Politica
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via al disegno di legge sul femminicidio
Pubblicato
3 settimane fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei Ministri nella seduta odierna ha approvato lo schema del disegno di legge per l’“Introduzione del delitto di Femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”.
“Fin dall’inizio del nostro mandato la violenza sulle donne è stata un tema centrale: abbiamo cercato di intervenire sugli strumenti di prevenzione, con l’adozione di misure cautelari. I femminicidi sono diminuiti in misura molto lieve e quindi abbiamo ritenuto di dover intervenire nuovamente”. Lo sottolinea la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
“Abbiamo dunque introdotto un reato autonomo di femminicidio che verrà punito con l’ergastolo – continua Roccella, – Questo conferma la specificità della situazione e quindi una differenza dall’omicidio, non in termini di gravità dal punto di vista etico ma proprio per la diversità numerica dei casi di femminicidio: c’è un’asimmetria assolutamente evidente tra donne e uomini e l’omicidio di uomini da parte delle donne presenta numeri irrisori, per non dire quasi inesistenti. Tale asimmetria riguarda il potere maschile, le relazioni private, la libertà femminile: il femminicidio finora non era mai entrato nel codice penale, quindi il passaggio di oggi rappresenta una novità dirompente. La lotta alla violenza sulle donne deve coinvolgere il modo di concepire la relazione uomo-donna: l’obiettivo è produrre un mutamento culturale anche attraverso l’introduzione di questo delitto. Nel testo ci sono altre cose importanti, come l’obbligatorietà della formazione per i magistrati: tutti in Consiglio dei ministri sono intervenuti su questo provvedimento e tutti erano soddisfatti per il risultato raggiunto”.
“Aver inserito il femminicidio nell’ordinamento penale come fattispecie autonoma è un risultato epocale: finora si discuteva sulla possibilità di configurare questa forma di reato come una circostanza aggravante dell’omicidio, ora aver costituito una fattispecie autonoma ci esime da una serie di problematiche tecniche che riguardano i bilanciamenti tra attenuanti e aggravanti”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri.
“Questa è anche una manifestazione potente di attenzione a questa piaga così dolorosa, che ha avuto un riconoscimento penale di prima levatura – aggiunge Nordio, – Maltrattamenti, stalking e altri tipi di reato ascrivibili al codice rosso diventano invece aggravanti, rendendo più difficile un trattamento di indulgenza per chi li commette. Un’altra novità è l’attenzione riservata alla vittima o ai suoi parenti quando questa è deceduta: tale attenzione si manifesta con l’obbligo del pubblico ministero di ascoltare direttamente la vittima o i parenti, senza delegare alla polizia giudiziaria; non è una mancanza di fiducia verso quest’ultima, ma un modo per responsabilizzare ulteriormente la magistratura verso l’aggressione nei confronti delle donne con un intervento diretto dell’autorità requirente”.
“Altrettanto importante è la necessità di sentire l’opinione della vittima anche quando l’autore della violenza chiede un patteggiamento: il parere della vittima non è vincolante, ma impone comunque al giudice una particolare motivazione qualora dovesse disattenderlo; la vittima o i parenti dovranno inoltre essere ascoltati in caso di modifiche del trattamento penitenziario per l’autore delle violenze. Complessivamente la figura della vittima o dei parenti viene valorizzata, in quanto è posta in condizione di intervenire diventando protagonista della dialettica processuale: la formazione culturale e professionale del magistrato è inoltre fondamentale per evitare la vittimizzazione secondaria. Con questo provvedimento inaspriamo le pene e mandiamo un segnale dell’attenzione dello Stato a un fenomeno così dirompente” conclude Nordio.
Sulla stessa linea d’onda anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “È un intervento molto importante, che si inserisce nella scia di alcuni provvedimenti già adottati per marcare una presenza forte sul tema della violenza contro le donne: ci tengo anche a segnalare che la formazione delle forze di polizia sulla sensibilità e sulla professionalità in merito a questo tema è in crescita. Nei presidi di polizia ci sono luoghi dedicati all’ascolto delle vittime, le cosiddette stanze rosa – prosegue Piantedosi, – Al momento sono 339 su tutto il territorio nazionale tra questure e caserme, altre ne saranno istituite e questo andrà di pari passo con l’impegno verso la sensibilizzazione del personale”.
La ministra del Lavoro Marina Calderone commenta: “Definire oggi il reato di femminicidio e assegnargli una dimensione codicistica autonoma è assolutamente necessario: è un reato terribile, epilogo tragico di situazioni che parlano di violenze reiterate nel tempo. Le donne spesso subiscono in silenzio senza denunciare, perché hanno paura per il futuro dei loro figli – continua Calderone, – Il nostro impegno dev’essere quello di punire chi si rende responsabile di un reato così efferato, al contempo vogliamo sostenere chi si trova in difficoltà e dare alle donne la possibilità di liberarsi da situazioni così tragiche: stiamo mettendo in campo tanti strumenti, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per diffondere la consapevolezza che una soluzione contro il femminicidio c’è”.
“A questo importante provvedimento il mio ministero affianca un’iniziativa che risponde a un appello di questi giorni da parte dei rettori: la nostra risposta è uno stanziamento immediato di 8,5 milioni di euro, dedicati al contrasto alla violenza di genere con appositi sportelli che ogni ateneo deciderà come articolare; abbiamo anche previsto forme di assistenza per supportare le persone che subiscono le conseguenze di violenza di genere”. Così la ministra dell’Università Anna Maria Bernini in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri.
foto: IPA Agency
(ITALPRESS).
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“Questa vicenda mi offre l’occasione per una riflessione che forse è utile – prosegue l’ex premier -. Penso sia un diritto di ciascuno, non importa affatto quale ruolo abbia ricoperto nella vita, rivendicare la propria storia e la propria onorabilità e non accettare, come un destino inevitabile, la strumentalizzazione e persino la derisione dilaganti, anche grazie alla potenza della Rete. Come se un’intera vita non contasse, come se il futuro non esistesse”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
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26 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuta questa mattina a Palazzo Chigi una riunione convocata dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista della sua partecipazione al Vertice sulla pace e la sicurezza dell’Ucraina in programma domani a Parigi. All’incontro hanno preso parte il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani (in videocollegamento), il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
“Nel corso della riunione è stato riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico – si legge in una nota di Palazzo Chigi -. Ciò anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington, ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali. L’incontro ha inoltre permesso di ribadire che non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno. E’ stato, infine, affrontato il tema dell’attuazione e del monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, che il Governo italiano sostiene da tempo”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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Caso Almasri, respinta alla Camera la mozione di sfiducia nei confronti del ministro Nordio
Pubblicato
13 ore fa-
26 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – È stata respinta la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio sul caso Almasri. Alla Camera i voti favorevoli sono stati 119 e i contrari 215.
“Il ministro della giustizia aveva ampia discrezionalità se approcciare o meno la Corte Penale Internazionale. L’attività del ministro non è quella di passacarte, ma di un organismo che deve attivare un’attività istruttoria o pre-istruttoria soprattutto rapportandosi ad altri organi di governo e non. E può farlo quando gli atti che gli arrivano dalla Corte Penale Internazionale sono poco convincenti o rivelano inesattezze. E in questo caso lo hanno fatto”, aveva detto in mattinata il ministro nel corso del suo intervento in aula.
“Ho il sospetto che tutti questi attacchi, che ormai proseguono perché arrivano da tutte le parti e nei modi più fasulli, cominciano a dare la sensazione che si tratti di un attacco programmato e duraturo per evitare la madre di tutte le riforme: la separazione delle carriere e l’inserimento del sorteggio nel Consiglio Superiore della Magistratura“, ha aggiunto: “Quali che siano gli attacchi, noi non vacilleremo né esiteremo. La riforma andrà avanti. Più saranno violenti e impropri gli attacchi contro di noi, più noi saremo forti e determinati. E se farete del vostro peggio, noi faremo del nostro meglio”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).


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