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DIETRO LE QUINTE – IL TEATRO CAGNONI DI VIGEVANO CONTAGIATO DALLA COMICITÀ DEGLI OBLIVION

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DIETRO LE QUINTE – IL TEATRO CAGNONI DI VIGEVANO CONTAGIATO DALLA COMICITÀ DEGLI OBLIVION
Reduci dalla densa settimana di Sanremo durante la quale hanno condotto “Durantefestival” in dretta sulla loro pagina Instagram, diventando virali con le parodie dei cantanti in gara, e non solo, in particolare con la loro versione del vincitore Mengoni all’ IKEA, gli Oblivion sono tornati in tournée con lo spettacolo “OBLIVION RHAPSODY”, con la regia di Giorgio Gallione.
Nati artisticamente nel 2003 a Bologna, hanno raggiunto la notorietànel 2009 grazie al loro video su YouTube de“I Promessi Sposi in 10 minuti”. Da quel momento hanno iniziato a girare l’Italia in lungo e in largo con le loro folli esibizioni.
In dieci anni hanno messo in scena sei grandi spettacoli che hanno girato tutte le regioni italiane con più di mille repliche. Hanno all’attivo un libro, un musical originale e innumerevoli tentativi di emulazione.
Vengono considerati i cinque sensi della satira musicale, i cinque continenti della parodia, i cinque gradi di separazione fra i Queen e Gianni Morandi. Spaziano tra musica e teatro, genio e follia, intrattenimento leggero e profonda demenzialità.
“OblivionRhapsody”è unoshow ideato per festeggiare l’anniversario dei primi dieci anni di tournée insieme, la summa dell’universo Oblivion: da“La Bibbia riveduta e scorretta”, L’ Inferno di Dante, “Othello è l’ H è muta”, i mimi delle canzoni di Tiziano Ferro e tanti altri, le parodie delle canzoni di Sanremo, il meshup Queen e Morandi, ecc.
Al Cagnoni di Vigevano i fantastici cinque (GrazianaBorciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli) hanno portato un’inedita e sorprendente versione acustica della loro opera omnia con l’intento di distruggere e reinventare le loro hit, dopo aver sconvolto senza pietà quelle degli altri.Uno spettacolo che ha entusiasmato il pubblico, nel quale oltre alla comica idiozia, gli Oblivion ha messo in luce la loro incredibile professionalità, le doti musicali e la cultura, non solo musicale ed artistica.Cinque voci, una chitarra, un cazzotto e miliardi di parole, suoni e note scomposti e ricomposti a prendere nuova vita.

Servizio di Marzia Forni
Editing di Emanuele Bottiroli

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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