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Cronaca

Alopecia areata, presentati il Libro Bianco e il Manifesto nazionale

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ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuta oggi presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato la presentazione ufficiale del Libro Bianco dell’Alopecia Areata e del relativo Manifesto.
L’evento ha rappresentato un momento cruciale per sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e la comunità scientifica sull’impatto fisico, psicologico e sociale di questa patologia autoimmune, ancora troppo spesso sottovalutata.
Il progetto, realizzato da FB&Associati e voluto dall’Associazione Italiana Pazienti Alopecia and Friends OdV (AIPAF OdV), ha ricevuto il patrocinio delle più autorevoli Società Scientifiche del settore, tra cui l’Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica (ADOI), la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), della Società Italiana di Tricologia (S.I.Tri.), della Società Italiana di Dermatologia Pediatrica (SIDerP) e della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) ed è stato realizzato grazie al contributo non condizionante di Giuliani, Lilly, Pfizer, CRLab e Difa Cooper Cantabria.
L’incontro odierno ha evidenziato la partecipazione attiva e centrale di tutti gli attori coinvolti nel progetto, insieme a rappresentanti istituzionali ed esperti scientifici. AIPAF OdV, in stretta collaborazione con gli attori presenti, ha sottolineato il valore cruciale di una sinergia forte e strutturata per trasformare i bisogni dei pazienti in azioni concrete e mirate.
“L’Alopecia Areata non è solo una questione estetica, ma una condizione che influisce profondamente sulla vita di chi ne è colpito. Per questo è fondamentale che venga riconosciuta a livello istituzionale come una malattia invalidante, per garantire ai pazienti accesso a cure, supporto psicologico e servizi che li aiutino a vivere con serenità. Come AIPAF OdV, stiamo lavorando per creare consapevolezza e spingere affinchè i pazienti ricevano il rispetto e il supporto che meritano. Per molti pazienti, la perdita dei capelli non è solo un problema fisico, ma anche emotivo e sociale. Come associazione, ci impegniamo a creare una rete di supporto che offra assistenza, informazioni e soprattutto libertà di scelta: se una persona vuole indossare una parrucca o mostrarsi senza capelli, deve poterlo fare senza timori o pregiudizi. Vogliamo che ogni paziente si senta libero di vivere la propria condizione senza vergogna, con la consapevolezza di avere alle spalle una comunità solidalè, afferma Claudia Cassia, Presidente dell’Associazione Italiana Pazienti Alopecia and Friends OdV (AIPAF OdV).
Comunità scientifica, istituzioni e associazioni pazienti lavorano in sinergia per migliorare la qualità di vita di coloro che affrontano quotidianamente questa condizione, che colpisce lo 0,2% della popolazione generale, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dalle abitudini alimentari, dai comportamenti igienici e personali. “Negli ultimi anni, abbiamo fatto significativi passi avanti nella comprensione dei sofisticati meccanismi immunitari che causano l’Alopecia Areata. Grazie a queste scoperte, oggi possiamo utilizzare farmaci target, mirati a colpire selettivamente gli intimi meccanismi alla base di questa malattia. Tali farmaci già impiegati con successo in altre malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, potranno essere usati anche per trattare i pazienti con Alopecia Areata. La nostra speranza è che in futuro le terapie diventino ancora più efficaci e personalizzate, permettendo a chi soffre di questa malattia di migliorare sensibilmente la propria qualità di vità, dichiara Alfredo Rossi, Professore Associato presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Roma La Sapienza, Policlinico Umberto I.
“Il ‘Libro Bianco dell’Alopecia Areatà rappresenta un passo importante per sensibilizzare sia i medici che i pazienti -continua Michela Valeria Rita Starace, Unità Dermatologia, IRCCS Azienda Ospedaliero- Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Dipartimento di Scienza medica e chirurgica, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna -. E’ uno strumento che aiuta a diffondere informazioni scientifiche e pratiche, rendendo il percorso di cura più chiaro e accessibile. Inoltre, è fondamentale per promuovere il riconoscimento dei diritti dei pazienti, perchè fa luce sulle loro difficoltà e sui loro bisogni reali, rafforzando la loro voce e la richiesta di un’assistenza adeguata. Ma soprattutto, è un mezzo importante per dare dignità a questa malattià.
Il Libro Bianco ha voluto dedicare un focus particolare al ruolo del Medico di Medicina Generale, figura fondamentale per il paziente affetto da Alopecia Areata. ‘Il Medico di Medicina Generale (MMG) è il primo punto di accesso alle cure per la maggior parte dei pazienti, anche per condizioni come l’Alopecia Areata, che ha un forte impatto emotivo oltre che fisico. Il nostro ruolo è fondamentale per identificare precocemente i sintomi, indirizzare verso lo specialista e fornire un supporto continuativo. Per valorizzare il MMG in questo percorso, appare utile promuovere una formazione specifica sulla patologia e rafforzare il collegamento con i dermatologi, creando un team di cura integrato che possa rispondere al meglio ai bisogni dei pazientì, sottolinea Giuseppe Zagami, Vicesegretario Nazionale Vicario FIMMG, Esecutivo Nazionale Continuità Assistenziale.
“L’Alopecia Areata non è soltanto una patologia medica, ma un fenomeno con rilevanti implicazioni sociali, relazionali ed economiche. I costi diretti per la gestione clinica e quelli indiretti legati alla perdita di produttività, all’isolamento sociale e all’impatto psicologico possono essere estremamente significativi. Questo Libro Bianco si pone come uno strumento prezioso per comprendere non solo l’onere sanitario, ma anche il peso che questa malattia esercita sulla società nel suo complesso, invitando a riflettere sulla necessità di politiche sanitarie più inclusive e sulle adeguate risorse per affrontarlà, prosegue Giovanni Ciofalo, Professore Associato in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale della Sapienza Università di Roma.
La sensibilizzazione e il sostegno ai pazienti rappresentano un aspetto fondamentale nell’affrontare questa sfida. L’Alopecia Areata è una patologia che può notevolmente influire sul benessere psicologico e sull’autostima delle persone che ne sono colpite. “L’Alopecia Areata, come molte altre malattie autoimmuni, richiede un’attenzione che vada oltre il semplice trattamento medico, investendo su prevenzione, diagnosi precoce e supporto globale ai pazienti. L’intergruppo parlamentare per la prevenzione e la cura delle malattie autoimmuni, che ho avuto l’onore di fondare, nasce proprio con l’obiettivo di dare voce a patologie come questa, troppo spesso ignorate. La presentazione del Libro Bianco sull’Alopecia Areata è un passo importante verso un approccio più consapevole, multidisciplinare e inclusivo, capace di rispondere alle reali necessità di chi vive ogni giorno le difficoltà di queste malattiè, dichiara il senatore Ignazio Zullo, Membro della 10° Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Senato della Repubblica.
Il Libro Bianco dell’Alopecia Areata offrirà per la prima volta una panoramica nazionale sul percorso di cura del paziente con questa patologia, al fine di costruire un sistema che riconosca a pieno le esigenze dei pazienti, favorendo la collaborazione tra associazioni di pazienti, medici e policy makers “Attualmente, la legislazione italiana prevede diverse misure per il supporto ai pazienti con malattie croniche, ma per l’Alopecia Areata è necessario fare di più. Le istituzioni possono intervenire promuovendo il riconoscimento della patologia nell’ambito delle malattie croniche e invalidanti, facilitando così l’accesso ai trattamenti e ai servizi di supporto psicologico. Il mio impegno, e quello della I Commissione, è lavorare affinchè venga aumentata l’attenzione su queste tematiche e si sviluppino politiche sanitarie che riconoscano e rispondano alle esigenze specifiche di chi convive con questa malattià, sottolinea Augusta Montaruli, Membro della I Commissione (Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni), Camera dei deputati.
Conclude la Società Italiana di Tricologia (S.I.Tri.): ‘Il Libro Bianco sull’Alopecia Areata rappresenta un punto di riferimento cruciale, una sintesi autorevole che finalmente porta al centro del dibattito scientifico e sociale una patologia complessa e spesso fraintesa. Per noi della S.I.Tri., questo documento è un manifesto che promuove conoscenza, sensibilità e innovazione. La sua realizzazione ci permette di tracciare un percorso chiaro per migliorare la diagnosi, l’accesso alle cure e il supporto ai pazienti, restituendo a questa condizione la dignità che merita e offrendo risposte concrete alle esigenze di chi ne è colpitò.

– foto ufficio stampa FB&Associati –
(ITALPRESS).

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Carapaz vince in solitaria al Giro, Del Toro resta maglia rosa

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CASTELNOVO NE’ MONTI (ITALPRESS) – E’ Richard Carapaz a vincere l’undicesima tappa del Giro d’Italia 2025, la Viareggio-Castelnovo nè Monti di 186 chilometri. Non cambia nulla in classifica generale, con Isaac Del Toro, secondo al traguardo, che rimane in maglia rosa. E’ stata una frazione movimentata, decisiva la presenza del San Pellegrino in Alpe a metà percorso: tanti gli scatti, una maxi fuga composta da 40 corridori ha iniziato a guadagnare terreno sul gruppo degli uomini di classifica. Nel finale sono rimasti in cinque, ovvero Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), Luke Plapp (Team Jayco AlUla), Nairo Quintana (Movistar Team), Wout Poels e Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), ma a 9 chilometri dal traguardo l’azione della UAE Team Emirates-XRG, la squadra del leader della generale, ha permesso al gruppo di ricucire lo strappo recuperando terreno sui fuggitivi. Verso la salita di Pietra di Bismantova è stato Richard Carapaz a trovare lo scatto decisivo: lo scalatore ecuadoriano della EF Education-EasyPost è tornato alla vittoria al Giro dopo sei anni dal trionfo nel 2019, secondo a 10″ il messicano Isaac Del Toro, terzo l’azzurro Giulio Ciccone (Lidl-Trek). “Questa vittoria è qualcosa di speciale e bellissimo, sapevo che c’era un grande lavoro da fare – ha detto Carapaz, campione olimpico in linea a Tokyo – E’ un Giro molto aperto, manca molta strada, ma voglio provarci fino all’ultimo giorno. Dedico la vittoria alla mia famiglia, tutto è possibile, ci sono tante montagne da qui alla fine”. Domani la dodicesima tappa, la Modena-Viadana (Oglio-Po) di 172 chilometri, una frazione dedicata interamente ai velocisti.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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A Milano inaugurato il nuovo Punto Luce di Save the Children

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MILANO (ITALPRESS) – È stato inaugurato questa mattina, a Milano, il nuovo Punto Luce di Save the Children, centro ad alta intensità educativa per supportare il percorso di crescita di bambini, bambine e adolescenti del Gallaratese a fianco di scuole, istituzioni e associazioni del territorio, alla presenza di: Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, Giulia Pelucchi, Presidente Municipio 8 di Milano, Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia, Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, Sara Mariazzi, Presidente Cooperativa EQUA, le studentesse, gli studenti e il Dirigente scolastico, Giovanni Pietro Poggio, dell’Istituto Comprensivo Borsi di Milano, Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer di Intesa Sanpaolo, Roberto Selva, Advisor Marketing e Comunicazione di Esselunga, le ragazze e i ragazzi dell’Istituto Professionale Carlo Porta di Milano che hanno preparato il catering per l’evento.

Il Punto Luce si trova in via Ojetti 20, nel quartiere Gallaratese, e si aggiunge alla rete territoriale già sviluppata in questi anni da Save the Children: è il terzo Punto Luce aperto dall’Organizzazione nella città di Milano, dopo quelli del Giambellino e di Quarto Oggiaro. Grazie a un’offerta educativa modulare e differenziata, realizzata in collaborazione con EQUA Cooperativa Sociale e con altri attori del territorio, il Punto Luce ogni anno coinvolgerà oltre 1.000 bambine, bambini e adolescenti tra i 6 e i 18 anni e, a partire da settembre, le attività verranno estese anche ai minori 0-6 anni e alle loro famiglie.

Con un giardino di circa 2 mila metri quadri, il Punto Luce offre anche un ampio spazio di verde urbano per i giovani, un luogo di aggregazione per il benessere fisico, lo sviluppo educativo, sociale ed emotivo di bambini e adolescenti, oltre che uno spazio aperto alla comunità con eventi e iniziative che verranno co-progettati insieme alle altre realtà del quartiere.

Il Punto Luce – il 27 esimo aperto da Save the Children in Italia – nasce con l’obiettivo di contrastare le diseguaglianze e la povertà educativa e promuovere il benessere di ragazze e ragazzi, consentendo loro di costruirsi un futuro attraverso un ambiente educativo ricco di opportunità. Sarà un presidio socioeducativo per il territorio capace di intercettare i nuovi bisogni degli adolescenti e di sperimentare nuove azioni per il contrasto alle diseguaglianze educative e sociali.

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Il Punto Luce nasce per rispondere alle esigenze di un quartiere, il Gallaratese, caratterizzato da una forte presenza di bambini, ragazzi e ragazze con background migratorio (il 40% ha almeno un genitore di origine straniera) e il 12% delle famiglie con bambini composto da nuclei mono genitoriali, nella gran parte dei casi mamme con uno o più figli. In Lombardia un minore su 6 vive in condizione di povertà relativa (16,1%), con una dispersione scolastica del 7,7%.

Nella provincia di Milano il 35,2% degli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado non ha competenze numeriche adeguate (in Lombardia sono il 35,4%) e uno su tre (33,5%) non ha competenze alfabetiche adeguate (la media regionale è del 33,3%). Poco meno di un giovane su 10 (9,6%) non studia e non lavora, in Lombardia la percentuale sale al 10,6%.

“La presenza di Save the Children a Milano risale a oltre dieci anni fa e in questo tempo abbiamo raggiunto migliaia di minori – più di 5.500 solo nel 2024 – con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa partendo dall’ascolto dei loro desideri e delle aspirazioni per accompagnarli nel loro percorso di crescita. L’esperienza positiva dei nostri Punti Luce ci ha dimostrato che dare a bambini, bambine e adolescenti la possibilità di immaginare il proprio futuro liberamente, senza preclusioni dettate dal contesto di provenienza, potenziando le risorse per prevenire la povertà educativa e sperimentando modelli di intervento integrato, genera un cambiamento positivo sia nei protagonisti che nel territorio”, ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.

“Le straordinarie risorse che bambini, bambine e adolescenti sanno mettere in campo, se ascoltati, stimolati e sostenuti nei loro diritti e nelle loro aspirazioni, sono la migliore risorsa per la rigenerazione dei territori che abitano. Questo costante lavoro in rete con le istituzioni, le realtà del territorio, gli insegnanti e i genitori, punta a far nascere e crescere una vera e propria comunità educante, con un approccio concreto e strategico di corresponsabilità rispetto ai percorsi di crescita di tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti”.

Il Punto Luce Gallaratese è uno spazio che promuove un’educazione di qualità in contesti non formali e l’inclusione sociale. Si pone come un laboratorio permanente di sperimentazione in cui proporre e testare metodologie di intervento innovative. Il nuovo Punto Luce mette al centro, nello specifico, gli adolescenti e mira a promuovere il loro benessere con azioni educative concrete e di qualità che tengano conto della sostenibilità ambientale e sociale come leva per formare cittadine e cittadini attivi e consapevoli.

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Bambine, bambini e adolescenti sperimenteranno diversi tipi di attività: dai laboratori esperienziali per lo sviluppo della capacità espressiva agli incontri dedicati alla sostenibilità ambientale, e ancora il sostegno allo studio, l’accesso alle nuove tecnologie e attività legate allo sviluppo di un pensiero critico sul mondo digitale per promuovere un accesso pieno, competente e sicuro alla rete.

All’interno della struttura è presente anche un Makerspace, un laboratorio di produzione digitale dove ragazze e ragazzi potranno apprendere attraverso l’uso di macchinari, strumenti tecnologici e percorsi di progettazione e sperimentazione.

Inoltre, per sostenere il percorso di crescita di bambini e adolescenti in situazione di particolare fragilità, l’Organizzazione attiverà le Doti Educative, ovvero piani individuali di supporto per minori in condizioni certificate di disagio economico, che verranno individuati grazie alla rete territoriale, dalla scuola ai servizi sociali di riferimento.

In linea con quanto avviene per tutta la rete nazionale, anche il Punto Luce Gallaratese lavora insieme a scuole, associazioni e istituzioni del territorio con l’obiettivo di rafforzare le reti di supporto per l’infanzia e l’adolescenza. Nello specifico, grazie alla collaborazione con la rete QuBì Municipio 8, che da anni promuove un modello di welfare territoriale, il Punto Luce metterà a disposizione dei servizi esistenti i propri spazi e le proprie competenze per rispondere in modo più efficace ai bisogni delle famiglie e dei minori.

“Il Punto Luce di Save the Children al Gallaratese ha tutte le caratteristiche per diventare un luogo di riferimento per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze del quartiere, soprattutto per chi tra loro vive una situazione di fragilità – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala -. Sono felice di constatare che la dimensione sociale sia al centro del progetto di rigenerazione urbana dell’area. Il Punto Luce che inauguriamo oggi, in via Ojetti, è uno spazio positivo e propositivo, un posto in cui adolescenti e preadolescenti potranno trovare sostegno ed esprimere sé stessi in attività creative, ricreative e culturali, in cui impareranno a stare insieme, a condividere esperienze e valori, un luogo in cui coltiveranno interessi, talenti e passioni. Grazie anche alla collaborazione con la rete QuBì del Municipio 8, le scuole, le associazioni e le realtà che operano sul territorio a favore dei nostri giovani, questo nuovo Punto Luce sarà un ulteriore e strategico presidio educativo e sociale per la comunità del Gallaratese”.

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In attesa che la struttura fosse completata, già a partire da febbraio, gli educatori del Punto Luce hanno avviato diverse attività educative sul territorio che hanno coinvolto più di 240 bambine, bambini, ragazzi e ragazze delle scuole primarie e secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Borsi in laboratori di teatro, musica, lettura, corsi di potenziamento della lingua italiana dedicata ai bambini con background migratorio, laboratori dedicati alla sostenibilità ambientale, alla scoperta della coltivazione idroponica, dell’energia rinnovabile attraverso la costruzione di lanterne alimentate dal sole e di attività di progettazione di arredi urbani con l’obiettivo di trasformare lo spazio pubblico in chiave sostenibile e partecipata.

La programmazione verrà ciclicamente aggiornata e arricchita grazie al confronto costante con i partecipanti alle attività e con la rete delle associazioni territoriali. Il Punto Luce nasce su un’area interessata da un progetto di rigenerazione urbana del Comune di Milano di circa 3000 metri quadri, concessa a Save the Children con diritto di superficie trentennale (fino al 2052). La nuova struttura che ospita il Punto Luce è stata progettata dallo studio di architettura AOUMM sotto la supervisione dell’architetto Luca Astorri con una forte attenzione alla sostenibilità ambientale.

Costruita interamente in legno, con materiali ecocompatibili e soluzioni energetiche efficienti, è caratterizzata da una forma circolare e spazi aperti, dinamici e versatili pensati per accogliere bambini e adolescenti e offrire soluzioni flessibili e creative nello svolgimento delle varie attività. L’edificio, di 650 metri quadri circa, ha un tetto verde con una copertura vegetale e pannelli solari, piante che cambiano a seconda delle stagioni e un impianto fotovoltaico capace di coprire l’intero fabbisogno del Punto Luce.

La struttura racchiude un cortile interno, mentre intorno si trova un ampio giardino esterno di circa 2000 metri quadri con alberi, camminamenti e piazzole in pavimentazione drenante. Il Punto Luce è stato realizzato da Save the Children. Esselunga e Intesa Sanpaolo hanno voluto affiancare ancora una volta l’Organizzazione in un progetto di grande impatto nel contrasto alla povertà educativa.

Hanno contributo: Confagricoltura Senior L’Età della Saggezza Onlus; iGuzzini; IKEA Italia; Svea Solar; Theatro. Il Punto Luce si trova in via Ojetti 20, a Milano, ed è aperto per le attività educative dal lunedì al venerdì dalle ore 14 alle 18:30. Lo spazio è aperto, inoltre, alla mattina per attività con le scuole, le famiglie e la rete territoriale. Le attività sono realizzate insieme a EQUA Cooperativa sociale.

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I Punti Luce di Save the Children, presenti in 20 città italiane di 15 regioni, dal 2014 a oggi i hanno accompagnato più di 63 mila bambine, bambini e adolescenti nel loro percorso per apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.

– Foto xm4/Italpress –

(ITALPRESS)

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Intesa Sanpaolo, alle Gallerie d’Italia “Chi sei, Napoli?” di JR

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NAPOLI (ITALPRESS) – Le Gallerie d’Italia portano a Napoli l’artista francese JR, tra i più importanti rappresentanti della scena artistica contemporanea, famoso in tutto il mondo per i suoi progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale.
E’ stato presentato oggi alle Gallerie d’Italia in Via Toledo, museo di Intesa Sanpaolo a Napoli, il nuovo progetto ‘Chi sei, Napoli?’, ottavo capitolo delle della serie ‘Chronicles’, che dopo Clichy-Montfermeil (2017), San Francisco (2018), New York (2018), Miami (2022), Kyoto (2024), tre città americane (Dallas, Saint Louis e Washington DC) per un murale sul tema delle armi in America (2018), e quindici città di Cuba (2019) giunge nella città partenopea con la prima installazione di questo tipo in Italia, realizzata con il patrocinio del Comune di Napoli.
L’opera site-specific di JR verrà presentata oggi, alle 19 in Via Duomo, di fronte alla facciata della “Cattedrale di San Gennaro”, Duomo di Napoli, trasformata in un mosaico di volti locali, incarnando lo spirito comunitario, la resilienza, l’energia e l’anima polimorfa della città. L’inaugurazione dell’opera, aperta alla cittadinanza, si svolgerà alla presenza dell’artista, di Michele Coppola, Direttore Generale delle Gallerie d’Italia, del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, di Mons. Gennaro Matino, Vicario Generale Arcidiocesi di Napoli e di Padre Antonio Loffredo, Vicepresidente della Fondazione Napoli C’entro. La collaborazione dell’Arcidiocesi di Napoli, attraverso la Fondazione Napoli C’entro, è stata fondamentale per consentire la realizzazione dell’opera su un luogo sacro per la città, riconoscendo il valore sociale e simbolico del progetto di JR.
Nel settembre 2024, l’artista francese JR ha iniziato a Napoli un’esplorazione profonda dell’identità culturale complessa della città. In una settimana, dal 23 al 29 settembre, sono stati protagonisti i cittadini di sette quartieri, con set fotografici allestiti a Piazza Sanità, Piazza Dante, Fuorigrotta, Mergellina, San Giovanni a Teduccio, Piazza Cavour e Borgo di Sant’Antonio.
Durante questo periodo intenso, sono stati raccolti i ritratti e le storie di 606 napoletani provenienti da diversi background sociali e culturali, catturando così l’essenza di Napoli. Se il progetto fosse stato fatto una settimana prima o dopo, sarebbe stato completamente diverso. E’ fatto delle persone che erano lì, in quel momento.
Il risultato del lavoro di JR è un collage fotografico monumentale sulla facciata del Duomo e raccontato nella sua composizione in una mostra alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo in via Toledo, dove si potrà rivivere anche il ‘dietro le quintè. In mostra verranno presentati anche tre murales della serie ‘Chronicles’, realizzata in Francia (Chroniques de Clichy-Montfermeil), a Cuba (Las Crònicas de Cuba) e in USA (The Gun Chronicles: A Story of America), per mostrare come l’arte di JR possa stimolare conversazioni creando un potente impatto visivo.
Napoli, con il suo carattere contrastante – raffinata e ruvida, poetica e caotica, sospesa tra mare e vulcano -, si è rivelata un luogo ideale per questa narrazione collettiva. Le donne e gli uomini che hanno partecipato al progetto – pizzaioli, vigili del fuoco, poliziotti, sacerdoti, scrittori, musicisti, turisti, nonne, studenti, e il sindaco stesso – hanno scelto come farsi rappresentare, e hanno raccontato la loro storia in italiano o in napoletano. I ritratti, realizzati tutti con la stessa luce, assegnano pari dignità a ogni persona coinvolta. Le registrazioni vocali sono disponibili sul sito jrchronicles.net.
JR ha un legame personale con Napoli e la sua cultura: il suo studio a Soho, New York, si trova a pochi isolati da Mulberry Street, cuore della comunità italiana e sede della Festa di San Gennaro. Nel 2014 ha realizzato “Unframed” sull’isola di Ellis, incollando immagini storiche di immigrati – molti dei quali napoletani – sull’ex ospedale dell’isola. Con il cortometraggio “Ellis”, interpretato da Robert De Niro, JR ha reso omaggio ai tanti che da Napoli sono partiti per cercare una nuova vita in America.
Attraverso ‘Chi sei, Napoli?’, JR invita ognuno a riflettere su come vorrebbe essere ricordato. L’opera, che unisce arte e partecipazione, passato e presente, intende stimolare nuove conversazioni, generare incontri inaspettati e restituire alla città un ritratto in cui ogni abitante possa riconoscersi.
“E’ stato straordinario tornare a lavorare con JR, artista e fotografo tra i più magnetici, conosciuti e seguiti, in un grande progetto di arte collettiva che dalle Gallerie d’Italia di via Toledo coinvolge tutta Napoli – ha detto Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo -. Un enorme e sorprendente affresco racconta sulla facciata del Duomo, nel luogo simbolo della città, le storie di centinaia di napoletani, dando forma spettacolare al dialogo continuo fra persone, strade, monumenti e arte che è una delle bellezze più inconfondibili di Napoli. JR usa la creatività come azione sociale e trasforma l’arte in una forza contagiosa capace di raggiungere e unire le persone. Chi sei, Napoli? sottolinea in modo evidente la funzione pubblica delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e rende l’impegno in cultura della più importante banca del Paese un collante tra istituzioni, realtà culturali e artisti, per dare vita a racconti ed esperienze uniche. Le cronache di Napoli sono la conferma del profondo legame tra le Gallerie d’Italia e la città, proprio in occasione del terzo anniversario dell’apertura del museo nel 2022”.
“Napoli è una delle città più interessanti d’Europa perchè la sua vita frenetica, la sua energia non si trovano in nessun altro posto. Per strada, ad esempio, nessuno rispetta il codice della strada, ma tutti si prendono cura l’uno dell’altro – ha detto JR -. La tecnologia non ha disconnesso le persone, che si chiedono aiuto a vicenda per strada. Viene da chiedersi per quanto tempo ancora potrà rimanere così. I napoletani sono molto orgogliosi della loro città e di accoglierci qui. Napoli è una città calda e accogliente, unica, anche in Italia, dove tutti sanno che c’è una verità in questa città che ogni altra città ha perso. Sono molto onorato di aver potuto creare ‘Le Cronache di Napolì qui e di presentarlo sul Duomo e alle Gallerie d’Italia”.
Per il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ‘l’arte pubblica ha un grande valore per le città, culturale e sociale, che va ad arricchire il patrimonio artistico di Napoli già di per sè straordinaria. E così, anche i luoghi di culto possono, proprio attraverso l’arte pubblica, esprimere nuovi significati e diventare veicolo di messaggi collettivi estremamente evocativi. La facciata del Duomo di Napoli diventa, con il lavoro dell’artista francese JR, un caleidoscopio di umanità e rappresenta, verso l’esterno, le anime della città. I ritratti – tra cui anche io, ed è stata una bellissima esperienza prendervi parte – incontrano lo spazio urbano e lasciano un segno del lavoro svolto, contribuendo a delinearne l’identità, fatta di storie personali vere. Alle Gallerie d’Italia – ha sottolineato Manfredi – il racconto del progetto creerà ulteriori occasioni di incontro e di dialogo, in continuità con l’installazione site-specific. L’arte ha un grande valore sociale e l’unione di queste storie, molto diverse le une dalle altre, opera per ricomporre le differenze ed esprime due principi fondamentali: la coesistenza e la condivisione, tra passato, presente e futuro”.
Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli, ha detto: “Sono felice che il sogno artistico di JR e del suo staff sulla facciata della nostra Cattedrale in questi giorni trovi compimento: la facciata del nostro Duomo grazie a questa iniziativa nei prossimi giorni non sarà solo una parete decorata, ma un respiro collettivo, un mosaico di umanità che ci ricorda che siamo un popolo in cammino, non un’istituzione che si guarda allo specchio. Perchè la Chiesa non è un edificio da custodire, ma una vita da condividere. E’ carne, voce, lacrime e speranza. E’ il popolo di Dio, fatto di donne e uomini concreti, con le mani sporche di quotidiano e il cuore rivolto al cielo. Questa opera ne è segno: volti che si affacciano sulla città come una benedizione, mani che si intrecciano come preghiere silenziose, occhi che parlano di futuro. Non nascondiamo le nostre fragilità, anzi le esponiamo, perchè crediamo che Dio non abiti la perfezione, ma l’amore. E il Figlio di Dio, facendosi uomo, ha preso proprio la nostra forma: quella umile e impastata di contraddizioni, come un presepe che racconta non la favola di una notte, ma il riscatto quotidiano di un popolo. E’ questo il volto della Chiesa che sogniamo: una casa aperta, una tenda piantata in mezzo alla gente, che non divide ma accoglie, che non giudica ma accompagna, che non impone ma serve. E se oggi questa facciata respira un’aria nuova, è perchè dietro ogni pietra ci sono storie vive – ha evidenziato -. E noi vogliamo continuare a camminare con la nostra gente, con la nostra città di Napoli, con il Vangelo tra le mani e la speranza nel cuorè. ‘Desidero ringraziare di cuore JR per aver condiviso con noi il suo sguardo e la sua arte, e tutti coloro che hanno reso possibile questa bellissima opera, sostenendola anche con generosità. Grazie a chi ha creduto che l’arte potesse diventare parola viva, ponte tra il cielo e la terra, specchio della dignità di ogni persona”, ha concluso.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).

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