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Economia

L’export traina il fatturato dell’industria manifatturiera

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TORINO (ITALPRESS) – L’export italiano di beni manufatti potrà crescere a ritmi prossimi al 2,5% medio annuo nel biennio 2024-25, a prezzi costanti. Una performance che, secondo le stime, porterà la propensione all’export sopra il 50% e il saldo commerciale oltre la soglia dei 106 miliardinel 2025, complice una crescita meno intensa delle importazioni (+2,1% medio annuo nel 2024-25, sempre a prezzi costanti), condizionata dalla persistente debolezza della domanda interna.
Sono questi i dati principali del 104mo Rapporto Analisi dei settori industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia.
La competitività della nostra industria continuerà infatti a giocarsi sulla spinta all’innovazione, verso prodotti qualitativamente elevati e la ricerca di un mix energetico più efficiente, in grado di favorire il contenimento dei costi e dei rischi. La crescita dell’export compenserà il ripiegamento tendenziale di poco inferiore al 2% nei primi sette mesi del 2023 del fatturato industriale, un calo meno intenso rispetto a quello registrato dalla produzione industriale (-3,1% nel periodo gennaio-agosto). Il confronto con un’ultima parte del 2022 già deteriorata contribuirà a ridimensionare i cali tendenziali nei prossimi mesi, portando a una chiusura d’anno a -0,6% per il fatturato manifatturiero a prezzi costanti. Ciò è principalmente dovuto ai prezzi alla produzione aumentati del 3,9% nei primi otto mesi dell’anno, con spinte inflazionistiche ancora forti, che però secondo lo studio registrano un progressivo raffreddamento nelle rilevazioni più recenti. Se l’export cresce stabilmente, frenano i consumi interni con un deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie e l’aumento dei tassi d’interesse, attivato dalle banche centrali proprio per compensare l’inflazione. Segnali di difficoltà emergono anche dagli investimenti in costruzioni che, a causa della rimodulazione degli incentivi fiscali e del rialzo dei tassi, hanno segnato una flessione nel secondo trimestre del 2023. A livello di settori, pochi presenteranno un fatturato deflazionato in crescita nel 2023: gli autoveicoli e moto (+7,9%); elettronica (+2,9%), elettrotecnica (+2%) e meccanica. Nella parte bassa della graduatoria 2023, invece, con fatturato deflazionato in contrazione, vi sono i settori più sensibili al ciclo dell’edilizia, in difficoltà anche intermedi chimici (-7.8%), filiera dei metalli (metallurgia -3,3%, prodotti in metallo -0,9%) e altri intermedi (-1,5%), penalizzati dalla prudenza nella ricostituzione delle scorte di magazzino in questa fase di grande incertezza. Chiudono la panoramica settoriale Sistema moda e alimentare e bevande. Stando così le cose, dal fatturato deflazionato dell’industria manifatturiera ci si aspetta un moderato rimbalzo nel corso del 2024 (+0,5%), per poi accelerare al +1,3% l’anno successivo. La spinta dei fondi europei continuerà a sostenere gli investimenti Ict e del comparto energetico, soprattutto nel 2025, alla luce della rimodulazione degli obiettivi del Pnrr che rinvia alcuni investimenti previsti. In cima al ranking di crescita 2024-25 troviamo, infatti, i settori attivati dalla doppia transizione digitale ed energetica: elettronica (+3,4% medio annuo il fatturato deflazionato), elettrotecnica (+2%) e meccanica (+1,5%). Positivo anche l’outlook per gli autoveicoli e moto, che sono attesi crescere a un ritmo medio annuo dell’1,4% nel prossimo biennio (per quanto ridimensionato rispetto al 2023). Gli investimenti infrastrutturali, per la transizione digitale e green, sosterranno anche il commercio internazionale che è previsto recuperare già dal 2024.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Unicredit, Orcel “In Generali guardiamo al valore”

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MILANO (ITALPRESS) – “La quota in Generali? E’ un investimento finanziario, siamo un azionista che guarda al valore”. Così Andrea Orcel, Ceo di Unicredit in una intervista concessa al direttore di Milano Finanza, Roberto Sommella, sul nutrito pacchetto azionario della compagnia assicurativa. Quindi sulla scalata a Commerzbank, aggiunge: “Bisogna capire se vogliamo un’Europa del cambiamento o un’Europa che vuole a tutti i costi mantenere e proteggere lo status quo”. Infine sull’ops di Unicredit su Banco Bpm, si limita a dire: “Su questo ci siamo già espressi, la nostra posizione è molto chiara al riguardo”.

foto: IPA Agency

(ITALPRESS).

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Economia

Il Btp Più fa il pieno di sottoscrizioni, raccolti 15 miliardi

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Il Btp Più, il nuovo titolo di Stato retail pensato per il pubblico diffuso dei risparmiatori, ha chiuso il collocamento con risultati straordinari, sfiorando il traguardo dei 15 miliardi. Lanciato lunedì scorso, il nuovo Btp ha suscitato un interesse eccezionale, attirando l’attenzione di migliaia di investitori che hanno risposto con entusiasmo alla proposta di un investimento minimo di soli 1.000 euro. Già il primo giorno del collocamento, avvenuto lunedì 17 febbraio, il Btp Più ha registrato una raccolta di 5,6 miliardi, cifra che ha superato le aspettative. Nei giorni successivi, il trend è rimasto positivo, con 3,7 miliardi raccolti il secondo giorno, 2,8 miliardi il terzo e, infine, 1,7 miliardi il quarto. A chiusura del collocamento, avvenuto questa mattina, l’importo totale raccolto ha raggiunto i 14,9 miliardi, con oltre 39.700 contratti sottoscritti e un ticket medio di circa 27.500 euro, segno dell’alta partecipazione di risparmiatori di diverse categorie.
Una delle principali ragioni del successo del Btp Più è stata la competitività dei suoi tassi di interesse, che sono stati poi adeguati alle condizioni di mercato. Il Mef ha annunciato, infatti, l’aumento delle cedole: dal 2,8% al 2,85% per i primi quattro anni, e dal 3,6% al 3,7% per gli anni successivi. Questa decisione, presa in risposta all’andamento del mercato, ha contribuito a rafforzare ulteriormente l’appetibilità del titolo, offrendo un rendimento crescente e vantaggioso per chi ha deciso di investirvi. Non è stato solo il rendimento a convincere i risparmiatori. Il Btp Più ha colpito per la sua durata di otto anni, la sicurezza del capitale e la protezione offerta agli investitori. Una delle principali innovazioni del titolo è l’opzione di rimborso anticipato alla pari, disponibile a partire dal quarto anno, che garantisce maggiore flessibilità e sicurezza a chi sceglie di aderire all’emissione. Il Btp Più ha risposto alle esigenze di sicurezza e rendimento degli investitori italiani, con un particolare focus su un pubblico retail che cerca soluzioni stabili per il proprio risparmio. A differenza dei titoli precedenti, il Btp Più non prevede un premio fedeltà, ma introduce l’innovativa opzione di rimborso anticipato alla pari, che rappresenta un valore aggiunto per chi sceglie di investire nel medio-lungo periodo. Inoltre, a favorire l’adesione al Btp Più è stata anche la tassazione agevolata peraltro comune a tutti i titoli del debito pubblico: con un’imposta sui redditi da capitale fissata al 12,5%, l’esenzione dalle imposte di successione e, come previsto dalla Legge di Bilancio 2024, l’esclusione dal calcolo dell’Isee fino a 50mila euro. Una combinazione di vantaggi fiscali e di un rendimento in crescita ha reso il prodotto ancor più interessante. Il successo di questa emissione si inserisce nel contesto di un più ampio rialzo dei rendimenti dei Btp benchmark. In particolare, il tasso per il titolo a otto anni è salito dal 3,26% al 3,33%, mentre per il titolo quadriennale si è registrato un aumento dal 2,64% al 2,69%. Questi incrementi testimoniano l’evoluzione positiva del mercato obbligazionario italiano e l’apprezzamento crescente per i titoli di Stato.
L’operazione Btp Più si inserisce in una strategia di comunicazione efficace, che ha saputo coinvolgere il pubblico in modo mirato. Già nel 2024, le campagne di comunicazione per altre emissioni di Btp avevano ottenuto risultati notevoli, e quest’anno non è stato da meno. L’efficacia delle azioni di comunicazione istituzionale è stata sottolineata dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, che ha riconosciuto la rilevanza del messaggio veicolato. In sintesi, il collocamento del Btp Più rappresenta un vero e proprio trionfo per il risparmio degli italiani, con una risposta massiccia da parte degli investitori, una solida performance in termini di raccolta e una politica di tassi di interesse che si è adattata perfettamente al contesto economico. Con questi numeri, il Btp Più si afferma come una delle soluzioni più promettenti per il risparmio e l’investimento del futuro prossimo.
(ITALPRESS).
-Foto: ministero delle Finanze-

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Btp Più, con la prima emissione raccolti 15 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Il Ministero dell’economia e delle finanze rende noto che si è concluso il collocamento del BTP Più avviato il 17 febbraio, con 14.905,67 milioni di euro raccolti e 451.831 contratti registrati.
I tassi cedolari definitivi del BTP Più, in considerazione delle condizioni di mercato, sono rivisti al rialzo rispetto ai livelli annunciati lo scorso 14 febbraio: 2,85% per il 1°, 2°, 3° e 4° anno (invece di 2,80%); 3,70% per il 5°, 6°, 7° e 8° anno (invece di 3,60%)

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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