Economia
Camerun, 70 km di strada asfaltata Made in Italy grazie a SACE, SIMEST e Deutsche Bank
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10 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – 70 km di strada asfaltata per congiungere il Camerun al Gabon: sarà una joint venture di imprese italiane tra Seas e Cosedil a realizzare i lavori di riqualificazione di uno dei tratti stradali più strategici del Camerun per conto del Ministero dei Lavori Pubblici Camerunense. SACE ha assicurato la linea di export credit da 94 milioni di euro messa a disposizione da Deutsche Bank e in favore della Repubblica del Camerun, grazie anche al supporto di SIMEST relativo alla stabilizzazione del finanziamento a tasso fisso agevolato (c.d. “CIRR”) e alla concessione di un contributo a fondo perduto sul margine applicato da Deutsche Bank.
Il progetto prevede il ripristino, l’ammodernamento e l’ampliamento della strada, oggi sterrata e inagibile per diversi mesi all’anno: un intervento che consentirà di ridurre drasticamente i tempi di viaggio, agevolare l’accesso ai servizi di base per la popolazione elevandone la qualità della vita, migliorare le connessioni e l’interscambio economico nell’area, oltre a ridurre gli impatti negativi sull’ambiente.
Seas è piccola impresa umbra che opera e realizza progetti di ingegneria civile in Italia e all’estero e che si è fatta promotrice dell’operazione. Cosedil è un’azienda d’ingegneria civile di medie dimensioni con sede operativa in Sicilia il cui coinvolgimento nella partnership è stato decisivo per formare la joint venture.
Roberto Mariucci, Responsabile SEAS, e Francesco Pauselli, Responsabile SEAS-COSEDIL CAMEROUN hanno dichiarato: “L’obiettivo raggiunto rappresenta un significativo successo imprenditoriale per tutte le PMI italiane. Questo risultato sottolinea l’importanza di presentare non solo un’offerta tecnica ma anche una proposta finanziaria; in tale contesto viene sottolineata la notevole sinergia tra soggetti pubblici e privati, tra cui SACE, SIMEST, Deutsche Bank, e le aziende stesse. In sintesi, il Sistema Italia ha funzionato in maniera impeccabile”.
Valerio Perinelli, Chief Business Officer di SACE, ha dichiarato: “Questa operazione conferma il nostro costante impegno in progetti che coinvolgono le imprese italiane anche in contesti complessi come quello del Continente Africano, a cui guardiamo con particolare attenzione. Siamo lieti di avere fatto squadra e reso possibile questo importante intervento infrastrutturale per il Camerun che porta con sè impatti importanti per la collettività”.
Carolina Lonetti, Chief Export & Soft Loans Officer di SIMEST ha dichiarato: “Con questa operazione confermiamo il nostro impegno a sostenere l’export delle piccole e medie imprese italiane nel mondo. L’intervento di SIMEST, rendendo più competitivo il costo del finanziamento, ha abilitato un’importante commessa per lo sviluppo e la modernizzazione di un continente strategico per tutto il Mediterraneo. Con la riqualificazione e l’ampliamento della strada che collega le città di Olounou e Oveng in Camerun, infatti, Seas e Cosedil contribuiranno al miglioramento della mobilità e connettività di quest’area del Paese, generando benefici per l’intera comunità locale. Affiancare le imprese italiane, in particolare le PMI, in progetti che hanno ricadute positive sui territori, è per noi motivo di grande soddisfazione e stimolo a continuare ad operare come loro partner strategico”.
Marco Poma, Head of Structured Trade & Export Finance Italy di Deutsche Bank, ha aggiunto: “La realizzazione di infrastrutture di base rappresenta il modo più concreto per moltiplicare le enormi potenzialità dei paesi emergenti e creare opportunità per le popolazioni locali. Siamo quindi particolarmente orgogliosi di supportare questo progetto e di sostenere il lavoro delle piccole e medie imprese italiane, che possono offrire le capacità e gli strumenti adeguati a progetti di questa scala, operando con efficacia e con uno stile cooperativo e attento alle sensibilità locali”.
-foto ufficio stampa SEC Newgate-
(ITALPRESS).
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Economia
Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio
Pubblicato
11 ore fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio, e nel 2025 si fermerà a +5,6 miliardi di euro (+0,5%) in termini reali. È questo il quadro che emerge dall’analisi e dalle proiezioni Confesercenti-CER sulla congiuntura economica italiana nel terzo trimestre 2025.
Il mercato del lavoro mostra un segnale incoraggiante, con gli occupati nel trimestre in aumento dello 0,9% su base annua, il dato migliore dall’inizio dell’anno, anche se il dato di agosto registra una perdita di quasi 60mila posti. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione scende all’1,6%, un decimo in meno rispetto al trimestre precedente e al di sotto dell’obiettivo BCE. Il Pil recupera la flessione primaverile ed è atteso in crescita dello 0,1% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua, anche se è al di sotto dei ritmi registrati nei primi tre mesi del 2025 (+0,3% congiunturale e +0,7% tendenziale).
Tuttavia, le famiglie non sembrano beneficiare pienamente di queste condizioni: le proiezioni dei consumi indicano una crescita nel terzo trimestre di +0,2% sui tre mesi precedenti e +0,6% sull’anno. Dopo un 2024 più vivace, la domanda per consumi sembra essersi fermata: nei primi nove mesi del 2025 l’aumento acquisito della spesa è dello 0,3%, contro l’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo le stime di Confesercenti-CER, a fine 2025 la crescita complessiva si fermerà a +0,5%, pari a circa 5,6 miliardi di euro in più a prezzi costanti.
Il rallentamento dei consumi si riflette sul commercio al dettaglio, che continua a mostrare segnali di sofferenza: nel terzo trimestre il volume delle vendite si riduce dello 0,4%, dopo i cali già registrati nei mesi precedenti. Sul fronte del clima di fiducia, ci sono timidi segnali di risalita: tra le famiglie l’indice passa da 95,9 a 96,5 punti, mentre per le imprese del commercio sale da 103,1 a 103,7, restando comunque sotto i livelli del primo trimestre.
“L’economia italiana resta in crescita, ma rallenta. Ci sono segnali positivi di stabilità sul fronte del lavoro e dei prezzi, ma consumi e vendite continuano a perdere slancio”, commenta Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti. “Il 2026 porterà sfide cruciali su molti fronti: con il dispiegarsi degli effetti dei dazi e la conclusione del PNRR, che finora ha sostenuto gli investimenti, la spesa delle famiglie sarà determinante per la domanda interna e per la crescita. Lo stesso Governo nel DPFP confida per il prossimo anno in un incremento dei consumi del +1,2%, un obiettivo difficile da raggiungere senza un impulso più deciso. Il previsto intervento sul fisco potrebbe non avere la scala necessaria per svolgere questo ruolo, tanto che, secondo i prospetti riportati nel DPFP, il Governo non associa ad esso alcun effetto espansivo sui consumi. Occorre fare di più per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e riattivare la crescita”.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Tajani “Sono contro l’extraprofitto, ma questo è il momento di parlare con il mondo bancario”
Pubblicato
1 giorno fa-
4 Ottobre 2025di
Redazione
FIRENZE (ITALPRESS) – “Non esiste base giuridica per l’extraprofitto” ma “credo che nessuna banca non voglia parlare con la politica nel momento in cui c’è bisogno di rinforzare la manovra economica. L’abbiamo fatto l’anno scorso, l’impegno era per due anni, se c’è bisogno, però, io che sono un combattente anti-extraprofitto sono anche pronto a cercare di fare una mediazione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a margine del Festival nazionale dell’Economia civile a Firenze.
“Bisogna stare molto attenti quando si parla di tassazione delle banche – ha aggiunto Tajani -. Ho anche detto ai miei colleghi di governo che, in vista della manovra, questo è il momento di parlare con il mondo bancario. Se c’è bisogno di aiuto si può parlare: ma mai fare operazioni ex abrupto, perché questo spaventa il mercato, oltre a far danni se si generalizza”. “Abbiamo sventato due anni fa l’extraprofitto – ha sottolineato Tajani – perché poi si finiva per colpire le Bcc e le banche popolari, mentre c’erano danni minori per le banche più grandi: quindi bisogna stare sempre molto attenti quando si parla di banche, però credo che sia giusto parlare”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
DPFP, UPB “Scenario accettabile, ma stime esposte a molteplici rischi”
Pubblicato
2 giorni fa-
3 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha validato lo scorso 29 settembre le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) 2025, a conclusione di una procedura di confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nell’arco delle scorse settimane. Lo rende noto l’UPB che ha valutato lo scenario macroeconomico tendenziale del DFPF 2025 “complessivamente accettabile, sebbene in alcuni casi le previsioni si collochino sull’estremo superiore o appena oltre le stime del panel UPB”.
In particolare, “la crescita del PIL del QMT non eccede l’intervallo definito dal panel, salvo uno sforamento marginale (dello 0,1%) nel 2027; la previsione per il 2025 è in linea con quelle dell’UPB e del panel, mentre le differenze sugli anni successivi scontano le incertezze sull’accumulazione di capitale e l’instabilità del contesto internazionale; la crescita cumulata sull’ orizzonte 2025-28, pari al 2,7%, si colloca sull’estremo superiore delle stime del panel; la variazione del PIL nominale è accettabile nel complesso, situandosi sul livello superiore dell’intervallo definito dal panel in tutti gli anni tranne quello in corso, ma eccede lievemente le attese dell’UPB; l’incremento cumulato del PIL nominale tra il 2025 e il 2028, pari all’11,0%, è nel complesso coerente con l’intervallo delle stime del panel, sebbene leggermente più elevato. Tali stime “sono esposte a molteplici rischi, bilanciati nel breve termine ma prevalentemente orientati al ribasso nel medio termine, in gran parte riconducibili ai conflitti internazionali e alla dinamica degli investimenti”.
I principali fattori di rischio “sono individuabili in quattro ambiti: il protezionismo, le guerre e i piani di riarmo, fonti primarie di incertezza con effetti sull’economia di difficile quantificazione; la dinamica degli investimenti in costruzioni, dati i possibili effetti di concentrazione degli interventi finanziati dal programma NGEU nel prossimo anno, che potrebbero generare colli di bottiglia sul lato dell’offerta con conseguente freno alla crescita, cui si aggiungono attese incerte sugli investimenti residenziali; la volatilità dei mercati e le politiche monetarie, dove il fragile e instabile contesto internazionale rischia di ingenerare rapide reazioni avverse dei mercati finanziari, con effetti sull’economia italiana, caratterizzata da un elevato debito pubblico; il rischio climatico e ambientale, ormai fattore strutturale di vulnerabilità, poiché la crescente frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi richiede risorse per la prevenzione e la gestione delle emergenze, con impatti sui prezzi e sulla capacità produttiva”, conclude l’UPB che procederà a valutare anche il quadro macroeconomico programmatico del DPFP, che incorpora gli effetti dell’aggiustamento di bilancio.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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