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Economia

Lavoro, nel 2022 saldo positivo con 441mila posti

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Nel corso del 2022, secondo i dati dell’Inps, i flussi nel mercato del lavoro hanno completato la ripresa dei livelli pre-pandemici. Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati extra-agricoli nel corso del 2022 sono state 8.059.000, con un aumento del +11% rispetto al 2021. La crescita ha interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando accentuata sia per i contratti a tempo indeterminato (+18%), sia per le diverse tipologie di contratti a termine (intermittenti +16%, apprendistato +11%, tempo determinato e stagionali +10%, somministrati +5%). La dinamica delle assunzioni nel 2022 è stata più accentuata per le classi di dimensione aziendale oltre i 15 dipendenti: oltre il 17% per la classe da 16 a 99 dipendenti, attorno al 15% per la classe 100 e oltre. Per le piccolissime imprese (fino a 15 dipendenti) l’incremento è stato limitato al 4%. Per quanto riguarda le tipologie orarie, l’incidenza del part time è rimasta stabile nell’insieme delle assunzioni a termine (37%) mentre è diminuita nelle assunzioni a tempo indeterminato, dove è scesa dal 35% al 32%. Le trasformazioni da tempo determinato nel corso del 2022 sono risultate 751.000, in forte e continuo aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+43%). Contemporaneamente anche le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo – pari a 114.000 – risultano essere aumentate rispetto all’anno precedente, seppur con un modesto +4%. Le cessazioni nel 2022 sono state 7.617.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+16%) per tutte le tipologie contrattuali: contratti intermittenti (+27%), contratti a tempo determinato e stagionali (+18%), contratti in apprendistato (+14%), contratti a tempo indeterminato (+12%) e contratti in somministrazione (+11%). Analizzando le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato con riferimento alla causa si evidenzia un forte aumento del 2022 rispetto al 2021 dei licenziamenti di natura economica (+41%). Fino al 30 giugno 2021, però, erano bloccati dalle normative introdotte nel 2020 a fronte dell’evento pandemico.
Il più pertinente confronto con il 2019 per i licenziamenti economici rileva una contrazione: circa 127.000 licenziamenti in meno (-25%). In crescita invece risultano i licenziamenti disciplinari: circa 36.000 in più nel 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2019. Le dimissioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato registrano un incremento nel 2022 pari al +10% rispetto al corrispondente periodo del 2021 e del +24% rispetto al 2019. A dicembre 2022 si registra un saldo positivo pari a 441.000 posizioni di lavoro. Per il tempo indeterminato la variazione risulta pari a +336.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione è pari a +105.000 unità (dettagliatamente: +43.000 per i rapporti a tempo determinato, +32.000 per gli intermittenti, +18.000 per gli apprendisti, +6.000 per gli stagionali e i somministrati). ). Nel corso del 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2021, le assunzioni in somministrazione sono aumentate per entrambe le tipologie contrattuali: tempo indeterminato +61%, a termine +3%. La consistenza dei lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale a dicembre 2022 si attesta intorno alle 15.000 unità, valore sostanzialmente in linea con quello di dicembre 2021. L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 293 euro.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Economia

Ex Ilva, Urso “Riunione no-stop, passare da discussioni a decisioni”

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ROMA (ITALPRESS) – “Sto andando al Ministero perchè tra poco incontrerò i sindacati proprio per illustrare loro quali saranno le nostre proposte sul piano di piena decarbonizzazione che formuleremo in maniera compiuta nella riunione no-stop che ho convocato per domani mattina con tutti gli attori istituzionali, potenziali sottoscrittori di questo accordo di programma interistituzionale che è necessario per il rilascio di un’Autorizzazione Integrale Ambientale ai fini sanitari estremamente sfidante come è giusto, ma anche sostenibile sul piano economico”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a margine della conferenza stampa per la nomina del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca a commissario per l’impianto di Novo Nordisk ad Anagni, rispondendo a una domanda sull’ex Ilva.

“D’intesa con il presidente della Regione Emiliano abbiamo convocato una riunione no stop, il che vuol dire che inizia alle 9.30 e potrebbe finire in serata, potrebbe proseguire in nottata. Ci siamo attrezzati al ministero per essere aperti anche tutta la notte e fornire l’assistenza a tutti i partecipanti, affinchè possano con noi lavorare anche la notte, per giungere, mi auguro il giorno dopo, a una sintesi. Comunque io chiuderò la riunione solo quando ci sarà una decisione comune, che può essere positiva o negativa, lo decideremo insieme. Le discussioni sono al termine, bisogna ora passare alle decisioni”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Bankitalia, nel primo trimestre del 2025 aumentano del 6% le rimesse inviate dagli stranieri residenti in Italia

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ROMA (ITALPRESS) – Nel primo trimestre del 2025 le rimesse inviate all’estero dagli stranieri residenti in Italia sono aumentate del 6,0 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli incrementi nei flussi verso i paesi dell’Asia (+17,5 per cento), verso quelli del Nord Africa e Vicino Oriente (+10,0 per cento) e, in misura nettamente minore, verso i paesi europei esterni all’Unione europea (+1,5 per cento) hanno più che compensato il calo delle rimesse inviate verso i paesi della UE (-9,2 per cento), l’Africa sub-sahariana (-8,5 per cento), e l’America centrale e meridionale (-1,6 per cento). Lo rende noto la Banca d’Italia.

Nei quattro trimestri terminanti in marzo 2025 Bangladesh, Marocco e Pakistan sono stati i primi tre paesi beneficiari delle rimesse dall’Italia, avendo il primo ricevuto il 17,9 per cento dei flussi in uscita e sia il secondo sia il terzo il 6,9 per cento.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Intesa Sanpaolo lancia “S-Loan Soluzione Lavoro”, 10 miliardi per l’occupazione

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MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo lancia “S-Loan Soluzione Lavoro”, finanziamento per le imprese che punta a favorire la crescita dell’occupazione sostenendo al contempo gli investimenti per l’aumento della competitività, attraverso un meccanismo di “premialità aggiuntiva” che riconosce un’agevolazione sul tasso di interesse in caso di nuove assunzioni, in particolare di giovani e donne.

La misura, destinata alle imprese clienti della Banca dei Territori, si ispira al modello dell’Ires premiale e potrà contare per i prossimi tre anni su una disponibilità di 10 miliardi di euro, nell’ambito dei 410 miliardi di euro previsti dal Gruppo a sostegno dei progetti collegati al PNRR. L’obiettivo dell’iniziativa, come preannunciato di recente da Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, è incentivare le imprese italiane a effettuare investimenti ad alto contenuto tecnologico, tra le leve strategiche per la competitività italiana, che siano al tempo stesso in grado di determinare un aumento della produttività e un conseguente incremento occupazionale nel lungo periodo.

“Un circolo virtuoso che affianca le misure pubbliche in vigore – si legge in una nota – e vede agire Intesa Sanpaolo come facilitatore per implementare i benefici delle imprese clienti della Banca dei Territori, cui è destinata SLoan Soluzione Lavoro, che decidono di aumentare la propria capacità produttiva, creare un nuovo sito industriale, realizzare prodotti e servizi all’avanguardia, favorire l’automazione dei processi. L’impegno formale di assumere nuovo personale rappresenta per le realtà imprenditoriali il requisito necessario per ottenere l’agevolazione sul tasso di riferimento del finanziamento sia in fase di sottoscrizione che nel periodo di ammortamento”.

In questi ultimi anni l’occupazione in Italia è cresciuta, ma non a un ritmo sufficiente per colmare il divario con altri Paesi europei. Tra i giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni il tasso di occupazione è pari al 19,2% a fronte del 34,8% dell’Unione europea. Un altro aspetto importante è rappresentato dalla quota di lavoratori assunti a tempo indeterminato: sia nella media italiana, che in quella giovanile, il nostro Paese si attesta tra le peggiori posizioni europee.

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“La finalità del nostro intervento, che conta su una disponibilità di 10 miliardi di euro – spiega Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo -, non è solo quella di garantire nuove risorse economiche alle imprese, ma assicurare proprio attraverso il credito degli incentivi a quelle aziende che puntano su investimenti tecnologici e che associano l’impegno ad assumere. Investire nella tecnologia e al tempo stesso portare giovani in azienda, inserendo nuovi talenti, può rappresentare un nuovo motore di crescita del Paese. Le Pmi hanno ben chiaro il loro percorso di sviluppo a prescindere dalle incertezze del contesto. Dal nostro osservatorio, vediamo la dinamica del credito positiva nei primi mesi dell’anno sia per le imprese che per le famiglie, e siamo fortemente convinti che in questa fase sia importante accompagnare l’aumento occupazionale del Paese puntando su ambiti di competenza molto rilevanti. La transizione digitale e l’intelligenza artificiale rappresentano certamente delle opportunità di crescita e sviluppo per l’economia, ma per coglierle è necessario mantenere centrale capitale umano e formazione”.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –

(ITALPRESS).

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