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Economia

“L’Espresso”, al via il nuovo corso con inchieste e grandi firme

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ROMA (ITALPRESS) – Domenica 15 gennaio, nel consueto abbinamento con il quotidiano La Repubblica e in vendita libera da lunedì, L’Espresso inizierà il suo nuovo corso che è stato presentato in anteprima a Roma presso Palazzo Altieri dall’editore Danilo Iervolino, dall’amministratore delegato de L’Espresso Media, Marco Forlani, e dal direttore Alessandro Mauro Rossi.
I lettori, gli abbonati, gli inserzionisti si troveranno di fronte a un settimanale nuovo, ma con la stessa anima di sempre che ha contraddistinto L’Espresso nei suoi 68 gloriosi anni di storia: combattiva, progressista, laica, indagatrice. Però il giornale sarà diverso, almeno rispetto a quello che siamo stati abituati a leggere negli ultimi anni. Accanto ai temi consolidati come la difesa dei diritti, l’inclusione, la denuncia del malaffare, la lotta alla mafia, la battaglia per il clima e l’ambiente, verranno affrontati nuovi argomenti: le tendenze culturali e sociali, il mondo dei giovani, l’innovazione, la scuola, la space economy e faremo in modo che i lettori e i protagonisti della vita quotidiana diventino sempre più parte attiva e integrante del progetto editoriale.
Fisicamente la novità si nota subito: il formato è più grande, la carta, ecologica e certificata, più spessa, il procedimento di stampa, da Rotocalco a Rotooffset, più amico dell’ambiente. Per la prima volta, oltre ad adottare un formato tabloid più verticale rispetto ai precedenti, sono stati progettati ad hoc tutti i caratteri tipografici della rivista. Grazie a Zetafonts – fonderia tipografica fiorentina apprezzata a livello internazionale – titoli e sommari, testo di lettura e didascalie avranno un disegno unico e innovativo studiato esclusivamente per la testata. E poi c’è la nuova grafica curata da Stefano Cipolla e Alessio Melandri.
Il nuovo progetto visivo de L’Espresso non può non tenere conto della storia del magazine e presenta elementi identitari che ne hanno vestito le pagine sin dal primo numero. Sono molti i richiami alla grafica dei vari decenni: la larghezza maggiore della colonna d’inizio articolo (utilizzata negli anni Cinquanta e Sessanta), gli occhielli delle sezioni editoriali storiche (Politica, Cultura, Economia) ispirati a quelli presenti negli anni Settanta e Ottanta, i titoli delle Opinioni che ricordano “La bustina di Minerva” di Umberto Eco degli anni Novanta e la sperimentazione grafica, disciplinata e creativa allo stesso tempo, dei primi venti anni del nostro secolo. La nuova grafica è costruita su questi sessantotto anni di storia, perché tenere conto del passato aiuta a essere consapevoli del presente e ad avere una visione più lucida del futuro.
L’anima del giornale non cambierà, ma ci sarà più apertura e attenzione ai temi del nostro tempo. La redazione sarà affiancata da una squadra di opinionisti, da Carlo Cottarelli a Francesca Barra, da Maurizio Costanzo a Massimo Cacciari, da Claudia Sorlini a Virman Cusenza, da Fabrizio Barca a Enrico Giovannini, da Ray Banhoff a Nicolas Ballario, per garantire competenza e pluralità di vedute. Le immagini, selezionate da Oliviero Toscani e accompagnate ognuna da un aforisma, testimonieranno la quotidianità e le sue contraddizioni. I curatori delle nuove Guide de L’Espresso, Luca Gardini, il miglior “wine taster” al mondo, e Andrea Grignaffini, uno dei critici gastronomici più preparati nel panorama italiano e internazionale, impreziosiranno con le loro rubriche le pagine del settimanale.
La novità più impattante riguarda la struttura del giornale e i suoi contenuti. In avvio di giornale una gallery fotografica a cura del grande maestro Oliviero Toscani documenterà il nostro tempo. La sezione “Prima pagina” approfondirà il servizio di copertina. A seguire torneranno le sezioni di politica, economia, cultura in piena sintonia con la storia de L’Espresso. Troveranno sempre spazio all’interno del settimanale le inchieste: non a caso scriverà per L’Espresso una firma come Sergio Rizzo.
La copertina di questo numero de L’Espresso è anche un manifesto: in una foto, scattata da Oliviero Toscani, e nelle poche parole del titolo, si può trovare l’essenza del nuovo progetto. Oggi nella comunicazione l’immagine spesso vince sulla parola. Diceva Arrigo Benedetti, fondatore di questo giornale, che “le immagini si leggono, gli articoli si guardano”. Erano gli anni 50 del Novecento. Mai profezia fu così lungimirante e anticipatoria.
Toscani ha ritratto la mano di Adélia Chitula Moura, una ragazza angolana di 30 anni, di cui 20 passati in Italia, dove fa la geometra. È dipinta di bianco nel segno dell’integrazione. L’indice e il medio, colorati di rosso e di verde, formano il segno della vittoria. Vince non solo chi è più bravo o più forte ma anche chi è più tenace, chi non si arrende. È l’immagine degli italiani. Infatti, il titolo è “L’Italia di domani”. L’insieme disegna quello che vorremmo fosse, e che in parte sarà per forza di cose, il nostro Paese: multietnico, accogliente, vincente, resiliente, tollerante, che guarda al futuro. Il nostro tempo ci dice che dobbiamo impegnarci per la difesa del genere umano: dalle guerre, dalle pandemie, dai cambiamenti climatici, dalle dittature, dalle cattiverie, dallo sfruttamento del lavoro, dalle diseguaglianze. Contemporaneamente guardare avanti per raccontare le storie dei protagonisti dell’Italia migliore. L’Espresso continuerà ad essere, orgogliosamente, il giornale che difende gli ultimi, ma saprà dare spazio anche ai primi, a coloro che costruiscono futuro e speranza per il nostro Paese.
L’Espresso rafforzerà anche la presenza sul digitale con sempre più articoli, servizi e opinioni sul sito in attesa del lancio del grande Progetto Multimediale a cui stiamo lavorando da tempo in mezzo a mille complessità dovute alla tecnologia che vogliamo proprietaria e alla straordinarietà del prodotto che coinvolgerà i lettori e li renderà protagonisti.
-foto copertina L’Espresso –
(ITALPRESS).

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Meloni “Dalle banche 5 miliardi su 44 di profitti. Chieste risorse a chi ha avuto grandi benefici”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non vogliamo tassare la ricchezza prodotta dalle aziende, perchè daremmo un segnale sbagliato. Vogliamo un contributo sulla rendita accumulata per condizioni di mercato che la politica del governo ha fortemente contribuito a creare”. Così la premier Giorgia Meloni a Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, nel nuovo libro di Bruno Vespa “Finimondo”, in uscita giovedì 30 ottobre per Mondadori-Rai Libri. “Ho spiegato – continua Meloni – che per mantenere i conti in ordine, occorrono delle risorse e le abbiamo chieste a chi, grazie a questa politica, ha avuto dei grandi benefici”.

“Se cresce lo spread, se sale il rating dell’Italia, se le banche hanno potuto approfittare dei 200 miliardi messi a disposizione dal governo Conte per rinegoziare con la garanzia dello Stato prestiti che avevano già erogato, o dei crediti del superbonus, sempre grazie a Giuseppe Conte, è giusto che quelle stesse banche ci diano una mano a continuare in una politica così profittevole. Se su 44 miliardi di profitti nel 2025 ce ne mettono a disposizione circa cinque per aiutare le fasce più deboli della società, credo che possiamo essere soddisfatti noi e che in fin dei conti possano esserlo anche loro”, aggiunge Meloni.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Mastrapasqua “Collegare le pensioni al numero dei figli. La crisi demografica impone scelte forti”

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ROMA (ITALPRESS) – L’idea di collegare la pensione al numero di figli che si fanno “è tutt’altro che un azzardo”. Lo dice in un’intervista all’Italpress l’ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. “La crisi demografica impone scelte forti – afferma -. Peraltro l’idea di collegare una migliore prestazione previdenziale in funzione del numero dei figli era contenuta anche nella legge Dini del 1995. Ma era rimasta tra le pieghe della riforma previdenziale e soprattutto all’epoca non c’era la crisi demografica con cui oggi dobbiamo confrontarci. L’Istat pochi giorni fa ci ha ricordato che nel 2024 le nascite sono state 369.944, in calo del 2,6% sull’anno precedente e del 42,2% rispetto al 1995, quando venne predisposta la riforma Dini di cui abbiamo parlato“. La crisi demografica mette in crisi tutto il sistema del welfare? “Certo, a cominciare dalle pensioni. Il sistema previdenziale a ripartizione, che vige in Italia, è un’ottima forma di patto generazionale, a condizione che ci siano nuove generazioni – evidenzia -. Con il sistema a ripartizione la mia pensione sarà pagata dai contributi di mio figlio, così come io ho pagato quella di mio padre. E senza nuovi nati non ci saranno nuovi lavoratori, meno lavoratori vuol dire un Pil più basso, meno contributi previdenziali e pensioni più magre. Bisogna invertire questo trend, in maniera radicale”.

Non bastano i bonus per favorire le famiglie che fanno più figli? “I bonus sono necessari, ma non sufficienti – replica Mastrapasqua -. Serve uno shock. E quindi bisogna immaginare una convenienza forte, una scommessa sul futuro proprio, della propria famiglia, del proprio Paese. Ma soprattutto una occasione per migliorare la propria condizione”. Mastrapasqua propone un aumento di 800-1000 euro al mese per la pensione di chi fa più di due figli. “Questo serve. Si tratta di avere il coraggio di progettare una proposta “disruptive” che coniughi esplicitamente l’”investimento” di fare figli con un premio a lunga scadenza: nell’orizzonte di un risparmio finanziario potremmo paragonare a un Btp trentennale, non incassabile fino a scadenza. Comunque – spiega – si deve poter contare su una grande convenienza; non un semplice ritocco al coefficiente di trasformazione come prevede la Dini del ’95, quando la crisi demografica era solo all’orizzonte. Ci vuole un intervento radicale, che assicuri un incremento di almeno il 50% della prestazione previdenziale raggiunta a scadenza, di vecchiaia o anzianità per i genitori che mettono al mondo almeno due figli. Un patto generazionale con una obbligazione dello Stato”.

Solo per le madri? “La Dini prevedeva il beneficio, assai modesto, solo per le madri. Credo che oggi sia il tempo di ragionare su entrambi i genitori, che devono poter contare su un grande incremento della futura prestazione previdenziale”, conclude Mastrapasqua.

– foto IPA Agency –

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Economia

Si rafforza BRIDGeconomies, la rete europea a supporto delle PMI in Campania e Puglia

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ROMA (ITALPRESS) – Si chiama BRIDGeconomies ed è il progetto europeo al quale partecipa ENEA per fornire gratuitamente alle aziende di Campania e Puglia assistenza sull’accesso a finanziamenti e opportunità UE e servizi integrati che favoriscono l’innovazione e il trasferimento tecnologico.

Il progetto ha usufruito di un finanziamento di circa 1 milione di euro per il periodo 2022-2025 e beneficerà di un ulteriore finanziamento di circa 900 mila euro per il triennio 2025-2028. BRIDGeconomies, che riunisce 13 partner tra camere di commercio, associazioni imprenditoriali, agenzie di sviluppo, centri di ricerca e università del Mezzogiorno, è uno dei sei consorzi italiani a offrire servizi della Enterprise Europe Network (EEN), la più grande rete mondiale a supporto delle piccole e medie imprese, istituita dalla Commissione Europea nel 2008, oggi presente con circa 600 punti di contatto in 57 Paesi.

“Come ENEA abbiamo creato un database con 1270 clienti della rete EEN che ricevono newsletter e vengono costantemente aggiornati sulle opportunità offerte. Ad oggi le imprese che sono supportate nel processo di innovazione e crescita a livello internazionale sono circa 850, quelle che beneficiano della consulenza specialistica dei nostri esperti 112, mentre le aziende che ricevono corsi di orientamento e formazione specializzati sono 525. Numeri importanti e in fase di continua crescita”, spiega il responsabile ENEA del progetto Oscar Amerighi, della divisione Knowledge transfer management, che collabora anche con i colleghi dei dipartimenti Energia e Sostenibilità. I servizi forniti dalla rete EEN comprendono: supporto all’innovazione con analisi delle capacità di gestione di ciascuna azienda; assistenza per il trasferimento tecnologico; sviluppo di partenariati attraverso la ricerca; identificazione di partner per accedere a progetti europei.

“Grazie ai nostri servizi sono circa 80 le aziende che finora hanno conseguito risultati importanti in ambito di partenariato internazionale. Inoltre, come ENEA abbiamo sottoscritto accordi di collaborazione con Confindustria, università e altri stakeholder presenti nelle due regioni e posto in essere diverse azioni sul tema della sostenibilità, come la realizzazione di due tavoli di simbiosi industriale a Salerno e a Taranto e la proposta di un servizio di assessment della sostenibilità aziendale e sul tema della digitalizzazione, anche in collaborazione con gli European Digital Innovation Hub CETMA-DIHSME e I-NEST”, conclude Amerighi. ENEA ha promosso anche il tema delle reti energetiche integrate, in vista dello sviluppo di un dimostratore di smart grid di piccola taglia presso il Centro di Portici, in provincia di Napoli, finanziato nell’ambito del Progetto Mission Innovation – POA Smart Grid, che sarà a disposizione delle imprese per mostrare i vantaggi relativi all’ottimizzazione dei consumi derivanti dall’adozione di tecnologie intelligenti e di fonti rinnovabili.

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Tra le varie iniziative portate avanti da ENEA nell’ambito del progetto: eventi, quali Innovation Village e Open Day della ricerca con incontri one-to-one tra ricercatori e imprese; incontri B2B tra imprese, incubatori e investitori, sia pubblici che privati.

– foto ufficio stampa Enea –

(ITALPRESS).

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