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Economia

In edicola “Prima” con allegato il Grande Libro dell’Informazione 2024-2025

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MILANO (ITALPRESS) – “Spero che quando questo numero di Prima sarà nelle mani dei nostri lettori Cecilia Sala sarà stata liberata dalla prigione iraniana dove è rinchiusa dal 19 dicembre”.
Inizia così l’editoriale che introduce il nuovo numero di Prima Comunicazione in edicola. L’8 gennaio è arrivata la notizia della liberazione della giornalista, sei giorni prima dell’arrivo in edicola del mensile, in cui Cecilia Sala viene portata come esempio che, malgrado tutte le previsioni catastrofiche sulla fine dell’informazione, il giornalismo è vivo.
Considerazioni che trovano riscontro nello speciale Il Grande Libro dell’Informazione stampa e online, allegato a questo numero di Prima, più di 300 pagine dedicate al racconto delle storie delle testate d’informazione, dai grandi quotidiani ai periodici e ai siti online (un totale di 271 testate, di cui 125 quotidiani, 47 settimanali e 99 mensili, 120 editori e 64 concessionarie di pubblicità, i profili professionali di tutte le direttrici e i direttori). Storie che vale la pena di leggere per capire che patrimonio della storia, della cultura e della politica italiana sono i prodotti d’informazione e come sia veramente stupido pensare che basti saltellare su Facebook o su Instagram “per essere informati”.
Questi i punti salienti del menu di Prima Comunicazione n. 553, disponibile in edicola e sul digitale.
Per rendersi conto di che cosa può significare l’informazione gestita dai social serve leggere a pagina 58 l’intervista di Michele Mezza, che usa il termine ‘algoritmizzazione’ per indicare come il lavoro intellettuale sia sempre più mediato e organizzato da algoritmi.
Un’altra finestra sulle storture da social media la apre Andrea Barchiesi, il rubrichista ingegnere informatico filosofo, con il caso della beatificazione in corso negli Usa di Luigi Mangione che, accusato dell’omicidio del ceo di un’importante società assicurativa, è diventato un eroe popolare e non solo sui social.
Prima cerca di raccontare il mondo della comunicazione con storie che dimostrano creatività e intelligenza. Così in questo numero sono in copertina due storie di editori un po’ anomali rispetto alla tradizione. Cronache di spogliatoio, media company per la generazione Z, fortissima sui social, i cui editori Giulio Incagli e Stefano Bagnasco sono dei veri cultori della buona informazione; e quella di Urban Vision, famosa azienda specializzata in comunicazione visiva (i suoi grandi schermi popolano e ravvivano le città), il cui ad Gianluca De Marchi racconta perché hanno acquistato due testate, Rolling Stone e ARTnews, per debuttare con l’informazione sugli schermi digitali per strada. E che dire di Gaspare Borsellino, fondatore ed editore dell’agenzia Italpress, sempre più impegnato sul fronte internazionale che, dopo aver aperto uffici a Malta, in Marocco, Serbia e Romania, è sbarcato in Arabia Saudita firmando un accordo con la Saudi Press Agency. Diventata ormai un’abitudine l’intervista di fine anno a Massimo Beduschi, gran capo di GroupM e presidente di Wpp, in questa edizione si presenta particolarmente interessante visto lo scenario in gran sommovimento del mondo delle compagnie di consulenza in comunicazione e marketing con l’improvvisa acquisizione di Interpublic da parte Omnicom, ma anche per gli aggiustamenti nei rapporti con le piattaforme Google, Meta, Amazon, che continuano a farla da padrone. Beduschi racconta, forte delle stime generate dalla sua organizzazione, che oggi in Italia, in un mercato pubblicitario dal valore di circa 11 miliardi, il digitale ne rappresenta sei e vale per oltre il 50% del mercato. L’85% delle revenue del digitale sono appannaggio di Google, Meta, Amazon e TikTok. Agli editori che si affannano a investire sui propri siti e piattaforme rimangono briciole.
L’Agcom (presidente Giacomo Lasorella), che con il suo Osservatorio sulla Comunicazione ha sott’occhio l’andamento di tutti i settori e ha chiarissima la crisi della stampa, ha deciso che è arrivato il momento di mettere a punto una nuova legge di sistema che faccia i conti con le rivoluzioni che hanno sconvolto il mondo dell’informazione, fermo a regole del secolo scorso.
Si muove veloce invece la comunicazione nel mondo dell’economia e sono sempre più numerose storie molto interessanti in cui la comunicazione si intreccia allo sviluppo delle strategie aziendali di successo. E questo numero di Prima lo testimonia.
Lionello Cadorin racconta, ad esempio, che il 2025 sarà l’anno del rilancio strategico di Bancomat, dove il nuovo ad Francesco Burlando ha deciso di seguire le indicazioni del gruppo di consulenza Landor nell’adeguare il racconto della nuova realtà impegnata nella digitalizzazione per facilitare e implementare i servizi per il cliente.
Parlando con Alessandro Medici, il direttore Comunicazione di Coop Alleanza 3.0, si scopre un sistema con un totale di 345 punti vendita nei territori che vanno dal Friuli alla Puglia e soprattutto in Emilia-Romagna, e che deve il suo successo al principio che i soci della cooperativa sono anche proprietari.
Medici racconta questa macchina anomala fondata sulla partecipazione di 2.200.000 persone “per cui bisogna gestire la comunicazione in modo integrato superando corporativismi e diversità”.
Chi non conosce Ferrari Trentodoc, il brand più famoso in Italia per le bollicine? Il campione degli spumanti, sei milioni di bollicine vendute all’anno, che il Gruppo Lunelli ha portato in vetta alla classifica mondiale. Camilla Lunelli, responsabile Comunicazione, spiega le strategie di un gruppo proprietà familiare ormai multi brand.
Atm, Azienda Trasporti Milanese, oltre a saper far funzionare tram, bus e cinque linee metropolitane, nella sua storia di più di 80 anni, ha dimostrato una particolare disposizione per la comunicazione. Lo dimostrano manifesti, fotografie, libri, video, social media, campagne pubblicitarie, che la direzione Comunicazione di Laura La Ferla ha organizzato in una ricca mostra al Museo del Design, dalle vecchie foto delle bigliettaie ad alcune coraggiose campagne contro la violenza sulle donne, o per promuovere l’inclusione sociale, da cui si capisce lo stretto rapporto tra l’azienda e la città.
Fiore all’occhiello della comunità milanese è Sda Bocconi, al centro del rebranding voluto da Stefano Caselli, dean dell’istituzione del sistema formativo del management che ha compiuto 53 anni, che racconta a Prima a il senso del lancio di una campagna di comunicazione internazionale e anche di una nuova identità visiva che punta sul colore giallo.
Si chiama Best Secret la piattaforma di vendite online tedesca che con clienti in 27 Paesi si posiziona come la principale destinazione online europea per sconti premium e di lusso su marchi prestigiosi. Il ceo Moritz Hahn svela la decisione di aprire una sede milanese. Un intero piano di elegante accoglienza, simbolo dell’interesse per la città e per i diversi brand da conquistare alla piattaforma dove l’accesso è esclusivo, gestito solo con inviti.
– foto Prima Comunicazione –
(ITALPRESS).

Economia

Beni durevoli, consumi -2,4%. Dal 2019 prezzi +20%, meno acquisti con più spesa

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ROMA (ITALPRESS) – Dopo due anni di crescita il motore dei beni durevoli si ferma: a fine 2025 il comparto segnerà consumi in calo del 2,3% in volume e del 2,4% in valore, per una spesa complessiva che da 79 miliardi scivola a 77,1 miliardi. E’ la fotografia scattata dal 32° Osservatorio Findomestic, realizzato insieme a Prometeia, per un mercato che resta comunque su livelli più alti rispetto al pre-Covid, non per un aumento dei volumi acquistati ma esclusivamente per l’incremento dei prezzi che in 6 anni sfiora il 20%. A determinare il segno meno è soprattutto la mobilità, il segmento che da solo vale il 57% della spesa delle famiglie in beni durevoli. Qui la frenata è evidente, con le auto nuove in calo del 9% a valore. La casa – mobili e tecnologia – resta invece impantanata in una stagnazione che dura dal 2023, dopo gli exploit del triennio post-pandemico. Sul fronte territoriale, le tre locomotive storiche – Lombardia, Lazio e Veneto – perdono tra il 2,6 e il 2,8%. Resiste meglio l’Emilia-Romagna (-1,8%), che quasi aggancia il podio nella graduatoria per volumi di spesa.
“Quest’anno i beni durevoli soffrono più degli altri comparti. Mentre servizi, alimentari e altri beni crescono – secondo i dati Istat – il nostro perimetro torna negativo dopo due anni di espansione, quella del 2023, trainata più dall’inflazione che dai volumi reali – afferma Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic -. Chiuderemo il 2025 con un -2,4% a valore, che si traduce in una reale riduzione della spesa delle famigliè. Per Bardazzi ‘siamo ancora su livelli di spesa superiori dell’11,4% al 2019, ma questo non significa che si compri di più. Il vero motore è stato l’aumento dei prezzi, vicino al +20%. Al netto dell’inflazione, cioè guardando ai volumi, i consumi di durevoli sono in realtà il 6,8% sotto i livelli pre-pandemia”.
In questo quadro di frenata il credito al consumo va in controtendenza, uno strumento che le famiglie stanno usando per reagire all’incertezza. Lo ribadisce Marco Tarantola, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Findomestic Banca: “A fronte di consumi in calo nel mondo dei durevoli, il mercato del credito continua a crescere. Nei primi dieci mesi dell’anno le erogazioni segnano un +7%, con la rischiosità che rimane su livelli molto contenuti (1.7% il tasso di default a fine settembre 2025, pur mostrando un lieve incremento nel corso dell’anno. E’ la conferma che il credito al consumo svolge un ruolo sociale ed economico essenziale: aiuta le famiglie a non rinunciare ai propri progetti in un contesto che resta complesso”. Il dato che più colpisce arriva dalle indagini condotte dall’istituto: “Oltre quattro italiani su dieci – ricorda Tarantola – hanno utilizzato una forma di credito almeno una volta negli ultimi tre anni. E più del 60% di chi lo ha fatto dichiara che, senza questa possibilità, avrebbe dovuto rinviare o rinunciare del tutto all’acquisto. Dati che confermano come il credito oggi sia una leva di fiducia, non solo un prodotto finanziario”.
Se l’Italia rallenta, ogni territorio lo fa con il suo stile. Ci sono regioni che assorbono meglio la scossa. In Trentino-Alto Adige, dove i redditi restano elevati e il clima economico è meno nervoso, il calo è solo -0,7%, il migliore d’Italia. Più sorprendente la tenuta della Sicilia e della Liguria, entrambe ferme a -1,3%: due territori lontani geograficamente ma accomunati da una domanda interna che resiste. All’opposto, in Basilicata il mercato dei durevoli cede il 4%: una flessione che non è solo statistica ma strutturale, fatta di consumi fragili e poca spinta demografica. Il rallentamento è stato consistente anche in Piemonte (-3,5%), Molise (-3,3%), Abruzzo e Lazio (entrambe -2,8%). Sul piano dei valori assoluti, la Lombardia continua a giocare un altro campionato: 15,4 miliardi, più del doppio del Lazio, che segue a 7,5. E’ la locomotiva che tira il Paese, anche quando il convoglio frena.
Nel 2025 il mercato italiano della mobilità vive una doppia velocità: l’usato tiene la linea, il nuovo rallenta, le due ruote correggono la corsa dopo anni di sprint.
Dal 2017 quello delle auto usate è il primo mercato per valore assoluto e continua a dimostrarlo. L’effetto inflazione è evidente: si spende il 25% in più rispetto al 2019 per acquistare appena il 3% di vetture in più. Nel 2025, dopo due anni di crescita, il settore rallenta e il suo giro d’affari chiuderà con un -0,2%, sostanzialmente in stallo, con l’incremento dei passaggi di proprietà (+2,1%) annullato dal calo dei prezzi (-2,1%). Ma i valori restano solidi: 24,4 miliardi di euro, quasi 8 miliardi in più dell’auto nuova, complice una domanda, negli ultimi anni, sempre più orientata al risparmio. Prezzi in calo e mix di vendita più ‘popolarè confermano che il consumatore è cauto ma attivo.
Per le auto nuove la frenata è netta: -9% a valore, con la spesa delle famiglie che scende a 16,5 miliardi. Le immatricolazioni calano (-9,9%), i prezzi restano stabili (+0,8%) dopo anni di forte crescita e il mix si sposta su fasce e tecnologie più costose. Le city car, un tempo spina dorsale del mercato, passano dal 17% del 2019 al 12%. La domanda dei privati resta lontana dai livelli pre-pandemia: -25% le immatricolazioni rispetto al 2019, -10% la spesa. Non bastano incentivi a singhiozzo per stimolare le famiglie, alle prese con un potere d’acquisto ridotto rispetto a qualche anno fa e con un contesto di persistente incertezza.
Dopo quattro anni di crescita, arriva uno stop per le moto: -7,7% a volume nel 2025, -7,0% a valore. Ma il confronto con il 2019 resta impressionante: +36% a volume, +55% a valore, per un mercato che vale 2,75 miliardi e che ha beneficiato in questi anni di una domanda, che in un contesto di inflazione e calo del potere d’acquisto, ha visto nei mezzi a due ruote un’alternativa low cost alla seconda o terza auto in famiglia. La flessione del 2025 sottende dinamiche differenziate tra ciclomotori, in forte calo (oltre -30% a volume), e targato, in miglior tenuta (-6% circa a volume) e su livelli storicamente elevati. Gli scooter targati salgono dell’8,8%, confermandosi protagonisti della mobilità urbana.
Dai mobili agli elettrodomestici, dall’elettronica alla telefonia e all’IT, il comparto casa nel 2025 mostra un quadro di stabilità e adattamento. Crescono prodotti informatici, piccoli elettrodomestici e device smart, l’online consolida il ruolo chiave, mentre famiglie e consumatori privilegiano comfort, qualità, benessere e soluzioni premium, tra innovazione e attenzione al prezzo.
Dopo il biennio d’oro 2021-2022, la domanda di mobili si è normalizzata, ma il settore resta ben sopra i livelli pre-Covid: +10% rispetto al 2019. L’anno si chiuderà intorno ai 16,5 miliardi di euro (-0,6%), segnalando una fase di assestamento più che un vero rallentamento. I volumi restano in calo (-1,7%), ma i prezzi continuano a sostenere il mercato (+1,1%), pur con una dinamica più morbida rispetto agli anni dei rincari. La cautela delle famiglie pesa ancora: incentivi e bonus ristrutturazioni aiutano, ma non bastano a riaccendere quella spinta eccezionale generata dal post-pandemia e dal Superbonus. A frenare è soprattutto la domanda legata alle ristrutturazioni, oggi fisiologicamente in discesa. A fare da contraltare è invece il primo acquisto, alimentato da un mercato immobiliare tornato vivace: nei primi sei mesi dell’anno le compravendite residenziali sono cresciute del 9,5%, spinte da tassi più leggeri e un credito più accessibile. Sul fronte dei canali di vendita, l’online continua la sua avanzata arrivando a valere il 20% del retail. Un risultato che certifica la maturità digitale dell’arredo italiano, sempre più capace di coniugare design, prezzo e omnicanalità.
La telefonia resta il baricentro della tecnologia consumer: nel 2025 il comparto mantiene la rotta sui 6,3 miliardi (-0,4%), segno di una domanda matura che però evolve rapidamente. Gli smartphone – l’85% del giro d’affari – rallentano nei volumi ma tengono in valore (-1,1%) grazie al continuo spostamento verso i prodotti di maggiore qualità. A fare da contrappunto alla flessione degli smartphone, continuano a crescere cuffie (+1,5%) e i dispositivi tecnologici indossabili (+1,2%), trainati da funzioni smart sempre più orientate al benessere e alla performance personale. L’online consolida il sorpasso sulle vendite in negozio, arrivando al 20,5% del fatturato. In un mercato ormai saturo, è qui – tra servizi premium, ecosistemi integrati e nuovi modelli di fruizione – che si gioca la partita futura.
Il mercato degli elettrodomestici chiuderà il 2025 con un valore complessivo di 6,5 miliardi di euro: 4,2 miliardi per i grandi apparecchi e 2,3 miliardi per i piccoli. I grandi elettrodomestici si confermano su un plateau elevato (-0,3%), dopo tre anni di crescita solida, sostenuti dai bisogni di sostituzione e dall’efficientamento energetico spinto anche dal bonus rottamazione. I volumi tengono, i prezzi si raffreddano, e il comparto del lavaggio è quello che corre meglio: asciugatrici (+4,4%) e lavastoviglie (+1,7%) guidano la fascia alta della domanda, segnale di un’Italia che aggiorna la dotazione domestica puntando a comfort e risparmio. Freddo e cottura restano più deboli, con prezzi in discesa che comprimono il valore complessivo.
Tutt’altra storia per i piccoli elettrodomestici, ancora una volta i migliori performer tra i durevoli per la casa: +8,4% a volume e +5,2% a valore. Il mercato intercetta tendenze chiare: multifunzionalità, cura del sè e desiderio di semplificazione. Crescono con decisione i dispositivi per la cura della casa, trainati dagli aspirapolvere (+15,4%) di nuova generazione e dai mini-aspiratori. Nella cura della persona brillano i prodotti per l’igiene dentale (+9,6%), i dispositivi per la rasatura e gli apparecchi per asciugare e acconciare i capelli. Nella preparazione del cibo, le friggitrici ad aria continuano la loro scalata (+16% in valore, +23% in volume), mentre i robot da cucina vivono una fase di forte normalizzazione dovuta alla pressione promozionale. Tra gli altri prodotti, prosegue lo sviluppo delle vendite di bilance (+9.1% in valore). L’online si consolida come canale chiave: rappresenta ormai il 38% del fatturato dei piccoli elettrodomestici, con crescite a doppia cifra.
“Dalle friggitrici ad aria ai wearable, dai prodotti per l’igiene orale agli apparecchi per la cura del corpo, emerge una ricerca crescente di benessere personale – evidenzia Bardazzi -. Il consumatore investe in ciò che gli permette di vivere meglio: monitorare, prevenire, semplificare. Anche a casa”.
Dopo un triennio di segni meno, il mercato IT italiano torna a crescere, segnando un +1,7% e sfiorando i 2,2 miliardi di fatturato. A guidare la ripresa sono pc portatili (+3,5%), tablet (+4,7%) e dispositivi per il gioco (+5,3%). Il canale online si conferma protagonista, con un contributo al fatturato vicino al 32%, compensando il lieve calo delle vendite nei negozi fisici. Dopo il rimbalzo dai picchi del 2020-’21, il mercato IT si posiziona tra i segmenti più performanti della tecnologia consumer, con volumi in crescita e una dinamica di prezzo favorevole che lascia intravedere ulteriori trend positivi per la chiusura dell’anno.
Inoltre, il 2025 si chiuderà a 1,6 miliardi (-1,9%), il mercato dell’elettronica di consumo continua a scontare l’onda lunga del passaggio al digitale terrestre: il segmento video, ancora in flessione, resta il grande freno di un comparto che però mostra segnali di stabilizzazione dopo il crollo del triennio 2022-24. La TV – che vale oltre l’80% del mercato – resta negativa (-2,9%), anche se da metà anno i volumi tornano a respirare. I decoder continuano invece la loro caduta libera, ormai sotto l’1% del giro d’affari. Tra i pochi fari accesi, spiccano i droni (+16%), le cuffie (+6,6%), trainate da wireless e funzioni premium, e gli altoparlanti (+7,6%), alimentati dalla voglia di home theatre. Un mercato che stringe i denti ma che – tra innovazione, qualità del suono e nuove esperienze d’ascolto – lascia intravedere la voglia dei consumatori di tornare a investire, quando il rimbalzo dal boom post-switch-off sarà finalmente alle spalle.

– foto tratta da Osservatorio Findomestic –
(ITALPRESS).

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Economia

A Roma il forum Cina-Italia dei media, siglato accordo di cooperazione Xinhua-Italpress

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ROMA (ITALPRESS) – Capire la Cina contemporanea: è l’obiettivo del Forum Cina-Italia dei Media e dei Think Tank di oggi a Roma, promosso dall’Ufficio Regionale Europeo dell’agenzia di stampa Xinhua con la redazione di Roma e con il supporto dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, dell’Agenzia Italpress e dell’istituto di Diritto Cinese.

“L’obiettivo è di confrontarci sulle idee, condividere esperienze, dialogare con prospettive diverse e aprire insieme nuovi spazi di cooperazione”, spiega Tian Fan, Direttore dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Agenzia Stampa Xinhua. “I media dei due Paesi hanno storicamente svolto un lavoro di costruzione di ponti tra popoli”, ricorda, sottolineando che “Xinhua continuerà a presentare all’Italia una Cina vivace e dalle molteplici sfaccettature”.

Il direttore di Italpress, Gaspare Borsellino, ricorda che, “da alcuni anni l’agenzia di stampa sta portando avanti un articolato e ambizioso percorso di internazionalizzazione che si è tradotto nell’apertura di nuove sedi all’estero e nella definizione di oltre 20 accordi di collaborazione con agenzie di stampa e network televisivi internazionali. In questo quadro di crescente protezione globale, la Cina rappresenta per noi un mercato di assoluto rilievo strategico sotto il profilo economico, culturale e informativo”, ribadisce, prima della cerimonia della firma dell’accordo di cooperazione tra Xinhua e Italpress.

L’accordo nasce dalla collaborazione strategica del Gruppo Matches di Andrea Cicini. “Sono certo che questa collaborazione – prosegue Borsellino -, saprà generare reciproche soddisfazioni professionali e contribuire alla crescita di un’informazione sempre più qualificata, approfondita e di qualità. Il nostro interesse verso la Cina, tuttavia, non si esaurisce con questo accordo: a partire da gennaio del 2026, Italpress sarà presente con un proprio desk a Pechino”.

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Per Li Xiaoyong, Incaricato d’Affari ad interim dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, “il mondo di oggi sta vivendo cambiamenti di portata epocale: lo scenario internazionale è sempre più complesso. Ci troviamo a un nuovo crocevia e la direzione intrapresa avrà un impatto significativo sul futuro dell’umanità”. Per questo “è necessario permettere alle informazioni autentiche di superare i confini e consolidare la fiducia reciproca attraverso scambi franchi e sinceri. Sono convinto che i media cinesi e italiani continueranno a tutelare l’etica professionale e la responsabilità sociale ad approfondire il dialogo e gli scambi per ampliare i reciproci spazi di cooperazione”.

Il presidente della Commissione Esteri della Camera, Giulio Tremonti, si è soffermato sul confronto tra Europa e Asia, che ricorda il Nodo Gordiano: “Nel mito è scritto che chi è in grado di sciogliere il nodo avrà il dominio del mondo, venga da Est o venga da Ovest. In realtà, credo che il nodo possiamo scioglierlo ma insieme, non in opposizione. È venuto il tempo di definire spazi di vicinato tra le nostre civiltà, nel rispetto di delle differenze che sono proprie dell’una e dell’altra”, sottolinea. “Abbiamo il passato e avremo anche un futuro: oggi l’ipotesi del Global Legal Standard deve essere nuovamente considerata e, anche in questi termini, i rapporti tra Cina e Italia possono essere devono essere consolidati”.

L’ambasciatore Zhang Lubiao, rappresentante permanente della Cina presso l’ONU, sottolinea che “sebbene Cina e Italia siano geograficamente distanti, i nostri popoli si conoscono e si comprendono. Nel settore agricolo la collaborazione e l’amicizia tra Cina e Italia poggia su solide basi: gli scambi tra i due Paesi si stanno sviluppando in modo sempre più articolato. Nell’ultimo anno il volume complessivo degli scambi commerciali tra Cina e Italia è stato di 1.81 miliardo di dollari con una crescita annuale dell’8.4%. È un grande risultato”, ricorda.

Infine, nella tavola rotonda “Verso un nuovo ecosistema di cooperazione tra media e think tank Cina-Italia”, Giovanni Tria, economista e già ministro dell’Economia e delle Finanze, evidenzia “l’importanza dell’informazione per comprendere l’economia globale. La Cina è uno dei principali attori dell’economia globale e l’informazione deve essere in questo momento particolarmente attenta, capace di canalizzare anche analisi e informazioni molto precise”.

– foto xi2/Italpress –

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A Roma il forum Cina-Italia dei media, siglato accordo di cooperazione Xinhua-Italpress

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ROMA (ITALPRESS) – Capire la Cina contemporanea: è l’obiettivo del Forum Cina-Italia dei Media e dei Think Tank di oggi a Roma, promosso dall’Ufficio Regionale Europeo dell’agenzia di stampa Xinhua con la redazione di Roma e con il supporto dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, dell’Agenzia Italpress e dell’istituto di Diritto Cinese.

“L’obiettivo è di confrontarci sulle idee, condividere esperienze, dialogare con prospettive diverse e aprire insieme nuovi spazi di cooperazione”, spiega Tian Fan, Direttore dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Agenzia Stampa Xinhua. “I media dei due Paesi hanno storicamente svolto un lavoro di costruzione di ponti tra popoli”, ricorda, sottolineando che “Xinhua continuerà a presentare all’Italia una Cina vivace e dalle molteplici sfaccettature”.

Il direttore di Italpress, Gaspare Borsellino, ricorda che, “da alcuni anni l’agenzia di stampa sta portando avanti un articolato e ambizioso percorso di internazionalizzazione che si è tradotto nell’apertura di nuove sedi all’estero e nella definizione di oltre 20 accordi di collaborazione con agenzie di stampa e network televisivi internazionali. In questo quadro di crescente protezione globale, la Cina rappresenta per noi un mercato di assoluto rilievo strategico sotto il profilo economico, culturale e informativo”, ribadisce, prima della cerimonia della firma dell’accordo di cooperazione tra Xinhua e Italpress.

L’accordo nasce dalla collaborazione strategica del Gruppo Matches di Andrea Cicini. “Sono certo che questa collaborazione – prosegue Borsellino -, saprà generare reciproche soddisfazioni professionali e contribuire alla crescita di un’informazione sempre più qualificata, approfondita e di qualità. Il nostro interesse verso la Cina, tuttavia, non si esaurisce con questo accordo: a partire da gennaio del 2026, Italpress sarà presente con un proprio desk a Pechino”.

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Per Li Xiaoyong, Incaricato d’Affari ad interim dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, “il mondo di oggi sta vivendo cambiamenti di portata epocale: lo scenario internazionale è sempre più complesso. Ci troviamo a un nuovo crocevia e la direzione intrapresa avrà un impatto significativo sul futuro dell’umanità”. Per questo “è necessario permettere alle informazioni autentiche di superare i confini e consolidare la fiducia reciproca attraverso scambi franchi e sinceri. Sono convinto che i media cinesi e italiani continueranno a tutelare l’etica professionale e la responsabilità sociale ad approfondire il dialogo e gli scambi per ampliare i reciproci spazi di cooperazione”.

Il presidente della Commissione Esteri della Camera, Giulio Tremonti, si è soffermato sul confronto tra Europa e Asia, che ricorda il Nodo Gordiano: “Nel mito è scritto che chi è in grado di sciogliere il nodo avrà il dominio del mondo, venga da Est o venga da Ovest. In realtà, credo che il nodo possiamo scioglierlo ma insieme, non in opposizione. È venuto il tempo di definire spazi di vicinato tra le nostre civiltà, nel rispetto di delle differenze che sono proprie dell’una e dell’altra”, sottolinea. “Abbiamo il passato e avremo anche un futuro: oggi l’ipotesi del Global Legal Standard deve essere nuovamente considerata e, anche in questi termini, i rapporti tra Cina e Italia possono essere devono essere consolidati”.

L’ambasciatore Zhang Lubiao, rappresentante permanente della Cina presso l’ONU, sottolinea che “sebbene Cina e Italia siano geograficamente distanti, i nostri popoli si conoscono e si comprendono. Nel settore agricolo la collaborazione e l’amicizia tra Cina e Italia poggia su solide basi: gli scambi tra i due Paesi si stanno sviluppando in modo sempre più articolato. Nell’ultimo anno il volume complessivo degli scambi commerciali tra Cina e Italia è stato di 1.81 miliardo di dollari con una crescita annuale dell’8.4%. È un grande risultato”, ricorda.

Infine, nella tavola rotonda “Verso un nuovo ecosistema di cooperazione tra media e think tank Cina-Italia”, Giovanni Tria, economista e già ministro dell’Economia e delle Finanze, evidenzia “l’importanza dell’informazione per comprendere l’economia globale. La Cina è uno dei principali attori dell’economia globale e l’informazione deve essere in questo momento particolarmente attenta, capace di canalizzare anche analisi e informazioni molto precise”.

– foto xi2/Italpress –

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