Cronaca
OLTREPÒ CULLA DELLA VITICOLTURA ITALIANA, MA QUANTO VALGONO I TERRENI? ECCO COSA LASCIANO I “VOLPONI” AGLI “ASINI”
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3 mesi fa-
di
Redazione
Il rinnovamento del software del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, fino a poco tempo fa pieno di bug, dà i suoi frutti. La neo presidente Francesca Seralvo e una maggioranza solida e con le idee chiare creano discontinuità con il passato: il patto fra produttori di filiera e cantine cooperative non lascia spazio a chi è disallineato. La leadership manageriale di Umberto Callegari (CEO di Terre d’Oltrepò), che ha deciso per amore del territorio di mettere la sua esperienza professionale internazionale e il suo network a servizio del territorio, ha portato a un piano gestionale e a una determinazione che hanno segnato una vera ripartenza. La cura ha portato alla fuoriuscita di 5 dissidenti, tra i quali big delle passate gestioni consortili, per far entrare aria nuova e rafforzare il nuovo che avanza. E di aria nuova c’è un gran bisogno se si pensa che dopo dichiarazioni e fiumi di parole c’è un quadro per nulla idilliaco che permane: quanto vale un ettaro di vigna in Oltrepò Pavese, sulla carta forse la zona storicamente più vocata d’Italia per la vitivinicoltura di qualità?
Ecco un raffronto fra l’Oltrepò Pavese e le altre zone di produzione.
1. Alta Langa:
Barolo: 2.000.000 €/ha
Barbaresco: circa 700.000 €/ha
2. Alto Adige:
Zona del Lago di Caldaro: tra 440.000 e 900.000 €/ha
3. Toscana:
Brunello di Montalcino: tra 250.000 e 900.000 €/ha
Bolgheri: tra 240.000 e 750.000 €/ha
Chianti Classico (Firenze): tra 90.000 e 210.000 €/ha
Chianti Classico (Siena): tra 90.000 e 150.000 €/ha
4. Veneto:
Valdobbiadene: tra 300.000 e 600.000 €/ha
5. Lombardia:
Franciacorta: circa 115.000 €/ha
Lugana: circa 150.000 €/ha
Valtellina: circa 70.000 €/ha
Oltrepò Pavese: tra 25.000 e 35.000 €/ha
Collina bresciana: tra 130.000 e 250.000 €/ha
Colline bergamasche: tra 120.000 e 200.000 €/ha
6. Trentino-Alto Adige:
Nord di Trento: tra 220.000 e 500.000 €/ha
Valle Isarco di Bressanone: tra 300.000 e 500.000 €/ha
Cosa resta dopo tante parole sulla storia vitivinicola ed enologica dell’Oltrepò Pavese? Non si sta parlando di una zona di scarso valore ma della prima superficie viticola della Lombardia (13.000 ettari), della prima zona di produzione di pregiate uve Pinot nero d’Italia, della prima superficie a Riesling d’Italia, della culla dello spumante Metodo Classico italiano dal 1865 e di un territorio unico per microclima, composizione dei terreni e per la maturazione fenolica delle uve, sull’asse del 45° Parallelo (latitudine delle più grandi zone vinicole del mondo). Si sta parlando di un territorio a un’ora da Milano e molto vicino alle grandi città che sono motore dell’economia d’Italia. Cosa non funziona? La mentalità retrograda del territorio che ha consentito di drenare ricchezza portandola fuori dal territorio. La formula fiere, viaggi internazionali, banchetti ed eventi autoreferenziali è stata solo un’operazione di “distrazione di massa” che non ha cambiato nulla e non ha curato la radice malata del territorio. I disciplinari in vigore sono rimasti gli stessi: l’Oltrepò è una terra di vino IGT in cisterna, fino ad oggi è stato un territorio da “pochi, maledetti e subito”, incapace di sviluppare modelli e strategie d’impresa lasciando il maggior utile, quello dal vino finito allo scaffale, agli imbottigliatori, per la maggior parte di fuori territorio. L’Oltrepò è stato fino ad oggi, di fatto, l’unica zona storica e vocata d’Italia in cui i viticoltori sono rotolati lungo il crinale degli allevatori delle “quote latte”, divenuti schiavi delle multinazionali del settore.
Oggi il nuovo Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha cambiato aria per cambiare musica, tra meritocrazia e competenza. L’intento è quello di passare da una gestione “quattro amici in trattoria” a un piano di business per fare dell’Oltrepò un brand ripartendo dalle fondamenta. Il momento è propizio: il consiglio d’amministrazione del gruppo Terre d’Oltrepò (Cantina di Broni, Cantina di Casteggio e La Versa) ha varato il primo piano industriale pluriennale per scrivere un futuro diverso generando valore da trattenere sul territorio e non consentendo più che venga “depredato”. Nel contempo si sono sviluppate relazioni per riposizionare il vino dell’Oltrepò in Italia e nel mondo come merita, in filiera completa. Si stava meglio quando si stava peggio? No, quello era doping: produzioni raddoppiate con il “vino di carta” e retribuzioni gonfiate con un pesante accesso al credito foriero di debiti e pesanti lasciti. Cosa decideranno di fare i viticoltori dell’Oltrepò? Vogliono lasciare debiti a figli e nipoti oppure vini, uve e terreni valorizzati?
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REGIONE LOMBARDIA – AGLI ATENEI LOMBARDI 50 MILIONI PER PROGETTI DI RICERCA E INNOVAZIONE
Cronaca
Riciclo, Piunti “Conou un piccolo miracolo di cooperazione”
Pubblicato
7 ore fa-
17 Ottobre 2024di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Tutta la filiera del riciclo italiana – che non è solo l’olio minerale – è particolarmente brillante, ha dei risultati sicuramente superiori alla media europea, ma gli italiani non lo sanno. Nel nostro piccolo cerchiamo di fare comunicazione su questo tema, perchè all’origine di questa eccellenza italiana c’è anche la nostra mentalità di Paese povero di risorse”. Inoltre “l’industria del riciclo è nuova, gli impianti e le tecnologie sono nuove e il sistema autorizzativo si basa sulle province e sulle Arpe provinciali regionali: il dialogo con le amministrazioni provinciali che danno le autorizzazioni qualche volta può essere difficile, credo che il polo centrale di know-how dovrebbe dare un grande supporto agli enti locali, altrimenti si rischiano anomalie e sperequazioni”. Lo ha detto Riccardo Piunti, presidente del Consorzio Nazionale Oli Usati (Conou), intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
Conou è “un piccolo miracolo di cooperazione nato 40 anni fa, indirizzato da una legge che ha chiesto alle compagnie petrolifere di recuperare l’olio lubrificante una volta che non serve più. Oggi raccogliamo il 100% dell’olio usato in 103mila luoghi tra officine, garage e fabbriche in Italia, a titolo gratuito, e gli ridiamo una nuova vita”, ha spiegato Piunti. In un anno, “con circa 600 mezzi di raccolta raccogliamo 190 mila tonnellate di olio minerale usato”.
Il tema dell’ambiente “diventa sempre più stringente, ci sono Paesi dove la situazione è veramente disastrosa che devono impostare un modo” per rimediare: abbiamo ricevuto le delegazioni di imprese petrolifere dell’Arabia Saudita, dell’India e della Turchia”. In passato, “imprese o Paesi ci consultavano sulle nostre modalità per rigenerare l’olio: questa volta, il tenore delle domande era incentrato sul modello. Come si fa a realizzare questo sistema senza dover mettere un poliziotto in ognuno dei 103 mila luoghi? Noi non ne abbiamo neanche uno: abbiamo degli standard, anche etici, che i nostri raccoglitori devono rispettare”, inoltre “bisogna far convergere l’interesse economico con quello ambientale, utilizzando le risorse del consorzio per favorire il loro comportamento”.
Dall’altra parte, ci sono dei Paesi interessati ad acquistare le imprese italiane. “Le imprese europee vengono a fare shopping da noi, alcune delle nostre imprese sono state acquistate da gruppi stranieri che si occupano di rifiuti”, ha spiegato.
Conou sarà tra i protagonisti di Ecomondo, l’evento di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare, in programma dal 5 all’8 novembre a Rimini. “Nel nostro stand terremo tre seminari brevi su tre temi: la cybersicurezza, la sostenibilità dei lubrificanti e i famosi PFAS, un tema a cui teniamo molto: crediamo che sia una battaglia da portare avanti, anche l’Europa sta dandosi da fare per bandire il più possibile l’utilizzo di queste sostanze che sono una minaccia per la specie perchè attaccano il sistema riproduttivo. In più, essendo indistruttibili, si accumulano nell’acqua e nell’ambiente”.
Su alcuni temi, come questo, “l’Europa è molto di traino”, ma in alcuni casi “va avanti anche facendo degli errori: anni fa, l’Europa si accingeva a fissare un limite minimo di rigenerazione dell’85% che per noi sarebbe stato facile da raggiungere visto che siamo al 98%, ma non l’ha fatto perchè in Europa al momento l’olio usato viene bruciato e ci sono molti interessi a continuare così”.
Conou ha anche ottenuto una certificazione per la parità di genere. “Riflettere sul sistema aziendale rispetto alla parità di genere significa scavare in una miniera che il passato ha accumulato, dove c’è tanta roba buona”, ha concluso.
– foto xi2/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
REGIONE LOMBARDIA – AGLI ATENEI LOMBARDI 50 MILIONI PER PROGETTI DI RICERCA E INNOVAZIONE
Pubblicato
9 ore fa-
17 Ottobre 2024di
Redazione50 milioni di euro per ricerca e innovazione destinati agli atenei lombardi. Lo ha annunciato l’assessore all’Università, Ricerca, Innovazione di Regione Lombardia, Alessandro Fermi, in occasione di un incontro all’Università degli Studi di Milano.
I fatti del giorno: Il leader di Hamas Sinwar ucciso a Gaza dall’esercito israeliano – Neonati morti, riesame dispone carcere per Chiara Petrolini – Milano, arrestato barista che ha ucciso il ladro di Gratta e Vinci – Donna uccisa a Firenze, arrestato nipote barricato in casa – Maltempo, chiuso casello A12 a Recco per allagamenti – La Bce taglia per la terza volta tasso di interesse di 0,25 punti – Istat, nel 2023 in povertà assoluta 2,2 milioni di famiglie – Anas al Festival dello Sport per la cultura della sicurezza stradale – Previsioni 3B Meteo 18 Ottobre.
Anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24.it, itinerarinews.it, oltre alle pagine social, troverete le ultime notizie di Agenzia Italpress con articoli veloci da leggere e in continuo aggiornamento.
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