Cronaca
Draghi “Difesa comune europea passaggio obbligatorio”
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Sulla difesa “occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi e armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema di difesa continentale”. Così l’ex premier ed ex presidente della BCE Mario Draghi nel corso di un’audizione in Senato riguardo il rapporto sul futuro della competitività europea da lui redatto. “Dal punto di vista industriale-organizzativo, questo vuol dire favorire le sinergie industriali europee concentrando gli sviluppi su piattaforme militari comuni (aerei, navi, mezzi terrestri, satelliti…) che consentano l’interoperabilità, che oggi non abbiamo o solo limitatamente, e riducano la dispersione e le attuali sovrapposizioni nelle produzioni degli Stati membri”, ha aggiunto.
“La difesa comune dell’Europa diventa pertanto un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza. Persino la nostra valutazione dell’investimento in difesa, oggi basata sul calcolo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e Cyber sicurezza che diventeranno necessari per la difesa del futuro. Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare i modelli nazionali a pensare a livello continentale”. “Gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni paesi significative espansioni del deficit, nè sono pensabili contrazioni nella spesa sociale sanitaria: sarebbe non solo un errore politico, ma soprattutto la negazione di quella solidarietà che parte dell’identità europea – ha sottolineato – Quell’identità che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell’autocrazia. Il ricorso al debito comune è l’unica strada”.
“La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia, che con l’invasione dell’Ucraina ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l’Unione Europea. L’Europa è oggi più sola nei fori internazionali come accaduto di recente alle Nazioni Unite e si chiede: chi difenderà i suoi confini in caso di aggressione esterna? E con quali mezzi?”.
“Siamo il secondo o il terzo continente per spesa militare e sicuramente più della Russia. Ma i paesi europei alla fine acquistano gran parte delle piattaforme militari dagli Stati Uniti: tra il 2020 e il 2024 gli Stati Uniti hanno fornito il 65% dell’importazione di sistemi di difesa degli stati europei aderenti alla NATO. Nello stesso periodo l’Italia ha importato circa il 30% dei suoi apparati di difesa degli Stati Uniti – ha detto Draghi – “Se l’Europa decidesse di creare la sua difesa e di aumentare i propri investimenti superando l’attuale frazionamento invece di ricorrere in maniera così massiccia alle importazioni, essa ne avrebbe un maggiore ritorno industriale e un rapporto più equilibrato con l’alleato atlantico anche sul fronte economico – ha aggiunto – Questa grande trasformazione è in realtà necessaria non solo per le complessità geopolitiche alle quali stiamo assistendo, ma anche per via della rapidissima evoluzione della tecnologia che ha stravolto i concetti di difesa e di guerra”.
“L’Europa avrebbe dovuto comunque combattere la stagnazione della sua economia e assumere maggiori responsabilità per la propria difesa in presenza di un minore impegno americano da tempo annunciato. Ma gli indirizzi della nuova amministrazione hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile”, ha proseguito
Sui dazi l’ex premier ha dichiarato: “Per decenni l’Unione Europea ha garantito ai suoi cittadini pace, prosperità, solidarietà e insieme all’alleato americano sicurezza, sovranità e indipendenza. Questi sono i valori costituenti dell’Unione Europea. Ma questi valori sono oggi posti in discussione: la nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni commerciali e internazionali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggior partner. I dazi, le tariffe e altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”.
“In Europa tra settembre e febbraio il prezzo del gas naturale all’ingrosso è aumentato in media di oltre il 40% con punte di oltre il 65% per poi attestarsi a +15% nell’ultima settimana – ha continuato Draghi – Anche i prezzi dell’elettricità all’ingrosso sono aumentati in modo generalizzato di diversi paesi europei e continuano ad essere 2-3 volte più alti dei prezzi negli Stati Uniti. Questo problema è ancora più marcato in Italia dove i prezzi dell’energia all’ingrosso nel 2024 sono stati in media superiori dell’87% rispetto a quelli francesi, del 70% rispetto agli spagnoli, del 38% rispetto ai tedeschi. Anche i prezzi del gas all’ingrosso in Italia nel 2024 sono stati mediamente più alti rispetto ai mercati europei”.
Infine sul caro bollette: “Una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie. A livello europeo nel mercato del gas naturale è necessario esercitare il nostro potere d’acquisto sfruttando al posizione di essere il più grande consumatore al mondo di gas: possiamo coordinare meglio la domanda di gas tra paesi, ad esempio riempiendo gli stoccaggi con flessibilità in modo da evitare l’irrigidimento della domanda complessiva. Costi dell’energia così alti pongono le aziende europee e italiane un perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri. A rischio non c’è solo la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ed elevata crescita: si pensi all’elevato consumo necessario per i data Centre”, ha concluso.
-Foto Ipa/Agency-
(ITALPRESS).
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Cronaca
BREAKING NEWS LOMBARDIA – 18 MARZO 2025
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15 minuti fa-
18 Marzo 2025di
RedazioneIn questa edizione: Corruzione negli appalti, perquisizioni della Finanza di Pavia – Delitto Garlasco, tracce nicotina sui capelli di Chiara Poggi – Omicidio Sharon, Sangare ritratta la confessione – I dubbi dei legali sull’arma del delitto Bossi – Pena ridotta in appello per il trapper Shiva – Dal Leoncavallo manifestazione d’interesse per un immobile – Treni, domani sciopero e oggi guasto al nodo di Milano – Abbassa finestrino e gli rubano orologio da 250mila euro – Bergamo ricorda vittime Covid – Tornano anche in Lombardia le Giornate Fai di Primavera – ProntoMeteo Lombardia per il 19 Marzo.
Cronaca
Meloni “Attraversiamo tempi gravi, senza difesa non c’è libertà”
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50 minuti fa-
18 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Ci ritroviamo alla vigilia di un Consiglio Europeo che cade in un momento estremamente complesso per le dinamiche globali, e allo stesso tempo decisivo per il destino dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente. Vengo in quest’Aula con la speranza che il dibattito odierno ci trovi tutti consapevoli del tempo grave che stiamo attraversando, e che si possa, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, provare a ragionare insieme di quali siano le scelte migliori per la nostra Nazione, con il senso di realtà e di responsabilità che si deve a momenti come questi”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni nell’Aula del Senato in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo che, tra i vari temi, avrà al centro il conflitto tra Russia e Ucraina e quello della difesa.
“Oggi siamo chiamati a rafforzare le nostre capacità difensive, di fronte alle nuove sfide geopolitiche, alle maggiori responsabilità a cui veniamo richiamati in ambito NATO e alla necessità di rafforzare il ruolo dell’Europa in questo contesto. Ma oggi, rafforzare le nostre capacità difensive non significa banalmente acquistare armamenti – spiega -. Rafforzare le nostre capacità di difesa significa occuparsi di molte più cose rispetto al semplice potenziamento degli arsenali. In epoca di minacce ibride, la sicurezza è una materia molto vasta. Senza questo approccio a 360 gradi non c’è difesa, senza difesa non c’è sicurezza e senza sicurezza non c’è libertà, perchè senza sicurezza non possiamo proteggere l’Italia, le sue imprese e i suoi cittadini. Un punto che mi interessa chiarire riguarda l’entità finanziaria del Piano. La Presidente Von der Leyen ha indicato in 800 miliardi di euro la sua dimensione complessiva. Credo che sia molto utile precisare che non sono nè risorse che vengono tolte da altri capitoli di spesa nè risorse aggiuntive europee. Non si tratta di spendere risorse attualmente esistenti nei bilanci degli Stati Membri, magari tagliando servizi ai cittadini per poter reperire risorse o smettendo di investire sugli altri capitoli”.
‘Si tratta invece della possibilità di ricorrere a deficit aggiuntivo, rispetto a quanto normalmente previsto dal patto di stabilità – precisa -. Questo è il quadro che ci è stato proposto, e in questo quadro l’Italia valuterà con grande attenzione l’opportunità o meno di attivare gli strumenti previsti dal Piano. Lo dico perchè l’Italia può vantare, in questa fase storica, degli indicatori economici e finanziari estremamente positivi, un patrimonio al quale non intendiamo rinunciare. Lascio quindi volentieri ad altri, in quest’aula e fuori, quella grossolana semplificazione secondo cui aumentare la spesa in sicurezza equivale a tagliare i servizi, la scuola, le infrastrutture, la sanità o il welfare. La demagogia non mi interessa. Come sempre gli italiani giudicheranno, e gli italiani hanno dimostrato di essere molto più intelligenti di quanto certa politica creda. Penso che gli italiani sappiano bene che sono state proprio le classi politiche concentrate solo su se stesse ad averci consegnato un’Italia debole. Ma non chiedete a me di lasciare questa Nazione esposta, incapace di difendersi, costretta a dire sì, semplicemente perchè non ha un’alternativa. Non sono la persona giusta per questo. So che la libertà ha un prezzo, e so che, se non sei capace di difenderti da solo non puoi neanche decidere, contare, affermare il tuo interesse nazionale. Non è un tempo facile quello nel quale ci è stato dato il compito di guidare questa Nazione. Il quadro è in continua mutazione, e le nostre certezze continuano a diminuire. Ma c’è una certezza che per me non viene meno. Con una visione chiara, un pò di coraggio, concentrandosi solo sulle cose davvero importanti, e mantenendo come principale bussola di riferimento il suo interesse nazionale, l’Italia ha tutte le carte in regola per attraversare anche questa tempesta. Personalmente sono, e sarò insieme a tutto il governo, concentrata solo su questo. Metteremo tutto il coraggio che serve, perchè ai nostri figli domani non manchino la libertà e la felicità”, aggiunge il premier.
Nel ribadire la “ferma e totale condanna della brutale aggressione all’Ucraina, così come il nostro sostegno al popolo ucraino”, Meloni ricorda come dall’inizio del conflitto l’appoggio a Kyiv sia sempre stato “senza tentennamenti, perchè ci sono momenti nei quali, inevitabilmente, i leader si distinguono dai follower, e chi ha a cuore l’interesse nazionale non lo baratta per una manciata di voti facili. A distanza di oltre tre anni, arrivati nel frattempo al governo della Nazione, quella scelta di campo è rimasta immutata. Non soltanto per Fratelli d’Italia, ma per l’intera maggioranza di centrodestra, che ha sempre e compattamente votato per questa linea. Questo impegno lo rivendichiamo davanti al mondo, con orgoglio e determinazione. L’Italia si è dimostrata una Nazione solida e credibile, che ha una posizione chiara, e che rivendica il suo spazio sullo scenario globale. Una Nazione che rispetta i propri impegni internazionali – evidenzia -, a pieno titolo protagonista in Europa e in Occidente, e per questo anche una Nazione il cui parere conta. Sono giornate delicate, intendiamo continuare a insistere su quello che per noi non è soltanto un pilastro culturale e di civiltà, ma un banale dato di realtà: non è immaginabile costruire garanzie di sicurezza efficaci e durature dividendo l’Europa e gli Stati Uniti. E’ giusto che l’Europa si attrezzi per fare la propria parte, ma è nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che oggi possa fare da sola, senza la NATO, fuori da quella cornice euro-atlantica che per 75 anni ha garantito la sicurezza dell’Europa e che in questi ultimi 3 anni ha consentito all’Ucraina di resistere”.
Standing ovation dell’Aula per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e per Papa Francesco. La premier, infatti, ribadisce vicinanza al capo dello Stato “ogni qual volta viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti”, e rivolge “un affettuoso saluto al Santo Padre, che anche in un momento di prova non ha mai fatto mancare la sua forza e la sua guida”. Poi un passaggio sull’ipotesi di una tregua. “Salutiamo positivamente questa nuova fase e sosteniamo gli sforzi del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in questo senso. L’Italia considera la proposta di cessate il fuoco concordata l’11 marzo a Gedda da Stati Uniti e Ucraina un primo, significativo, passo di un cammino che deve portare a una pace giusta e duratura per l’Ucraina, con garanzie di sicurezza solide, efficaci e di lungo periodo, per l’Ucraina stessa, per l’Europa nel suo complesso, e per i nostri alleati americani, che non possono permettersi di siglare un accordo di pace violabile. E’ un passo in avanti che deve essere sostenuto compattamente, rimettendo ora la responsabilità di una scelta in capo alla Russia, da cui ci attendiamo concreti e rapidi passi nella stessa direzione”.
Ed è proprio parlando degli Usa che Meloni aggiunge: “Chi ripete ossessivamente che l’Italia dovrebbe scegliere tra Europa e USA lo fa strumentalmente, per ragioni di polemica domestica o perchè non si è accorto che la campagna elettorale americana è finita, dando a Donald Trump – piaccia o no – il mandato di governare e di conseguenza ai partner occidentali di fare i conti con questa America. Chi per ragioni diverse alimenta una narrazione diversa, tentando di scavare un solco tra le due sponde dell’Atlantico, non fa che indebolire l’intero Occidente, a beneficio di ben altri attori”. Infine, un passaggio sui dazi. “L’Amministrazione Trump ha deciso di riattivare, lo scorso 12 marzo, i dazi sulle importazioni dall’Unione europea di acciaio, alluminio e determinati prodotti derivati. Dazi che erano stati attivati nel 2018, e poi sospesi nel 2021. Gli Stati Uniti hanno, inoltre, annunciato la possibilità di attivare il prossimo aprile ulteriori dazi su altri comparti, di cui ancora non sono noti i dettagli. La Commissione europea ha risposto all’entrata in vigore delle misure statunitensi annunciando delle contromisure di riequilibrio, alcune delle quali scatteranno il primo aprile, mentre altre sono attualmente allo studio e dovrebbero entrare in vigore successivamente. Il quadro è pertanto complesso e in costante evoluzione, tenuto conto che gli Stati Uniti hanno attivato misure simili anche nei confronti di altre Nazioni, ma io sono convinta che si debba continuare a lavorare, con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno d’intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, nè gli Stati Uniti nè l’Europa. E credo che non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono. Se è vero che i dazi imposti sulle merci extra UE possono teoricamente favorire la produzione interna – conclude -, in un contesto fortemente interconnesso come quello delle economie europea e statunitense, il quadro si complica. Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi. Per questo, credo che le energie dell’Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buon senso tra Stati Uniti ed Europa, dettate più dalla logica che dall’istinto, in una ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Psoriasi e dermatite atopica, proposto modello PDTA per migliorare cure
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50 minuti fa-
18 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è concluso a Roma l’evento istituzionale “Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale del paziente con psoriasi e dermatite atopica” organizzato da Cencora Pharmalex con il patrocinio della Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), Associazione Nazionale Dermatite Atopica (ANDeA), Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO) e realizzato con il contributo non condizionato di Abbvie Italia. In questa occasione referenti istituzionali, clinici e associazioni hanno presentato il documento che descrive il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la presa in carico del paziente con psoriasi o con dermatite atopica sviluppato dal Gruppo di Lavoro della SIDeMaST ed elaborato e pubblicato da CREA Sanità.
La psoriasi e la dermatite atopica sono malattie infiammatorie della pelle. La prima si manifesta con papule e placche eritematose coperte da squame argentee. Ha un’origine multifattoriale, legata a predisposizione genetica e fattori scatenanti come traumi, infezioni e farmaci. E’ caratterizzata dall’iperproliferazione dei cheratinociti e dall’infiammazione della pelle. La prevalenza varia a livello globale, con stime dallo 0,2-1,4% nei bambini e dallo 0,5-11,4% negli adulti. In Italia, colpisce circa il 2,8% della popolazione – circa 1.500.000 persone – con una maggiore incidenza tra gli uomini. L’età d’insorgenza più comune è tra i 16-22 anni e i 57-60 anni, ma può presentarsi a qualsiasi età.
La dermatite atopica, invece, è caratterizzata da prurito intenso e lesioni eczematose ricorrenti. Secondo l’OMS, è la patologia cutanea più comune in termini di disabilità. La prevalenza è aumentata negli ultimi anni, colpendo il 10-25% dei bambini e il 2-8% degli adulti nei Paesi sviluppati. In Italia, l’incidenza tra gli adulti è dell’8,1%, la più alta in Europa. Circa il 10% dei pazienti necessita di terapia sistemica. La storia familiare di atopia è il principale fattore di rischio: un genitore affetto ha il 50-80% di probabilità di trasmettere la predisposizione ai figli.
Queste malattie, pur differenti nelle loro manifestazioni cliniche, condividono un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti e richiedono un approccio integrato e multidisciplinare. Spiega Paolo Gisondi, Consigliere della SIDeMaST e Professore Associato di Dermatologia e Venerologia dell’Università degli Studi di Verona: “La psoriasi e la dermatite atopica sono patologie infiammatorie dermatologiche con andamento cronico-recidivante associate a uno ampio spettro di comorbidità. La loro natura cronica rende necessaria l’adozione di misure di controllo costanti, con una presa in carico del paziente dalla diagnosi al follow up per la gestione della terapia, con PDTA dedicati e interventi multidimensionali e multidisciplinari. Partendo da questa consapevolezza – aggiunge – come SIDeMaST, abbiamo elaborato una proposta di PDTA che individua i requisiti minimi standard, sia tecnologici che di personale, per le strutture ambulatoriali coinvolte nella gestione di queste patologie, al fine di garantire uniformità e qualità nelle cure”. L’iniziativa nasce dall’esigenza di colmare le disomogeneità territoriali nell’accesso ai trattamenti e di migliorare la presa in carico dei pazienti.
Il documento propone un modello organizzativo che favorisce la collaborazione tra dermatologi, medici di medicina generale, reumatologi, psicologi e altri specialisti coinvolti, con l’obiettivo di: promuovere uniformità di comportamento, su tutto il territorio nazionale, dei professionisti coinvolti nel processo di diagnosi e cura dei pazienti affetti da psoriasi e dermatite atopica; garantire al paziente appropriati percorsi di cura e assistenza.
“Un approccio integrato come quello proposto dal documento descrittivo del PDTA è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da dermatite atopica: solo attraverso una rete di collaborazione tra specialisti e una chiara definizione dei percorsi clinici il paziente può essere orientato efficacemente verso un percorso di cura garante di trattamenti tempestivi e follow up continuativo”, afferma Mario Coccioli, Presidente Associazione Nazionale Dermatite Atopica Onlus (ANDeA)”.
“Il nostro auspicio è che i decisori ministeriali condividano quanto descritto in questo documento e assumano una posizione attenta al riconoscimento e alla garanzia dei diritti delle persone con psoriasi e dermatite atopica riconoscendone la cronicità e aggiornando i LEA così da dare a queste due patologie la dignità che meritano”, ha aggiunto Valeria Corazza, Presidente Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO).
Come previsto dal Piano Nazionale delle Cronicità (PNC), l’assistenza deve essere multidimensionale e multiprofessionale, coinvolgendo aspetti psico-fisici, sociali e legati a eventuali disabilità.
“Sia la dermatite atopica che la psoriasi sono patologie che accompagnano chi ne soffre per tutta la vita, incidendo sia sul quadro clinico, che sulla qualità della vita quotidiana. Proprio per questo impatto determinante, è necessario che le Istituzioni riconoscano, anche a livello normativo, la cronicità di tali patologie, per agevolare questo supporto”, afferma Guido Quintino Liris, 5a Commissione Programmazione Economica, Bilancio, Senato della Repubblica; Coordinatore Intergruppo Prevenzione e presa in carico delle cronicità.
“La psoriasi e la dermatite atopica sono patologie croniche che colpiscono milioni di italiani, con un impatto significativo sulla qualità della vita e sul sistema sanitario – afferma Daniela Sbrollini, Vicepresidente 10a Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale del Senato della Repubblica e Coordinatrice dell’Intergruppo Parlamentare sulle Malattie Dermatologiche e la Salute della Pelle -. E’ essenziale riconoscerne la complessità, non solo dal punto di vista clinico ma anche sociale, e garantire un accesso equo a diagnosi tempestive e terapie efficaci. Per questo lo scorso 29 ottobre abbiamo chiesto al Governo, con una mozione, l’impegno concreto per inserire la psoriasi nel Piano Nazionale delle Cronicità, potenziare i percorsi assistenziali e promuovere campagne di sensibilizzazione. Solo attraverso un approccio integrato e multidisciplinare è possibile offrire ai pazienti un supporto adeguato e migliorare la loro quotidianità”.
– foto ufficio stampa Pharmalex –
(ITALPRESS).

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