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Dalla Commissione Europea via libera alle modifiche al Pnrr

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BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione Europea ha dato una valutazione positiva del Pnrr modificato dell’Italia, comprendente il capitolo dedicato a REPowerEU. Il piano ammonta ora a 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di euro in sovvenzioni e 71,8 miliardi di euro in prestiti) e comprende 66 riforme, sette in più rispetto al piano originario, e 150 investimenti.
Il capitolo dedicato a REPowerEU consta di cinque nuove riforme, cinque investimenti rafforzati basati su misure esistenti e 12 nuovi investimenti volti a conseguire gli obiettivi del piano REPowerEU per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossi russi ben prima del 2030. Queste misure si concentrano sul rafforzamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, sulla sicurezza energetica e sull’accelerazione della produzione di energia rinnovabile. Sono contemplate anche misure intese a ridurre la domanda di energia, aumentare l’efficienza energetica, creare e rafforzare le competenze necessarie per la transizione verde e promuovere i trasporti sostenibili.
Il Piano per la ripresa e la resilienza riveduto comprende 145 misure nuove o modificate, tra cui quelle del capitolo dedicato a REPowerEU. “Tali misure – spiega la Commissione Ue in una nota – sono intese a rafforzare riforme fondamentali in settori quali la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza. Una serie di investimenti nuovi o rafforzati mira a promuovere la competitività e la resilienza dell’Italia, nonchè la transizione verde e digitale e abbraccia settori quali le energie rinnovabili, le catene di approvvigionamento verdi e le ferrovie”.
Le modifiche apportate dall’Italia al piano originario si basano “sulla necessità di tenere conto: di circostanze oggettive che ostacolano la realizzazione di determinati investimenti come inizialmente previsto, tra cui l’elevata inflazione registrata nel 2022 e nel 2023, le perturbazioni della catena di approvvigionamento causate dalla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e la disponibilità di alternative migliori per conseguire l’ambizione originaria di tali investimenti; della revisione al rialzo, da 68,9 a 69 miliardi di euro, della dotazione massima di sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza attribuita al paese a seguito dell’aggiornamento, del giugno 2022, del criterio di assegnazione delle sovvenzioni del dispositivo, che riflette il proporzionale peggioramento del risultato economico dell’Italia nel 2020 e nel 2021 rispetto a quanto inizialmente previsto”.
Con il 39,5% dei fondi disponibili destinato a misure a sostegno degli obiettivi climatici (in aumento rispetto al 37,5% del piano originario), il piano modificato è fortemente incentrato sulla transizione verde.
“Le nuove riforme e gli investimenti nuovi e rafforzati inclusi nel capitolo dedicato a REPowerEU contribuiscono in modo significativo alla dimensione verde del piano – spiega ancora la Commissione -. Le riforme accelereranno la diffusione delle energie rinnovabili grazie a procedure di autorizzazione semplificate, ridurranno le sovvenzioni dannose per l’ambiente, agevoleranno la produzione di biometano e intensificheranno l’offerta e la diffusione delle competenze necessarie per la transizione verde”.
Le riforme sono integrate da una serie di investimenti nuovi o rafforzati, volti ad accrescere l’efficienza, l’affidabilità e la sicurezza della rete elettrica, ad aumentare la produzione di idrogeno e a rafforzare il parco ferroviario e di autobus a zero emissioni. Altri investimenti offrono sostegno alle imprese private per migliorare l’efficienza energetica dei processi di produzione.
“Cresce anche l’ambizione digitale del piano italiano, grazie a una serie di nuovi investimenti che promuovono lo sviluppo di tecnologie avanzate, sostengono le start-up e investono in ricerca e sviluppo”, sottolinea la Commissione. Il piano riveduto destina il 25,6% della sua dotazione complessiva al sostegno della transizione digitale del paese (in aumento rispetto al 25,1% del piano iniziale).
“Il piano modificato dell’Italia è ambizioso anche per quanto riguarda la connettività, migliora la digitalizzazione della pubblica amministrazione e delle imprese e promuove lo sviluppo delle competenze digitali e delle tecnologie – spiega Bruxelles -. Viene mantenuta l’importante dimensione sociale del piano. Diverse misure del piano modificato saranno in grado di contribuire a migliorare la competitività del paese e la resilienza dell’economia italiana, tra cui misure volte a potenziare la resilienza del settore sanitario, a rafforzare l’efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro, a sostenere il sistema educativo e a ridurre le disparità regionali”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Dazi, Salvini “Governo fa il possibile, a Bruxelles qualcosa non va”

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MILANO (ITALPRESS) – Dopo l’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea,sto ascoltando gli imprenditori. La cosa certa è che le regole europee sono un massacro per le imprese e quindi se von der Leyen non azzera il Green Deal… Ma questo dipende da chi non vuole riconoscere il proprio errore, non da Trump. Penso che il governo italiano abbia fatto il possibile, ma sicuramente qualcosa non funziona a Bruxelles e non da adesso o per colpa di Trump”. Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine di un evento a Milano.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Dazi, Meloni “Accordo positivo, base al 15% sostenibile” / Video

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ROMA (ITALPRESS) – Valuto “positivamente che si sia raggiunto un accordo. Ho sempre pensato e continuo a pensare che una escalation commerciale tra Europa e Stati Uniti avrebbe avuto conseguenze imprevedibili, potenzialmente devastanti”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa ad Addis Abeba.

“La base di dazi al 15%, se ricomprende i dazi precedenti che, di media, erano intorno al 4,8-5%, differentemente da quello che prevedeva un possibile accordo al 10% che sommava i dazi precedenti, secondo me è una base sostenibile”, ha sottolineato.

“Bisognerà studiare i dettagli dell’accordo, perché quello che è stato sottoscritto ieri è un accordo giuridicamente non vincolante di massima: c’è ancora da battersi”, ha aggiunto. “Bisogna verificare quali sono le possibili esenzioni, particolarmente su alcuni prodotti agricoli. Ci sono una serie di elementi che mancano: non so esattamente a che cosa ci si riferisca quando si parla di investimenti o acquisto di gas: questo non sono in grado di valutarlo finché non ho i dati chiari”, ha aggiunto.

“L’Italia e l’Europa adesso devono lavorare per definire tutti i dettagli e per ottenere un accordo che sia il migliore possibile, dopodiché devono sedersi e interrogarsi su come si faccia a sostenere eventuali settori che dovessero essere particolarmente colpiti. È il lavoro che faremo ovviamente nelle prossime ore, anche parlando con le associazioni degli imprenditori e con il mondo industriale”, ha spiegato.

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“Credo che anche il livello europeo sia importante, non tanto e non solo in termini di aiuti verso quei settori che possono avere maggiori difficoltà, ma anche rispetto a quello che noi possiamo fare per noi stessi”. Dal “tema delle semplificazioni al mercato unico c’è tutto un lavoro su cui l’Unione Europea non può più perdere tempo. Bisogna accelerare e cercare di compensare”, ha concluso.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Tajani “Dazi non sono elemento positivo, ma il 15% è sostenibile”

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ROMA (ITALPRESS) – “Questo è un accordo che chiude una stagione di incertezza e impedisce una guerra commerciale. Poi bisognerà vedere nei dettagli quali sono i vantaggi e gli svantaggi per dare un giudizio complessivo. E’ ovvio che i dazi non sono mai un elemento positivo, ma il 15% è sostenibile da parte del sistema europeo e italiano”. Così il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, in conferenza stampa.

“Quello di cui bisogna parlare è la questione del rapporto euro-dollaro, il dollaro si è svalutato più del 17% ed è li che bisogna andare ad incidere. Ecco perchè sono settimane che chiedo alla Bce di intervenire per affrontare questo tema. Credo si debba ancora ridurre il costo del denaro, così come è stato fatto durante il covid, siamo al 2% e si può arrivare a zero. Dobbiamo pensare anche a un quantitative easing – aggiunge -. Questa questione è ancora più importante della vicenda dazi, il rapporto euro-dollaro sarà il fronte su cui dobbiamo impegnarci” per salvaguardare “la competitività europea”.

-Foto: Ipa Agency-

(ITALPRESS).

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