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Indagine Assolombarda, gli Atenei milanesi sempre più attrattivi per gli studenti stranieri

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MILANO (ITALPRESS) – Gli atenei milanesi, nonostante le criticità legate agli ultimi due anni di pandemia, confermano la loro capacità di attrarre talenti provenienti da altri Paesi. Nell’anno accademico 2021-2022, infatti, sono 17 mila gli studenti internazionali delle otto università della città metropolitana di Milano; rappresentano, da soli, più dell’80% degli iscritti internazionali di tutto il sistema universitario lombardo, che ne conta quasi 20.300 nelle complessive 13 università. E’ quanto emerge dall’indagine annuale di Assolombarda sul tema “Internazionalizzazione degli Atenei”: la ricerca, giunta alla sua dodicesima edizione, si pone l’obiettivo di misurare il grado di apertura internazionale del polo accademico del territorio, nel corso dell’anno accademico 2021-2022.
“L’incremento del numero di studenti di altri Paesi costituisce una opportunità per l’intero sistema universitario e per tutta l’area milanese – ha dichiarato la Vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano, Monica Poggio -. L’approccio sempre più globale assunto dagli atenei ha una ricaduta positiva anche sugli studenti italiani, consentendo loro di dialogare con culture diverse e anticipando così le dinamiche del mondo del lavoro in cui dovranno operare in un sistema economico sempre più interconnesso tra aree geografiche. Crescono e si rafforzano anche le partnership con le università europee, funzionali a favorire una virtuosa circolazione dei saperi e la mobilità degli studenti. L’Associazione, in tal senso, intende ancora operare al fianco degli atenei per sostenere questo interessante trend, capace di facilitare le grandi transizioni in atto nell’era del post-Covid, di farci fare un balzo in avanti nelle classifiche e a proiettare sempre di più Milano sullo scenario competitivo internazionale”.
In base ai dati forniti dal Centro Studi, si conferma l’attrattività di Milano e della Lombardia: il numero di studenti internazionali, del resto, è in crescita del +13% rispetto al 2020-2021. Si tratta di un incremento importante, che segue la crescita registrata nell’anno precedente, quando le iscrizioni complessive degli studenti internazionali negli atenei milanesi e lombardi erano cresciute rispettivamente del 5,6% e del 5,5% rispetto al 2019-2020, rivelando la tenuta dell’attrattività del sistema universitario del territorio anche nel periodo più critico della pandemia.
“Il periodo storico che stiamo vivendo è profondamente caratterizzato da un preoccupante mismatch tra domanda e offerta di lavoro – ha aggiunto il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada -. Si tratta di una tendenza che impatta negativamente sulle prospettive di crescita delle aziende e, in particolare, sulla propria capacità di innovare in questa difficile congiuntura economica. L’impegno delle università, in questi due anni, è stato cruciale per invertire il trend: hanno subito reagito e il fatto di aver recuperato terreno sul tema dell’attrattività è, senz’altro, una circostanza che lascia ben sperare. Occorre, infatti, attrarre talenti dall’estero creando le condizioni affinchè possano rimanere nel nostro Paese a lavorare. Naturalmente, allo stesso tempo, dobbiamo evitare la ‘fuga di cervellì. Per fare ciò, occorre pensare anche ad agevolazioni fiscali: un’idea potrebbe essere un’imposta al 5% sui redditi di lavoro dipendente corrisposti ai nuovi assunti italiani under 35”.
L’indagine di Assolombarda ha evidenziato la proiezione internazionale degli atenei, che hanno continuato ad investire sulle strategie di internazionalizzazione, partecipando a fiere ed eventi internazionali di orientamento, rafforzando la rete di accordi internazionali e offrendo open day on line specifici per gli studenti internazionali. In merito agli accordi che gli atenei sottoscrivono con le università estere nell’anno accademico 2020-2021, ne risultano in essere più di 6.100 a livello complessivo lombardo, in crescita del +2,6% rispetto al 2019-2020. I Paesi maggiormente coinvolti negli accordi sono Spagna, Francia e Germania.
Più di otto studenti internazionali su dieci iscritti negli atenei milanesi, inoltre, provengono dall’Asia o dall’Europa: il 45% (43% in Lombardia) della popolazione studentesca internazionale, d’altra parte, è di origine asiatica; il 38% (37% in Lombardia), invece, è europea. Nel dettaglio, i Paesi di provenienza più diffusi sono Cina, India e Iran, che da soli rappresentano un terzo degli studenti internazionali del territorio.
“Il dato che emerge dall’Indagine di Assolombarda mostra una capacità di resilienza degli atenei milanesi e lombardi e una fiducia da parte degli studenti internazionali che dobbiamo saper accogliere e valorizzare come un segnale preziosissimo, dopo anni di eccezionale complessità – ha commentato il rettore dell’Università degli Studi di Milano e presidente CRUL, Elio Franzini -. Si tratta di una risposta che indubbiamente premia la capacità dei nostri atenei di proporre percorsi formativi plasmati sulla complessità di un presente definito dal cambiamento e che conferma la attrattività di un territorio ricco di opportunità, di sfaccettature, motore di innovazione per vocazione. La reazione positiva degli studenti internazionali deve tuttavia anche tradursi in un nuovo sforzo di accoglienza: Milano e il territorio devono dimostrarsi all’altezza, anche con lo sviluppo e l’implementazione di servizi adeguati, di una sfida che è prima di tutto un’opportunità, per la Lombardia e il sistema Paese”.
Come in quelle precedenti, anche nella dodicesima edizione dell’indagine emerge la forte concentrazione di studenti internazionali nei corsi STEM. La quota di iscritti, infatti, è pari al 43%, ben più alta del 30,2% medio dei giovani complessivamente presenti negli atenei milanesi. L’analisi condotta sui dati dell’anno accademico 2020-2021 permette di osservare le differenze di genere tra gli iscritti nei corsi STEM. Se tra gli studenti internazionali iscritti ai corsi STEM la componente femminile è pari al 42%, lo stesso non avviene tra gli studenti complessivi, per i quali l’incidenza di donne (nei corsi STEM) si ferma al 35%.
Non sono positivi, invece, i dati legati ai programmi di mobilità, cioè le attività che permettono agli studenti di formarsi in un ateneo all’estero per un periodo di tempo limitato. Le forti limitazioni imposte alla circolazione, non solo in Italia ma anche in molte parti del mondo, hanno ridotto il numero degli studenti coinvolti. Sono solo 5.900 gli studenti italiani degli atenei milanesi che hanno partecipato a tali programmi, un terzo in meno rispetto all’anno accademico precedente (già colpito da un decremento delle partenze). La dinamica degli studenti stranieri in entrata è risultata ancora più negativa, con una variazione del -57%, una riduzione importante che tuttavia va letta all’interno del quadro pandemico.
(ITALPRESS).

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Ricerca McDonald’s, amore e famiglia nei sogni degli italiani

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MILANO (ITALPRESS) – L’Italia è un Paese che sogna in grande. E’ quanto emerge dalla ricerca condotta da YouGov per McDonald’s in occasione del lancio in Italia del nuovo panino Big Arch.
Il lancio è stato celebrato con un evento speciale che ha unito due città in un’unica esperienza dedicata alla grandezza in tutte le sue forme. A Milano, con la conduzione di Nicola Savino, la Galleria Meravigli ha fatto da cornice a un percorso scenografico con imponenti installazioni.
Durante la serata è stata presentata in anteprima la ricerca “Pensare in grande”, ispirata proprio al concept del panino e dedicata alle grandi esperienze e ai grandi desideri nella vita degli italiani.
In contemporanea, anche a Napoli, con la conduzione di Alvin, McDonald’s ha presentato il nuovo panino.
Nel corso della serata, è stata trasmessa in streaming e per gli ospiti dell’evento di Milano e Napoli la coreografia dei mille droni che nella notte precedente hanno provato lo spettacolo
per omaggiare la città. A causa del maltempo a Napoli il live drone show è stato rimandato.
La survey racconta un Paese che associa l’essere “grandi” alla capacità di vivere intensamente, coltivare sogni ambiziosi e dedicare tempo di qualità a sè stessi e agli altri. Nove italiani su 10 dichiarano infatti di avere un grande sogno e quasi 1 su 4 è già impegnato per realizzarlo, nonostante le difficoltà economiche e lo scenario sfidante dei tempi attuali. Ma quali sono i sogni più grandi? Fortuna, successo lavorativo e vivere fino a 100 anni.
Mentre la metà degli italiani nutre grandi aspirazioni, in particolare rispetto alle proprie condizioni di salute ed economiche, sono l’amore e la casa le prime due “cose” grandi che desidererebbero avere nella loro vita. Per i giovanissimi contano soprattutto i sentimenti: amore, famiglia, esperienze e amicizia.
Se parliamo poi di “vivere alla grande”, i momenti che gli italiani associano maggiormente a questo concetto sono: il tempo di qualità trascorso con amici e parenti, le soddisfazioni scolastiche o lavorative e una vacanza memorabile.
La metà degli italiani dice di sentire il bisogno di nutrire grandi aspirazioni, in particolare legate alla salute (50%) e alla stabilità economica (49%).
Per i più giovani (tra i 18 e i 34 anni) sognare in grande, invece, riguarda più i legami emotivi e gli aspetti di esperienza come i viaggi; anche per loro la condizione economica resta prioritaria. Quando si parla di “cose grandi”, gli italiani mettono al primo posto l’amore (34%) e una casa tutta loro (33%). Tra i giovanissimi, il cuore batte più forte: amore (52%), casa (38%), famiglia (36%), esperienza (35%) e amicizia (31%) sono i pilastri del loro ideale di felicità.
E se si parla di “grande” casa, la fantasia degli italiani corre verso un terrazzo spazioso (40%) o una cucina ampia (34%), simboli di convivialità e piacere di vivere. Al terzo posto con il 30% si posizionano gli elementi di arredo (un grande tavolo, un letto king size o un divano XXL), seguiti da una enorme cabina armadio (24%) prediletta soprattutto dalle donne.
Per i giovani, invece, la prima scelta ricade su elementi di arredo molti grandi (41%) come un letto king size, un grande divano, seguiti anche per loro, da un grande terrazzo e una grande cucina, riflesso del loro stile di vita.
Vivere alla grande, ma in semplicità Ma cosa significa davvero “vivere alla grande”? Per il 34% degli intervistati si tratta di trascorrere tempo di qualità con amici e parenti seguiti dalle soddisfazioni scolastiche o lavorative (16%) e da una vacanza memorabile (15%).
Un atteggiamento che si traduce anche in piccoli gesti quotidiani: oltre otto italiani su dieci dicono di avere un rituale per “iniziare la giornata alla grande”. C’è chi fa una colazione straordinaria (32%), chi scorrazza sui social (17%), chi si allena (16%) e, soprattutto i più giovani, ascoltano una playlist motivazionale (10%).
Quando ci si sente grandi Ci sono momenti che segnano il passaggio alla vita adulta e che fanno sentire grandi: il primo viaggio da soli (21%), la prima volta alla guida (12%) o il primo colloquio di lavoro (12%).
Inoltre, mentre i più nostalgici del primo bacio sono gli uomini (15%) e gli over 55 (15%), sono i giovanissimi a ricordare maggiormente il momento in cui sono state consegnate loro le chiavi di casa (15%).
-news in collaborazione con McDonald’s-
-foto ufficio stampa McDonald’s-
(ITALPRESS).

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