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Economia

Terziario traina occupazione, nel turismo mancano 170 mila lavoratori

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ROMA (ITALPRESS) – Nel 2023 il settore del terziario ha raggiunto la quota di oltre il 50% per quel che riguarda l’occupazione totale: sono i dati che emergono dall’Osservatorio Terziario e Lavoro dell’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui il comparto dei servizi si è rivelato l’unico in grado di assicurare una crescita occupazionale robusta, in parte fungendo da ammortizzatore sociale attraverso un parziale riassorbimento della forza lavoro espulsa dal comparto della manifattura industriale. Secondo l’Osservatorio, il settore dei servizi è stato in grado di sviluppare funzioni nuove all’interno del variegato mondo del terziario di mercato, creando opportunità nel settore della logistica, dei servizi turistici, delle attività professionali, scientifiche e tecniche e dei servizi alle imprese, senza dimenticare l’espansione dei servizi sanitari privati. Nel complesso, quindi, l’occupazione nelle attività terziarie, considerando anche la P.A., è venuta a rappresentare quasi il 73% del totale, con un incremento cumulato, nel trentennio considerato, di oltre 3,3 milioni di unità di lavoro. Dentro i servizi, l’Area Confcommercio, cioè il terziario di mercato, è stata ancora più dinamica, creando 3,45 milioni di posti di lavoro.
In particolare, tra giugno 2019 e giugno 2023 si registrano 2,6 milioni di lavoratori in più, con circa il 78% di questo incremento concentrato nei servizi, sfiorando i 2 milioni unità. La crescita si compone per l’87% di lavoratori dipendenti e per il 13% di lavoratori indipendenti; il 98,5% e il 75% rispettivamente degli indipendenti e dei dipendenti appartiene al terziario di mercato. Fondamentale il ruolo della partecipazione femminile. L’Italia soffre di un ritardo strutturale riguardo alla partecipazione femminile al mercato del lavoro, il cui tasso di attività risulta inferiore di oltre dodici punti rispetto alla media europea (49,3% contro 61,8%). Per Confcommercio è dalla crescita del tasso di partecipazione femminile che può giungere il maggiore impulso all’incremento del prodotto potenziale e, quindi, alla crescita del benessere economico nel complesso del sistema Italia. Resta qualche ombra anche per quel che riguarda la mancanza di lavoratori in alcuni settori come il turismo. “Nel nostro Paese l’occupazione cresce grazie al terziario di mercato, cioè commercio, turismo, servizi, trasporti. Settori che, complessivamente, garantiscono oltre il 50% del totale degli occupati. Tuttavia mancano 170mila lavoratori, soprattutto nel comparto turistico, per mancanza di competenze specifiche”, ha commentato il presidente Carlo Sangalli. “Servono più politiche attive, più formazione per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”, ha aggiunto.
Molti analisti hanno avanzato l’interrogativo di come sia possibile conciliare tassi di crescita elevati dell’occupazione anche in presenza di modesti incrementi del prodotto reale: per Confcommercio è lecito domandarsi, a parità, come si è visto, di caratteristiche settoriali delle economie avanzate, quale sia il fattore frenante che impedisce alle imprese italiane di realizzare incrementi di produttività in linea con quelli dei suoi partner europei e dei suoi competitors extra-UE. Per Confcommercio “i ritardi dell’Italia sono attribuibili a un insieme di debolezze e fragilità strutturali – sul piano della diffusione del progresso tecnico, dell’efficienza organizzativa, delle skills e della formazione della forza lavoro, della qualità del management pubblico e delle istituzione e in generale di tutti i fattori propulsivi della crescita – che condannano il nostro sistema produttivo a muoversi su dinamiche marginali e insufficienti, in un ottica distributiva, a remunerare adeguatamente il fattore lavoro sotto il profilo dei redditi, con ripercussioni negative sulla spesa per consumi, principale componente della produzione di ricchezza”.
“Ecco perchè non può essere sprecata l’occasione offerta dall’attuazione del PNRR per accrescere la nostra produttività multifattoriale su valori prossimi a quelli delle altre economie sviluppate, non solo per gli innegabili vantaggi di breve-medio periodo ricollegabili agli investimenti in infrastrutture che possono migliorare le reti, dai trasporti, alle telecomunicazioni e al traffico dati, con conseguenti guadagni di efficienza sistemica – sottolinea l’associazione di categoria -, ma soprattutto per l’implementazione di quelle riforme che, al di là delle nuove tecnologie, possono tradursi in quei cambiamenti capaci di incidere positivamente su economie di scala, abilità manageriale e rivoluzionamento dell’organizzazione della produzione sia nei settori legati al mercato, ma soprattutto nell’ambito dei servizi offerti dalla P.A., riducendone nel contempo il carico burocratico su imprese e famiglie”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

Unicredit, Orcel “In Generali guardiamo al valore”

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MILANO (ITALPRESS) – “La quota in Generali? E’ un investimento finanziario, siamo un azionista che guarda al valore”. Così Andrea Orcel, Ceo di Unicredit in una intervista concessa al direttore di Milano Finanza, Roberto Sommella, sul nutrito pacchetto azionario della compagnia assicurativa. Quindi sulla scalata a Commerzbank, aggiunge: “Bisogna capire se vogliamo un’Europa del cambiamento o un’Europa che vuole a tutti i costi mantenere e proteggere lo status quo”. Infine sull’ops di Unicredit su Banco Bpm, si limita a dire: “Su questo ci siamo già espressi, la nostra posizione è molto chiara al riguardo”.

foto: IPA Agency

(ITALPRESS).

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Economia

Il Btp Più fa il pieno di sottoscrizioni, raccolti 15 miliardi

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Il Btp Più, il nuovo titolo di Stato retail pensato per il pubblico diffuso dei risparmiatori, ha chiuso il collocamento con risultati straordinari, sfiorando il traguardo dei 15 miliardi. Lanciato lunedì scorso, il nuovo Btp ha suscitato un interesse eccezionale, attirando l’attenzione di migliaia di investitori che hanno risposto con entusiasmo alla proposta di un investimento minimo di soli 1.000 euro. Già il primo giorno del collocamento, avvenuto lunedì 17 febbraio, il Btp Più ha registrato una raccolta di 5,6 miliardi, cifra che ha superato le aspettative. Nei giorni successivi, il trend è rimasto positivo, con 3,7 miliardi raccolti il secondo giorno, 2,8 miliardi il terzo e, infine, 1,7 miliardi il quarto. A chiusura del collocamento, avvenuto questa mattina, l’importo totale raccolto ha raggiunto i 14,9 miliardi, con oltre 39.700 contratti sottoscritti e un ticket medio di circa 27.500 euro, segno dell’alta partecipazione di risparmiatori di diverse categorie.
Una delle principali ragioni del successo del Btp Più è stata la competitività dei suoi tassi di interesse, che sono stati poi adeguati alle condizioni di mercato. Il Mef ha annunciato, infatti, l’aumento delle cedole: dal 2,8% al 2,85% per i primi quattro anni, e dal 3,6% al 3,7% per gli anni successivi. Questa decisione, presa in risposta all’andamento del mercato, ha contribuito a rafforzare ulteriormente l’appetibilità del titolo, offrendo un rendimento crescente e vantaggioso per chi ha deciso di investirvi. Non è stato solo il rendimento a convincere i risparmiatori. Il Btp Più ha colpito per la sua durata di otto anni, la sicurezza del capitale e la protezione offerta agli investitori. Una delle principali innovazioni del titolo è l’opzione di rimborso anticipato alla pari, disponibile a partire dal quarto anno, che garantisce maggiore flessibilità e sicurezza a chi sceglie di aderire all’emissione. Il Btp Più ha risposto alle esigenze di sicurezza e rendimento degli investitori italiani, con un particolare focus su un pubblico retail che cerca soluzioni stabili per il proprio risparmio. A differenza dei titoli precedenti, il Btp Più non prevede un premio fedeltà, ma introduce l’innovativa opzione di rimborso anticipato alla pari, che rappresenta un valore aggiunto per chi sceglie di investire nel medio-lungo periodo. Inoltre, a favorire l’adesione al Btp Più è stata anche la tassazione agevolata peraltro comune a tutti i titoli del debito pubblico: con un’imposta sui redditi da capitale fissata al 12,5%, l’esenzione dalle imposte di successione e, come previsto dalla Legge di Bilancio 2024, l’esclusione dal calcolo dell’Isee fino a 50mila euro. Una combinazione di vantaggi fiscali e di un rendimento in crescita ha reso il prodotto ancor più interessante. Il successo di questa emissione si inserisce nel contesto di un più ampio rialzo dei rendimenti dei Btp benchmark. In particolare, il tasso per il titolo a otto anni è salito dal 3,26% al 3,33%, mentre per il titolo quadriennale si è registrato un aumento dal 2,64% al 2,69%. Questi incrementi testimoniano l’evoluzione positiva del mercato obbligazionario italiano e l’apprezzamento crescente per i titoli di Stato.
L’operazione Btp Più si inserisce in una strategia di comunicazione efficace, che ha saputo coinvolgere il pubblico in modo mirato. Già nel 2024, le campagne di comunicazione per altre emissioni di Btp avevano ottenuto risultati notevoli, e quest’anno non è stato da meno. L’efficacia delle azioni di comunicazione istituzionale è stata sottolineata dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, che ha riconosciuto la rilevanza del messaggio veicolato. In sintesi, il collocamento del Btp Più rappresenta un vero e proprio trionfo per il risparmio degli italiani, con una risposta massiccia da parte degli investitori, una solida performance in termini di raccolta e una politica di tassi di interesse che si è adattata perfettamente al contesto economico. Con questi numeri, il Btp Più si afferma come una delle soluzioni più promettenti per il risparmio e l’investimento del futuro prossimo.
(ITALPRESS).
-Foto: ministero delle Finanze-

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Economia

Btp Più, con la prima emissione raccolti 15 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Il Ministero dell’economia e delle finanze rende noto che si è concluso il collocamento del BTP Più avviato il 17 febbraio, con 14.905,67 milioni di euro raccolti e 451.831 contratti registrati.
I tassi cedolari definitivi del BTP Più, in considerazione delle condizioni di mercato, sono rivisti al rialzo rispetto ai livelli annunciati lo scorso 14 febbraio: 2,85% per il 1°, 2°, 3° e 4° anno (invece di 2,80%); 3,70% per il 5°, 6°, 7° e 8° anno (invece di 3,60%)

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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