Cronaca
Milano, svelato il programma di Fuoricinema 2024. C’è anche Elly Schlein
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12 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – E’ quasi tutto pronto per l’attesissima nona edizione di Fuoricinema, il festival che unisce cinema, cultura e impegno sociale, in programma dal 5 all’8 settembre a Portanuova, sui prati di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano. Quest’anno, a fare da filo conduttore di Fuoricinema sarà la Cultura come strumento di crescita collettiva e diritto fondamentale. La Cultura è infatti la premessa per garantire pari dignità sociale e promuovere un’uguaglianza di opportunità per tutti. Un argomento che sarà esplorato attraverso un ricco programma di incontri diurni e eventi serali. La manifestazione avrà inizio giovedì 5 settembre con una serata di preapertura presso IBM Studios Milano: una speciale jam session tra musica e cinema, a cura di Milano Classica, dedicata alle colonne sonore del Maestro Ennio Morricone. La maratona di incontri prenderà il via venerdì 6 settembre alle 16.30. La kermesse sarà condotta anche quest’anno da Enrico Bertolino, la cui capacità di intrattenere e la nobile leggerezza si accompagnano a una profonda sensibilità per i temi sociali. Sarà proprio lui ad aprire la manifestazione, insieme ai direttori artistici Cristiana Mainardi, Cristiana Capotondi, Gino e Michele, Lionello Cerri, Silvia Posa, Mauro Pagani, Paolo Baldini – con un saluto di Francesca Colombo (Direttore Generale Culturale BAM, Fondazione Riccardo Catella) e di Luca Altieri (VP Marketing e Comunicazione – CMO IBM Technology Europa). Il primo incontro, venerdì 6 settembre, sarà con Ambra Angiolini con una riflessione dedicata in particolare ai giovani e ai loro diritti. A seguire, un incontro cardine di questa edizione realizzato con Fondazione IBVA, che vedrà coinvolto Ibrahima Lo autore del libro Pane e Acqua, da cui Matteo Garrone ha tratto il suo ultimo film Io Capitano. Insieme a lui interverranno Carlo Petrini (fondatore e presidente internazionale di Slow Food), il cantautore Ermal Meta e Giacomo Poretti per un confronto sui temi della migrazione e dell’inclusione. A fare da moderatore Niccolò Nisivoccia, avvocato, scrittore e autore di La Storia di ognuno. Racconti dalla Casa della Carità. Intorno alle 18.15, il palco di Fuoricinema ospiterà Antonio Albanese, artista poliedrico, in dialogo con l’economista e giornalista Marino Smiderle. Dopo il successo del suo ultimo film Cento Domeniche, in cui restituisce dignità agli ultimi, Albanese affronterà il tema della giustizia economica e delle trappole finanziarie. Un altro tema centrale della narrazione nel corso della giornata sarà il legame tra condizioni di vita e salute. Il respiro di Milano è il titolo di un monologo di Venanzio Postiglione, vicedirettore del Corriere della Sera, in cui racconterà il punto di svolta della città, un’occasione per pochi o per molti? A seguire, si affronterà con lo scrittore Jonathan Bazzi e Fabio Vittorini, Professore di Letteratura e Media e critico letterario, il tema del diritto alla casa e quanto la condizione abitativa si rifletta sul significato più ampio dell’abitare lo spazio pubblico. Sullo stesso filone, l’incontro successivo sarà dedicato al diritto alla sanità e ai prodromi della salute. Edoardo Purgatori condividerà una storia familiare divenuta una battaglia simbolica di giustizia, rappresentativa anche per chi non ha voce. Insieme a lui, Pierfrancesco Majorino, ex assessore al welfare e figura di spicco nella lotta per una sanità pubblica più equa e inclusiva, e il Professore Nicola Montano, primario di Medicina Interna al Policlinico, che nella sua carriera ha indagato il legame tra condizioni socioculturali, stress e salute. Licia Colò ci farà levare lo sguardo sul potere del legame con l’ambiente e con la natura, che può essere salvifico solo in una relazione di rispetto reciproco. Da Fuoricinema si aprirà un inserto sul Tempo delle Donne e il Lavoro: ne parleranno con il pubblico Maria Luisa Agnese, Virginia Nesi e Greta Privitera. A seguire parole e musica con Francesco Bianconi, a cura di Andrea Laffranchi, critico musicale del Corriere della Sera. Alle 21.30, l’anteprima del film Vermiglio di Maura Delpero, in concorso alla 81° Mostra del Cinema di Venezia. Vermiglio è una produzione Cinedora, Charades, Versus con Rai Cinema. Sarà distribuito da Lucky Red. La seconda giornata di manifestazione sarà inaugurata dal Premio Oscar Gabriele Salvatores, in dialogo con Chiara D’Onorio De Meo, che raccoglierà anche le domande del pubblico, in particolare quelle della platea di giovani del Milan Shorts Film Festival. Nel corso dei tre giorni di Fuoricinema, presso Anteo Palazzo del Cinema si terrà infatti il festival internazionale di cortometraggi, che prevede anche una sezione speciale di approfondimento sulla salute mentale nei giovani, e che culminerà nella premiazione e proiezione del miglior cortometraggio a tema parità di genere, inclusività e disabilità, domenica sera, preceduta da una performance del musicista Luca Di Stefano. Alle 16.45, un talento della risata, lo stand-up comedian Luca Ravenna, insieme a Gino e Michele e Enrico Bertolino, intratterrà il pubblico anche con un monologo sul cinema. L’incontro successivo sarà dedicato alla straordinaria storia di fratellanza e musica, tra Mauro Pagani e Badara Seck: il primo, talentuoso polistrumentista, compositore e autore di svariati capolavori come Creuza de mà, di cui ricorrono i quarant’anni, il secondo, griot senegalese approdato in Europa con il sogno della musica, che ha potuto realizzare proprio grazie a Mauro Pagani. Badara Seck è stato anche consulente di Matteo Garrone per Io Capitano. Sul palco di Fuoricinema si avvicenderanno poi la segretaria del Partito Democrartico Elly Schlein con Neri Marcorè per una conversazione inaspettata, la cultura e il cinema come strumento di potere popolare, che farà il punto sullo stato dell’arte e sulle ricadute sociali. Neri Marcorè, dopo il suo debutto alla regia cinematografica con il poetico Zamora, sarà anche protagonista, con il giornalista sportivo Paolo Condò, del talk successivo, dedicato ai valori dello sport come rinascita nell’epica del cinema. Sarà poi la volta di Valerio Mastandrea, un grandissimo talento della settima arte, che condividerà il palco con Chiara Martegiani, attrice e autrice, entrambi reduci dal successo della serie Antonia, che affronta il tema dell’identità femminile e dei diritti collegati alla realizzazione tra dinamiche personali, di coppia e sociali. A seguire si discuterà, con grande rigore scientifico ma anche tanto divertimento, di tematiche ambientali, insieme a Giovanni Storti, Valerio Rossi Albertini, fisico e divulgatore scientifico e Caterina Sarfatti, direttrice del programma Inclusive Climate Action di C40. In chiusura di giornata e a introdurre la prima proiezione serale – il film Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini – un incontro straordinario con la regista e i protagonisti, Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, condotto da Cristiana Mainardi.
Presentato in selezione ufficiale a Venezia81, Il tempo che ci vuole è un racconto intimo del rapporto tra la stessa regista e il padre, il grande cineasta Luigi Comencini, che unisce alla toccante vicenda personale anche l’incanto dell’arte.
Il tempo che ci vuole è una produzione Kavac Film con Rai Cinema, Les Films du Worso, Ibc Movie e One Art, in sala dal 26 settembre distribuito da 01 Distribution. La seconda proiezione della serata sarà l’anteprima di Non sono quello che sono di Edoardo Leo, una rilettura dell’Otello di Shakespeare ambientata nella malavita romana, presentata dallo stesso regista. Non sono quello che sono è prodotto da Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film, Matteo Rovere e Sydney Sibilia per Groenlandia e Vision Distribution. Sarà distribuito da Vision Distribution. Proprio per parlare di Non sono quello che sono, di relazioni affettive e di giovani, la terza giornata inaugura alle 16 con Edoardo Leo, in dialogo con Cristian Negretto, con la possibilità per il pubblico che ha visto il film di partecipare al Q&A. Il tema del contrasto alla violenza nelle relazioni affettive e, più in generale, la battaglia contro qualsiasi discriminazione, saranno affrontati con l’avvocata e attivista Cathy La Torre. Barbara Stefanelli, vicedirettrice del Corriere della Sera, direttrice di 7 Corriere, e Cristiana Mainardi dialogheranno sulla condizione del lavoro per le donne italiane, che vede il nostro Paese, ancora fortemente attraversato da ingiustizie, perdere posizioni rispetto al resto dell’Europa. A seguire, un altro incontro eccezionale: sul palco di Fuoricinema il regista e autore Francesco Bruni, l’autore Daniele Mencarelli, e gli attori Federico Cesari, Fotinì Peluso e Drusilla Foer per la presentazione della seconda stagione di Tutto chiede salvezza la serie, prodotta da Picomedia, che sarà disponibile dal 26 settembre su Netflix. La sera stessa saranno proiettati in anteprima di primi due episodi della serie che affronta il tema della salute mentale nei giovani, l’educazione sentimentale e quella alla diversità nei contesti sanitari. Dopo il successo di Palazzina LAF, la questione della dignità e della sicurezza legati al lavoro sono al centro del talk con Michele Riondino, autore e attore pluripremiato anche per questo eccezionale esordio alla regia. Divertimento garantito ma al tempo stesso argomento molto serio quello affrontato e messo in scena da Gialappàs Band, Marco Santin e Giorgio Gherarducci, con Gino e Michele ed Enrico Bertolino: la satira come contropotere e occasione di critica e riflessione. Gran finale con un excursus sulla stagione cinematografica che si apre, con il critico Francesco Castelnuovo. La chiusura della nona edizione di Fuoricinema è affidata a due talentuose professioniste: la direttrice di casting Laura Muccino e l’attrice internazionale Alba Rohrwacher che saranno protagoniste dell’ultimo talk, dedicato alla scoperta e alla crescita dei nuovi talenti, in un racconto che sarà anche uno spaccato della storia del cinema italiano e della serialità degli ultimi anni, attraverso i volti più amati dagli spettatori.(ITALPRESS).
Foto: ufficio stampa Fuoricinema
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Cronaca
Webuild si conferma leader mondiale settore acqua nella classifica ENR
Pubblicato
2 ore fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Webuild si conferma anche quest’anno leader mondiale nel settore acqua nella classifica ENR, Engineering News Record, rivista di riferimento per il settore su scala globale. Il riconoscimento premia “eccellenza tecnica, capacità di delivery e impegno per la sostenibilità”.
Il Gruppo, che si mantiene in vetta alla classifica Water Top 250 International Contractors da oltre un decennio, sale inoltre al 13° posto a livello globale, “a conferma della solidità del proprio modello industriale e della capacità di generare valore anche in contesti internazionali complessi”, si legge in una nota.
La classifica Top 250 dei costruttori internazionali per il 2025, elaborata da ENR sulla base dei ricavi generati dalle imprese al di fuori dei mercati domestici di riferimento nel 2024, vede Webuild crescere e distinguersi in categorie e mercati di riferimento.
Il primato nel settore acqua riflette una competenza consolidata nella realizzazione di dighe, impianti di trattamento acque, acquedotti e infrastrutture resilienti, che rispondono alle sfide globali legate alla gestione delle risorse idriche. Per Webuild, i settori clean hydro energy e clean water rappresentano una fetta significativa dei ricavi del Gruppo, pari al 24% del totale al 30 giugno 2025, alimentati in larga parte dall’avanzamento di progetti idroelettrici tecnicamente sfidanti e che si pongono come best practice a livello mondiale per il loro tasso di innovazione, come Snowy 2.0, il più grande progetto idroelettrico in Australia realizzato con la controllata australiana Clough, e la Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD) in Etiopia, la diga più grande d’Africa, che sarà inaugurata a settembre.
A questi risultati contribuisce anche la controllata Fisia Italimpianti, che serve oltre 20 milioni di persone con impianti di dissalazione, soprattutto in Medio Oriente. La dissalazione dell’acqua di mare rappresenta uno dei metodi più promettenti per risolvere la criticità della scarsità d’acqua, consentendo l’approvvigionamento di acqua pulita e potabile, per l’utilizzo quotidiano e pubblico, per i processi industriali, per gli usi sanitari e non solo.
Il ranking ENR evidenzia anche risultati di rilievo in altri settori strategici. Webuild sale al 7° posto nel settore Sewer/Waster, che fa riferimento alla progettazione e realizzazione di sistemi di drenaggio e trattamento di acque reflue e piovane (Sanitary & Storm Sewers), strategico per garantire la resilienza dei territori a fenomeni atmosferici eccezionali. Ne è un esempio il Lotto 2 del Sistema Riachuelo, recentemente entrato in funzione a Buenos Aires, Argentina. Il progetto nel suo complesso è il più grande e tecnologicamente avanzato impianto di trattamento delle acque reflue dell’America Latina, per cui il Gruppo e la controllata Fisia Italimpianti hanno realizzato due dei tre lotti.
Decimo posto conquistato inoltre dal Gruppo nel settore Transportation, grazie alla realizzazione di opere che favoriscono la mobilità sostenibile e la connessione tra territori. Tra queste, la Linea C della Metropolitana di Roma, che attraversa il cuore della Capitale, la linea ad alta capacità/velocità tra Genova e Milano, tratte ferroviarie sulle direttrici alta velocità Napoli-Bari e alta capacità Palermo-Catania-Messina, assi strategici della rete europea TEN-T; all’estero, il Gruppo è attivo nella realizzazione del Grand Paris Express, il più grande progetto di mobilità urbana in Europa e nella metropolitana di Sydney, che collegherà la città al suo futuro aeroporto.
A livello geografico, il Gruppo continua a crescere in Australia, passando dal 5° al 3° posto. Il Paese, che rappresenta il 29% del fatturato totale del Gruppo al 30 giugno 2025, è per Webuild il primo mercato estero, al centro di un vasto programma di investimenti infrastrutturali, con particolare attenzione alla mobilità sostenibile, alla resilienza urbana e alla transizione energetica.
– Foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).
Cronaca
Fratini “Relazioni Italia-Tunisia sempre più intense e dinamiche”
Pubblicato
2 ore fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
TUNISI (TUNISIA) (ITALPRESS) – “Le relazioni tra Tunisia e Italia vivono una fase particolarmente intensa e dinamica. I due Paesi condividono una storia secolare di scambi e dialogo che oggi si traduce in una cooperazione solida su più frontiLe relazioni tra Italia e Tunisia”. Ne parla in un’intervista all’Italpress Sandro Fratini, presidente di Delta Center e del Com.It.Es. (Comitato degli italiani all’estero) in Tunisia.
Quali sono le principali attività che svolgete a sostegno della comunità italiana residente in Tunisia?
“Come Presidente, sento con forza il ruolo del Com.It.Es., che rappresenta un punto di riferimento per gli italiani residenti in Tunisia. La nostra missione è essere un raccordo costante tra la comunità italiana e la rete diplomatico-consolare, con la quale, negli ultimi tre anni, abbiamo costruito un rapporto solido e altamente collaborativo, fondato su fiducia reciproca ed efficacia operativa. Tra le iniziative più concrete vi è lo sportello d’ascolto attivo ad Hammamet, con un appuntamento settimanale dedicato ai connazionali e la Carta Servizi Com.It.Es., riservata agli iscritti AIRE: grazie a una rete di oltre cento partner locali, offre agevolazioni su servizi e attività commerciali in tutto il Paese. La carta può essere richiesta facilmente tramite un semplice formulario disponibile sul nostro sito.
Parallelamente, partecipiamo alle principali ricorrenze istituzionali e promuoviamo eventi di aggregazione che rafforzano il legame identitario della nostra comunità. L’obiettivo rimane invariato: far sentire ogni italiano in Tunisia parte di una comunità viva, unita e presente”.
Come descriverebbe oggi le relazioni tra Tunisia e Italia sul piano culturale, economico e sociale?
“Le relazioni tra Tunisia e Italia vivono oggi una fase particolarmente intensa e dinamica. I due Paesi condividono una storia secolare di scambi e dialogo che oggi si traduce in una cooperazione solida su più fronti.
La comunità italiana in Tunisia conta oltre 8.000 connazionali iscritti AIRE, di cui circa 6.500 concentrati nell’area di Hammamet.
Sul piano economico, l’Italia è tra i principali partner del Paese, con oltre 900 imprese italiane attive che generano occupazione, innovazione e valore aggiunto.
Non si tratta soltanto di commercio, ma di investimenti produttivi, joint venture e trasferimento di competenze. Sul piano culturale, l’Italia gode di grande prestigio: la lingua italiana è insegnata in moltissime scuole e ogni anno migliaia di giovani partecipano a progetti formativi e culturali che li mettono in contatto con il nostro Paese.
L’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi svolge un ruolo fondamentale, organizzando iniziative museali, musicali e artistiche molto apprezzate.
Infine, sul piano sociale, la comunità italiana contribuisce con discrezione e concretezza al tessuto sociale tunisino, vivendo in armonia e dialogo con la società locale. In sintesi, quello tra Italia e Tunisia è un rapporto maturo e profondo, radicato nella storia ma orientato al futuro”.
In quali settori vede maggiore cooperazione tra i due Paesi? E che prospettive future si possono attendere?
“I settori di cooperazione sono molteplici e in continua espansione. In primo luogo vi è l’energia e la transizione ecologica: la Tunisia rappresenta un partner strategico per l’Italia nella costruzione di un sistema energetico mediterraneo più sostenibile. Penso, ad esempio, al progetto Elmed, il cavo sottomarino che collegherà le reti elettriche dei due Paesi.
Centrale è anche il tema dell’economia del mare, che consideriamo un ponte naturale tra Italia e Tunisia: la collaborazione riguarda la sicurezza marittima, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo delle economie blu. Grande attenzione è dedicata alla formazione professionale, con programmi di mobilità, tirocini, gemellaggi scolastici e collaborazioni tra centri di formazione tecnica, per offrire ai giovani strumenti concreti di crescita. L’industria manifatturiera, con particolare riferimento al tessile, all’agroalimentare e alla meccanica, rimane un altro pilastro di cooperazione, insieme al turismo sostenibile, alla ricerca archeologica e alla cooperazione universitaria. Le prospettive sono incoraggianti, soprattutto se sapremo coinvolgere in maniera crescente giovani, donne e reti imprenditoriali locali. Anche i legami istituzionali si rafforzano: il Com.It.Es. Tunisia ha avviato accordi di amicizia con il Com.It.Es. Lussemburgo e il Com.It.Es. d’Egitto e altri seguiranno, a dimostrazione di una rete sempre più coesa e dinamica”.
Quali iniziative sono in programma dal Comitato per rafforzare i legami tra i due paesi?
“Il nostro approccio si muove su due linee parallele: da un lato sosteniamo i connazionali presenti sul territorio, dall’altro promuoviamo nuove occasioni di scambio con la società tunisina. Abbiamo in cantiere iniziative itineranti per portare il Com.It.Es. anche nelle aree meno servite, così da raggiungere italiani che vivono lontano dai centri principali.
Al tempo stesso stiamo preparando eventi culturali congiunti, rassegne cinematografiche e laboratori scolastici nei quali giovani italiani e tunisini possano lavorare insieme su temi come l’ambiente, l’identità e la cittadinanza attiva. Non manca l’impegno sociale, che portiamo avanti in collaborazione con la Società Italiana di Assistenza, a sostegno delle persone in difficoltà.
Tutto questo con un unico obiettivo: rafforzare il senso di comunità, che non è soltanto italiana in Tunisia, ma pienamente italo-tunisina.
La comunità italiana in Tunisia è una presenza preziosa, spesso discreta ma profondamente attiva. I nostri connazionali non sono soltanto residenti: sono cittadini che partecipano, investono e costruiscono legami. Molti di loro lavorano in settori chiave per lo sviluppo locale e lo fanno con spirito di collaborazione e rispetto verso la società tunisina. Questo impegno genera un duplice beneficio: da un lato favorisce il trasferimento di competenze ed esperienze, dall’altro rafforza i rapporti economici e sociali con l’Italia. In questo modo la Tunisia riceve un contributo concreto al proprio sviluppo, mentre l’Italia consolida la sua presenza e la fiducia reciproca con un Paese vicino e strategico. E’ la dimostrazione che, quando due comunità si incontrano e cooperano, entrambe crescono”.
– Foto ufficio stampa Delta Center –
(ITALPRESS).
Cronaca
Italia e 20 Paesi condannano nuovi insediamenti Israele in Cisgiordania
Pubblicato
2 ore fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha firmato una Dichiarazione congiunta con i ministri degli Esteri di altri 20 Paesi e l’Unione Europea, “per condannare fermamente la decisione israeliana di procedere con nuovi insediamenti in Cisgiordania chiedendone la revoca immediata”.
“La decisione dell’Alto Consiglio di Pianificazione israeliano di approvare i piani per la costruzione di insediamenti nell’area E1, a est di Gerusalemme, è inaccettabile e costituisce una violazione del diritto internazionale – si legge nella dichiarazione -. Condanniamo questa decisione e ne chiediamo l’immediata revoca. Il Ministro Smotrich ha dichiarato che tale piano renderà impossibile una soluzione a due Stati, dividendo qualsiasi Stato palestinese e limitando l’accesso palestinese a Gerusalemme. Questo non porta alcun beneficio al popolo israeliano; al contrario, rischia di compromettere la sicurezza e alimenta ulteriore violenza e instabilità, allontanandoci ancora di più dalla pace. Il Governo di Israele ha ancora la possibilità di impedire che il piano E1 proceda. Lo esortiamo con urgenza a ritirare questo piano. Le azioni unilaterali del Governo israeliano minano il nostro desiderio collettivo di sicurezza e prosperità in Medio Oriente. Il Governo israeliano deve cessare la costruzione di insediamenti in conformità con la Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e rimuovere le restrizioni imposte alle finanze dell’Autorità Palestinese”, conclude il documento firmato dai Ministri degli Esteri di Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Islanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia e dall’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.
Tajani ha sottolineato al proposito come “questo piano compromette irrimediabilmente la soluzione a due Stati, dividendo il futuro Stato palestinese e limitando l’accesso dei palestinesi a Gerusalemme”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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