le mostre e iniziative organizzate in occasione della Milano Art Week 2025 di cui Banca Generali è main sponsor, e raccontare la partecipazione della comunità agli eventi che quest’anno è stata particolarmente significativa. Le fotografie sono state pubblicate e raccontate con cadenza quotidiana sui canali social di Banca Generali.

– foto ufficio stampa Banca Generali –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Weber “I populisti vogliano un’Europa più debole”

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ROMA (ITALPRESS) – “Oggi la nostra visione di Europa è sotto
attacco pesante: l’estrema destra e l’estrema sinistra cercano
entrambi di distruggere quanto abbiamo costruito in questi
decenni. Dicono che vogliono far finire la guerra, ma rendendo la
credibilità dell’Europa più fragile essendo fantocci di Putin. I
populisti si oppongono a tutto, ma non offrono nulla. Nessuna
visione per voi, i vostri figli, le vostre città e il nostro
futuro”. Lo ha detto il presidente del Partito Popolare Europeo,
Manfred Weber, intervenendo al Consiglio Nazionale di Forza Italia. “Il commercio è più importante come non mai
anche per la nostra sicurezza in Europa in questo momento. Solo
un’Europa unita può affrontare le tariffe di Trump, portandolo al
tavolo e raggiungendo un accordo basato sul commercio equo e non
sulla paura commerciale”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency”

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Cronaca

Dazi, Giorgetti “Serve un approccio razionale”

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ROMA (ITALPRESS) – “Siamo impegnati in quella che potremmo definire una de-escalation rispetto all’amministrazione Usa. Non bisogna pigiare sul bottone del panico, dobbiamo mantenere il sangue freddo, valutare gli impatti ed evitare di partire con una politica di contro-dazi che potrebbe essere dannosa per tutti. Il governo deve portare i suoi interessi in Europa, nella consapevolezza che la politica commerciale è di competenza europea”. Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del suo intervento al Forum Ambrosetti a Cernobbio.
“Quello che ha fatto l’amministrazione Trump è basato solo su una politica di criteri commerciali. Ci sono Paesi palesemente guidati da governi socialisti, per non dire comunisti, che sono stati trattati meglio rispetto a Paesi in cui la cultura liberale è consolidata. E’ una politica di puro business”, ha aggiunto. Secondo Giorgetti “altra cosa da fare è i compiti a casa nostra, cioè in Italia e in Europa. Penso a tutto il processo relativo al pacchetto omnibus che dovrebbe portare a eliminare quei dazi impliciti. Processo non semplice”. Comunque, ha proseguito il ministro, “c’è fiducia nella nostra economia e il governo continua ad avere un approccio pragmatico e razionale”.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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