Economia
Deutsche Bank completa il nuovo assetto organizzativo in Italia
Pubblicato
3 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Deutsche Bank annuncia il completamento del nuovo assetto organizzativo della International Private Bank Italy, la divisione guidata da Roberto Coletta che unisce le attività di banca commerciale, focalizzandosi su tre aree strategiche – Bank for Entrepreneurs, Consumer House e Premium Bank – “strutturate per crescere come punto di riferimento per gli imprenditori e le loro famiglie, per la clientela affluent, nel settore del credito al consumo e dei pagamenti”, si legge in una nota.
L’ultimo tassello del percorso di trasformazione si concentra sulla Premium Bank, che, sotto la guida di Francesco Vigorita, mette insieme le attività degli sportelli sul territorio, il coverage della clientela affluent e i servizi dedicati alle small cap. La nuova organizzazione, basata sulle aree “Retail & Affluent Bank”, affidata ad Eleonora Perotti, e “Commercial Clients”, guidata da Andrea Scaccabarozzi, “è pensata per creare sinergie e accelerare il percorso di crescita, mettendo a fattor comune le competenze distintive di Deutsche Bank, in coerenza con la revisione del presidio fisico del territorio, che punta su modelli di filiale coerenti con i più elevati standard di servizio”, sottolinea Deutsche Bank.
Valeria Altomare assumerà inoltre la responsabilità del Private Banking, “con l’obiettivo di estrarre maggior valore da un mercato in forte crescita attraverso la creazione di una struttura dedicata”. Il Private Banking di Deutsche Bank si concentrerà sui clienti privati con patrimonio compreso tra 500mila e 2 milioni di euro “e sarà caratterizzato da un modello di servizio a tutto tondo basato su un presidio territoriale dedicato, che integrerà la gestione del patrimonio individuale con le soluzioni aziendali, in coerenza con il profilo del cliente imprenditore”, prosegue la nota.
I clienti con un patrimonio superiore ai 2 milioni di euro continueranno a essere gestiti dal Wealth Management.
“In aggiunta all’offerta di prodotti e servizi già disponibili grazie alla piattaforma della Bank for Entrepreneurs, i clienti del Private Banking potranno godere delle sinergie offerte dall’area Commercial Clients in termini di supporto alle attività imprenditoriali e aziendali, continuando a beneficiare del presidio territoriale offerto dalla rete delle agenzie bancarie”, spiega Deutsche Bank.
“Siamo molto soddisfatti di questo nuovo importante tassello nel percorso di trasformazione che la nostra Divisione sta portando avanti per rispondere in modo sempre più efficace alle esigenze dei clienti e diventare punto di riferimento in Italia in ciascuna delle proposition con cui operiamo – afferma Roberto Coletta, Head of International Private Bank Italy -. Mentre la Bank for Entrepreneurs e la Consumer House continueranno a rafforzarsi nei loro rispettivi settori, nel 2023 concentreremo i nostri investimenti sulla Premium Bank e sul Private Banking, semplificando la struttura organizzativa, ridefinendo la copertura territoriale e i team di direzione e valorizzando talento e competenze delle nostre risorse. Inoltre, con la reintroduzione di un brand dedicato al Private Banking, abbiamo l’ambizione di essere protagonisti in un mercato dalle interessanti prospettive di crescita, partendo dall’ottimo posizionamento che già oggi possiamo vantare e facendo leva su un modello di servizio e di offerta distintivo e coerente”.
Nella nuova organizzazione della International Private Bank Italy restano sostanzialmente invariate le strutture della Bank for Entrepreneurs e della Consumer House, guidate rispettivamente da Claudio Detti e da Marzio Pividori.
– nella foto Francesco Vigorita, responsabile Premium Bank di Deutsche Bank Italia, fonte ufficio stampa Deutsche Bank –
(ITALPRESS).
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Marketing relazionale: le aziende puntano sempre più sulla personalizzazione dell’esperienza
Economia
Marketing relazionale: le aziende puntano sempre più sulla personalizzazione dell’esperienza
Pubblicato
3 ore fa-
19 Dicembre 2025di
Redazione
Negli ultimi anni le aziende stanno puntando sempre di più sul marketing relazionale, spostando l’attenzione dalle semplici transazioni alle esperienze su misura per ogni cliente. Il cliente stesso non viene più visto come un numero, ma come un individuo con gusti e bisogni unici da soddisfare.
Questa tendenza, accelerata dalla tecnologia e dai dati, ha trasformato il modo in cui i brand comunicano e fidelizzano, con un boom di personalizzazione che nel 2025 è considerata essenziale per competere sul mercato. Secondo le previsioni per il digital marketing, l’iper-personalizzazione guidata dall’AI è tra le principali leve per distinguersi in un mercato saturo, dove i consumatori premiano chi li conosce davvero.
In questo articolo analizziamo le origini del marketing relazionale e i successi ottenuti sinora, con una previsione di cosa potrebbe accadere in futuro.
Le origini dell’evoluzione digitale
Le origini di questa evoluzione molto rapida si possono far risalire agli ultimi cinque anni, quando big data, AI e CRM hanno permesso di analizzare comportamenti e preferenze in tempo reale, rendendo possibile offrire contenuti iper-personalizzati.
Secondo studi recenti, il 71% dei consumatori si aspetta interazioni tailor-made, e il 76% si frustra quando non le riceve, spingendo le imprese a investire in strategie che creano legami emotivi duraturi.
Nel gaming online, altro settore in crescita e sempre allineato con i trend, questo si traduce in piattaforme che adattano giochi, notifiche e ricompense ai profili utente, aumentando il coinvolgimento: ad esempio, algoritmi che propongono slot tematici preferiti o bonus calibrati sulle abitudini di gioco, trasformando sessioni casuali in esperienze coinvolgenti e fedeli.
Differenze con il marketing transazionale
La differenza tra marketing relazionale e marketing transazionale è netta: quest’ultimo punta a vendite rapide e one-shot, ignorando il post-acquisto, mentre il marketing relazionale coltiva relazioni a lungo termine basate su fiducia e valore reciproco.
Il settore del gioco online ad esempio ha fatto la sua fortuna nei primi tempi grazie alle strategie del marketing transazionale: basta consultare una guida di approfondimento sui free spin o su una delle tante altre offerte che vengono promosse ogni mese dalle piattaforme di gioco per rendersene conto.
Ma oggi le cose sembrano essere cambiate e ad essere al centro non sono più bonus e offerte, ma il cliente e la personalizzazione della sua esperienza di gioco online, con algoritmi che suggeriscono slot preferiti o tornei su misura, integrando gamification per un engagement continuo. A ciò si aggiunge anche la crescita delle community e dei siti di comparazione, che contribuiscono a creare un ambiente, anche a distanza, in cui ci si confronta e ci si consiglia.
I risultati positivi del marketing relazionale
Il successo del marketing relazionale sta nei suoi risultati concreti: un piccolo aumento del 5% nella fidelizzazione può boostare i profitti dal 25% al 95%, come evidenziato da Bain & Company, grazie a costi inferiori rispetto all’acquisizione di nuovi clienti, che sono da 6 a 7 volte più alti. McKinsey conferma che la personalizzazione può incrementare i ricavi del 10-15%, migliorando engagement, conversioni e lifetime value del cliente, mentre riduce il churn, fornendo esperienze proattive e rilevanti.
Aziende come Amazon e Starbucks eccellono in questo comparto specifico, usando l’AI per raccomandazioni precise che fanno sentire l’utente al centro, trasformando acquisti sporadici in abitudini consolidate. Questo approccio ha anche consentito ad Amazon di essere tra i retail media più scelti dai brand. Secondo i dati, nel 2025 Amazon guadagnerà 60,6 miliardi di dollari di pubblicità, diventando una delle piattaforme che dominano il mercato degli investimenti in marketing digitale.
Sfide e benefici futuri
Il marketing relazionale, come tutte le trasformazioni, non è priva di sfide, come la scalabilità della personalizzazione e le preoccupazioni privacy, ma i benefici superano gli ostacoli: l’82% dei consumatori sceglie brand per esperienze personalizzate, e le aziende che puntano su questo crescono due volte più velocemente nei ricavi.
Con AI predittiva e contenuti dinamici, il marketing relazionale diventerà invisibile ma onnipresente, definendo il futuro delle aziende che vogliono fidelizzare davvero. Il passaggio all’utilizzo dell’AI è essenziale anche per altri settori: si sta sperimentando per esempio l’AI nella Sanità e le tecnologie predittive per limitare guasti e malfunzionamenti ai macchinari del settore industriale.
L’impiego di tali tecnologie risulterà dunque cruciale sia per la fidelizzazione dei clienti, ma anche per migliorare la qualità dei servizi e gli aspetti produttivi di molti comparti industriali.
Economia
Il sistema integrato delle comunicazioni in Italia vale 20,4 miliardi e lo 0,95 del Pil
Pubblicato
9 ore fa-
19 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha accertato il valore economico complessivo del Sistema Integrato delle Comunicazioni (Sic) per l’anno 2023, come previsto dal TUSMA (decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208).
Il Sic è stimato in 20,4 miliardi di euro, pari allo 0,95% del PIL. Si conferma la rilevanza della pubblicità online che, con 7 miliardi di euro (34,7% del Sic) e una crescita del 12,2%, amplia ulteriormente il divario rispetto alla raccolta pubblicitaria sui mezzi tradizionali, stabile a circa 5 miliardi (24,6% del Sic). Quanto alla distribuzione delle risorse tra i diversi operatori, nel provvedimento l’Autorità ha dato evidenza di coloro che hanno conseguito ricavi almeno pari all’1% del totale.
È emerso che nessuno degli operatori nel 2023 realizza ricavi superiori alla soglia del 20%; i primi due si attestano su valori superiori al 10%; gli operatori che superano la soglia dell’8%, pur rimanendo al di sotto del 10%, sono tre, uno in più rispetto all’anno precedente. I soggetti con quote almeno pari all’1% restano dodici, gli stessi del 2022, pur con alcuni avvicendamenti nelle posizioni, e rappresentano congiuntamente il 69,3% delle risorse complessive. Rai mantiene la prima posizione, con una quota del 12,3% ( -0,7 punti percentuali rispetto al 2022) e Alphabet/Google conferma il secondo posto con l’11,8% delle risorse complessive (+0,4 punti percentuali).
Si registra così una riduzione del divario tra primo e secondo operatore. Seguono, il gruppo Fininvest e Comcast/Sky, con quote rispettivamente del 9,4% (-0,4 punti percentuali) e del 9,2% (-0,7 punti percentuali).
Tra gli altri, si riscontra la rilevanza delle piattaforme online che vedono crescere il proprio peso sul totale delle risorse, con Meta/Facebook che occupa la quinta posizione e detiene una quota superiore all’8%, Amazon, Netflix e DAZN che si collocano al sesto, settimo e nono posto, con un’incidenza dei propri ricavi rispettivamente del 4,5%, 3,3% e 2,4%. Sotto il profilo della composizione del Sic, considerando le aree di attività economica, si evidenzia il ruolo prevalente dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, che con quasi 8,9 miliardi di euro assorbono il 44% delle risorse economiche complessive (-1,2 punti percentuali rispetto al 2022).
All’interno dell’area, i servizi in chiaro (4,8 miliardi), registrano una lieve flessione (-1,3%), per la contrazione delle risorse provenienti da fondi pubblici, mentre i servizi a pagamento (3,5 miliardi), mostrano una dinamica positiva. La crescita della componente online (+20,9%), compensa ampiamente il calo del segmento tradizionale (-5%). La radio con il 7% dei ricavi dell’area cresce del 4,5%. Seguono l’editoria elettronica e la pubblicità online, la cui incidenza sul Sic si avvicina al 36% (+2,2 punti percentuali) dovuto in particolare alla pubblicità online, che rappresenta il 97% del comparto.
L’editoria tradizionale (quotidiani, periodici e agenzie di stampa) scende al 14%: la contrazione delle entrate del 6,1% riflette la crisi strutturale del settore, che interessa tanto la vendita di copie quanto la raccolta pubblicitaria. Completano il quadro la pubblicità esterna (come, ad esempio, la cartellonistica) con 715 milioni di euro (+8,8%) e un’incidenza del 4% sul Sic, e il cinema, che raggiunge 523 milioni di euro (+37,3%), grazie soprattutto alla crescita del box office.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Ad ottobre 2025 stabile il mercato dell’auto usata
Pubblicato
11 ore fa-
19 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Dopo 4 mesi di crescita, il mercato dell’auto usata a ottobre segna una sostanziale stabilità: con 542.722 trasferimenti di proprietà (dati in attesa di consolidamento che porteranno ad una leggera variazione positiva), il mese segna un risultato in linea rispetto ai 545.450 di ottobre 2024 (-4,6% sul 2019).
I trasferimenti netti cedono l’1,5%, mentre le minivolture segnano un +0,8%. Nei primi 10 mesi la crescita è del 3,2% con 4.643.667 trasferimenti (in linea con il 2019). Fra le motorizzazioni il motore a benzina, con una quota del 39,3% (-0,1 punti percentuali) mantiene il 1° posto anche in ottobre (38,6% nei 10 mesi).
Il diesel, persa la sua storica leadership, resta in 2^ posizione e continua a ridurre il suo peso al 39,2% (-3,9 punti percentuali e al 41,6% nel cumulato). Le ibride confermano una crescita sostenuta, toccando l’11,2% in ottobre e il 10,1% in gennaio-ottobre; seguono Gpl e metano rispettivamente al 5,5% e 2,1% nel mese (5,3% e 2,1% nel cumulato); BEV e plug-in salgono all’1,3% e 1,5% in ottobre (1,1% e 1,3% nei 10 mesi).
A ottobre i trasferimenti per contraente confermano l’andamento dei mesi precedenti: gli scambi tra privati/aziende, che rimangono largamente predominanti, guadagnano 0,2 punti e rappresentano il 56,2% di tutti i passaggi di proprietà (56,4% nei 10 mesi). Parallelamente, 0,8 punti vengono persi da quelli da operatore a cliente finale, al 38,5% nel mese e 39,0% nel cumulato. Guadagnano 0,6 punti gli scambi provenienti da auto-immatricolazioni (4,4% a ottobre e 3,8% nel cumulato), mentre guadagnano 0,2 punti e risultano ancora marginali, quelli provenienti dal noleggio (1,0% complessivo nel mese e 0,9% nei 10 mesi).
-Foto grafica Unrae-
(ITALPRESS).

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