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Cronaca

REGIONE LOMBARDIA – L’IMPORTANZA DELLA SICUREZZA STRADALE

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A2a, nuova linea robotica per recupero rifiuti Raee carcere di Bollate

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MILANO (ITALPRESS) – Il gruppo A2a ha inaugurato oggi una nuova linea robotica di smistamento presso l’impianto di trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, gestito da Amsa, situato all’interno della Seconda Casa di Reclusione di Bollate. L’evento si è svolto alla presenza di Giorgio Leggieri, direttore della casa di reclusione, Francesca Valenzi, direttore dell’Ufficio Detenuti e Trattamento PRAP Milano, Marcello Milani, Amministratore Delegato di Amsa, e Giorgio Maione, Assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia. L’impianto è operativo dal 2018 e fino ad oggi ha impiegato cinque detenuti del carcere di Bollate attraverso il progetto di inclusione socio-lavorativa “LaboRAEE”. Grazie all’aggiunta della nuova linea robotica e all’ampliamento del progetto il numero di addetti salirà a otto, e non è escluso possa crescere ulteriormente fino a 11-12. L’impianto costituisce un unicum in Italia per il modello virtuoso di economia circolare e inclusione delle persone detenute, come ha spiegato il direttore del carcere Giorgio Leggieri: “Oggi si segna un nuovo passo avanti: implementiamo innovazione tecnologica e garantiamo crescita professionale. Entrambi gli aspetti mettono la persona al centro, solo così si può rendere utile la pena. L’impianto non va a sostituire la persona ma al contrario va a creare nuove capacità umane e professionalità. La prospettiva è aumentare il legame con il mercato del lavoro. Questo progetto è la prova che una struttura di qualità in carcere è possibile”. Il centro di trattamento rifiuti RAEE del carcere di Bollate è specializzato nel riciclo dei cosiddetti RAEE R3, cioè schermi, monitor e tv. Ogni anno in Lombardia vengono raccolte oltre 5.750 tonnellate di questa tipologia di rifiuti. Grazie alla nuova linea robotica che si avvale anche di sistemi di intelligenza artificiale, l’impianto sarà in grado di recuperare fino al 98% dei materiali e potrebbe trattare fino al 17% dei rifiuti RAEE R3 raccolti in tutta la Regione. “L’obiettivo – ha detto l’ad di Amsa Marcello Milani – è estrarre terre rare da queste apparecchiature invece che estrarle dalle miniere. L’Italia e l’Europa non hanno miniere di terre rare, per cui quello che andiamo a recuperare qui è un materiale prezioso. Qui le persone non solo hanno uno stipendio ma apprendono anche un lavoro. Alcuni di loro impareranno a diventare operatori di stazione robotizzata e crediamo che questa specializzazione sarà loro molto utile anche quando usciranno”. Il centro di smistamento di rifiuti del carcere di Bollate si estende su un’area di 3.000 mq ed è stato interamente finanziato da Regione Lombardia, come ha ricordato l’Assessore Maione: “Regione Lombardia ha investito 2 milioni di euro, e stiamo raccogliendo importanti frutti. Rendiamo più competitivi i nostri territori e lo facciamo non lasciando indietro nessuno”. “In questi termini possiamo parlare di Green Deal lombardo – ha spiegato Maione-. Recuperiamo risorse, facciamo attività utile all’economia e diamo occupazione e formazione a persone che fuori dal carcere possono riabilitarsi”. Maione, in conclusione, ha aggiunto: “Regione Lombardia investirà da qui alla fine del mandato 40 milioni di euro per finanziare ed entrare nei capitali di società che recupereranno terre rare. Ma faremo molto di più: 80 milioni sull’intelligenza artificiale e altrettanti sul sostegno delle startup. Credo che finanziare e sostenere le imprese e l’economia sia il miglior modo per fare politiche ambientali”.(ITALPRESS).

Foto: ufficio stampa A2a

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Legacoop Lombardia “La politica riconosca il valore del lavoro sociale”

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MILANO (ITALPRESS) – Rilanciare il lavoro sociale chiedendo anche alle istituzioni di riconoscere l’importanza del ruolo della cooperazione sociale aumentando l’investimento sul welfare, senza dover ridurre i servizi alle comunità, nel rispetto del benessere e della dignità di cooperatori e cooperatrici delle imprese cooperative. E’ questa la richiesta emersa nel corso dell’Assemblea delle cooperative sociali di Legacoop Lombardia svoltasi questa mattina presso il Teatro Litta di Milano. Dopo la recente protesta per chiedere più risorse per il welfare, le cooperative sociali di Legacoop Lombardia hanno ribadito l’esigenza che la politica prenda atto della centralità del lavoro sociale nell’economia regionale. “La cooperazione sociale in Lombardia è un fondamentale punto di riferimento per la cura, attraverso l’erogazione di servizi di welfare e per tenere unite le comunità. Ha un peso importante dal punto di vista del numero di cooperative, di addetti ma anche di presenza capillare nel territorio. Senza i lavoratori e le lavoratrici sociali la qualità del welfare non sarebbe quella che abbiamo oggi e lo abbiamo sperimentato durante il periodo della pandemia” dichiara il Presidente di Legacoop Lombardia, Attilio Dadda. “Purtroppo viviamo nell’era del ribasso dei servizi sociali e la pubblica amministrazione non riconosce alla cooperazione questo ruolo cruciale fino in fondo. E’ chiaro che dobbiamo riprogrammare il rapporto con il pubblico ed è quello che stiamo chiedendo alle istituzioni, per spostare la riflessione da una logica puramente economica al ribasso a una presa di coscienza e di valorizzazione del lavoro sociale. Va restituito alla cooperazione sociale, che in questa regione esprime eccellenze e competenze, un ruolo chiave anche in termini di coesione sociale, innovazione e risposta ai bisogni delle comunità, sia attraverso il riconoscimento del giusto costo del lavoro sia attraverso la valorizzazione dei profili professionali e delle esperienze che consentono l’alta qualità ed efficacia dei servizi” conclude Dadda. “In un momento di crisi nella fiducia del lavoro sociale e di un difficile rapporto con la pubblica amministrazione, che le cooperative vivono quotidianamente, è fondamentale aver chiari due obiettivi principali da perseguire: riprenderci il ruolo da protagonista che la cooperazione ha nel sociale e rimettere al centro il tema del lavoro» afferma Marta Battioni, coordinatrice settore welfare di Legacoop Lombardia. «La cooperazione sociale ha un peso importante nell’economia regionale con 180 cooperative associate, 190 mila soci e un valore della produzione che supera i 365 milioni di fatturato, nonostante la fragilità di alcuni servizi a causa della mancanza di figure fondamentali come educatori e oss. I dati ci dicono che ci sarà sempre più bisogno dei nostri servizi, le fragilità aumentano ma anche la ricerca di benessere. Nel futuro non dobbiamo perdere la capacità di rappresentare come all’epoca della nostra nascita un mondo fatto di diritti ed emancipazione, ma per farlo al meglio abbiamo bisogno di ripresentarci dai nostri interlocutori principali, a partire dalla pubblica amministrazione, per ristipulare un protocollo di alleanza che veda riconosciuto maggiormente il ruolo delle cooperative” conclude Battioni. Le relazioni nelle cooperative sociali si sono rafforzate nel tempo generando nel lavoratore il soddisfacimento delle sue esigenze in termini di equità e fedeltà (il 77,3% ha intenzione di restare il più a lungo possibile), dato che contrasta il turn-over sempre più prossimo al 30% e superiore tra i giovani con il 36% all’interno delle cooperative. E’ quanto emerge dall’indagine “Lavorare nel sociale” presentata durante l’Assemblea da Sara Depedri di EURICSE che ha coinvolto un campione di cooperative lombarde.
Dai dati emerge come da sempre, sin dal 1998 (anno della prima indagine sul tema), un’elevata motivazione intrinseca nel lavoratore e grande soddisfazione per il proprio lavoro sono elementi cruciali e ricorrenti tra i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali lombarde. Le cooperative sono infatti in grado di offrire il giusto mix di incentivi e di contatti psicologici che portano a sviluppare fedeltà nell’organizzazione e soddisfazione per il proprio lavoro. Tuttavia, oggi, soprattutto tra i giovani si nota un crescente turn-over oltre che una difficoltà nei processi di selezione e nei flussi di entrata. Tra i giovani che hanno lasciato il lavoro in cooperativa si nota come il 44,8% lo ha fatto per dimissioni volontarie, il 53,6% per contratti in scadenza. Si notano inoltre differenze tra gli under 35 su cui le statistiche nazionali mostrano una maggior rilevanza data al lavoro rispetto ad altri aspetti della vita, mentre tra gli over emergono l’influenza di burn out e necessità di conciliazione con la vita privata. Le condizioni principali per cui i giovani sono disposti a lasciare le cooperative sono: miglior inquadramento (40,7%) e miglior contratto per ore e stabilità (33,6%). L’ente pubblico si configura così come competitor per stipendio ma non per ambiente di lavoro. Tuttavia, dai dati emerge come il lavoro in cooperativa sia comunque molto attrattivo anche per i giovani che tra gli elementi di maggiore attrattività indicano l’utilità sociale del lavoro, il sentimento di orgoglio e appartenenza, il contesto lavorativo e la possibilità di accrescere le proprie competenze, oltre alla possibilità di avere un contratto di lavoro dipendente. Non si possono però non considerare i rischi in ambito lavorativo che possono portare a burn-out per il troppo impegno a livello mentale, all’eccesso di coinvolgimento emotivo, alle troppe responsabilità.

Foto: Ufficio stampa Legacoop Lombardia

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BREAKING NEWS LOMBARDIA – 21 OTTOBRE 2024

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I fatti del giorno: Anziano ucciso nel Comasco, sospettato minorenne – Mangiano funghi velenosi, lui muore, lei grave – Ventenne denuncia violenza in zona movida a Milano – In 20 giorni 8 rapine in farmacie, 28enne arrestato – Madre Giulia Tramontano: “Ora pena esemplare” – Lombardia: “Ospedali denuncino aggressioni” – In Lombardia nel 2024 ben 121 morti sul lavoro – Raffica di multe nei minimarket in centro a Pavia – Morto ex sindaco di Vigevano Cotta Ramusino. Previsioni del tempo in Lombardia per 22 Ottobre.

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