Cronaca
Il Manifesto su rischio cardiovascolare residuo e cure a valore aggiunto
Pubblicato
1 anno fa-
di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Italia con oltre 217 mila decessi l’anno e contribuiscono in modo determinante alla disabilità. Sono caratterizzate da disordini cardiaci e vascolari che includono la malattia coronarica, cerebrovascolare, vascolare periferica e altre forme di cardiopatia ischemica cronica. Secondo le ultime stime del Global Burden of Disease, in Italia circa 9,6 milioni di individui sono affetti da malattie cardiovascolari (CVD), con 800 mila nuove diagnosi annuali e oltre 670 mila ricoveri ospedalieri imputabili a queste patologie.
Nonostante l’elevato tasso di mortalità, l’identificazione e la prevenzione dei fattori di rischio possono ridurre significativamente l’insorgenza e la progressione delle malattie cardiovascolari. Attualmente, i trattamenti primari per la prevenzione e gestione delle CVD includono terapie ipolipemizzanti, terapie antidiabetiche e antipertensive. Tuttavia, nonostante l’efficacia di questi trattamenti, esiste un gruppo di pazienti che può rimanere esposto a rischio cardiovascolare residuo.
Il rischio cardiovascolare residuo si può definire come la probabilità che ha una persona con malattia cardiovascolare di sviluppare nuovi eventi cardiovascolari, spesso fatali, anche laddove trattata seguendo gli standard di cura attualmente in uso.
“Esiste uno specifico gruppo di pazienti che presenta un rischio cardiovascolare residuo, per il quale gli attuali percorsi di cura e l’utilizzo delle terapie farmacologiche in uso non sono in grado di migliorare la prognosi e che, di conseguenza, può sviluppare nuovi eventi cardiovascolari, spesso fatali – sottolinea Pasquale Perrone Filardi, Presidente Società Italiana Cardiologia – SIC; Professore Malattie Apparato Cardiovascolare, Università degli Studi di Napoli, Federico II – . Questo perchè la persistenza del rischio cardiovascolare residuo è indipendente dal controllo del colesterolo ‘cattivò LDL (C-LDL). Per questi pazienti la comunità scientifica ha già individuato terapie a valore aggiunto in grado di colmare il bisogno insoddisfatto, che hanno dimostrato di ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari, offrendo una nuova e potente arma terapeutica ai pazienti in prevenzione secondaria e livelli moderatamente elevati di trigliceridi”.
Per consentire il confronto tra i principali attori di sistema sull’importanza della prevenzione nel rischio cardiovascolare residuo e le opportunità di cura, a tutela del paziente su tutto il territorio nazionale, presso l’Istituto Sturzo a Roma si è tenuto l’incontro dal titolo “Prevenzione, appropriatezza e accesso omogeneo alle terapie: driver fondamentali per contrastare il rischio cardiovascolare residuo”, in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare sulle malattie cardio, cerebro e vascolari, con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanita, SID – Società Italiana di Diabetologia e SALUTEQUITA’; promosso da SIC, GISE, SISA, ANMCO, FADOI, SIMI, AMD, SIMG, FIMMG; organizzato da Cencora Pharmalex e realizzato con il contributo non condizionante di Amarin.
L’evento ha sottolineato la necessità di garantire al cittadino paziente un accesso equo alle terapie a valore aggiunto importante, evidenziando la centralità della prevenzione nel rischio cardiovascolare residuo.
“Per le persone che hanno avuto uno o più eventi cardiovascolari, con rischio cardiovascolare residuo, è necessario fare di più. Sappiamo che il diritto alla salute, se manca un accesso omogeneo e tempestivo alle migliori cure ed alle terapie a valore aggiunto, non può considerarsi garantito – dichiara Maria Pia Ruggieri, Consigliere di Salutequità -. Per aiutare queste persone il passo fondamentale è fare sistema e promuovere una maggior fruibilità dell’innovazione, molto spesso, salvavita. Abbiamo deciso di patrocinare il Manifesto sul rischio cardiovascolare residuo, che è stato il frutto del lavoro congiunto di comunità scientifica e stakeholder in Sanità, per assicurarci che i bisogni e i diritti dei cittadini siano chiari alle istituzioni competenti e che vengano superate le disparità di accesso alle cure esistenti rispetto ad altri cittadini europei, ed anche all’interno delle nostre Regioni”.
Durante l’incontro è stato presentato ufficialmente il Manifesto “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”, promosso da SIC, GISE, SISA, ANMCO, FADOI, SIMI, AMD, SIMG, FIMMG e con il patrocinio di SID e SALUTEQUITA’. Il documento inquadra la patologia sintetizzando lo stato dell’arte delle terapie in uso per la gestione del rischio cardiovascolare e richiamando l’attenzione sull’importanza di avere disponibili terapie a valore aggiunto per la gestione del rischio residuo, a cui si associa la necessità di uniformare l’accesso alle cure in tutta Italia, favorendo un miglioramento dei percorsi di presa in carico.
“Come Parlamentare e Coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare sulle malattie cardio, cerebro e vascolari, è saldo il nostro impegno nel cercare di tutelare i pazienti affetti da malattie cardiovascolari – ha sottolineato Elena Murelli, 10° Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Senato della Repubblica -. E’ fondamentale ridurre la prevalenza di queste malattie come causa principale di mortalità in Italia. In tal senso, sosteniamo il Manifesto sul rischio cardiovascolare residuo, che chiede una gestione complessiva e adeguata dei pazienti a rischio. Il nostro obiettivo ed impegno politico è finalizzato ad assicurare che tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro residenza, abbiano le stesse opportunità di diagnosi e trattamento in modo uniforme e tempestivo promuovendo la spinta alla programmazione sanitaria del nostro Sistema Paese come benchmark per l’Europa”.
Chiaro è l’appello alle istituzioni al fine di garantire un accesso uniforme, omogeneo e gratuito alle terapie per tutti i pazienti. Questo richiede politiche sanitarie inclusive, finanziamenti adeguati e una collaborazione tra enti pubblici e privati per assicurare che nessun paziente venga lasciato indietro.
L’obiettivo è quello di ottimizzare le risorse del Servizio Sanitario Nazionale, investendo in salute ed innovazione per ridurre ospedalizzazioni e disabilità e per sostenere i pazienti, le loro famiglie e i caregiver, anche attraverso l’informazione e la prevenzione: “Eventi come quello di oggi, sono cruciali per diffondere la cultura della prevenzione, specialmente per chi ha già avuto uno o più eventi cardiovascolari. Solo questa può condurre alla riduzione del tasso di mortalità della patologia che, ancora oggi, rappresenta la prima causa di morte in Italia. Per andare in questa direzione, è necessario informare e formare tutti gli operatori sanitari e i cittadini. Come Istituto Superiore di Sanità siamo impegnati in questa direzione e siamo certi che il nostro contributo possa aiutare a garantire le migliori diagnosi e cure in tutte le Regioni”, ha concluso Manuela Bocchino, Medico Specialista in Cardiologia, Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento, Istituto Superiore di Sanità.
– Foto ufficio stampa PharmaLex Italy –
(ITALPRESS).
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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
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CHENGDU (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Un rapporto incentrato sulla rilevanza globale del Pensiero di Xi Jinping sulla Civiltà Ecologica è stato pubblicato venerdì durante la conferenza Global Panda Partners 2025 a Chengdu, capoluogo della provincia cinese sud-occidentale del Sichuan.
Il rapporto, intitolato “Unire le forze per avanzare verso una modernizzazione Eco-Friendly – I contributi teorici e la guida pratica del Pensiero di Xi Jinping sulla Civiltà Ecologica per lo sviluppo sostenibile globale”, è stato co-redatto dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal Research Center for Xi Jinping Thought on Ecological Civilization.
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