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Cronaca

Edison e la Scala celebrano i 12 anni della “Prima Diffusa”

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MILANO (ITALPRESS) – Quest’anno la Prima della Scala, il “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, coincide con un due anniversari che simboleggiano la storia e allo stesso tempo la grande apertura esterna del celebre teatro di Milano.
Aveva infatti inizio 14m anni fa la collaborazione tra La Scala ed Edison, simboleggiata nell’illuminazione del teatro. Una partnership che ha portato negli ultimi anni alla sua iniziativa più celebre: la Prima Diffusa, oggi arrivata alla sua dodicesima edizione (con la sola eccezione del periodo della pandemia).
E proprio il grande contributo dato dalla Prima Diffusa è stato al centro del documentario sull’edizione del 2021, in parte riproposto questa sera a Palazzo Edison a Milano, all’incontro “Racconto d’impresa tra cultura e sostenibilità sociale”.
Nel messaggio inviato per l’occasione, l’assessore comunale alla Cultura, Tommaso Sacchi, ha sottolineato come la Prima della Scala sia un “patrimonio per la città” tale che deve essere condiviso con “chiunque risieda a Milano, anche nelle zone difficili e tra le persone fragili”.
A confrontarsi sulla Prima Diffusa come esempio di valorizzazione della cultura ad opera delle imprese Lanfranco Li Cauli, direttore marketing e fundraising Fondazione Teatro alla Scala; Fabio Sartorelli, docente di storia della musica all’Accademia Teatro alla Scala; Andrea Minetto, consulente e direttore di progetti culturali; Elena Guarnone, responsabile sostenibilità Edison. “La Prima è diffusa non solo nella visione dello spettacolo, ma anche cicli di incontri, laboratori e concerti che aiutano tutti gli spettatori ad appassionarsi ed ad avvicinarsi magari per la prima volta all’esperienza dell’opera lirica e quest’anno con il “Don Carlo” di Giuseppe Verdi con la direzione del maestro Chailly”,ha spiegato Li Cauli. Un’opera quella che andrà in scena domani sera, alla presenza tra gli altri del presidente del Senato, Ignazio La Russa, del vicepremier e mnistro, Matteo Salvini, e del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nella quale sono racchiusi numerosi temi diversi tra loro, ma amalgamati in un crescendo di emozioni: il rapporto tra stato e Chiesa, tra padre e figlio che degenera in conflitto politico e personale, l’idea di potere. Attimi intensi che i cittadini potranno vivere in ben 35 differenti location, rompendo quella sorta di “velo di inaccessibilità” che sembra avvolgere il teatro durante le rappresentazioni. Un avvicinamento delle persone in cui anche Edison gioca un ruolo importante. “Il rapporto tra Edison e il Teatro alla Scala ha lunghe radici: quando Edison nasce nel 1883, il Teatro alla Scala è il primo ad essere illuminato con l’energia elettrica – ha sottolineato Li Cauli – Oggi Edison è diventato fondatore permanente del teatro e come partner principale partecipa anche alla serata del 7 dicembre. E con questa rassegna che da 12 anni viene realizzata da Edison assieme al Comune di Milano, è un’occasione straordinaria per divulgare la passione musicale a tutti i pubblici”. Per Cristina Parenti, direttore Relazioni Esterne e Comunicazione Edison, la collaborazione tra le due istituzioni lascia “un bilancio assolutamente positivo e di grandi soddisfazioni e orgoglio. Dopo 140 anni, siamo ancora insieme a realizzare una magia che si verifica ogni 7 dicembre a Milano. Da 12 anni, grazie alla manifestazione della Prima Diffusa, abbiamo reso questa magia aperta e disponibile in tutta la città a tutte le persone che possono così godere di uno degli spettacoli più belli del mondo”. Un dono a tutta la cittadinanza che diventa più di semplice godimento di un grande spettacolo. “La manifestazione della Prima Diffusa – ha ribadito Parenti – ha proprio l’obiettivo di utilizzare la leva della cultura attraverso una delle sue forme espressive più alte come quale è l’opera come strumento di inclusione sociale, progresso culturale e di stimolo alla riflessione sui temi trattati ogni anno”.
(ITALPRESS).
– Foto: xh7 –

Cronaca

LA MAMMA DELLA NEONATA RAPITA A COSENZA E’ ORIGINARIA DI PAVIA

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C’è una mamma, ancora sotto choc, alla clinica Sacro Cuore di Cosenza, che in queste ore sta ricevendo tanti attestati di solidarietà da tutta Italia. Ma soprattutto da Pavia, la sua città d’origine. Valeria Chiappetta è la mamma di Sofia, la bimba nata il 20 gennaio e rapita a poche ore dalla nascita nella clinica e poi ritrovata a Cosenza. Rosa Vespa e Acqua Moses è la coppia fermata per il rapimento della figlia: è entrata nel reparto di ginecologia della clinica con un passeggino e ha sottratto la piccola Sofia, di appena un giorno, con uno stratagemma. «Una vittima casuale dal momento che nessun contatto è emerso tra la famiglia della piccola e i coniugi che sono stati sottoposti a fermo» ha spiegato il capo della Squadra Mobile di Cosenza, Gabriele Presti. La donna, finta infermiera, avrebbe simulato per nove mesi una gravidanza e una settimana prima aveva postato sui social di aver partorito una bambina. Quando le forze dell’ordine hanno rintracciato la piccola, era nei pressi della casa segnalata, che era stata addobbata come per la nascita di un bambino.
In queste ore la giovane mamma ha trovato la forza di scrivere un post su Facebook con la foto della famiglia riunita, dopo la paura, per ringraziare tutta la Calabria che si è mossa per la sua bambina. «Mi state scrivendo in migliaia, da ogni parte dell’Italia. Vorrei rispondere singolarmente a tutti ma non riesco. Questa è la nostra famiglia che ieri sera si stava sgretolando in mille pezzi» ha scritto su Facebook. Nel post ha pubblicato anche una foto della piccola con il fratellino di sei anni. «Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze un intera città anzi Regione si è bloccata per cercare la nostra bambina» si legge ancora nel post della donna. «Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che Sofia sta bene. Grazie grazie grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singola persona. Una mamma e un papà che ieri sono morti e risorti». Finalmente una vicenda a lieto fine.

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Cronaca

Intelligenza artificiale, Siri “Essere umano deve restare al centro”

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ROMA (ITALPRESS) – “Perchè non mi piaccio? Perchè non mi fido dei politici? Perchè non siamo felici?”. Sono solo alcuni dei quesiti cui Armando Siri, consigliere economico del vicepremier Matteo Salvini ed ex sottosegretario ai Trasporti, prova a dare un proprio punto di vista nel suo ultimo libro, intitolato “A tutto c’è un perchè. Le 99 risposte che l’intelligenza artificiale non ti può dare”. L’esponente leghista, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, parte dal libro per tracciare una sua visione a tutto tondo non solo dell’impatto dell’intelligenza artificiale sull’essere umano, ma anche dell’avvento bis di Donald Trump alla Casa Bianca e sulla situazione dei trasporti in Italia.
Le risposte che Siri cerca di dare nel libro sono prevalentemente di carattere esistenziale, ma c’è una grande attenzione all’attualità e alla dimensione sociale. L’ex sottosegretario sottolinea come “il libro sia un manualetto in cui ogni domanda e risposta occupa in media una pagina o poco più. Tutto è partito da una suggestione ricevuta dai ragazzi della scuola di formazione politica: gran parte dei quesiti non c’entra nulla con la politica, anche se alla fine si potrebbe dire che tutto è politica, ma si tratta piuttosto di domande di carattere sia personale che sociale”. Curiosa anche la scelta del numero 99, motivata dallo stesso Siri con la volontà di “dire che non si può rispondere a tutto, ma ci si può chiedere di tutto: chi legge si accorgerà che c’è sempre un buon motivo per continuare a leggere”.
Al centro del libro c’è naturalmente l’intelligenza artificiale, ormai diffusa e in lungo e in largo ma pur sempre tema di dibattito tra chi ne percepisce gli effetti positivi e chi la teme. Il consigliere di Salvini si sofferma sull’approccio diverso tra giovani e meno giovani: “Per un ragazzo di 15, 16, 17 anni l’intelligenza artificiale è un modo abbastanza facile per risolvere i problemi, mentre un uomo adulto la vede con più inquietudine: nessuna macchina può essere intelligente ma solo efficiente, quindi c’è già un equivoco di base, ovvero voler consegnare all’esterno facoltà esclusive all’essere umano. E’ rischioso delegare troppe funzioni all’algoritmo”.
Per quanto riguarda il ritorno alla presidenza Usa di Trump, Siri focalizza l’attenzione su un aspetto a suo dire curioso: “Il 99% dei miliardari presenti al suo insediamento erano quelli che fino a poco prima gli avevano fatto la guerra, ad esempio bloccando i suoi post sui vari social, mentre ora sono tornati a corte nel vederlo con un ruolo di governo”. La forza del tycoon, secondo l’esponente leghista, è stata quella di “portare avanti la sua visione del mondo, che è stata premiata dal popolo americano”.
Guardando al versante italiano, l’aspetto al centro della riflessione di Siri è quello del trasporto ferroviario, finito al centro delle cronache recenti sia per i ritardi che per i presunti sabotaggi: “Gli ultimi episodi sui treni sono legati ad attività ai limiti del criminale – sottolinea -. E’ chiaro che la rete ferroviaria è abbastanza obsoleta, ma dall’arrivo di Salvini al ministero sono stati fatti una serie di investimenti”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Il Pentagono invierà 1500 soldati al confine con il Messico

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WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Secondo quanto dichiarato dai funzionari statunitensi, il Pentagono inizierà a schierare fino a 1500 soldati in servizio attivo per contribuire a proteggere il confine meridionale nei prossimi giorni. Si tratta di uno dei primi provvedimenti istituzionali dall’insediamento di Trump, che fin dal giorno del suo giuramento ha esposto degli ordini esecutivi ben precisi per reprimere l’immigrazione. Il segretario alla Difesa Robert Salesses avrebbe dovuto firmare gli ordini di schieramento mercoledì, ma non era ancora chiaro quali truppe o unità si sarebbero dovute recare al confine. Il provvedimento cambierà radicalmente il ruolo delle truppe americane per la prima volta dopo decenni. Le forze in servizio attivo si unirebbero alle circa 2500 forze della Guardia Nazionale e della Riserva degli Stati Uniti già presenti. L’obiettivo dei soldati sarà quello di supportare gli agenti della pattuglia di confine, con logistica, trasporto e costruzione di barriere. L’atteso provvedimento, messo in atto già nei primi giorni del secondo mandato di Trump, rappresenta un primo passo di un piano pubblicizzato a lungo dal magnate durante la campagna elettorale, che prevede proprio lo schieramento lungo il confine. In uno dei suoi primi provvedimenti di lunedì, Trump ha ordinato al segretario alla Difesa di elaborare un piano per “sigillare i confini” e respingere “l’immigrazione di massa illegale”. Martedì, proprio mentre Trump licenziava il comandante della Guardia Costiera, l’ammiraglio Linda Fagan, il servizio ha annunciato che avrebbe inviato più navi, aerei e personale nel Golfo del Messico, ribattezzato da Trump come “Golfo d’America” durante il suo discorso di insediamento: “Dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale. Tutti gli ingressi illegali saranno immediatamente bloccati e inizieremo il processo di rimpatrio di milioni e milioni di immigrati clandestini nei luoghi da cui sono arrivati”, ha affermato Trump durante la cerimonia di inaugurazione nella Rotonda del Campidoglio. Dagli anni Novanta, il personale militare è stato inviato al confine quasi ininterrottamente per contribuire a contrastare i fenomeni di migrazione, traffico di droga e criminalità transnazionale. Negli ordini esecutivi firmati lunedì, Trump ha suggerito che l’esercito aiuterà il Dipartimento della sicurezza interna con “spazi di detenzione, trasporti aerei e altri servizi logistici”.
Nel suo primo mandato, Trump ordinò alle truppe in servizio attivo di recarsi al confine in risposta a una vasta quantità di migranti che si stava lentamente facendo strada negli Stati Uniti attraverso il Messico dal 2018. Oltre 7000 truppe in servizio attivo furono inviate in Texas, Arizona e California, tra cui la polizia militare, un battaglione di elicotteri d’assalto, varie unità di comunicazione, mediche e di quartier generale, ingegneri di combattimento, pianificatori e unità di affari pubblici. (ITALPRESS).

Foto: xp6

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