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Economia

Webuild premia l’innovazione nel settore delle infrastrutture

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MILANO (ITALPRESS) – Ruolo primario per la formazione tecnico-professionale per la realizzazione del PNRR e la crescita della produzione dell’Italia in uno scenario globale in continua evoluzione. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che si è tenuto questa mattina a Milano sul tema “L’evoluzione del settore delle Infrastrutture: la formazione dei giovani”, organizzato da Webuild, presso la sede del Corriere della Sera, e che ha visto la partecipazione di Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild e Massimo Ferrari, Direttore Generale Webuild.
“Una delle svolte decisive che il Paese deve intraprendere è che l’istruzione tecnico-professionale diventi un canale formativo di serie A: fra non molto faremo una riforma importante in questo settore, per dare una chance a tanti ragazzi che oggi magari non hanno opportunità di successo formativo. Abbiamo bisogno di una rete di scuole di eccellenza per far decollare le opere” dichiara il Ministro Giuseppe Valditara.
“Valorizzare i giovani è uno dei grandi obiettivi del PNRR. Ai grandi gruppi industriali, il compito di affiancare questo percorso anche attivando collaborazioni pubblico-privato con le istituzioni, investendo nella formazione per attrarre e trattenere i migliori talenti. Solo nel 2022 come Webuild abbiamo erogato quasi un milione di ore di formazione di cui quasi 700.000 su sicurezza ed ambiente”, ha dichiarato Pietro Salini, Amministratore Delegato Webuild.
E, continua, “i grandi gruppi industriali sono il sale dello sviluppo. Possono attrarre talenti, investire in innovazione e ricerca e in formazione, sviluppare una nuova cultura della sicurezza, temi essenziali per formare le figure professionali che servono oggi e domani per attuare il PNRR. Webuild, rispetto all’intero mercato delle costruzioni in Italia, nel 2022 ha acquisito 1,8 miliardi di nuovi ordini in Italia. E’ un dato che si traduce in una quota del mercato domestico molto inferiore rispetto a quelle dei grandi gruppi europei nostri competitor. La dimensione è fondamentale per far crescere non una sola impresa ma un sistema di imprese, ed è questo che stiamo facendo da molti anni con la nostra filiera che in Italia conta circa 10.000 imprese”.
“Come Webuild, insieme ai percorsi di formazione già in essere, lanceremo presto un piano di recruiting per le nuove generazioni e i non occupati e per chi vuole riposizionarsi sul mercato del lavoro in un settore molto attraente come quello delle Infrastrutture, da Nord a Sud. La formazione avverrà lavorando in cantieri che fanno dell’innovazione uno dei pilastri della crescita del Gruppo”, ha continuato Salini.
Il Gruppo Webuild è presente in Italia con 31 progetti e 16 mila persone occupate, tra personale diretto e di terzi, di cui 4.500 persone solo al Sud. In Webuild, l’età media delle persone è pari a 38 anni. Gli under 35 rappresentano il 45% della forza lavoro del Gruppo Webuild a livello globale. Il numero è destinato a crescere, in considerazione delle numerose iniziative che Webuild ha in essere per supportare la formazione e la valorizzazione dei giovani, leve essenziali per confrontarsi al meglio con gli obiettivi di crescita collegati all’attuazione del PNRR.
L’incontro di oggi è stato occasione per proclamare i vincitori della seconda edizione “Premio Alberto Giovannini” per l’innovazione nelle Infrastrutture, premio istituito e promosso da Webuild e intitolato all’economista scomparso nel 2019, già Presidente Webuild. Agli 8 giovani premiati sono stati proposti percorsi di inserimento in azienda per crescere all’interno del Gruppo, per le tesi elaborate su temi legati all’innovazione predittiva per la manutenzione delle opere e a strumenti e tecnologie che possono allungarne la vita utile. Premiata anche l’Università degli Studi di Salerno, con una borsa di dottorato triennale. I giovani premiati, di età media di 27 anni, provengono da diverse regioni italiane (Calabria, Campania, Molise, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria e Lombardia).
Il Premio Alberto Giovannini è parte del più ampio piano “Webuild Next-Gen”, dedicato alla crescita professionale di giovani e maestranze, che include iniziative come il Concorso “Challenge4Sud” o il programma “100 Ingegneri per il Sud Italia” per il coinvolgimento e l’assunzione di giovani provenienti dal Sud Italia e non solo, o la “Scuola di Mestieri”, dedicata alle maestranze e a coloro che volessero avviare un apprendistato all’interno di uno dei progetti che il Gruppo ha in corso nel mondo.

– foto ufficio stampa Webuild –

(ITALPRESS).

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Economia

Aggiornato il bando di gara per l’ex Ilva, Urso “Serve massima responsabilità”

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha autorizzato la pubblicazione della nuova Lettera di procedura II nell’ambito della vendita degli asset aziendali di Iilva e Acciaierie d’Italia, entrambe in amministrazione straordinaria.

Il ministro Urso ha inoltre convocato per martedì 12 agosto alle 15.30 un incontro con le associazioni d’impresa nazionali e locali, nonché con le rappresentanze datoriali dell’indotto ex Ilva, per informarli sulle conclusioni del Tavolo sull’Accordo di programma interistituzionale per la piena decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto, previsto nella stessa mattinata. Lo rende noto il Mimit. La riunione si svolgerà al termine dell’incontro convocato dal ministro Urso alle 14 con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali.

“Le nuove condizioni corrispondono a quanto condiviso con enti locali e sindacati. È questa la grande sfida industriale dell’Italia. Serve la massima responsabilità da parte di tutti. È possibile coniugare ambiente e impresa, salute e lavoro. È doveroso farlo a Taranto. Così da conseguire la leadership nella siderurgia green in Europa. Noi ci siamo”, ha dichiarato Urso.

L’aggiornamento del bando recepisce i più recenti sviluppi in ambito ambientale e industriale, a partire dalla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata per il sito di Taranto il 25 luglio scorso, con validità di 12 anni e una capacità produttiva autorizzata fino a 6 milioni di tonnellate annue. In linea con la strategia nazionale per la transizione ecologica, il Governo assicura, inoltre, il proprio supporto, anche attraverso la società pubblica DRI d’Italia, per la costruzione di impianti di preriduzione destinati ad alimentare i futuri forni elettrici. Rispetto alla precedente versione del bando pubblicata nel luglio 2024, il nuovo testo introduce importanti novità.

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La decarbonizzazione del sito di Taranto non è più un’opzione, ma diventa un obbligo vincolante: i soggetti interessati dovranno impegnarsi allo spegnimento delle aree a caldo alimentate a carbone nel più breve tempo possibile, alla realizzazione fino a un massimo di tre forni elettrici per coprire l’intera capacità produttiva autorizzata e al pieno rispetto delle prescrizioni contenute nella nuova AIA.

Questo obbligo è il frutto dell’intesa raggiunta il 31 luglio al Mimit dal ministro Urso con le istituzioni nazionali, la Regione Puglia e gli Enti locali, che hanno espresso un accordo unanime e deciso a favore della piena decarbonizzazione, secondo la progettualità più rapida e sfidante dal punto di vista tecnologico.

Al contempo, la tutela occupazionale rimane un principio inderogabile, pienamente condiviso e rafforzato dal costante confronto con le organizzazioni sindacali. Un’ulteriore novità riguarda lo stabilimento di Genova (Cornigliano): potrà essere prevista la realizzazione di un forno elettrico e di impianti di prima lavorazione funzionali all’attività del sito. Rispetto al precedente bando, la nuova offerta vincolante dovrà anche prevedere l’acquisto dell’intero magazzino e includere una nuova versione del piano industriale.

Quest’ultima dovrà specificare il numero dei dipendenti che l’offerente intende mantenere nel perimetro aziendale, nonché la durata dell’impegno in termini occupazionali e di continuità aziendale. Il nuovo bando consente l’acquisto dell’intero complesso aziendale, del compendio aziendale nord, del compendio aziendale sud o di singoli rami d’azienda. Tuttavia, a parità di condizioni, saranno privilegiate le soluzioni che meglio garantiscono la continuità produttiva e la tutela occupazionale.

I commissari straordinari valuteranno le proposte secondo criteri di sostenibilità industriale, ambientale e sociale, riservandosi la facoltà di attivare eventuali fasi di rilancio e negoziazione.

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A parità di condizioni, saranno preferite le nuove offerte vincolanti che prevedano, pur nel rispetto del limite massimo previsto, la costruzione di un numero maggiore di forni elettrici, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione entro il termine più breve possibile e, una volta a regime, il conseguimento del livello di produzione più elevato rispetto alla capacità produttiva massima autorizzata dalla nuova AIA.

Le offerte vincolanti dovranno essere presentate entro il 15 settembre. La bozza del nuovo contratto di compravendita sarà disponibile in data room entro il 31 agosto.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Economia

Agcom, nel 2024 il valore del mercato delle comunicazioni è di oltre 56 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – In base ai dati elaborati dall’Autorità in occasione della pubblicazione della Relazione Annuale 2025 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro, si evidenzia che il valore complessivo delle aree economiche di interesse dell’Autorità (comunicazioni elettroniche, televisione in chiaro e a pagamento, radio, editoria quotidiana e periodica, pubblicità online, servizi di corrispondenza e consegna pacchi) è valutabile, a fine 2024, in 56,19 miliardi, in crescita su base annua del 3,5% e del 10,6% con riferimento al 2020 (anno d’inizio del periodo analizzato) che si riflette in una variazione complessiva pari a 1,88 miliardi su base annua, e di 5,38 miliardi rispetto al 2020.

Negli ultimi cinque anni (2020-2024), le risorse delle comunicazioni elettroniche si sono ridotte di circa 640 milioni (da 28,65 a 28,01 miliardi), frutto di una dinamica che ha visto crescere i ricavi da rete fissa (+11% nel periodo considerato) in contrapposizione alla riduzione di quelli da rete mobile (-18,1%).

Da rilevare che su base annua si registra una crescita delle risorse complessive del 3,4%. La spesa finale della clientela residenziale e affari nel 2024 è cresciuta dell’1,9% su base annua mentre, rispetto al 2020, la flessione è dell’1,5% (-330 milioni). Tra il 2020 ed il 2024 i ricavi della televisione crescono, nel complesso, di circa 1,2 miliardi (da 7,64 nel 2020 a 8,44 miliardi nel 2024). Le risorse della radio (circa 660 milioni nel 2024) sono in crescita di circa 112 milioni rispetto al 2020, mentre quelle dell’editoria quotidiana e periodica si sono ridotte, nell’intero periodo considerato, di circa 360 milioni (da 3,00 a 2,64 miliardi, -12,0%). Nello stesso arco di tempo, il valore della pubblicità online è quasi raddoppiato, passando da 4,07 miliardi stimati per il 2020 a 7,46 miliardi nel 2024, con la componente ascrivibile alle sole piattaforme valutabile nel 2024 in circa 6,36 miliardi (in crescita del 7,1% su base annua e del 91,9% rispetto al valore del 2020).

Il settore postale nel suo complesso nel 2024, raggiungendo un valore di 8,59 miliardi, è cresciuto dell’1,9% rispetto al 2023 e del 24,4% rispetto al 2020. I servizi di corrispondenza nell’intero periodo esaminato evidenziano una crescita dei ricavi del 4,9% (da 1,68 a 1,76 miliardi), mentre maggiore è quella fatta registrare dai servizi di consegna pacchi, cresciuti del 30,7% (da 5,22 stimati nel 2020 a 6,83 miliardi nel 2024). I ricavi relativi alle attività domestiche (mittente e destinatario nazionali) nell’intero periodo considerato hanno registrato un incremento del 25% (da 5,11 a 6,39 miliardi), mentre quelli transfrontalieri hanno visto una crescita del 22,8% (da 1,79 a 2,20 miliardi).

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Economia

Bce “I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso”

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ROMA (ITALPRESS) – “I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. Tra i rischi principali vi sono l’ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali su scala mondiale e le incertezze a queste associate, fattori che potrebbero frenare le esportazioni e comprimere gli investimenti e i consumi”. Così la Bce nel Bollettino mensile.

“Un deterioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari – osserva – potrebbe determinare condizioni di finanziamento più stringenti e maggiore avversione al rischio, nonché ridurre la propensione di imprese e famiglie agli investimenti e ai consumi. Le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono fra le principali fonti di incertezza. Per contro, un rapido allentamento delle tensioni commerciali e geopolitiche potrebbe migliorare il clima di fiducia e stimolare l’attività. Un incremento della spesa per difesa e infrastrutture, insieme a riforme volte a migliorare la produttività, contribuirebbe alla crescita. Un miglioramento della fiducia delle imprese stimolerebbe inoltre gli investimenti privati. Le prospettive di inflazione sono più incerte del consueto, per effetto della volatilità dello scenario delle politiche commerciali a livello mondiale”. 

“Un rafforzamento dell’euro potrebbe far diminuire l’inflazione più di quanto atteso. Inoltre, l’inflazione potrebbe risultare inferiore se dazi più elevati inducessero una minore domanda di esportazioni dell’area dell’euro e un reindirizzamento verso l’area delle esportazioni provenienti da paesi con eccesso di capacità produttiva. Le tensioni commerciali – sottolinea ancora la Bce – potrebbero determinare maggiore volatilità e avversione al rischio nei mercati finanziari, gravando sulla domanda interna e riducendo quindi l’inflazione. Per contro, l’inflazione potrebbe risultare superiore se la frammentazione delle catene di approvvigionamento mondiali spingesse al rialzo i prezzi all’importazione e accrescesse i vincoli di capacità nell’economia interna. Anche un incremento della spesa per difesa e infrastrutture potrebbe far aumentare l’inflazione nel medio termine. I fenomeni meteorologici estremi e, più in generale, il dispiegarsi della crisi climatica potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari oltre le aspettative”, conclude la Bce.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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