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Cronaca

Draghi “Difesa comune europea passaggio obbligatorio”

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ROMA (ITALPRESS) – Sulla difesa “occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi e armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema di difesa continentale”. Così l’ex premier ed ex presidente della BCE Mario Draghi nel corso di un’audizione in Senato riguardo il rapporto sul futuro della competitività europea da lui redatto. “Dal punto di vista industriale-organizzativo, questo vuol dire favorire le sinergie industriali europee concentrando gli sviluppi su piattaforme militari comuni (aerei, navi, mezzi terrestri, satelliti…) che consentano l’interoperabilità, che oggi non abbiamo o solo limitatamente, e riducano la dispersione e le attuali sovrapposizioni nelle produzioni degli Stati membri”, ha aggiunto.
“La difesa comune dell’Europa diventa pertanto un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza. Persino la nostra valutazione dell’investimento in difesa, oggi basata sul calcolo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e Cyber sicurezza che diventeranno necessari per la difesa del futuro. Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare i modelli nazionali a pensare a livello continentale”. “Gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni paesi significative espansioni del deficit, nè sono pensabili contrazioni nella spesa sociale sanitaria: sarebbe non solo un errore politico, ma soprattutto la negazione di quella solidarietà che parte dell’identità europea – ha sottolineato – Quell’identità che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell’autocrazia. Il ricorso al debito comune è l’unica strada”.
“La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia, che con l’invasione dell’Ucraina ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea. L’Europa è oggi più sola nei fori internazionali come accaduto di recente alle Nazioni Unite e si chiede: chi difenderà i suoi confini in caso di aggressione esterna? E con quali mezzi?”.
“Siamo il secondo o il terzo continente per spesa militare e sicuramente più della Russia. Ma i paesi europei alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti: tra il 2020 e il 2024 gli Stati Uniti hanno fornito il 65% dell’importazione di sistemi di difesa degli stati europei aderenti alla NATO. Nello stesso periodo l’Italia ha importato circa il 30% dei suoi apparati di difesa degli Stati Uniti – ha detto Draghi – “Se l’Europa decidesse di creare la sua difesa e di aumentare i propri investimenti superando l’attuale frazionamento invece di ricorrere in maniera così massiccia alle importazioni, essa ne avrebbe un maggiore ritorno industriale e un rapporto più equilibrato con l’alleato atlantico anche sul fronte economico – ha aggiunto – Questa grande trasformazione è in realtà necessaria non solo per le complessità geopolitiche alle quali stiamo assistendo, ma anche per via della rapidissima evoluzione della tecnologia che ha stravolto i concetti di difesa e di guerra”.
“L’Europa avrebbe dovuto comunque combattere la stagnazione della sua economia e assumere maggiori responsabilità per la propria difesa in presenza di un minore impegno americano da tempo annunciato. Ma gli indirizzi della nuova amministrazione hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile”, ha proseguito
Sui dazi l’ex premier ha dichiarato: “Per decenni l’Unione Europea ha garantito ai suoi cittadini pace, prosperità, solidarietà e insieme all’alleato americano sicurezza, sovranità e indipendenza. Questi sono i valori costituenti dell’Unione Europea. Ma questi valori sono oggi posti in discussione: la nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni commerciali e internazionali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggior partner. I dazi, le tariffe e altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”.
“In Europa tra settembre e febbraio il prezzo del gas naturale all’ingrosso è aumentato in media di oltre il 40% con punte di oltre il 65% per poi attestarsi a +15% nell’ultima settimana – ha continuato Draghi – Anche i prezzi dell’elettricità all’ingrosso sono aumentati in modo generalizzato di diversi paesi europei e continuano ad essere 2-3 volte più alti dei prezzi negli Stati Uniti. Questo problema è ancora più marcato in Italia dove i prezzi dell’energia all’ingrosso nel 2024 sono stati in media superiori dell’87% rispetto a quelli francesi, del 70% rispetto agli spagnoli, del 38% rispetto ai tedeschi. Anche i prezzi del gas all’ingrosso in Italia nel 2024 sono stati mediamente più alti rispetto ai mercati europei”.
Infine sul caro bollette: “Una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie. A livello europeo nel mercato del gas naturale è necessario esercitare il nostro potere d’acquisto sfruttando al posizione di essere il più grande consumatore al mondo di gas: possiamo coordinare meglio la domanda di gas tra paesi, ad esempio riempiendo gli stoccaggi con flessibilità in modo da evitare l’irrigidimento della domanda complessiva. Costi dell’energia così alti pongono le aziende europee e italiane un perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri. A rischio non c’è solo la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ed elevata crescita: si pensi all’elevato consumo necessario per i data Centre”, ha concluso.

-Foto Ipa/Agency-

(ITALPRESS).

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Censis-Unpli, Pro Loco motore di coesione e sviluppo del territorio

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ROMA (ITALPRESS) – Motore per la valorizzazione del territorio e motivo di coesione sociale. Le Pro Loco in Italia, oltre 6.400 quelle rappresentate dall’UNPLI, sono un punto di riferimento essenziale per la promozione turistica dei territori, oltre che per la crescita culturale e sociale del Paese. I dati del rapporto Censis, realizzato in collaborazione con UNPLI e presentato presso la Sala Nassiriya del Senato della Repubblica in mattinata sulle attività delle Pro Loco in Italia nel 2024, parlano chiaro.
Il 75,1% della popolazione italiana vive in Comuni che ospitano almeno una Pro Loco, associazioni considerate linfa vitale imprescindibile, soprattutto nei piccoli centri. A testimoniare il valore all’interno della società è il numero che riguarda la frequenza con cui gli italiani sentono nominare le Pro Loco: è il 62,6% dei residenti nei Comuni con meno di 10 mila abitanti, il 34,2%, invece, nei paesi tra i 100 mila e 500 mila abitanti. Nel 2023 sono quasi il 60% gli italiani che hanno partecipato ad almeno un evento organizzato dalla Pro Loco, mentre il 43,5% ha vissuto uno di questi appuntamenti durante un viaggio di piacere e il 97,9% delle Pro Loco ha organizzato eventi nel 2023.
Un lavoro importante, capillare e continuativo (il 37,5% delle Pro Loco dichiara di non interrompere mai la propria attività) portato avanti non senza problematiche. Secondo lo studio le sfide maggiori riguardano la difficoltà a reperire finanziamenti (nel 59,3% dei casi), a far fronte alle pratiche burocratiche (nel 49,9% dei casi), a trovare volontari (nel 32,4%) ma anche a dover gestire i nuovi mezzi di comunicazione per promuoversi e farsi conoscere (2%) e le problematiche legate ad eventi calamitosi (1,5%).
Una macchina che per funzionare trova fondamentale il sostegno dell’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia). Nell’89,1% delle pro loco italiane, infatti, vengono valutati molto o abbastanza utili i servizi offerti da UNPLI, sia per quanto riguarda la formazione sia per quanto riguarda il supporto amministrativo, nell’ottica di rafforzare la rete e le capacità organizzative degli enti locali.
“Siamo molto orgogliosi dei dati che rappresentano in modo straordinario la grande vitalità delle nostre Pro Loco e il grande ruolo che occupano nel tessuto sociale, sia in ambito turistico sia culturale, promuovendo la destagionalizzazione e muovendo l’economia locale con un’intensa attività svolta durante tutti i periodi dell’anno – ha dichiarato il presidente di UNPLI, Antonino La Spina -. Il 97,9% delle Pro Loco ha organizzato degli eventi durante l’anno e ha dato la possibilità ad oltre il 60% degli italiani di partecipare ad un evento da loro promosso. Siamo molto soddisfatti che oltre l’89,1% delle Pro Loco valuti il lavoro di UNPLI come determinante a supporto delle proprie attività”.
In un’intervista all’Italpress, La Spina ha anche sottolineato “il valore delle Pro Loco per la coesione sociale, contro lo spopolamento e in aiuto dei piccoli centri. Il grande lavoro che viene fatto attraverso i nostri volontari tiene unite le comunità e genera diverse potenzialità”, innanzitutto “dal punto di vista turistico. Le nostre Pro Loco per il 98% lavorano tutto l’anno e riescono a dare impulso alla destagionalizzazione del turismo”.
“Il 60% della popolazione ha partecipato a un evento delle nostre Pro loco, di questi il 43% erano turisti: questo ovviamente supporta l’offerta turistica nei piccoli centri nelle zone turistiche, ma soprattutto nelle aree interne” dove “genera un impatto economico fortissimo, veicolando circa 88-90 milioni di visitatori. Questi dati ci danno la consapevolezza” di quanto sia importante “il lavoro fatto nei territori e l’impegno dei volontari per concretizzare tutto questo”, ha spiegato.
Anche per la promozione dell’agroalimentare le Pro Loco rappresentano “un volano fortissimo, con oltre 20.000 sagre di cui molte sagre di qualità, grazie al riconoscimento che abbiamo dato loro con il nostro marchio”. In questo modo “valorizziamo il prodotto tipico locale, stimoliamo le comunità alla commercializzazione e alla vendita e anche a creare dei momenti di valorizzazione del prodotto del territorio”, ha aggiunto La Spina.
Le Pro Loco – oltre ad avere un ruolo fondamentale nella promozione e valorizzazione dell’offerta turistica, culturale ed enogastronomica italiana, proponendo eventi attrattivi durante tutto l’anno nell’ottica anche di incentivare la destagionalizzazione – sono fondamentali per animare le comunità e favorire un contesto sociale sempre più sinergico e vitale.
“Nel rapporto del CENSIS Le Pro Loco: motore della valorizzazione territoriale e della coesione sociale ci sono elementi di studio molto interessanti. Il 90% degli italiani riconosce il ruolo centrale delle Pro Loco nella promozione del territorio e, ancora, il 60% dei cittadini nel 2023 ha partecipato, almeno una volta, ad un evento delle Pro Loco. Sono numeri eloquenti. Le Pro Loco, spesso, nei territori, diventano il braccio operativo delle amministrazioni nella creazione di eventi per la promozione e valorizzazione della cultura locale. Tutto questo non sarebbe possibile oggi, se non ci fosse l’impegno, la gratuità e l’amore per il proprio territorio da parte dei volontari, che a me piace definire le sentinelle delle nostre tradizioni. Mi auguro che questo studio sia un impulso per tutto il Parlamento per lo sprint finale necessario a tagliare il traguardo del disegno di legge, oggi in discussione in Prima Commissione. L’Italia e gli italiani riconoscono il ruolo dei volontari delle Pro Loco. Ora tocca a noi, in Parlamento, fare lo stesso”, ha commentato il senatore Antonio De Poli.
“Le Pro Loco sono un autentico motore di valorizzazione e coesione sociale. Grazie al loro impegno, le tradizioni vengono custodite e le comunità rafforzano il proprio senso di appartenenza. I dati del rapporto presentato oggi confermano la loro straordinaria vitalità, segno di una partecipazione diffusa e instancabile. UNPLI è anche vicina ai giovani e noi, come Governo, a nostra volta siamo al loro fianco, offrendo ai ragazzi opportunità di crescita sana, favorendo l’ascolto e investendo in progetti concreti di inclusione sociale”, ha dichiarato il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci.
“I dati presentati oggi – afferma il sottosegretario sottosegretario di Stato al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Luigi D’Eramo – raccontano di quanto le attività delle Pro Loco siano importanti nella promozione e valorizzazione dei territori, soprattutto per le comunità dei piccoli Comuni, e contribuiscano anche alla coesione sociale. Un lavoro che promuove la cultura locale e l’offerta turistica, valorizzando un patrimonio enogastronomico forte di tante tipicità e tradizioni culinarie”.
“Le Pro Loco rappresentano un’applicazione pratica del principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione e rivestono una funzione essenziale nel contrastare lo spopolamento, mantenendo vive le piccole comunità, valorizzando cultura, tradizioni e ricchezze locali – ha dichiarato il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano -. Il sistema di volontariato su cui si fondano le Pro Loco d’Italia non è solo il cuore e l’anima di molti territori, ma anche il motore economico. L’impegno dei numerosi volontari contribuisce in modo decisivo al rafforzamento del tessuto sociale e culturale della nostra Nazione e allo sviluppo del nostro straordinario patrimonio collettivo. In tal senso, è fondamentale il compito che il gruppo di lavoro sull’economia sociale – che ho istituito al Mef – sta svolgendo con l’obiettivo di sviluppare un Action Plan nazionale per rispondere alle esigenze specifiche del settore, favorirne la sostenibilità e la crescita, nonchè riconoscerne l’importante contributo e l’opera svolta”.
“Con le Pro loco ci troviamo di fronte a una realtà che rappresenta un vero patrimonio collettivo, radicato nei territori, attivo nelle aree interne dell’Italia, presente anche in situazioni di emergenza, dovute a eventi calamitosi, al fianco della protezione civile – spiega il responsabile Area Economia, lavoro e territorio del Censis, Andrea Toma -. Hanno mostrato una grande capacità di rigenerarsi e di essere testimonial della qualità del buon vivere italiano, anche attraendo nelle loro attività i giovani: è molto importante il dato dell’indagine sulla popolazione italiana secondo cui il 66% dei giovani tra i 18 e i 34 anni afferma di aver partecipato di recente ad almeno un evento Pro Loco, mentre il 15,2% dei giovani svolge o ha già svolto attività di volontariato presso una Pro Loco”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Engel & Völkers, immobiliare di pregio in Italia dinamico e attrattivo

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ROMA (ITALPRESS) – Il mercato immobiliare di pregio in Italia si conferma dinamico, trainato sia da acquirenti italiani che internazionali. Nel 2024, le principali aree di pregio hanno registrato una crescita stabile dei prezzi e un aumento della domanda, sostenuta dall’interesse crescente per residenze di alta qualità. E per il 2025 si va verso un consolidamento del mercato di pregio, con un incremento medio dei prezzi quasi ovunque sul territorio nazionale con un andamento più stazionario in alcune località. La domanda di immobili di alta qualità continuerà a crescere, con particolare attenzione all’efficienza energetica e alla presenza di spazi esterni. Nelle grandi città, l’interesse per le zone meno centrali, ma ben collegate, potrebbe registrare un aumento, trainato dalle nuove infrastrutture e dagli sviluppi urbanistici. Sono i principali risultati del primo “Market Report Italia 2025” dedicato al mercato immobiliare di lusso, presentato a Roma da Engel & Vòlkers Italia e realizzato grazie al supporto scientifico di Nomisma. Prendendo in esame l’intero territorio nazionale e spaziando dalle località montane a quelle costiere, dalle città d’arte alle isole, l’osservatorio offre una panoramica complessiva, unica nel comparto, della congiuntura del Paese nel mercato del pregio.
“Il mercato immobiliare di pregio in Italia continua a mostrare una notevole resilienza e attrattività, sia per gli acquirenti nazionali che internazionali. La nostra analisi evidenzia come le aree più prestigiose del Paese, grazie a fattori come la location, il contesto e la qualità degli immobili, mantengano un forte appeal – ha commentato Muhannad Al Salhi, CEO di Engel & Vòlkers Italia -. Il rinnovato interesse per residenze di alta qualità ci spinge a una continua ricerca dell’eccellenza. Puntiamo a soddisfare le necessità di acquirenti e investitori, con un’offerta immobiliare distribuita capillarmente su tutto il territorio nazionale”.
“Il mercato del pregio si conferma essere un mercato di nicchia, con dinamiche proprie – ha sottolineato Elena Molignoni, Head of Real Estate di Nomisma -. La scarsa dipendenza dal credito e l’interesse crescente da parte degli acquirenti stranieri hanno contribuito a mettere al riparo questo segmento dagli effetti congiunturali che hanno penalizzato il mercato immobiliare italiano nel corso del 2024”.
Nel 2024, al Nord la domanda per l’acquisto della prima casa ha rappresentato circa il 50% delle compravendite di pregio, seguita dalle seconde case (35%) e dall’acquisto per investimento (15%). Il Centro Italia, invece, vede la quota prima casa al 35% del totale a vantaggio delle seconde case (45%), chiude il cerchio la domanda per investimento (20%). Nel Sud e nelle Isole gli acquisti prima casa registrano una quota del 30% del mercato, seconda casa in quota 42% e investimento pari al 28%. L’area geografica privilegiata dagli acquirenti internazionali è il Centro, con una quota pari al 60% delle compravendite. Al Nord gli acquirenti stranieri rappresentano solo il 30% circa del mercato e il 35% al Sud e nelle Isole.
Nel Nord-Ovest, Milano rimane il fulcro del mercato di pregio italiano, con aree come Brera e il Quadrilatero che raggiungono picchi di oltre 22.000 EUR/mq per abitazioni ristrutturate al nuovo, con una media di 15.000 EUR/mq nelle zone centrali. A Porta Romana e Porta Venezia, i prezzi variano tra 8.000 e 12.000 EUR/mq.
Tra i mercati “prime” dell’area seguono le località di lusso della Liguria, come Portofino e Santa Margherita Ligure, con prezzi che superano i 19.000 EUR/mq e raggiungono punte di 25.000 EUR/mq per le proprietà con vista mare.
In Valle d’Aosta, Courmayeur e Cervinia attraggono una clientela internazionale con prezzi medi che oscillano tra 8.000 e 14.000 EUR/mq, e top price che arrivano fino a 16.000 EUR/mq.
Tra i Laghi del Nord Italia, il Lago Maggiore e il Lago d’Orta registrano una forte presenza di acquirenti internazionali. Gli immobili accesso lago raggiungono prezzi da 8.000 EUR/mq a 10.000 EUR/mq a seconda del livello di ristrutturazione. Il mercato immobiliare del Lago di Como è punto di riferimento per chi cerca una residenza di pregio: i prezzi per le abitazioni ristrutturate variano da 4.000 a 10.000 EUR/mq, a seconda della posizione. Il Lago Maggiore e il Lago d’Iseo registrano prezzi che oscillano tra i 2.400 e i 4.400 EUR/mq, con una forte presenza di acquirenti internazionali. Il Lago di Garda registra quotazioni fino a 6.300 EUR/mq, grazie alla forte domanda di immobili di lusso, anche in questo caso spesso da parte di acquirenti stranieri.
Nel Nord-Est, Venezia registra valori tra 7.000 e 12.000 EUR/mq per immobili in centro storico, mentre Cortina d’Ampezzo mantiene quotazioni elevate con prezzi che oscillano tra 18.000 e 24.000 EUR/mq. Madonna di Campiglio continua a rappresentare un mercato sicuro per chi investe in seconde case di pregio, con prezzi medi tra 10.000 EUR/mq e 18.000 EUR/mq nelle zone più esclusive. Il mercato di Bologna è stabile in un range tra 4.500 e 5.500 EUR/mq.
Nel Centro Italia, Roma conferma la domanda sostenuta di residenze nelle zone di maggior pregio, come il centro storico e le aree limitrofe, tra cui Prati, Parioli e Pinciano, oltre all’Eur, nel quadrante sud. In queste zone i prezzi medi per le abitazioni ristrutturate raggiungono i 7.500 EUR/mq, con picchi che superano i 10.000 EUR/mq per immobili di particolare pregio, e con tempi di assorbimento estremamente rapidi.
Firenze offre grandi opportunità di investimento. Il centro storico è ideale per chi cerca una residenza di pregio con prezzi degli immobili ristrutturati tra i 4.200 e i 5.500 EUR/mq, ma con proprietà di lusso che raggiungono i 10.000 EUR/mq. Fuori dal centro, il Lungarno Vespucci è una zona molto desiderata per la vicinanza al centro e la vista panoramica sul fiume, con prezzi che oscillano tra 3.500 e 4.200 EUR/mq. Nelle colline del Chianti le ville storiche possono raggiungere gli 8.000 EUR/mq. Le aree rurali della Toscana e dell’Umbria attirano investitori esteri con prezzi tra 2.500 e 5.000 EUR/mq per casali ristrutturati.
Sud Italia e Isole: Porto Cervo, Porto Rotondo e Capri sono le località più prestigiose Il Sud e le isole esercitano un fascino particolare sugli acquirenti stranieri. In Campania, a Capri, le proprietà con vista sui Faraglioni raggiungono i 13.000-14.000 EUR/mq. Sulla Costiera Patrimonio UNESCO, è attraente per investimenti, con prezzi tra 4.000 e 5.000 EUR/mq.
In Puglia, a Bari, i quartieri di Murat e Umbertino sono tra i più ricercati, con prezzi tra 3.800 e 4.200 EUR/mq per residenze ristrutturate. Ostuni e la Valle d’Itria stanno registrando buone performance, con prezzi tra 5.000 e 6.000 EUR/mq, attirando principalmente acquirenti stranieri. Il Salento, con Lecce, Nardò e Otranto, attira domanda straniera grazie alle sue caratteristiche architettoniche uniche, con prezzi che oscillano tra 1.000 e 5.000 EUR/mq.
In Sicilia, Mondello a Palermo è ambita con prezzi fino a 4.000 EUR/mq. A Catania, le zone della Scogliera, Lungomare e Tivoli hanno prezzi tra 2.800 e 3.800 EUR/mq. A Taormina, i prezzi superano i 5.200 EUR/mq, mentre a Cefalù variano tra 3.000 e 4.500 EUR/mq. Panarea, nelle Isole Eolie, ha prezzi medi oltre i 7.000 EUR/mq e una domanda trainata dagli investimenti degli acquirenti internazionali.
In Sardegna, Porto Cervo e Porto Rotondo sono le località più prestigiose, con prezzi tra 26.000 e 32.000 EUR/mq. Nei dintorni di Olbia le proprietà di maggior pregio raggiungono anche i 15.000 EUR/mq attraendo investitori stranieri.

– foto spf/Italpress –
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Mundys, Alessandro Benetton “Investiremo 6 mld per le infrastrutture”

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MILANO (ITALPRESS) – “Nei prossimi 3 anni (2025-2027), avremo la possibilità di programmare ulteriori investimenti per 6 miliardi di euro da parte di Mundys, la nostra capogruppo leader nel settore delle infrastrutture e della mobilità sostenibili”: ad annunciarlo Alessandro Benetton, Presidente di Edizione e vicepresidente di Mundys, intervenendo al talk organizzato da Affari&Finanza dal titolo “L’Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell’era di Trump”, parlando di esempi concreti di sviluppo, crescita e innovazione.
Nel corso degli ultimi 3 anni (2022-2024), il Gruppo Mundys ha realizzato investimenti organici per oltre 4,4 miliardi di euro, di cui 1,4 circa in Italia, per: potenziare e ampliare le infrastrutture in concessione, così da garantire sempre un alto livello di qualità del servizio; introdurre innovazioni tecnologiche, per erogare nuovi servizi digitali agli utenti; ridurre in modo significativo le emissioni delle proprie infrastrutture, anche generando energia tramite fonti rinnovabili; promuovere servizi innovativi che consentano la maggiore scorrevolezza del traffico (e la riduzione delle emissioni) nelle grandi aree urbane.
Dal punto di vista della crescita inorganica, Mundys nel periodo 2022-25 ha effettuato investimenti per oltre 2,5 miliardi di euro (pari a 7 mld di euro EV 100%) per acquisire nuovi assets in Francia, Spagna, Porto Rico, Cile.
Mundys è stata tra le prime società in Italia a dotarsi di un Climate Action Plan che prevede 150 azioni concrete per azzerare emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040. In questo solco, lo scorso gennaio ADR ha inaugurato il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo in uno scalo europeo e tra i più estesi a livello globale realizzato all’interno di un confine aeroportuale (investimento di 50 mln di euro). L’indipendenza energetica garantita da questa nuova progettualità rappresenta un passo importante verso lo sviluppo sostenibile dell’infrastruttura e il raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2030 che ADR si è prefissata.
“La sfida che abbiamo in Edizione è quella di immaginare che il progresso, i benefici anche economici, non siano in contrapposizione con i benefici per l’ambiente che ci circonda – ha sottolineato Alessandro Benetton -. Questi nuovi parametri possono dare vita a un nuovo rinascimento aziendale”, ha aggiunto Benetton ricordando anche il cambiamento di Edizione “profondissimo, che ha dato vita a cose di cui siamo orgogliosi. Lo abbiamo fatto in un momento di profonda discontinuità che abbiamo voluto; abbiamo fatto da soli un passaggio generazionale. E’ stato un processo solido e fatto di scelte”.

– foto ufficio stampa Mundys –
(ITALPRESS).

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