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Economia

Demanio, in due anni 130 nuove opere di riqualificazione per 1,9 mld

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ROMA (ITALPRESS) – Trasformare grandi complessi immobiliari in disuso in cittadelle e poli della giustizia, uffici pubblici, residenze universitarie, scuole, centri di ricerca per restituire edifici e aree riqualificate in un’ottica di rigenerazione urbana e sostenibilità economica, sociale e ambientale. Ad oggi sono stati avviati complessivamente 529 interventi per 3,6 miliardi di euro, di cui 181 al Nord per un valore di 1,2 miliardi di euro, 169 al Centro per un valore di oltre un miliardo e 179 al Sud per un valore di 1,3 miliardi. L’accelerazione del processo di riqualificazione ha fatto registrare a giugno 2023 rispetto allo stesso mese del 2021 una forte crescita del numero degli interventi (+130), con un incremento dell’84% di valore degli investimenti, pari a +1,9 miliardi di euro. Sul fronte della riduzione dei costi per lo Stato, nel 2022 rispetto all’anno precedente è stato ottenuto un risparmio per locazioni passive e costi di funzionamento di circa 30 milioni di euro annui che, per effetto del piano di investimenti, si prevede raggiungerà circa 126 milioni di euro nel quinquennio 2022-2026. Questi alcuni dati contenuti nel primo Rapporto annuale dell’Agenzia del Demanio “L’Italia e i suoi beni: il patrimonio immobiliare dello Stato al servizio della pubblica amministrazione, dei territori, dei cittadini e delle imprese”, presentato a Montecitorio dal direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme (nella foto).
“La crisi energetica che abbiamo attraversato recentemente – ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in un videomessaggio – è solo l’ultimo degli eventi che ci ricordano l’importanza di una gestione attenta delle risorse energetiche e ambientali. Il tema dello sviluppo sostenibile è al centro del dibattito pubblico internazionale da molti anni, è ormai ampiamente condiviso che il benessere e il progresso della società non possano prescindere da valutazioni che tengano in debito conto le dimensioni sociali e ambientali dello sviluppo. L’Italia è pienamente consapevole delle sfide che l’attendono e, anche attraverso il Pnrr, sta implementando molti interventi finalizzati per favorire la sostenibilità, l’innovazione e la transizione digitale”, ha aggiunto. “Il raggiungimento di questi obiettivi – ha proseguito – non può prescindere dal contributo del patrimonio immobiliare pubblico. In questo contesto, l’Agenzia del Demanio ha saputo ben reinterpretare i tempi rivedendo le proprie attività per fornire un adeguato supporto all’autorità politica nell’adozione di politiche di gestione coerenti con gli obiettivi previsti in ambito nazionale e internazionale. Il Rapporto evidenzia che una gestione efficiente del patrimonio pubblico può creare una nuova ricchezza, rispondere alle esigenze della collettività, contribuire a rigenerare territori e conseguire risparmi di spesa”, ha concluso il titolare del Mef.
“Il nostro obiettivo è investire in interventi che portino risultati concreti in termini economici, sociali e ambientali”, ha affermato il direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme. “In particolare – ha continuato -, all’aumento del valore del patrimonio immobiliare, alla riduzione della spesa per lo Stato, alla generazione di effetti indotti sullo sviluppo del Paese, alla restituzione alla collettività di spazi migliori e più funzionali, rendendo gli edifici autonomi dal punto di vista energetico, più sicuri dal punto di vista strutturale e del rischio sismico, resilienti ai cambiamenti climatici. In linea con tale visione – ha aggiunto – il Piano Strategico Industriale, il primo di un ente pubblico economico, si rivela uno strumento fondamentale di pianificazione e analisi, anche attraverso modelli predittivi e indicatori specifici per misurare i risultati delle attività, considerando l’attuale contesto, i fattori del cambiamento e gli obiettivi del Pnrr e del RePower Eu”. Il Piano Strategico Industriale dell’Agenzia del Demanio, che gestisce 43mila immobili per un valore di 62,5 miliardi di euro, prevede investimenti per 5,5 miliardi di euro entro il 2026, di cui 2,1 miliardi da realizzare e 3,4 miliardi di euro da avviare, riqualificando almeno 5 milioni di metri quadrati di immobili, secondo un’impostazione che si fonda su tre pilastri: centralità dell’utenza, innovazione e digitalizzazione, sostenibilità.
L’aumento atteso del valore del patrimonio e dell’indotto sul territorio sono stimati rispettivamente in 2,2 miliardi e in 2,3 miliardi. Il nuovo modello di gestione considera imprescindibili per la pianificazione la qualità e la completezza dei dati, la digitalizzazione dei processi manutentivi e di controllo del ciclo di vita dell’immobile rigenerato, l’interoperabilità delle piattaforme digitali, la programmazione e il monitoraggio degli interventi. Nel Rapporto vengono descritte le iniziative avviate in tale direzione, tra cui la creazione di una Piattaforma Integrata del Demanio e la Carta d’Identità digitale dell’Immobile, che contiene i dati amministrativi, fisici e progettuali dell’edificio. Elemento necessario per gli interventi è la qualità della progettazione, garantita anche dall’adozione dei criteri del Building Information Modeling (BIM) e dei parametri ambientali, affinchè gli immobili risultino autonomi dal punto di vista energetico ed efficienti nelle loro specifiche funzioni.
Dal punto di vista organizzativo, per la governance di questi processi, l’Agenzia del Demanio ha creato due nuove Direzioni Centrali, la Direzione per la Trasformazione Digitale e la Struttura per la Progettazione, impegnate per lo sviluppo e l’efficienza nell’individuazione e programmazione degli investimenti, ma anche a fornire supporto tecnico alle Amministrazioni centrali e agli Enti territoriali. E’ stato inoltre istituito un laboratorio per l’innovazione, l’Officina per la Rigenerazione dell’Immobile Pubblico, che mette in rete università, enti di ricerca, centri di competenza per la redazione di linee guida e la creazione di prototipi per la sicurezza e la resilienza dell’immobile, dalla tecnologia applicata ai modelli predittivi. Sono state quindi predisposte le istruzioni per la progettazione sostenibile e per le funzioni dell’immobile, con indicazioni specifiche per la redazione di documenti di indirizzo alla progettazione nei bandi e indicatori per l’analisi degli impatti ambientali, che saranno verificati in sede di attuazione.
Un approccio che sarà da guida per l’elaborazione della prima Dichiarazione non finanziaria dell’Ente. Un ruolo cruciale è svolto dalla pianificazione a livello territoriale attraverso un’analisi della disponibilità di immobili e dei fabbisogni delle pubbliche amministrazioni, anche in termini di razionalizzazione degli spazi in uso, al fine di superare una visione frammentaria, ottimizzare l’utilizzo degli immobili e valorizzare gli stessi nel contesto urbano. In questa visione si inseriscono i Piani Città, operazione iniziata a maggio di quest’anno, che rappresenta per l’Agenzia del Demanio un vero cambiamento di modello operativo, che mette a fattor comune le risorse disponibili per rispondere ai fabbisogni, reinterpretare e riusare quanto già costruito e restituire al territorio anche grandi aree, oggi inutilizzate.

– foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

Confcommercio, a Bologna le economie urbane del futuro al centro di “InCittà”

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Dalla desertificazione commerciale alla mobilità sostenibile, dalle sfide demografiche alle politiche abitative. Sono questi i principali temi che animano la due giorni bolognese di “InCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, organizzata da Confcommercio a Palazzo Re Enzo, a Bologna. Un evento che ha preso il via questa mattina e a cui hanno partecipato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, in dialogo, tra gli altri, col sindaco di Bologna Matteo Lepore, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, il presidente di Confcommercio Bologna Enrico Postacchini e il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che parlando dal palco ha detto: “Questo è il patto che proponiamo: istituzioni, imprese e cittadini, pubblico e privato insieme, per le città”. E ancora: “Questa è la nostra visione: città che crescono valorizzando l’impresa e imprese che fanno crescere le città”.
“Un’edizione sulla quale la confederazione ha investito e investirà – ha aggiunto il presidente di Confcommercio Bologna Enrico Postacchini – perchè in una città succede tutto, quello che c’è di bene e di male in una città si crea e si distrugge, la città è il cuore pulsante di una comunità”.
Piantedosi ha invece parlato dell’importanza del settore terziario: “Il terziario commerciale è una delle colonne portanti dell’economia italiana, e a Bologna, storicamente, questo valore è particolarmente evidente”. Il presidente dell’Emilia-Romagna Michele De Pascale ha invece sottolineato: “Accogliere Confcommercio qui a Bologna è un grande onore. E’ un tema che per l’Emilia-Romagna è centrale. La Regione in passato credo che abbia messo in campo una delle leggi più innovative sull’economia urbana, con gli hub urbani”. Hanno dato un contributo anche la presidente della Commissione speciale Ue sulla crisi degli alloggi, Irene Tinagli e il vice presidente della Commissione europea, Raffaele Fitto.
L’evento è stato un’occasione per parlare anche del delicato rapporto tra turismo e vivibilità dei centri storici e del ruolo della cultura e dell’intelligenza artificiale nella trasformazione urbana. Presentata, per l’occasione, un’indagine di Confcommercio sulla desertificazione commerciale nelle città, realizzata da Confcommercio in collaborazione con SWG, secondo cui gli italiani vogliono vivere in quartieri con più negozi di prossimità, luoghi non solo di acquisto e offerta di servizi, ma che costituiscono, insieme agli spazi verdi, il principale elemento che contribuisce alla qualità della vita urbana; ma rappresentano anche veri e propri attivatori di socialità (per il 64% degli italiani), garanzia di cura e pulizia degli spazi pubblici (62%), presidi di sicurezza (60%).
Il desiderio di avere più negozi sotto casa, per 2 italiani su 3, deriva dall’esigenza di avere più opportunità di scelta e ridurre gli spostamenti. Ma la presenza di attività commerciali incide anche sul mercato immobiliare: il valore di un’abitazione situata in un quartiere colpito dalla desertificazione commerciale scende del 16% con un differenziale complessivo che può arrivare al 39% rispetto a un immobile situato in un quartiere ricco di negozi. In ogni caso, negli ultimi 10 anni, gli italiani hanno percepito sempre più chiaramente le chiusure di attività economiche di quartiere, in particolare negozi di articoli sportivi, librerie, giocattoli (55%), abbigliamento, profumerie, gioiellerie (49%), arredamento e ferramenta (46%), alimentari (45%). Un fenomeno che, per la stragrande maggioranza degli italiani, genera un senso di tristezza e contribuisce al calo della qualità della vita.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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Foti “La manovra probabilmente ci farà rientrare dalla procedura di deficit aperta dall’UE”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’Italia, con 3 mila miliardi e oltre di debito pubblico, ha spazi fiscali di bilancio molto limitati. Non è più il tempo di leggi di bilancio ‘spendi e spandi’, oggi è il tempo di manovre rigorose ma che portino una politica di investimenti redditizia. Non è detto che una legge di bilancio di 30 miliardi significhi che è fatta bene e quella di 18 miliardi sia una legge di bilancio fatta male. Perché da una parte si possono buttare via dei soldi, dall’altra si possono spendere quei soldi in modo produttivo che consenta alla nazione, come probabilmente ci permetterà di fare fin da quest’anno, di rientrare dalla procedura di deficit aperta dall’Europa”. Così Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, nel corso di un incontro con gli studenti dell’Università Lumsa.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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Bankitalia, nel terzo trimestre in crescita i prezzi di vendita delle abitazioni

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ROMA (ITALPRESS) – Nel terzo trimestre, secondo i dati della Banca d’Italia, le valutazioni sui prezzi di vendita delle abitazioni si sono rafforzate in gran parte del territorio nazionale, con una crescita più marcata nelle aree urbane del Nord-Est. I margini di sconto si sono ridotti e i tempi medi di vendita sono rimasti sui minimi storici. La quota di agenzie che hanno concluso almeno una compravendita è rimasta su valori elevati per il trimestre estivo. La domanda mostra segnali di recupero: il saldo negativo fra giudizi di aumento e diminuzione dei potenziali acquirenti si è attenuato. L’offerta di immobili continua invece a ridursi, con nuovi incarichi a vendere in ulteriore flessione. Le difficoltà di accesso al credito immobiliare si collocano su livelli molto contenuti.

In un contesto di condizioni creditizie complessivamente favorevoli, la quota di compravendite finanziate con mutuo e il rapporto tra prestito e valore dell’immobile hanno raggiunto i valori più elevati dalla metà del 2022. Sono significative le pressioni al rialzo sui canoni di locazione, su cui incide il fenomeno degli affitti brevi. Nel complesso le prospettive sul mercato immobiliare per il quarto trimestre dell’anno restano favorevoli.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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