Economia
Enel, Cattaneo lancia il nuovo Piano Industriale
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1 anno fa-
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Redazione
di NINO SUNSERI
MILANO (ITALPRESS) – L’era Cattaneo all’Enel comincia con la solenne promessa di non fare altro debito e di aumentare il rendimento per gli azionisti sia in termini di maggior dividendo sia per quanto riguarda la rivalutazione del titolo che dall’inizio dell’anno ha già guadagnato il 23%. Per confermare la sua fiducia ha annunciato nel corso della presentazione del nuovo piano industriale di aver acquistato un milione di azioni sfruttando la momentanea debolezza delle quotazioni. Esclude anche la possibilità che il gruppo sia nella lista delle possibili privatizzazioni. “Io – ha detto in risposta ad una precisa domanda – non sono il detentore del 23% e bisogna chiedere al Governo. Non credo che sia all’interno di questa lista di aziende per la privatizzazione”.
Cattaneo annuncia una sostenuta crescita per il prossimo triennio: il margine lordo è previsto salire da 21,5-22,5 miliardi del 2023 a 23,6-24,3 miliardi nel 2026; l’utile netto passerà da 6,4-6,7 miliardi di fine anno a 7,1-7,3 miliardi del 2026.
Di pari passo resterà sostenuta la politica dei dividendi: si torna a una cedola minima garantita di 0,43 euro per azione (che è la cedola di quest’anno) con possibilità di aumento fino a distribuire il 70 per cento dell’utile se i risultati lo consentiranno. Non verrà aumentato l’indebitamento: gli investimenti e i dividendi saranno coperti con i flussi di cassa senza ricorrere al credito.
“Il problema debito è la sostenibilità -dice -. Puoi avere 100 euro di debito e sono tanti perchè non guadagni o ne hai 100 miliardi e sono pochi perchè ne guadagni 200 miliardi. Cosa vedono gli analisti? Entro il primo trimestre del 2024 le dismissioni vengono chiuse, gli analisti calcolano quanto incassi, vedono la cassa e il mercato si tranquillizza sulla sostenibilità del debito. Questo non avveniva in altre stagioni perchè il margine lordo era sceso per una serie di fattori e il debito aumentava con il dividendo che veniva pagato a debito. Il debito aumentava e diminuiva la redditività e questo non era sostenibile”.
Cattaneo rassicura analisti e mercato sul debito del gruppo che a fine anno, come annunciato questa mattina, è atteso a 60-61 miliardi. “Io non sono amante dei debiti, non ne ho personalmente, ma le aziende per ottimizzare usano anche la leva che si è utilizzata tanto in passato. Le utility erano impegnate con grandi esposizioni sul debito che prima non costavano tanto e poi ti sei ritrovato in una situazione critica. Se fai il debito per comprare la casa bene, se per andare tutte le sere a cena male”. Gli investimenti saranno concentrati in sei Paesi in cui può far leva su una posizione integrata, nello specifico Italia, Spagna, Brasile, Cile, Colombia e Stati Uniti.
Sulla gigafactory di pannelli fotovoltaici 3Sun a Catania “chiediamo che l’Europa sia solida nel difendere una produzione europea, così come lo fa con le materie prime rare, altrimenti è in concorrenza con Paesi che hanno un costo di produzione complessivo che è infinitesimale rispetto al nostro”.
Cattaneo aggiunge che “è un tema di mercato europeo all’interno di un’economia di mercato, che deve tener conto del differenziale di costi, per cui o me li sussidi o cosa possiamo fare?”. Quanto al progetto di realizzare un’alleanza 3Sun negli Stati uniti, Cattaneo ha affermato che “la faremo solo con un partner finanziario, che gode di interventi di supporto del governo americano disponibile a investire in una fabbrica per produrre i pannelli in America. Il nostro mestiere non è fare pannelli o pale eoliche, ora servono soggetti che di mestiere fanno quello, noi possiamo partecipare con una quota di minoranza”, ha precisato.
Infine un accenno all’andamento del titolo che ha perso circa mezzo punto. “Sono da anni in finanza e c’è un giochino, si fanno uscire nei giorni prima previsioni degli analisti con stime più alte, Il titolo nei 4 giorni precedenti ha guadagnato. E chi è in finanza sa che si dice ‘compra su rumor e vendi su notiziè”. Flavio Cattaneo risponde in conferenza stampa a chi gli chiede un commento all’andamento del titolo oggi e della reazione tiepida del mercato. “Il titolo rispetto a quando abbiamo iniziato è cresciuto e questo è quello che conta. Oggi il piano riduce il debito, aumenta i ritorni e come dicono a Bolzano ‘Cca nisciuno è fessò. Sono giochi che durano un giorno. Darà soddisfazione e lo vedremo anche nei valori di Borsa”.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Economia
Istat, nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al 2024
Pubblicato
4 ore fa-
30 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel primo trimestre l’Istat stima che il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2024.
Il primo trimestre ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024. La stima preliminare riflette una crescita sia del comparto primario sia di quello industriale, mentre il settore dei servizi ha registrato, nel complesso dei tre mesi, una sostanziale stazionarietà.
Dal lato della domanda, la componente nazionale, misurata al lordo delle scorte, è in crescita, mentre si stima una lieve diminuzione della componente estera netta. In particolare, la variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi sono risultati stazionari. La variazione acquisita per il 2025 è pari a +0,4%.
Le parole di Giorgetti
“L’Istat certifica una crescita positiva per il primo trimestre, migliore rispetto ad altri Paesi europei. Un segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche del governo”. Lo dichiara il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
– foto screenshot ufficio stampa Istat –
(ITALPRESS).
Economia
Il rapporto della Banca d’Italia “Sistema finanziario stabile, ma pesa l’incertezza estera”
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20 ore fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un contesto macrofinanziario stabile rispetto a novembre, ma altamente sensibile ad uno scenario imprevedibile dominato dall’incertezza a livello internazionale. È questa la descrizione dell’Italia contenuta nel Rapporto sulla stabilità finanziaria redatto e presentato oggi dalla Banca d’Italia. Pur permanendo elementi di vulnerabilità quali l’alto debito pubblico e la scarsa crescita dell’economia, ci sono anche elementi che rendono i rischi per il sistema finanziario italiano moderati.
Tra questi la solidità del settore bancario e del mercato del lavoro, una bassa inflazione e il miglioramento della posizione netta sull’estero. Il principale fattore di incertezza, nonché di tensione sui mercati finanziari internazionali, è rappresentato dall’introduzione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump: l’annuncio, giunto agli inizi di aprile, ha portato ad un calo delle aspettative di crescita dell’economia mondiale per il 2025.
Nonostante una riduzione delle tensioni nelle settimane successive, i rischi per la stabilità finanziaria sono nel complesso aumentati. Per quanto riguarda le famiglie italiane la loro situazione finanziaria rimane solida con rischi contenuti, pur permanendo una possibile incidenza negativa a causa della debolezza della congiuntura e dell’elevata incertezza sull’andamento dell’economia a causa delle tensioni internazionali. Le famiglie hanno ampliato gli investimenti negli strumenti del risparmio gestito, soprattutto nella componente dei fondi comuni, e anche i depositi sono tornati a crescere.
Al contrario si è assistito ad un rallentamento dei titoli di debito, seppur con differenze al suo interno: da una parte si è visto un aumento di nuovi investimenti in titoli emessi dal settore privato italiano e da emittenti esteri, al contrario di quanto accaduto con i titoli di stato italiani. Rallentano anche i certificates: a fine 2024 ne circolavano circa 85 miliardi dei quali due terzi erano detenuti dalle famiglie italiane.
Essi rimangono tra i titoli di debito più rappresentati tra gli investimenti delle famiglie: l’Italia è infatti il paese europeo assieme alla Germania dove tali strumenti sono più diffusi. Minore è invece la loro diffusione in altri paesi dell’area euro. Infine nel quarto trimestre dell’anno il rapporto tra debito complessivo delle famiglie e il reddito disponibile è stato pari al 56,1%, circa 30 punti percentuali in meno rispetto alla media dell’area euro.
Sempre a fine 2024, la quota dei mutui a tasso fisso sul totale delle consistenze in essere ha raggiunto il 72,3%. Sul fronte delle imprese, la prima conseguenza del panorama descritto è stato un calo della redditività: nel 2024 il margine operativo lordo si è ridotto del 5,1% (a fronte di una crescita dell’8,3% nel 2023), con una contrazione della redditività rilevante nel settore dell’industria. Contrazione rilevata anche nei prestiti bancari alle imprese, quale riflesso della debolezza della domanda di credito e di politiche di offerta caute: -2,4% in dodici mesi con termine a febbraio.
Questo calo ha interessato le aziende maggiormente rischiose e soprattutto le piccole e micro. Un discorso differente riguarda i finanziamenti alle imprese che operano nei settori più esposti ad eventuali effetti di un aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti.
Nonostante l’esposizione delle banche italiane sia relativamente maggiore rispetto alla media dell’area euro, in realtà essa rappresenta una quota contenuta del totale dei prestiti alle imprese: oltre il 70% del credito è infatti destinata a settori di cui si stima un calo di ricavi inferiore all’1%, mentre la quota è più limitata in aree con cali superiori al 3%. Malgrado segnali di peggioramento della qualità dei prestiti alle imprese, le condizioni del sistema bancario italiano rimangono buone, con livelli molto elevati di redditività e di patrimonializzazione e un’equilibrata situazione di liquidità.
Inoltre dopo una prima fase di turbolenze in seguito all’annuncio dei dazi di Washington il rapporto medio tra valore di mercato e contabile, seppur in diminuzione, si è attestato su livelli superiori a quelli dei principali intermediari dell’area euro. Sostanzialmente stabile la qualità degli attivi bancari nella seconda metà del 2024, con un tasso di deterioramento nel quarto trimestre pari all’1,4%.
Secondo le proiezioni della Banca d’Italia, nel 2025 il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese si attesterebbe in media attorno al 2,4% per poi passare al 2,5% nel 2026 a causa della ridotta redditività delle imprese e dal contesto macroeconomico. Invariato allo 0,9% il tasso di deterioramento dei prestiti per le famiglie.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
A2A, Mazzoncini all’assemblea degli azionisti “Nei prossimi anni dividendo in crescita”
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22 ore fa-
29 Aprile 2025di
Redazione
BRESCIA (ITALPRESS) – “L’obiettivo è continuare a crescere sulle rinnovabili, anche perché contestualmente calerà la produzione termoelettrica”. Lo ha detto l’Ad di A2A, Renato Mazzoncini, durante l’assemblea degli azionisti. In questo senso “l’ammontare degli investimenti rimane importante: 22 miliardi per l’anno prossimo. Cifre anche superiori a quelle di quest’anno”, ha spiegato.
Per le rinnovabili e la transizione energetica “la parte fondamentale è quella della rete. Per quanto riguarda la rete elettrica, abbiamo un piano d’investimenti molto importante da 3,4 miliardi. L’incremento dell’energia distribuita in Lombardia è del +40% previsto entro il 2040. Nel piano industriale abbiamo previsto tutti gli investimenti necessari per la parte della rete elettrica”, ha proseguito Mazzoncini.
“Sul nucleare non abbiamo intenzione di muoverci. Perché, in questo momento, bisogna stare molto concentrati sull’implemento dell’autonomia energetica e per fare questo l’implemento delle rinnovabili è l’unica via”, ha concluso.
“Il Gruppo ha chiuso l’esercizio con risultati economico-finanziari mai raggiunti prima. Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 2.328 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto al 2023, mentre l’utile netto ha raggiunto gli 864 milioni di euro, con una crescita del 31% su base annua”.
Lo ha detto il presidente di A2a, Roberto Tasca, che ha poi proseguito parlando di una performance “frutto dell’ottimo contributo di tutte le Business Unit che conferma l’efficacia del nostro modello industriale. Questo ci permette di proporre all’Assemblea l’approvazione di un dividendo pari a 0,10 euro/azione in crescita del 4,4% rispetto al precedente esercizio”, ha spiegato poi il presidente, sottolineando che “nel corso dell’anno abbiamo realizzato investimenti per 2.941 milioni di euro, di cui 1.512 in progetti organici (+10% rispetto al 2023) e 1.429 in operazioni di M&A”.
Tra queste ultime, “l’acquisizione del 90% di Duereti S.r.l. da e-distribuzione, l’operazione più rilevante del settore della distribuzione elettrica in Italia, che rafforza la presenza del Gruppo nella provincia di Milano e nel bresciano della Valtrompia, contribuendo al potenziamento della rete e alla crescita in territori strategici”.
“II 2024 è stato caratterizzato da uno scenario complesso, attraversato da profonde tensioni geopolitiche e da una crisi climatica senza precedenti. Il contesto internazionale ha visto il consolidamento di politiche protezionistiche, l’avanzare di istanze sovraniste e una crescente difficoltà nel costruire un dialogo multilaterale”, ha proseguito ancora Tasca.
“L’anno è stato il più caldo mai registrato, con una temperatura media globale superiore di oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e un’impennata di eventi meteorologici estremi”, ha spiegato il presidente. Per questo, “di fronte all’urgenza climatica e all’arretramento della cooperazione globale – testimoniato dal ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e dai risultati limitati della COP29 – l’Unione Europea ha compiuto un passo importante superando, per la prima volta, la produzione da carbone con quella da fonte solare”. “È in questo panorama di forti cambiamenti e nuove sfide che A2A ha proseguito nel suo percorso di crescita industriale distinguendosi per visione strategica e capacità di generare valore”, ha detto il presidente Tasca.
“L’impegno per la transizione energetica – riprende ancora il numero uno di A2A – si è tradotto in un aumento del 27% della produzione da fonti rinnovabili, con oltre 6,9 TWh generati – pari a circa il 50% del totale – e una riduzione del 18% delle emissioni dirette di CO2, scese a 4,6 milioni di tonnellate. Le attività del Gruppo hanno inoltre consentito di evitare l’emissione di oltre 3,3 milioni di tonnellate di CO, grazie allo sviluppo delle rinnovabili, al teleriscaldamento e alle soluzioni per l’efficienza energetica. Abbiamo rafforzato la nostra strategia sull’economia circolare: il tasso di raccolta differenziata nei territori serviti ha raggiunto il 71%, mentre gli impianti hanno avviato al recupero di materia oltre 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti”.
Inoltre, “abbiamo continuato a rafforzare la sostenibilità lungo l’intera catena del valore: il punteggio medio ESG dei fornitori ha raggiunto quota 63 (su scala 0-100) ed è stato avviato il progetto Scope 3 per monitorare e ridurre le emissioni indirette nella supply chain; mentre attraverso i Forum Multistakeholder abbiamo coinvolto attivamente territori, università e imprese in un confronto continuo su come implementare la sostenibilità delle filiere e sulle tematiche della biodiversità e della lotta al cambiamento climatico”.
Tasca ha poi ricordato che, nel corso del 2024, “è stata realizzata la prima emissione obbligazionaria perpetua subordinata ibrida in formato green di A2A da 750 milioni di euro e la sottoscrizione di finanziamenti in formato green, tra cui il bridge loan in pool da 600 milioni di euro per finanziare l’acquisizione degli asset relativi alla rete elettrica. Nel mese di gennaio di quest’anno A2A è stato il primo emittente a collocare un European Green Bond in conformità con quanto previsto dal nuovo Regolamento EU 2023/2631”.
Come conseguenza dell’impegno di A2a nella finanza sostenibile, “al 31 dicembre 2024 il debito del Gruppo in formato ES ha raggiunto il 78% del totale, con l’obiettivo ambizioso di superare il 90% al 2030 e arrivare al 100% a fine piano”.
“L’attenzione verso le comunità si è manifestata anche nel supporto alla lotta alla povertà energetica, grazie alle attività del Banco dell’Energia, che nel 2024 ha avviato 13 progetti e raccolto oltre 1,2 milioni di euro – ha concluso Tasca – . Siamo consapevoli che solo attraverso una visione di lungo termine, capace di integrare crescita economica e attenzione all’ambiente e alle persone, potremo garantire un futuro sostenibile per A2A e per tutti gli azionisti. Grazie al contributo quotidiano dei nostri colleghi e alla fiducia che continuate a riporre in noi, guardiamo con determinazione e ottimismo alle sfide dei prossimi anni”.
– Foto xm4/Italpress –
(ITALPRESS)


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