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I 70 anni di Zaccheroni tra big e imprese da ‘imperatorè
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2 mesi fa-
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Redazione
CESENATICO (ITALPRESS) – Certe frasi fanno capire quanto Alberto Zaccheroni sia sempre incline al ragionamento fuori dagli slogan. Ora che il 1° aprile compie 70 anni ancora di più. Per far capire il suo calcio, oltre a scegliere di raccontarsi nel libro “Il pallone non è sempre rotondo”, ha scelto espressioni a effetto come “una squadra deve viaggiare all’unisono con movimenti sincronizzati indipendentemente dalle qualità tecniche dei singoli, che se ci sono aumentano il tasso vincente”. Il compleanno stavolta lo passa in un letto d’ospedale, al reparto di medicina riabilitativa dell’ospedale Marconi di Cesenatico, nel polo ospedaliero Bufalini di Cesena dov’è stato ricoverato nel pomeriggio del 10 febbraio scorso dopo aver battuto la testa in seguito a una caduta dalle scale accidentale, oppure dopo un malore, nella sua casa di Cesenatico. In questo percorso, con la prognosi sciolta mercoledì scorso e che prevede 60 giorni prima del percorso riabilitativo, gli sono accanto la moglie Fulvia Fiorini e il figlio Luca con la compagna Clara. Il mitico Zac non è mai stato un chiacchierone, ma lapidario sì: “Non mi ritrovo più in questo calcio dove ai calciatori non insegnano neppure le aste, i rudimenti primari del calcio”, oppure “il mio calcio parla un’altra lingua che in pochi capiscono e neppure i giornalisti sanno più intendere”.
La carriera di calciatore (giocò come terzino nelle giovanili del Cesenatico e del Bologna) è durata poco a causa di una malattia polmonare. La sua storia in panchina, dopo gli inizi sotto casa con le giovanili, è fatta dello scudetto conquistato alla guida del Milan nel 1998-1999 nell’anno del centenario rossonero, pur non avendo mai avuto un gran feeling con Silvio Berlusconi che ogni tanto lo bacchettava, ma ci sono anche le pagine degli albori, come le promozioni con Riccione, Baracca Lugo e Venezia riportato in Serie B, fino alle imprese da commissario tecnico del Giappone portato alla vittoria della Coppa d’Asia in Qatar nel 2011 e una Coppa dell’Asia Orientale in Corea del Sud nel 2013. Nella storia è scritto il 18 ottobre 2011 quando venne ufficialmente ricevuto dall’imperatore nipponico Akihito (onore che viene concesso molto raramente). Un’occasione per esprimergli stima e riconoscimento per aver riportato la Coppa d’Asia in Giappone. Nella sua carriera si ricordano anche Venezia, Bologna, Udinese, Lazio, Inter, Torino e Juventus. Può vantarsi di essersi seduto, dopo Jòzsef Viola e Giovanni Trapattoni, sulle panchine delle tre big italiane.
C’è anche un campionato di Serie B nel 1994-1995 con il Cosenza che nonostante una penalizzazione di 9 punti ha salvato con largo anticipo, arrivando fino alla zona promozione. Nel 1995 ha allenato l’Udinese che lo fa approdare in Serie A e che nel ciclo ha portato per la prima volta in Coppa Uefa e successivamente al 3º posto, alle spalle di Juve e Inter. Dopo qualche mese con la squadra cinese del Beijing Guoan, ha concluso la sua carriera da allenatore professionista con la nazionale degli Emirati Arabi, tra il 2017 e il 2019, arrivando in finale alla Coppa delle Nazioni del Golfo persa ai rigori contro l’Oman. Qualcosa è cambiato con il Covid, che non l’ha risparmiato confidando agli amici gli strascichi che aveva lasciato: “Mi sento sempre stanco, faccio fatica a fare le mie lunghe passeggiate quotidiane”. Aveva poi accettato la proposta della Fifa di lavorare come analista dei Mondiali 2022 in Qatar. Ci sono anche le esperienze da commentatore televisivo e dall’anno scorso di commissario tecnico della Nazionale Italiana Non Profit, Ente Terzo Settore (Ets) che promuove i valori della solidarietà attraverso la condivisione di un’esperienza sportiva coinvolgendo associazioni non a scopo di lucro, ma unite dallo spirito di fare del bene. Proprio quello spirito che serve anche a chi gli sta vicino per farlo tornare il mitico Zac.
– foto Image –
(ITALPRESS).
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Ibra lascia “E’ il momento di dire ‘ciaò al calcio”
Pubblicato
3 ore fa-
4 Giugno 2023di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un video celebrativo e tante lacrime da parte dei tifosi unite ai cori. Così il Milan ha voluto celebrare Zlatan Ibrahimovic nel suo saluto d’addio sul prato di San Siro al termine della vittoria del Milan sul Verona. Lo svedese, accolto in campo dai suoi compagni che per l’occasione indossavano tutti la maglia numero 11, ha poi salutato staff e dirigenti prima di prendere la parola al centro del campo, dopo aver ricevuto una divisa speciale firmata da tutti i rossoneri. “Non respiro, ma va bene così. Dentro questo stadio sono passati tanti ricordi ed emozioni – ha detto Ibra, accompagnato dai cori incessanti dei tifosi -. La prima volta che sono arrivato al Milan mi avete dato la felicità, la seconda l’amore. Voglio ringraziare la mia famiglia e tutti quelli che mi stanno vicini per la pazienza che hanno avuto. Ringrazio anche i giocatori, che sono stati la mia seconda famiglia. Ringrazio l’allenatore e lo staff per la responsabilità che mi hanno dato. Ringrazio i dirigenti per l’opportunità. Voglio dire grazie dal profondo del cuore a voi tifosi. Mi avete accolto a braccia aperte, facendomi sentire a casa. Sarò milanista per tutta la vita. E’ arrivato il momento di dire ‘ciaò al calcio, ma non a voi. Forza Milan, arrivederci”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).
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Roma-Spezia 2-1, giallorossi sesti, liguri allo spareggio
Pubblicato
3 ore fa-
4 Giugno 2023di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – La Roma si qualifica alla prossima Europa League, lo Spezia si giocherà la salvezza nello spareggio contro il Verona. Senza lo squalificato Mourinho (per lui tanti striscioni sugli spalti), i giallorossi battono 2-1 i bianconeri (gol di Zalewski e rigore di Dybala) e tornano a sorridere dopo la finale di Europa League persa col Siviglia. Con un occhio a San Siro (dove il Milan batte l’Hellas 3-1), lo Spezia passa in vantaggio al 6′: su un tiro-cross di Bourabia, Nikolaou di testa da pochi passi mette in rete alle spalle dell’incolpevole Svilar. La Roma reagisce. Al 15′ ci prova El Shaarawy, ma il tiro dell’italoegiziano si stampa sulla traversa (17esimo legno in campionato). Al 43′ i giallorossi sono più fortunati: Zalewski tenta un tiro cross dalla sinistra, Bove di testa non tocca e la traiettoria beffa Zoet per l’1-1. La Roma chiude il primo tempo con il 70% del possesso palla, ma ad inizio ripresa sfiora il vantaggio. E’ il solito Zalewski a creare le chance più pericolose: cross morbido, Zoet esce a vuoto, ma Pellegrini in spaccata non trova la porta. Al 64′ scocca l’ora di Matic e Abraham al posto di Bove e Belotti (che chiude la stagione senza gol in campionato). Un minuto dopo fa tutto Dybala con una progressione e un diagonale di poco fuori. Al 70′ squillo dello Spezia: Reca ci prova da fuori area, Svilar blocca. Poco dopo Gyasi serve un pallone d’oro in ripartenza a Zurkowski che in caduta calcia alto. L’ennesima nota stonata della settimana della Roma invece riguarda l’infortunio al ginocchio di Abraham. C’è spazio per la standing ovation per Mancini e la bordata di fischi per Wijnaldum. Ma c’è ancora da giocare e all’89’ Amian (espulso per doppio giallo) commette fallo da rigore su El Shaarawy: Dybala dagli undici metri non sbaglia e porta la Roma in Europa League. Lo Spezia si prepara allo spareggio salvezza con il Verona.
– Foto Image –
(ITALPRESS).
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La Juve supera l’Udinese ma giocherà in Conference League
Pubblicato
3 ore fa-
4 Giugno 2023di
Redazione
UDINE (ITALPRESS) – La Juventus è tornata alla vittoria nell’ultima giornata di campionato ma nella prossima stagione dovrà accontentarsi di disputare la Conference League. Dopo tre sconfitte di fila tra Europa League e Serie A, i bianconeri hanno espugnato la Dacia Arena di Udine superando l’Udinese per 1-0. Gara di discreta intensità fin dalle prime battute con la Juventus a caccia di una vittoria per provare a centrare la qualificazione alla prossima Europa League e l’Udinese impegnata a onorare al meglio il finale di stagione davanti al pubblico amico nonostante una formazione menomata dai tanti infortuni. Le squadre hanno iniziato giocando molto corte, in 30-40 metri di campo, e ciò non ha certamente favorito lo spettacolo. Appena le due squadre si sono allungate, sono cresciute anche le occasioni e su una di queste, alla mezz’ora, la Juventus ha colpito la traversa: da un calcio d’angolo è stato Milik a fare da sponda per Bonucci il quale libero in mezzo all’area ha battuto sul tempo tutti ma il suo colpo di testa è andato a sbattere sul legno più alto. In avvio di ripresa la Juventus ha provato ad aumentare la pressione a caccia di quell’agognato gol che potesse permettere di migliorare la posizione in classifica e al 23′ il gol è finalmente arrivato con Chiesa: servito da Locatelli, il numero sette bianconero è entrato in area, si è spostato il pallone sul destro e con una conclusione a giro ha infilato Silvestri all’angolino sul palo più lontano. La gara improvvisamente si è accesa perchè tre minuti dopo l’Udinese ha cercato subito il pari con una conclusione dalla distanza di Lovric deviata in corner da Szczesny, mentre al quarto d’ora dalla fine è stato Silvestri a dire no con una gran parata al raddoppio di Locatelli che con un’acrobazia aveva cercato di finalizzare la “trivela” di Di Maria. Nel finale, a sei minuti dal termine, ancora una botta dalla distanza dell’Udinese, stavolta con Perez, e ancora una bella deviazione di Szczesny. La Juve vince ma, aspettando Nyon, dovrà misurarsi con la Conference League.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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