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Uva “Sostenibilità sfida decisiva per il calcio del futuro”
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1 anno fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Lo sport a 360 gradi come passione e professione, praticato sul parquet e poi vissuto dietro una scrivania partendo da un settore giovanile. Michele Uva, 60 anni domani (8 novembre), materano, attuale direttore della Sostenibilità per la Uefa, ha vissuto variegate esperienze da manager. “La mia passione è nata da un fattore che potrebbe sembrare negativo. Giocavo a pallavolo ma mi resi conto a 21 anni che non sarei mai arrivato a giocare ad alti livelli. Mentre studiavo all’Università, mi chiesero di fare il responsabile del settore giovanile della Zinella Bologna, squadra che giocava in Serie A vincendo anche uno scudetto nel 1985, e accettai. Mi piacque l’idea di lavorare con i giovani per i giovani, passione che è rimasta assolutamente intatta in tutto il mio percorso professionale. Quando presto terminerò la parte operativa della mia carriera, mi piacerebbe ritornare a lavorare per un settore giovanile per chiudere il cerchio e ritornare all’origine ovvero dove tutto è nato” ha raccontato in un’intervista all’ITALPRESS, in cui ha ripercorso la sua carriera dirigenziale. “Ho vinto più di 15 titoli nel corso della mia carriera ma le soddisfazioni alcune volte non sono solo legate alle vittorie. Aver lavorato con Carlo Ancelotti, Antonio Conte, Roberto Mancini nel calcio oppure aver portato nella pallavolo femminile Massimo Barbolini, così come nel basket aver incrociato Bodiroga e Repesa forse rappresentano i passaggi più importanti della mia vita professionale. Se dovessi scegliere fra successi sul campo direi il primo titolo italiano da dirigente vinto con l’Under 17 della Zinella, la prima Coppa Campioni vinta con la Latte Rugiada Matera e la Coppa Uefa vinta con il Parma”. Uva ha lavorato sempre in posizioni di vertice in tre sport differenti (calcio, pallavolo e pallacanestro) e con il Coni in Italia, ha scritto sei libri e creato oltre quindici anni fa ReportCalcio e il Bilancio di sostenibilità della Figc, ma è sempre alla ricerca di nuove esperienze. “Penso che il ciclo naturale di un manager sia fra i 4 e 6 anni – spiega nell’intervista rilasciata all’agenzia ITALPRESS -. Io ho sempre sentito la necessità di avere forti motivazioni per far crescere e innovare le aziende per le quali ho lavorato, talvolta magari in modo molto ‘disruptivè. Penso che chi sta a lungo nella stessa posizione si appiattisce ed entra in una confort zone pericolosa sia per stesso che soprattutto per la società per cui lavora. Poi bisogna sempre usare il tempo di permanenza per far crescere nuovi talenti e il proprio successore”. Il lavoro strategico alla Uefa è arrivato nel momento di maggiore maturità professionale e Uva spiega perchè: “Avevo voglia di una esperienza internazionale e sono arrivati due distinti momenti molto formativi e stimolanti: i quattro anni da vice presidente della Uefa e dal 2021 il ruolo operativo quale direttore della sostenibilità. Non sono io a dover identificare i successi ottenuti, ma vedere la Uefa essere punto di riferimento per la sostenibilità a tutti i livelli e aver avuto un ruolo attivo nell’organizzazione dell’ultimo Europeo in Germania, sicuramente mi ha reso felice così come i risultati riportati nell’ESG Report appena presentato a Francoforte. Come immagino il calcio tra 20 anni? Parliamo di uno dei settori che sino ad oggi non ha conosciuto crisi. Tutti i dati, dal pubblico che lo segue dal vivo e sulle diverse piattaforme digitali sino al business economico, crescono senza sosta. Immaginarselo fra 20 anni non è semplice ma sicuramente bisognerà mettere la sostenibilità nelle sue cinque dimensioni (sportiva, finanziaria, ambientale, sociale e culturale) al centro della visione futura facendole dialogare in modo coordinato. E’ una sfida che vale la pena di affrontare per avere un calcio che sappia essere leader nel sistema sportivo ma soprattutto abbia un impatto positivo nella società civile”.
Il tema della sostenibilità è diventato una priorità per la Uefa e non solo, da questo punto di vista anche l’Italia sta facendo grandi passi avanti, anche se i club potrebbero fare qualcosa di più. “Il mio ruolo mi impone di non andare nel merito delle singole federazioni nazionali. La Uefa ne segue e supporta 55 in Europa e tutte stanno realizzando che serve accelerare sul tema, cambiando il paradigma ovvero non subire passivamente i mali che provengono dalla società civile ma diventare soggetti attivi anticipando le necessità sociali e ambientali. Detto questo mi sembra che sia la Figc che la Lega A stiano facendo passi avanti significativi, mentre vedo un pò indietro, con qualche eccezione, i club”. Alcune statistiche farebbero emergere un calo di interesse delle nuove generali nei confronti del calcio, la Uefa in questo senso è molto attenta. “La capacità di anticipazione è una regola indispensabile per mantenere la leadership in qualsiasi settore, sport compreso. Noi studiamo l’evoluzione naturale delle abitudini dei tifosi del calcio legati ai consumi del futuro. Ovviamente ci sono molte differenze nei 55 paesi europei, ma io vedo più opportunità che rischi. Basta saper analizzare i segnali che vengono e programmare il futuro per tempo”. Intanto, la Uefa cerca nuovi format sia per aumentare i ricavi dei club ma anche per non disperdere il patrimonio di fan: quest’anno sta debuttando quello della Champions. “Il cambio del format è qualcosa che avviene dopo alcuni cicli e ovviamente la Uefa di concerto con i club studia formule che possano attrarre e aumentare l’attenzione dei tifosi e degli appassionati di calcio. Sono convinto che la nuova formula, dopo una prima fase di necessaria comprensione, piacerà ai tifosi e ai media”.
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(ITALPRESS).
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La Juventus soffre per un tempo, poi piega il Pafos 2-0: Spalletti si risolleva in Champions
Pubblicato
2 ore fa-
10 Dicembre 2025di
Redazione
TORINO (ITALPRESS) – La Juventus batte 2-0 il Pafos nella sesta giornata della prima fase di Champions e con questo successo, il secondo di fila nel torneo, sale a 9 punti in classifica aumentando le chance di qualificazione alla fase successiva della competizione. La serata non era iniziata però per il verso giusto per i bianconeri e bisogna iniziare dalla fine del primo tempo e dai fischi dell’Allianz Stadium, per raccontare quella che è stata una prima parte di gara di pessima fattura. Una Juventus ancora una volta bruttina e senza idee si è fatta vedere solo con un possesso palla sterile che ha prodotto veramente poco. Un tiro a giro di Yildiz all’8′ deviato in tuffo da Michail e, soprattutto, un tocco sotto porta di David che non ha trovato lo specchio al 42′ sull’assist di testa di Kelly sono gli episodi degni di nota dei primi 45 minuti in cui, invece, un Pafos senza alcun timore reverenziale si è fatto apprezzare per intraprendenza e personalità. Fin dalle prime battute, la squadra cipriota si è presentata con buona regolarità nei pressi della porta di Di Gregorio e l’occasione più nitida è stata quella capitata al 32′ sui piedi di Anderson Silva che con un piattone di destro all’altezza del dischetto del rigore ha colpito il palo alla sinistra del portiere, mentre al 33′ su un angolo battuto da Orsic è stato Dragomir a provarci con una “volèe” di destro che ha costretto Di Gregorio alla deviazione sopra la traversa.
Nella ripresa, Juventus più intraprendente e, con il passare dei minuti, anche più offensiva nel tentativo di vincere questo snodo importante nella corsa alla fase a eliminazione diretta del torneo. Dopo quattro minuti dalla ripresa delle ostilità, Yildiz non ha trovato il tap-in vincente su una conclusione da fuori di Koopmeiners deviata da Michail, mentre al quarto d’ora l’estremo difensore cipriota si è immolato per respingere con il corpo una conclusione ravvicinata di Conceicao. Preludio del vantaggio bianconero arrivato con McKennie al 22′: trovato da Cambaso, l’americano ha saltato un avversario e da posizione defilata ha messo il pallone all’incrocio sul primo palo. Altri sei minuti ed è arrivato il raddoppio bianconero che ha di fatto chiuso la gara: da una giocata di Coinceicao a centrocampo, bravo a divincolarsi tra due avversari, la palla è finita sulla sinistra a Yildiz che ha servito David lesto a stoppare la palla e a battere rasoterra Michail.
IL TABELLINO
JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio 6.5; Kalulu 6, Kelly 6, Koopmeiners 6; McKennie 7, Miretti 5.5 (29’st Thuram sv), Locatelli 6 (15’st Openda 6), Cambiaso 6.5; Zhegrova 5 (1’st Conceicao 7), Yildiz 6.5 (39’st Cabal sv); David 6.5 (29’st Adzic sv). In panchina: Perin, Scaglia, Bremer, Kostic, Rugani, Joao Mario, Rouhi. Allenatore: Spalletti 6.5.
PAFOS (3-4-2-1): Michail 6; Luckassen 5, David Luiz 6, Goldar 5.5 (33’st Pileas sv); Bruno 6, Sunjic 6, Pepe 5.5, Orsic 6 (33’st Jajà sv); Correja 6 (44’st Langa sv), Dragomir 6 (33’st Bassouamina sv); Anderson Silva 6 (17’st Quina 5). In panchina: Gorter, Petrou, Dimata. Allenatore: Carcedo 6.
ARBITRO: Gil Manzano (Spagna) 6.5.
RETI: 22’st McKennie, 28’st David.
NOTE: serata fredda, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Sunjic, Locatelli. Angoli: 13-4 per la Juventus. Recupero: 1′; 3′.
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(ITALPRESS).
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Napoli sconfitto 2-0 in casa del Benfica, Mourinho complica il cammino europeo di Conte
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2 ore fa-
10 Dicembre 2025di
Redazione
LISBONA (PORTOGALLO) (ITALPRESS) – Napoli ko a Lisbona con il Benfica nella sesta giornata della league phase di Champions. La squadra di Conte perde 2-0 con i lusitani e incassa la terza sconfitta nella manifestazione, dopo quelle con Manchester City e Psv. Un gol per tempo (20′ Rios, 49′ Barreiro) per l’undici di Mourinho, che mette in fila il secondo successo in Champions, dopo il 2-0 esterno sull’Ajax, e sale in 25esima posizione a quota 6 punti, a una sola lunghezza dal Napoli. Partono meglio i lusitani, che si rendono pericolosi al 12′ con un tiro a giro di Aursnes fuori di poco. Qualche minuto dopo, è sempre il centrocampista del Benfica a divorarsi il gol del vantaggio: al 18′ Milinkovic-Savic sbaglia il disimpegno in fase di costruzione, Aursnes recupera la sfera e ha l’occasione di calciare da posizione favorevole, ma non inquadra lo specchio della porta da pochi passi. Al 20′ la squadra di Mourinho la sblocca: cross dalla trequarti di Dahl, McTominay prova ad allontanare ma in un rimpallo il pallone finisce in area piccola, con Rios che approfitta dell’indecisione della retroguardia partenopea per battere Milinkovic-Savic.
Timida reazione del Napoli nel secondo spicchio di primo tempo, ma l’undici di Conte termina i 45 minuti iniziali senza tiri nello specchio della porta difesa da Trubin. In avvio di ripresa i portoghesi allargano la forbice: al 49′ Rios scappa a McTominay, serve in mezzo Barreiro, che con un grande colpo di tacco sorprende un Milinkovic-Savic poco reattivo. Napoli tramortito dal gol subito e ritmi che tornano bassi con il Benfica in controllo. Il primo vero squillo degli uomini di Conte porta la firma di Neres, che al 71′ scalda i guantoni di Trubin con un mancino centrale dai 25 metri. I padroni di casa lasciano il pallino del gioco in mano al Napoli, senza patire eccessivamente il pressing finale degli uomini di Conte e portando a casa tre punti fondamentali. Per i campioni d’Italia la strada verso i play-off si fa in salita.
IL TABELLINO
BENFICA (4-2-3-1): Trubin 6; Dedic 6.5, Araujo 6.5, Otamendi 6, Dahl 6; Rios 7, Barrenechea 6.5; Aursnes 6 (49’st Freitas sv), Barreiro 7 (50’st Neto), Sudakov 6 (31’st Silva 6); Ivanovic 6 (31’st Pavlidis 6). In panchina: Soares, Manu, Schjelderup, Prestianni, Wynder, R.Rego, Veloso, J.Rego. Allenatore: Mourinho 6.5.
NAPOLI (3-4-3): Milinkovic-Savic 5; Beukema 6 (1’st Politano 6), Rrahmani 5.5, Buongiorno 5.5 (14’st Juan Jesus 6); Di Lorenzo 5.5, McTominay 5, Elmas 5.5 (36’st Vergara sv), Olivera 6 (1’st Spinazzola 6); Neres 5.5, Hojlund 6, Lang 6 (29’st Lucca 6). In panchina: Contini, Ferrante, Ambrosino. Allenatore: Conte 5.5.
ARBITRO: Vincic (Slovenia) 6.
RETI: 20’pt Rios, 4’st Barreiro.
NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Lang, Dedic, Vergara. Angoli: 2-6. Recupero: 2′; 7′.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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Gasperini vuole ritrovare la sua Roma “Col Celtic i punti pesano”
Pubblicato
4 ore fa-
10 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Due sconfitte e zero gol fatti nelle ultime due gare. La Roma si è smarrita in campionato e punta a ritrovarsi in Europa League. Dopo i passi falsi contro Napoli e Cagliari, i giallorossi di Gian Piero Gasperini fanno visita al Celtic per migliorare una classifica europea che vede Dybala e compagni al quindicesimo posto con nove punti. La conferenza stampa della vigilia del tecnico si apre proprio con un passaggio sulle condizioni dell’argentino: “Quando un giocatore è guarito, è in condizione di giocare. Dybala ha avuto un contrattempo, un’influenza. Ma si allena da diversi mesi e tutti i giocatori sono in grado di giocare 90′”, spiega Gasperini che non vede una stanchezza fisica nella sua squadra, pur riconoscendo che “l’espressione delle ultime partite è stata mano efficace di altre volte”.
Di fronte ci sarà il Celtic, squadra che ha affidato da pochi giorni la panchina a Wilfried Nancy, fresco di esordio con tanto di sconfitta contro gli Hearts. Gasperini mette in guardia i suoi: “Il Celtic è un’ottima squadra, anche nell’ultima partita ha fatto una buonissima gara nonostante il risultato negativo. Non è mai facile giocare in questo stadio che trasuda tradizione e storia. Domani sarà una bella partita, entrambe le squadre vogliono ottenere dei punti che iniziano a pesare”.
L’anticipazione di formazione è la maglia dal 1′ per Pisilli, oltre che per Celik, squalificato lunedì contro il Como in campionato. Contro i lariani è in dubbio la presenza di El Aynaoui e Ndicka, entrambi destinati a disputare la Coppa d’Africa con le maglie di Marocco e Costa d’Avorio, che sperano di avere i due giocatori il prima possibile, magari già lunedì: “Non abbiamo certezze, speriamo di averle domani perchè la prossima partita di campionato è vicina. La società sta parlando con le federazioni. Per quanto riguarda El Aynaoui, devo vedere se ha superato bene il problema al ginocchio che si sta trascinando da qualche giorno, mentre Ndicka può giocare ogni giorno”, aggiunge con una battuta.
Al fianco di Gasperini, c’è Mario Hermoso. Da possibile esubero in estate a fedelissimo del tecnico di Grugliasco, il difensore spagnolo si gode il momento: “Questo tipo di calcio mi piace. L’affinità di Gasperini con Simeone sta nella capacità di trasmettere qualcosa a squadre composte da calciatori con lingue e culture diverse. Andiamo tutti nella stessa direzione”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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