Cronaca
Salini “Il ponte sullo Stretto è un progetto per il Paese”
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3 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Siamo in attesa a breve della decisione finale, l’azienda è pronta a partire insieme con tutte le altre imprese italiane, da Nord a Sud. E’ un progetto industriale nazionale importante per il Paese più che per noi, una grande opera che può dare lavoro e opportunità di futuro a migliaia di giovani, inoltre significa investire in un’area speciale del Paese, connettendo 5 milioni di persone con il resto d’Europa”.
Così, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ad di Webuild Pietro Salini, parlando del ponte sullo Stretto di Messina.
Quanto ai risultati del 2024, l’Ad sottolinea come “il vero risultato è avere anticipato il raggiungimento degli obiettivi del piano industriale, il fatto più significativo sono i target del 2025 già raggiunti in termini di crescita, sviluppo e ordinativi. Stiamo investendo un miliardo in più rispetto a quanto previsto e tutto questo significa che siamo un’azienda più forte e solida di quanto avevamo immaginato di essere”.
Sui prossimi piani dell’azienda in Italia, Salini dice: “Webuild è presente con 30 progetti in settori strategici, ma abbiamo spazio di crescita, dato che il nostro fatturato in Italia equivale a poco meno del 2% del mercato complessivo. Tutti i cantieri sono in fase di produzione, anche grazie a partnership consolidate con clienti come Rfi e Anas del gruppo Ferrovie dello Stato. Lo scorso anno abbiamo assunto 13mila persone nel mondo e 3mila in Italia”. Webuild investirà anche in progetti legati all’acqua: “Nei prossimi giorni presenteremo un progetto per risolvere per sempre l’emergenza acqua potabile in Sicilia, contribuendo ad affrontare i problemi di carenza dell’acqua di irrigazione. E’ un progetto con capitali privati e con ridotto investimento pubblico. In due anni si possono costruire dissalatori, ripristinare bacini di stoccaggio, implementare la rete e installare nuovi potabilizzatori”, chiosa l’Ad.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-
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Via libera della Camera al Dl Sicurezza con 163 sì, il testo passa al Senato
Cronaca
Via libera della Camera al Dl Sicurezza con 163 sì, il testo passa al Senato
Pubblicato
13 ore fa-
29 Maggio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Con 163 voti favorevoli, 91 contrari e 1 astenuto, l’Aula della Camera ha approvato il ddl recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonchè di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. Il testo ora passa al Senato.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, a Milano “Una collezione inattesa”
Pubblicato
13 ore fa-
29 Maggio 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 30 maggio al 5 ottobre 2025 alle Gallerie d’Italia di Milano l’esposizione “Una collezione inattesa. La Nuova Arte degli Anni Sessanta e un Omaggio a Robert Rauschenberg”, a cura di Luca Massimo Barbero, curatore associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea della Banca, che presenta un omaggio al grande artista americano Robert Rauschenberg e un itinerario inedito sull’arte contemporanea degli anni Sessanta.
L’esposizione, che conta oltre 60 opere, si sviluppa nelle monumentali sale delle Gallerie d’Italia di Milano, offrendo al pubblico un viaggio ricco e articolato che attraversa la grande sperimentazione radicale degli anni Sessanta, per arrivare agli sviluppi più significativi del decennio successivo. Il percorso si arricchisce di intensi dialoghi tra opere rappresentative della cultura visiva concettuale, sia europea che americana. Le Collezioni di Intesa Sanpaolo, ancora una volta, si rivelano al grande pubblico in modo inatteso e sorprendente, grazie anche al fondamentale contributo della Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico della Banca. Un’occasione unica per esplorare l’evoluzione dell’arte contemporanea, attraverso una selezione di lavori raramente esposti.
“Le raccolte di arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo formano un corpus unico in Italia per ampiezza, importanza e internazionalità, un patrimonio straordinario che la Banca desidera condividere con il pubblico delle Gallerie d’Italia. A tal fine, abbiamo avviato un progetto di progressiva conoscenza delle opere, dando occasione in particolare di approfondire e apprezzare il prezioso nucleo della Collezione Luigi e Peppino Agrati – afferma Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo -. Questo nuovo allestimento, dedicato alle ricerche artistiche più radicali degli anni Sessanta, arricchito da un omaggio a Rauschenberg, accosta per la prima volta oltre 60 lavori di grandi artisti italiani e americani. Un percorso emozionante e ricco di capolavori, che identifica le Gallerie di Piazza della Scala come uno dei luoghi di eccellenza per l’arte del Novecento”.
La selezione di opere si apre con capolavori significativi che esplorano il monocromo, uno degli aspetti centrali della ricerca artistica tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta. In questo contesto, la presenza di artisti come Yves Klein, Lucio Fontana e Piero Manzoni risulta fondamentale, rappresentando emblematicamente la ricerca europea di quel periodo. Queste opere si confrontano, in un dialogo vivace e serrato, con le nuove generazioni di artisti le cui ricerche aprono gli anni Sessanta, tra cui spiccano due rare opere di Giulio Paolini, un monocromo di Robert Ryman e una giovanile quanto sorprendente opera in piombo di Richard Serra.
Come in un azzeramento della superficie, il curatore propone un confronto tra i grandi maestri dell’arte contemporanea provenienti da due sponde opposte dell’Oceano, in un dialogo tra minimalismo e monocromia. L’esposizione offre l’opportunità di ammirare opere di Carl Andre, protagonista della scultura minimalista americana, affiancate da due importanti lavori di Robert Mangold, artista raramente visibile nelle collezioni europee. A queste si uniscono due capolavori di Enrico Castellani: Superficie bianca (Omaggio all’alba) e Superficie bianca. Dittico.
Un momento di approfondimento del nuovo immaginario degli anni Sessanta si sviluppa nella sala successiva, dove due leggii di Giulio Paolini – la cui presenza punteggia l’intero percorso di mostra – dialogano con due opere specchianti di Michelangelo Pistoletto, rispettivamente del 1967 e del 1979, e si intrecciano simultaneamente con il lavoro giovanile del maestro Jannis Kounellis del 1960. Questo spazio, creando un gioco di rimandi e riflessi ideali e concettuali, arricchisce la comprensione dell’evoluzione dell’arte in quegli anni cruciali di ricerca.
Successivamente, in uno spazio concentrato e intensamente significativo, sei disegni realizzati con polvere da sparo introducono il pubblico all’opera del grande maestro californiano Edward Ruscha e si confrontano con tre opere in piombo di Jasper Johns, lo stesso artista che appare ritratto nell’opera di Giulio Paolini del 1967. Questo dialogo diventa così emblematico dello scambio serrato – sia concettuale che pittorico – che ha caratterizzato gli anni Sessanta, mettendo in relazione le esperienze artistiche dei due continenti.
A questa selezione risponde la grande sala d’angolo, che, grazie all’ingresso della Collezione Luigi e Peppino Agrati nel patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo, offre per la prima volta a Milano l’opportunità di ammirare le tre serie di dieci serigrafie originali di Andy Warhol: Marilyn, Electric Chairs e Mao Tse-Tung. Queste opere su carta costituiscono una riflessione sulla bellezza, sulla caducità del tempo e sulla potenza della comunicazione. In aggiunta, sarà possibile ammirare Waco, Texas di James Rosenquist, un’opera che arricchisce ulteriormente il percorso espositivo, rappresentando anch’essa un capitolo significativo della cultura pop.
Il dialogo sul nuovo immaginario degli anni Sessanta si sviluppa anche nelle due ultime sale perimetrali del Salone Scala, dove sono esposte opere raffinate e intime di Roy Lichtenstein.
Tra queste, spicca Mirror #2 del 1970, un pezzo silenzioso e quasi minimale, che, insieme a Brushstroke del 1965, diventano un simbolo emblematico della cultura Pop americana.
Il dialogo prosegue con la figura di Jean-Michel Basquiat, che, ancora giovanissimo, espone sotto lo pseudonimo di SAMO nella galleria Mazzoli di Modena. L’artista intrattiene anche un profondo legame con l’Italia e con Napoli, grazie anche al gallerista Lucio Amelio, sodale di Peppino Agrati. Il ponte culturale tra Italia e Stati Uniti trova simbolicamente espressione anche grazie alla presenza di Francesco Clemente che, nel 1984, lavorò nel celebre lavoro collettivo a quattro e sei mani proprio con Basquiat e Andy Warhol, qui rappresentato con la serie Vesuvius.
Il cuore della mostra è il Salone Scala, interamente dedicato all’omaggio del grande artista Robert Rauschenberg. Il 2025 segna il centenario della sua nascita e, in questa occasione speciale, viene celebrato per la prima volta il suo profondo legame con l’Italia e con Peppino Agrati, amico e collezionista. Grazie a questo legame, è possibile presentare insieme un nucleo di 17 opere, tra cui il capolavoro Blue Exit del 1961. Questo tributo si ricollega a uno degli aspetti fondamentali della ricerca di Rauschenberg, che, fin dai suoi esordi con la monocromia degli anni Cinquanta, ha ridefinito il concetto di Neo-Dada, diventando uno dei protagonisti assoluti della cultura visiva internazionale degli anni Sessanta. Particolare rilevanza anche in questo caso riveste il legame tra Peppino Agrati e Lucio Amelio, rappresentato in mostra dall’opera Trasmettitore Argento Glut del 1987 e proveniente dalla storica esposizione organizzata dal gallerista napoletano. Accanto alle grandi opere e ai disegni, la mostra include litografie straordinarie che raccontano non solo l’evoluzione tecnica che Rauschenberg ha reso innovativa, ma anche il suo rapporto con le immagini e i temi della società e della politica dell’epoca. Questa è la prima volta che l’intero nucleo di opere di Robert Rauschenberg proveniente dalle Collezioni Luigi e Peppino Agrati viene esposto al pubblico. Un’occasione unica per sottolineare l’importanza che il maestro americano ha attribuito alla composizione e alla grafica, elementi fondamentali del suo linguaggio artistico.
– foto f28/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Tajani lancia da Bergamo la Rete Italiana Obesità
Pubblicato
13 ore fa-
29 Maggio 2025di
Redazione
BERGAMO (ITALPRESS) – Un’alleanza nazionale che parte dai territori per cambiare la salute pubblica in Italia e in Europa. E’ questo il senso profondo della Rete Italiana Obesità, lanciata oggi all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dal Vicepremier Antonio Tajani, insieme al deputato Stefano Benigni e a numerosi protagonisti del mondo istituzionale, sanitario, accademico e civico.
Un progetto senza precedenti, nato per affrontare obesità, sovrappeso e disturbi alimentari con una strategia integrata che unisce ospedali, medicina territoriale, scuole, sindaci, associazioni di pazienti e cittadini, farmacie, Case di Comunità e punta sull’uso avanzato dei dati e dell’intelligenza artificiale per guidare politiche basate sull’evidenza.
“La Rete Italiana Obesità è la risposta a una delle più grandi sfide globali del nostro tempo. L’Italia, grazie al lavoro di Forza Italia, è oggi un modello di eccellenza globale. Siamo il primo Paese al mondo con una legge quadro sull’obesità: oggi costruiamo un’architettura operativa, capillare, inclusiva, che parte dai territori e guarda al futuro della sanità”, ha detto Tajani.
L’Italia è oggi pioniera grazie a una serie di risultati concreti: la prima legge al mondo sull’obesità, approvata alla Camera a prima firma del deputato Roberto Pella; un fondo dedicato istituito nella Legge di Bilancio 2025 grazie a un emendamento di Stefano Benigni; un Manifesto condiviso, che verrà firmato da istituzioni, Regioni, enti sanitari, associazioni, scuole e università; una rete di centri di eccellenza ospedalieri regionali, costruita con FIASO, in stretta connessione con i medici di famiglia, i farmacisti, e gli specialisti e in accordo con le società scientifiche di riferimento come SIO; un piano per la raccolta strutturata dei dati clinici e sociali, integrato con strumenti di intelligenza artificiale per valutare impatto e sostenibilità.
Nel suo intervento, Benigni ha annunciato la presentazione di un emendamento al cosiddetto Ddl Prestazioni per istituire la cabina di regia della Rete al Ministero della Salute, in raccordo con Regioni, ISS, AGENAS, AIFA e l’Osservatorio Nazionale Obesità previsto dalla legge Pella.
“Faremo appello a tutti gli attori del sistema salute per lavorare insieme a questo ambizioso progetto – ha detto -. In accordo anche con l’onorevole Letizia Moratti coinvolgeremo anche le istituzioni europee, per costruire una rete strutturale anche a livello internazionale, grazie al contributo del nostro Ministro degli Esteri. Nelle prossime settimane lancerò un Manifesto per la creazione della rete”.
A rafforzare il quadro normativo e operativo della Rete, è intervenuto anche il Consigliere regionale della Lombardia Johnatan Lobati, promotore di una legge regionale per la prevenzione e il contrasto all’obesità. “Con questa legge vogliamo fare della Lombardia un modello territoriale d’avanguardia per il contrasto all’obesità e alle patologie cardiometaboliche, fondato sulla collaborazione tra Regione, enti locali, scuole, sanità e comunità, e costituisce un esempio concreto di come le politiche regionali possano anticipare e sostenere la visione nazionale”.
La Rete Italiana Obesità si fonda su un approccio One Health, che connette salute umana, ambientale e sociale, e promuove una trasformazione culturale nei comportamenti alimentari, nella scuola e negli ambienti urbani.
“Questa rete è la prova che quando il cambiamento parte dai territori e dall’eccellenza dei nostri centri ospedalieri d’avanguardia è possibile immaginare una sanità più giusta, sostenibile ed efficace – ha concluso Tajani -. E l’Italia è pronta a guidare questa rivoluzione in Europa e nel mondo”.
-foto f20/Italpress –
(ITALPRESS).

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