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Cronaca

Pareggio a reti bianche tra Torino e Bologna

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TORINO (ITALPRESS) – L’anticipo del venerdì sera della 35^ giornata di campionato termina a reti bianche all’Olimpico Grande Torino, dove i granata padroni di casa impattano su un Bologna sempre più vicino alla matematica qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Juric lancia Vlasic alle spalle di Sanabria e Zapata. Due cambi per Thiago Motta rispetto all’undici che ha pareggiato con l’Udinese al Dall’Ara: Calafiori torna titolare al posto dello squalificato Beukema, Fabbian trova spazio in mediana con El Azzouzi a partire dalla panchina. Il Bologna fa più possesso palla in un primo tempo in cui è il Torino ad andare maggiormente vicino al gol. L’iniziale fase di studio termina dopo il quarto d’ora quando i granata premono e sbattono due volte sul muro eretto dalla retroguardia avversaria che trasforma l’azione da difensiva in offensiva: Zirkzee si infila nello spazio e calcia in diagonale mandando di pochissimo a lato. La risposta dei padroni di casa è immediata sul lancio di Masina per Ilic che mette al centro dove Sanabria prende il tempo a Calafiori e incorna centrando in pieno la traversa: sul tap-in di Zapata, deviato anche da Vlasic, Skorupski ci mette una pezza rifugiandosi in corner. Prima dell’intervallo si rivede il Bologna con una conclusione da fuori di Aebischer che non centra lo specchio, mentre il Toro perde Vlasic per un problema muscolare (dentro Linetty) e non capitalizza un contropiede interessante con Zapata. Gli ospiti provano a cambiare marcia in avvio di ripresa e si accende Zirkzee con un tentativo potente e impreciso. A prendere la porta quindi ci pensa Aebischer con una botta dalla distanza, ma Milinkovic Savic è attento e allunga in calcio d’angolo. A metà frazione squillo del Toro: traversone dalla sinistra che la difesa respinge male, la palla diventa buona per Ilic il cui tiro a botta sicura viene respinto da Skorupski con Zapata e Sanabria a ostacolarsi tra loro nel momento della ribattuta. Si arriva così a un finale di gara in cui entrambe le squadre provano a vincerla, ma nessuna delle due riesce a spuntarla. I granata reclamano un rigore, non concesso da Sozza, per un lieve contatto in area rossoblu tra Aebischer e Buongiorno. Sul fronte opposto un imprudente retropassaggio di Vojvoda mette in difficoltà Milinkovic che centra in pieno il neoentrato Orsolini ma senza conseguenze negative per la sua porta. Nel recupero ultimo brivido su palla inattiva per il Bologna, con il portiere granata freddo nel bloccare il pallone vagante in area.
– Foto Image –
(ITALPRESS).

Cronaca

Raid israeliani su Beirut per tutta la notte

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ROMA (ITALPRESS) – E’ proseguita per tutta la notte, appena trascorsa, il bombardamento israeliano sulla periferia sud di Beirut. Sono almeno otto i morti ed oltre 90 i feriti, nelle due ondate di attacchi sulla capitale libanese. Centinaia di famiglie hanno lasciato le loro case, anche su esortazione dell’esercito israeliano. Gli ospedali libanesi sono stati invitati a non ricevere casi non urgenti, per supportare le strutture della capitale impegnate con i feriti.
Di contro, sono almeno dieci i razzi partiti dal Libano sud verso Israele, nelle prime ore di oggi.
– foto Ipa –
(ITALPRESS).

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Conte “Renzi è una tigre di carta a cui il Pd ha ridato spazio”

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ROMA (ITALPRESS) – Il leader del M5S Giuseppe Conte mette i paletti sull’alleanza a sinistra: “Con il Pd c’è un problema: ha ridato spazio a Renzi. E’ una ferita che si allarga, con lui non ci stiamo”. Ed esclude che ci siano divergenze di natura personale con il leader di Iv: “E’ questione di credibilità e affidabilità dei compagni di viaggio”. “Se vogliamo costruire un progetto unitario serio, bisogna anche assumere un atteggiamento costruttivo e di rispetto verso gli alleati”, sottolinea Conte, in una intervista al Corriere della Sera. “Schlein – aggiunge – ha di fatto restituito centralità politica a Renzi, che è un fattore divisivo e ha sempre voluto distruggere il M5S. E questo, senza neppure prendersi la briga di avvertirmi e avere un serio confronto politico con me e gli altri alleati. Così il campo giusto si sfalda e si indebolisce e lo affermo garantendo la nostra autentica vocazione unitaria e la nostra determinazione nell’obiettivo di dare al Paese un’alternativa realmente competitiva a Meloni. Per la mia comunità è una ferita che rischia di allargarsi sempre più”.
Per l’alleanza in Liguria, “ci siamo sentiti. Ho ribadito a lei e a Orlando le nostre richieste. Il problema è che l’ambigua formula di Schlein del ‘no vetì ha consentito a Renzi di avere uno spazio nel campo progressista, appena dopo avere negoziato le nomine sulle partecipate con Meloni e votato con questa maggioranza in tanti significativi passaggi parlamentari”. “Non è solo la mia comunità, che non accetterebbe mai questo abbraccio mortale – puntualizza Conte -. Gli stessi elettori del Pd, alla Festa dell’Unità e quando mi fermano per strada, mi chiedono di tenere fuori Renzi per non inquinare il progetto politico che stiamo costruendo”. “Non possiamo farci abbindolare da una tigre di carta – prosegue -. Non solo è un grave errore politico che ci toglierebbe consenso, ma in caso di vittoria sarebbe una mina interna pronta a fare implodere il governo e a tenerlo costantemente sotto ricatto. Se questo diventerà lo schema di tutto il Pd, anche se persone come Bettini ne avvertono tutti i pericoli, noi non ci saremo”.
Conte ribadisce di non avere alcun problema personale con Renzi: “Sarebbe molto più semplice – spiega -. E’ una questione di credibilità e affidabilità dei compagni di viaggio. Noi contrastiamo non solo il merito, ma anche il metodo di far politica di Renzi. E’ inaccettabile prendere soldi dal popolo italiano e da governi stranieri ed è altrettanto inaccettabile garantirsi posti nelle istituzioni italiane per fare affari in giro per il mondo”. “Non esagero affatto – prosegue -. Noi siamo in politica per contrastare la perniciosa contaminazione con gli affari, per introdurre una cristallina legge sul conflitto di interessi e sulla regolamentazione delle lobby…”.
“Come si può portare la gente a votare e sperare di vincere contro il sistema Toti imbarcando i renziani che, dopo essere stati in giunta con il candidato della destra Bucci, adesso provano a rientrare dalla finestra nella nostra coalizione infilandosi nelle liste?”, si chiede Conte, che poi aggiunge: “Noi abbiamo generosamente e lealmente accettato di sostenere Orlando e abbiamo chiesto ‘fuori i renzianì per rendere vincente il progetto. Ci batteremo per cambiare il sistema opaco che ha governato la Liguria attraverso scambi di favori illeciti tra politici e imprenditori, i quali adesso stanno tutti patteggiando”.
In merito alla Rai, dichiara: “Per alcuni la politica è un teatrino delle ipocrisie e delle menzogne. Renzi si ritrova a fianco della Schlein a ripulirsi l’anima, dopo aver cambiato la legge nel 2015 che gli ha consentito di passare da anni di selvaggia lottizzazione partitica alla lottizzazione governativa. Mi dispiace che Schlein si ritrovi con i suoi corifei a insultarci, dopo che fino al giorno prima si erano strenuamente impegnati, lo leggo dai giornali, a combattere posto dopo posto in ogni testata giornalistica della Rai”. “Il M5S ha una chiara identità progressista – sottolinea -. Non ho mai sentito nè Meloni nè nessun esponente del centrodestra per questa votazione in Parlamento. Si trattava di eleggere due componenti del cda che, come sempre da tempo immemore, sono in quota alle opposizioni per esercitare le necessarie funzioni di garanzia”. “Il Pd – aggiunge – ha deciso con Renzi l’Aventino. Abbiamo subito detto che era una stupidaggine e non li avremmo seguiti. La stessa cosa ha fatto Avs alla luce del sole”. E sulla presidenza a Simona Agnes, “non cambiamo idea. Non è una presidenza di assoluta garanzia perchè frutto di una specifica designazione partitica. Non avrà i nostri voti”. “Il cda – poi dichiara – è un organo dove le opposizioni ci devono essere, tanto più che parliamo di Telemeloni. Sarebbe bello se il Pd volesse fare l’Aventino sulle testate e chiedesse a tutti i suoi designati di fare un passo indietro”. E conclude: “La questione Renzi si sta rivelando distruttiva. Rischia di diventare un argomento di grande implosione per la costruzione di un progetto alternativo a Meloni. Non posso accettare che la mia comunità sia calpestata e presa in giro sui princìpi di etica pubblica e contrasto dell’affarismo che per noi sono l’abc della buona politica. Ma non disconosciamo il percorso fatto sin qui con Pd e Avs, dal salario minimo al contrasto all’autonomia differenziata”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Luci a San Siro, il Milan piega il Lecce 3-0

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MILANO (ITALPRESS) – Il Milan apre la sesta giornata di campionato stendendo il Lecce 3-0. A San Siro tutti i gol arrivano nel giro di cinque minuti poco prima dell’intervallo: Morata, Theo Hernandez e Pulisic mandano il “Diavolo” in Paradiso con la terza vittoria consecutiva, che vale l’aggancio momentaneo al Torino in testa alla classifica della Serie A.
Fonseca conferma l’undici di partenza del derby: Morata recupera e gioca con Pulisic, Leao e Abraham in attacco. Gotti riporta Dorgu sulla linea dei difensori per sopperire all’assenza dello squalificato Guilbert. Davanti ci sono Tete Morente, Krstovic e l’ex di giornata Rebic. Inizio propositivo del Lecce che nella prima mezzora fa meglio del Milan. Dorgu libera il sinistro potente e va di poco alto sulla traversa della porta difesa da Maignan. L’estremo difensore rossonero deve intervenire invece per deviare in corner un velenoso rasoterra di Krstovic. Colpisce al volo e spara alle stelle Pierrot, mentre Gallo ci prova dalla distanza ma la conclusione è centrale e il portiere blocca. Nello sterile avvio del Milan c’è brivido solo quando Gaspar salva sulla linea su colpo di testa di Abraham: l’eventuale gol sarebbe comunque stato annullato perchè l’arbitro aveva visto un fallo precedente di Tomori su Falcone che avrebbe viziato l’azione. Il copione del match cambia a cavallo del 40′ quando la squadra di casa si abbatte come una valanga sugli ospiti.
Apre le danze Morata, bravo ad attaccare il primo palo e incornare in rete su punizione morbida battuta a sinistra da Theo Hernandez. Passano tre minuti e dopo l’assist arriva il gol per il terzino francese che viene lanciato da un filtrante rasoterra geniale di Leao e solo davanti a Falcone lo batte tirando un missile sotto la traversa. Altri due minuti per assistere al tris: doppia chance per Abraham che prende prima il palo e poi il portiere, Pulisic risolve tutto ribadendo in rete da pochi passi.
Lecce completamente in bambola e Milan vicino anche al poker prima dell’intervallo ma questa volta Theo Hernandez coglie l’esterno della rete. In avvio di ripresa problemi per Morata che lascia il campo a Loftus-Cheek e l’inglese subito prova a incidere ma viene murato così come Abraham sullo sviluppo dell’azione. Ancora Loftus-Cheek diventa involontariamente pericoloso quando un suo cross prende una traiettoria beffarda e sbatte sulla traversa. Sul fronte opposto c’è invece la vivacità del neoentrato Banda che colpisce il palo in sospetta posizione di fuorigioco.
I ritmi più bassi degli ultimi minuti si vivacizzano quando il Milan rimane in 10 per un brutto intervento su Banda del giovane Bartesaghi, da poco in campo al posto di Theo Hernandez: l’entrata è scomposta ma il giocatore prende prima il pallone e il rosso esibito dall’arbitro appare una punizione severa. Il Lecce chiude così in proiezione offensiva ma il forcing non fa male e l’ultimo squillo è ancora rossonero con una bella discesa di Leao chiusa con un tiro centrale respinto da Falcone.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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