Economia
Sbarra saluta la Cisl, “Vi porterò sempre nel mio cuore”
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4 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Vi voglio bene e vi porterò sempre nel mio cuore”. Si congeda così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, davanti l’assemblea nazionale dei quadri e delegati. Domani, infatti, si riunirà il Consiglio generale confederale della Cisl chiamato a ratificare le dimissioni di Sbarra per raggiunti limiti di età, come da statuto della Confederazione, ed eleggere il nuovo segretario generale e la nuova segreteria nazionale. Tutte le strutture hanno espresso nei giorni scorsi pieno ed unanime sostegno alla proposta di indicare Daniela Fumarola, attuale segretaria generale aggiunta, per la sua successione alla guida della Cisl. Molti gli ospiti presenti in platea, tra tutti, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; e la ministra del Lavoro, Marina Calderone. Proprio la premier, nel suo intervento, ha ricordato l’impegno di Sbarra che “ha aiutato molto i lavoratori perchè il governo lo ha sempre ascoltato con grande rispetto cercando, quando poteva, di accogliere le istanze di buon senso. Qual è il ruolo di un sindacalista se non questo? Guadagnarsi il rispetto necessario affinchè l’interlocutore possa essere attento a quelle istanze. Anche quando non eravamo d’accordo – ha aggiunto -, sapevamo che avevamo qualcuno a cui interessava il bene dei lavoratori e non il sindacato che rappresentava o addirittura una parte politica. Ho accettare l’invito per ribadire l’importanza che il governo attribuisce al confronto con i settori produttivi, territori, lavoratori e imprese. Nessuno da solo può avere le risposte a tutte le domande e saper ascoltare fa la differenza, soprattutto quando l’interlocutore non ha accondiscendenza e pregiudizio ma guarda al merito con onestà. Già la parola confronto dice questo. Abbiamo confrontato le nostre rispettive tesi e proposte, a volte differenti e a volte affini, ma ad ogni confronto noi abbiamo fatto un passo in avanti per i diritti dei lavoratori, per il nostro tessuto produttivo per la crescita della Nazione. Quello che abbiamo fatto in questi due anni. Dico grazie alla Cisl per saper interpretare il confronto nell’accezione più nobile del termine. Noi possiamo ricostruire quella vitalità diffusa e quell’ascensore sociale che allora, anche con il concorso della Cisl, hanno generato negli anni migliori del dopoguerra nuove imprese realizzate da dipendenti, il ceto medio è diventato proprietario e ha incremento ricchezza, occupazione e natalità”, ha osservato la premier. “Ci unisce insomma, cari amici della Cisl, l’ottimismo della volontà e un senso di vita che ci porta sempre a guardare verso l’altro e verso l’oltre. Io so che nel rispetto dei ruoli noi lavoreremo ancora molto bene ed è per questo che voglio dirvi grazie per accompagnare il lavoro difficile di questo Governo con le vostre legittime rivendicazioni, con la vostra autorevolezza, con la vostra serietà e guardando sempre, solo e soprattutto ai diritti e ai bisogni dei lavoratori italiani”, ha concluso.
Al centro della mattinata il tema della legge sulla partecipazione. “Sono stati 4 anni molto impegnativi e complessi. Portiamo a casa risultati importanti, la Cisl è rispettata e si conferma un solido e valido riferimento per la rappresentanza del mondo del lavoro. La Cisl cresce soprattutto tra i lavoratori attivi, c’è un’importante componente associativa tra giovani e donne. Inoltre, siamo all’ultimo miglio per quanto riguarda l’approvazione della legge di iniziativa popolare sulla partecipazione, un grande obiettivo storico, possiamo inverare i contenuti dell’art. 46 che i nostri padri costituenti vollero per assicurare il diritto di lavoratrici e lavoratori a collaborare alle scelte e alla gestione delle proprie aziende”, ha detto Sbarra. “Non possiamo che rivolgere un appello forte a tutte le forze politiche e parlamentari a unirsi in un clima bipartisan per approvare una legge che è una grande impostazione, una sfida per affrontare nella modernità i cambiamenti della produzione e del mondo del lavoro. Le parole di Meloni ci confortano e confermano il forte impegno governativo nel sostenere e approvare rapidamente la legge. Per la prima volta nella storia repubblicana – ha proseguito -, possiamo dare attuazione al dettato di un articolo costituzionale attraverso una legge di iniziativa popolare. Il cammino che ne è scaturito è stato entusiasmante. Magnifico, persino commovente, il coinvolgimento dei nostri militanti. Appassionanti, per mesi e mesi, le iniziative nei luoghi di lavoro e nelle piazze. Straordinario il consenso raccolto. Le firme di quasi 400mila cittadini, l’adesione di tanti di intellettuali e professori di diversa formazione. Il tutto attorno ad una norma di civiltà che non mi stancherò mai di ripetere non ha nulla di precettivo, non prevede il minimo utilizzo di leve di dirigiste, non contiene alcuna imposizione aziendale. Niente di tutto questo. Ma è invece un convinto affidarsi alle relazioni industriali”, ha evidenziato.
“Con la piena valorizzazione del libero e autonomo incontro contrattuale. Pura esaltazione delle relazioni industriali: questa è la nostra proposta di legge. Per questo davvero non so, ditemi voi, se l’affermazione per cui la nostra proposta danneggia la contrattazione è più paradossale o più ridicola. Sinceramente, mi sono domandato come si possa sostenere una tale, grottesca invenzione. Ho provato a darmi qualche spiegazione. La prima: non si è nemmeno letto il testo. Ma non voglio crederci. Non voglio pensare che ci sia chi argomenta senza documentarsi almeno un minimo. Seconda ipotesi: si è pregiudizialmente contrari all’idea della corresponsabilità dei lavoratori nelle scelte aziendali. Ci sta. Ognuno è libero di avere la sua opinione. Magari – ha sottolineato – si dovrà anche faticare a spiegare a quei lavoratori perchè non si vuole una legge che aumenta i loro poteri, che li rende protagonisti della vita della loro azienda. Ma ripeto, ci sta. E se dicessi che sono sorpreso, guardando a diversi passaggi di questi ultimi anni, francamente direi una bugia. Che da una cultura sindacale contrassegnata da un mix di antagonismo, populismo e ‘benaltrismò di cui non ci riesce proprio a liberare arrivasse un ‘nò ideologico, era ahimè prevedibile. A essere assurdo, e francamente del tutto fuori luogo – ha detto Sbarra -, è che a scagliarsi contro l’applicazione di un principio costituzionale sia chi un giorno sì e uno no lancia allarmi per le minacce che incombono sulla democrazia. Ad essere assurdo è che pretenda di dare lezioni sul valore della contrattazione ma chiede alla politica, ai partiti, di legiferare e intervenire su salari e orari, su organizzazione del lavoro e rappresentanza. Il fatto che la nostra proposta abbia avuto anche questo ‘effetto collateralè, chiamiamolo così, alla fine è un merito in più. I nodi sono venuti al pettine. Le incrostazioni sono emerse. Sono venute alla luce del sole due concezioni molto diverse, per non dire opposte, dell’azione sindacale. Da una parte quella paralizzata dalla demagogia e da un antagonismo incendiario. Dall’altra l’azione sindacale riformista, pragmatica e concreta, che in piena autonomia accetta e promuove il dialogo, per stare dentro le dinamiche di decisione”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Cisl-
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Economia
Accordo tra Stellantis e i sindacati sul Ccsl, Manca “Trovate le soluzioni insieme”
Pubblicato
1 giorno fa-
6 Giugno 2025di
Redazione
TORINO (ITALPRESS) – Stellantis Italia ha firmato con Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr l’accordo sulla parte economica del secondo bienno del contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) siglato l’8 marzo di due anni fa e valevole per il quadriennio 2023-2026. L’intesa ha alla base un forte impegno tra l’azienda e i sindacati maturato negli anni che, con la firma di oggi, vede riconfermato il sistema partecipativo previsto dal contratto.
“Come due anni fa – ha sottolineato Giuseppe Manca, Responsabile HR per Stellantis Italia – le parti hanno dimostrato un forte impegno per raggiungere l’intesa nello spirito delle relazioni sindacali basate sulla partecipazione che hanno già contraddistinto i precedenti rinnovi del Ccsl. Con il contesto nazionale e internazionale che stiamo vivendo, in cui permangono perplessità da parte dei consumatori sui tempi della transizione energetica e incertezze sui passi da compiere a livello europeo per il rilancio del settore automotive, abbiamo trovato insieme le soluzioni per proteggere in modo adeguato gli interessi dei lavoratori garantendo al contempo la competitività dell’azienda nel Paese”.
I punti centrali dell’accordo riguardano aumenti salariali per i lavoratori, miglioramento degli indicatori del premio di risultato e ripresa dell’attività del gruppo di lavoro sull’inquadramento. In particolare, sul fronte salariale, l’aumento medio previsto è di circa 135 euro nel biennio e ci sarà inoltre l’erogazione di due somme una tantum dell’importo di 240 euro lorde ciascuna, a giugno 2025 e ad aprile 2026.
Si tratta di cifre che si sommano a quelle già erogate nei due anni precedenti nell’ambito dell’accordo di rinnovo siglato l’8 marzo 2023. Stellantis ha inoltre rimodulato la definizione degli indicatori del nuovo premio di risultato introdotto nel 2023, eliminando la soglia per il pagamento del free cash flow mondo, cioè il flusso di cassa generato dall’azienda dalle sue attività operative.
Sul fronte dell’inquadramento, il gruppo di lavoro già costituito formulerà una proposta per definire e premiare specifiche professionalità e competenze sulle tre aree professionali, a partire da coloro che lavorano sulle linee produttive, al fine di istituire, in occasione del prossimo rinnovo contrattuale, un elemento economico sperimentale sulla base di criteri oggettivi e misurabili. Per Stellantis l’accordo è “un ulteriore tassello per rafforzare, anche attraverso la partecipazione di tutti i propri dipendenti italiani, l’impegno a diventare un’azienda tecnologica di mobilità sostenibile”
– foto ufficio stampa Stellantis –
. (ITALPRESS).
Economia
Pil in crescita dello 0,6% nel 2025, trend positivo atteso anche nel 2026
Pubblicato
2 giorni fa-
6 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, dopo essere aumentato dello 0,7% nei due anni precedenti. L’aumento del Pil, nel biennio di previsione, verrebbe sostenuto interamente dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,8 e +0,9 punti percentuali rispettivamente), mentre la domanda estera netta fornirebbe un contributo negativo in entrambi gli anni (-0,2 e -0,1 p.p.).
Lo rileva l’Istat spiegando che “lo scenario previsivo per la domanda estera netta sconta l’ipotesi di un’attenuazione nella seconda parte del 2025 del clima di incertezza relativo all’indirizzo della politica commerciale statunitense. Si ipotizza comunque un impatto negativo dei dazi sul commercio mondiale e sulle prospettive di crescita internazionali”.
Si prevede che i consumi privati continuino a crescere a ritmi moderati ma stabili (+0,7% in entrambi gli anni) da un lato favoriti dalla prosecuzione della crescita delle retribuzioni e dell’occupazione, dall’altro frenati da un incremento della propensione al risparmio.
La crescita degli investimenti, nel 2025 (+1,2%), in accelerazione dal +0,5% del 2024, sarebbe favorita dal buon andamento registrato nel primo trimestre per poi segnare nel 2026 una ulteriore leggera accelerazione (+1,7%) in concomitanza con la fase conclusiva del PNRR.
L’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (ULA), segnerebbe un aumento superiore a quello del Pil (+1,1% nel 2025 e +1,2% nel 2026), ma in decelerazione rispetto agli anni precedenti a cui si accompagnerebbe un ulteriore calo del tasso di disoccupazione (6,0% quest’anno e 5,8% nel 2026).
Dopo la risalita dei prezzi tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025, nel corso dell’anno ci si attende una dinamica più moderata dell’inflazione, favorita dalla discesa dei listini dei beni energetici e dall’indebolirsi delle prospettive di domanda. L’aumento del deflatore della spesa delle famiglie residenti nel 2025 sarebbe in linea con tali andamenti (+1,8%), con una nuova leggera riduzione nel 2026 (+1,6%).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
La Bce taglia i tassi d’interesse di 25 punti base
Pubblicato
3 giorni fa-
5 Giugno 2025di
Redazione
FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare di 25 punti base i tassi d’interesse. Quelli sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025.
“L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027 – spiega la Bce -. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo”.
Per quanto riguarda la crescita del PIL in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno. Benchè ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali.
“In un contesto di elevata incertezza – sottolinea la Bce -, i nostri esperti hanno anche valutato alcuni meccanismi attraverso i quali politiche commerciali differenti potrebbero influire su crescita e inflazione in alcuni scenari alternativi formulati a scopo illustrativo. Tali scenari saranno pubblicati unitamente alle proiezioni degli esperti sul sito Internet della BCE. In questa analisi di scenario, un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni. Al contrario, se le tensioni commerciali dovessero risolversi con esito favorevole, la crescita e, in misura minore, l’inflazione sarebbero superiori rispetto allo scenario di base. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La dinamica salariale, seppur ancora elevata, continua a mostrare un’evidente moderazione e i profitti ne stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione. Si sono attenuati i timori che la maggiore incertezza e la risposta volatile dei mercati alle tensioni commerciali ad aprile avrebbero avuto un effetto restrittivo sulle condizioni di finanziamento”.
Il Consiglio direttivo “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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