Economia
Confcommercio, stime del Pil al ribasso e consumi deboli
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4 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Questione dazi, consumi, geopolitica dell’energia, prospettive economiche 2025, il ruolo dell’innovazione e dell’Intelligenza Artificiale, dinamismo imprenditoriale tra flessibilità e competitività, il futuro dell’Europa nella nuova legislatura Ue. Sono questi i principali temi al centro della ventiquattresima edizione del Forum internazionale di Confcommercio “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”, organizzato in collaborazione con Ambrosetti, in corso a Roma a Villa Miani e che vede la presenza, tra gli altri, di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea; di Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; di Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy; di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri.
“La parziale marcia indietro dell’amministrazione americana è una buona notizia: implica che abbiamo una controparte che ascolta imprese e mercati. Ma le ampie oscillazioni negli indirizzi di politica economica non sono prive di conseguenze. Nella prima parte dell’anno l’economia europea ne ha risentito. L’incertezza è rapidamente cresciuta. E rimangono barriere tariffarie più elevate che in passato. La loro rimozione richiede paziente, determinato e faticoso lavoro di negoziazione multilaterale per ricucire e ripristinare. Adesso bisogna tornare a stabilità e fiducia per imprese e consumatori. Non sarà facile, ma è condizione indispensabile per la prosperità”, afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso della conferenza stampa di apertura del Forum.
“E la fiducia, voglio ricordarlo, è l’ingrediente fondamentale per far ripartire i consumi e innalzare la propensione all’investimento. Lo ribadisco – aggiunge -: servono, con urgenza, negoziazione, dialogo, compensazioni, per scongiurare il rischio di compromettere le prospettive di crescita in un contesto economico già fragile”, aggiunge. L’Ufficio Studi di Confcommercio vede al ribasso le previsioni di crescita del PIL per il 2025 e 2026: +0,8% e +0,9% rispettivamente (da +0,9% e +1%). Pesano l’incertezza legata ai dazi, l’instabilità dei mercati finanziari e il timore di una perdita di ricchezza. Restiamo, comunque, più ottimisti del governo, sebbene in misura marginale. Ma nonostante l’incertezza, “c’è una nota di ottimismo che voglio valorizzare – osserva Sangalli -. Inflazione sotto controllo, occupazione ai massimi e redditi reali in aumento, grazie anche ai rinnovi contrattuali, rappresentano solidi presupposti per consentire all’Italia di reggere l’urto e attraversare con successo un periodo complesso e pieno di incognite. E con l’auspicato nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della BCE, si rafforzerebbero queste luci in uno scenario denso di ombre. Sulla scorta di queste indicazioni, stimiamo per il 2025 una crescita del PIL allo 0,8% e dei consumi sul territorio dell’1,2% e analoghe variazioni per l’anno prossimo”.
E proprio sui consumi si concentra l’analisi del direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, che nonostante un +1,2% restano il grande assente della ripresa economica: “Il potere di acquisto cresce più della spesa reale delle famiglie italiane; di conseguenza cresce molto anche la propensione al risparmio. Le cause della stagnazione dei consumi sono dovute al ricordo doloroso di decenni di bassa crescita, gli italiani hanno risorse, ma scelgono di non spenderle – spiega Bella -. La debolezza della domanda interna è una malattia cronica della nostra economia. E i consumi, anche alla fine del prossimo anno, non saranno tornati nemmeno ai livelli del 2007, cioè di venti anni fa. Quanto ai cambiamenti dei modelli di consumo, si conferma il fenomeno della “terziarizzazione” dell’economia: cala, rispetto al 2007, la spesa per alimentari (-408 euro pro capite), abbigliamento (-92 euro) e trasporti (-765 euro), complice anche l’invecchiamento della popolazione, una maggiore diffusione dei pasti fuori casa e il cambiamento nei modelli di mobilità; crescono invece i settori legati al tempo libero, alla cultura e alle comunicazioni (+316 euro) e alla sanità (+112 euro). Quindi, bisogna rimettere al centro dell’agenda di Governo la riduzione delle imposte per il ceto produttivo. Ma il turismo si conferma una leva fondamentale: dal 1990 ad oggi le presenze turistiche straniere nel nostro Paese sono triplicate e grazie alla spesa dei visitatori stranieri i consumi sul territorio sono in crescita. Negli ultimi trentacinque anni, infatti, le presenze di turisti stranieri in Italia sono cresciute del 200% e tutta la nuova occupazione in questo periodo è stata creata dal terziario di mercato”.
Secondo Sangalli, inoltre, servono interventi altrettanto decisi su altri fronti strategici per la competitività del sistema, “a cominciare dal nodo energia. Quella dei consumi, infatti, non è l’unica preoccupazione. Perchè oggi i prezzi dell’energia sono ancora molto elevati, con un pesante impatto sulle bollette di famiglie e imprese, in particolare quelle del terziario di mercato: per queste imprese, a marzo 2025, le tariffe dell’energia elettrica hanno registrato un incremento del 53,5% rispetto alle tariffe pre-crisi del 2019, quelle del gas addirittura dell’88,2%. Su questo tema, le misure adottate dal Governo non sono ancora sufficienti. Servono interventi strutturali, a cominciare da un nuovo impulso all’efficienza energetica, all’incremento della produzione rinnovabile e, certamente, anche al nucleare sostenibile per il quale recentemente il Governo ha varato la legge delega. Ma anche dalla revisione complessiva di tutte le componenti fiscali e parafiscali che gravano sulle bollette energetiche. Occorrono interventi tempestivi e coordinati anche a livello europeo per rafforzare la sicurezza energetica e la stabilità dei mercati”, conclude il presidente di Confcommercio.
– Foto xb1/Italpress –
(ITALPRESS).
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Economia
Produzione industriale in aumento dello 0,2% a giugno, calo dello 0,9% sull’anno
Pubblicato
26 minuti fa-
6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A giugno l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,2% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre si registra un aumento del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mostra un calo congiunturale solo per i beni di consumo (-0,9%); viceversa si osservano aumenti, sebbene assai contenuti, per i beni intermedi (+0,2%) e per l’energia e i beni strumentali (+0,1% per entrambi i settori).
Al netto degli effetti di calendario, a giugno l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dello 0,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a giugno 2024). Si registrano incrementi tendenziali solo per l’energia (+7,3%); calano, invece, i beni strumentali (-1,4%), i beni intermedi (-2,1%) e i beni di consumo (-3,0%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,7%), l’attività estrattiva (+6,2%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+4,7%). Le flessioni più rilevanti si riscontrano, invece, nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%), nella produzione di prodotti chimici (-3,2%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,0% per entrambi i settori).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
Intesa Sanpaolo, al via la sesta edizione di “Imprese Vincenti”
Pubblicato
21 ore fa-
5 Agosto 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo dà voce alle migliori Pmi italiane con la sesta edizione di “Imprese Vincenti”, il programma che la Divisione Banca dei Territori dedica alle eccellenze imprenditoriali del nostro Paese. Tra le principali novità dell’iniziativa, una particolare attenzione all’innovazione dei processi produttivi, un forte impulso all’internazionalizzazione e, grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo Assicurazioni, al valore della protezione delle persone e dei processi: non più solo strumento difensivo, ma scelta strategica aziendale e asset competitivo indispensabile per la resilienza e la continuità operativa.
Per sfruttare l’esperienza maturata nel corso di questi sei anni del progetto, si alimenteranno le attività della Community delle Imprese Vincenti: una rete strutturata di campioni nazionali, nata in occasione del forum conclusivo dell’ultima edizione, che realizzerà operazioni sistemiche e di promozione del Made in Italy.
Confermata la collaborazione con la Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, grazie alla quale le aziende estere selezionate verranno invitate a partecipare a una tappa loro dedicata. Spazio anche alle imprese sociali e del terzo settore e alle Pmi del comparto agroalimentare. In autunno partirà un tour nazionale scandito in 15 tappe che toccherà tutto il territorio nazionale e coinvolgerà le 140 Imprese Vincenti della sesta edizione, oltre a 10 imprese estere selezionate. Previsto poi un incontro conclusivo per raccogliere le diverse testimonianze aziendali e tracciare un bilancio complessivo del progetto.
Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “L’Italia esprime un tessuto di pmi che sono un vero e proprio motore economico per i territori in cui operano, oltre a rappresentare il Made in Italy all’estero. Con Imprese Vincenti ne abbiamo scoperte e valorizzate oltre 650, eleggendole ad esempio per l’intero tessuto produttivo grazie alle loro caratteristiche di qualità, innovazione, velocità e adattamento al cambiamento come pochi altri sistemi industriali possono vantare”.
“Il nostro impegno è di accompagnarle nel cogliere ulteriori opportunità per conquistare una crescita stabile e inclusiva, facendo leva sul network ed investendo in digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione”. Per la sesta edizione saranno selezionate 140 aziende (oltre a 10 pmi straniere) che avranno raggiunto risultati positivi nella contribuzione al Pil e all’impatto sociale, in innovazione e ricerca, nella transizione digitale ed ecologica, in percorsi di internazionalizzazione, nel passaggio generazionale e in investimenti per la continuità aziendale in caso di crisi. Autocandidature entro il 20 settembre 2025 su https://www.intesasanpaolo.com/it/business/landing/imprese-vincenti .html.
-Foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo-
(ITALPRESS).
Economia
Fs, approvata la relazione semestrale: ricavi a 8,2 miliardi e investimenti record (+15%)
Pubblicato
2 giorni fa-
4 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane Spa, presieduto dal presidente Tommaso Tanzilli, ha approvato, in data odierna, la Relazione finanziaria semestrale consolidata del Gruppo FS relativa al semestre chiuso al 30 giugno 2025. L’Amministratore Delegato e Direttore Generale Stefano Antonio Donnarumma ha così commentato: “I risultati economici del semestre, in crescita al netto di partite non ricorrenti, confermano l’efficacia della strategia industriale intrapresa dal Gruppo FS e la solidità del nostro modello operativo. Con circa 8,5 miliardi di euro di investimenti tecnici, stiamo portando avanti un programma infrastrutturale senza precedenti per lo sviluppo della rete ferroviaria e stradale del Paese, migliorando l’esperienza di viaggio e garantendo al contempo la continuità del servizio, allo scopo di assicurare la piena mobilità del Paese. Grazie all’impegno delle nostre persone e a una capacità esecutiva riconosciuta a livello europeo, stiamo dando piena attuazione al PNRR: abbiamo raggiunto tutte le milestone europee previste per il periodo di riferimento e già consuntivato oltre 14 miliardi di euro, pari a circa il 56% delle risorse assegnate. Questo percorso di trasformazione industriale prosegue in linea con il Piano Strategico 2025-2029, che ci guiderà nei prossimi anni verso una mobilità sempre più moderna, sostenibile e integrata, a beneficio del sistema Paese”.
I Ricavi operativi complessivi aumentano a 8,2 miliardi di euro, con un incremento di 188 milioni di euro (+2%) rispetto al primo semestre 2024. I Ricavi da servizi di trasporto, pari a 4,5 miliardi di euro, registrano una crescita di 159 milioni di euro rispetto al periodo di confronto. Nello specifico, aumentano i ricavi relativi al trasporto passeggeri su ferro AV (+35 milioni di euro), Intercity (+7 milioni di euro), Regionale (+26 milioni di euro) e i ricavi da trasporto passeggeri su gomma (+81 milioni di euro). In aumento anche i ricavi connessi al trasporto merci (+10 milioni di euro). I Ricavi da servizi di infrastruttura, pari a 2,4 miliardi di euro, registrano un aumento di 206 milioni di euro per effetto dell’andamento dei corrispettivi di servizio e concessori legati alla circolazione stradale (+225 milioni di euro). Gli Altri ricavi operativi, pari a 1,3 miliardi di euro, diminuiscono complessivamente di 177 milioni di euro per la presenza, nel primo semestre 2024, del ricavo realizzato dalla vendita dello scalo di Milano Farini e San Cristoforo (-390 milioni di euro), compensato dall’incremento dei ricavi da contributi (+157 milioni di euro, di cui 145 milioni di euro stanziati a sostegno dell’infrastruttura ferroviaria) e da maggiori altri ricavi (+56 milioni di euro).
I Costi operativi si attestano a 7,2 miliardi di euro, in crescita di 204 milioni di euro (+3%) rispetto al semestre a confronto per maggiori costi del personale (+169 milioni di euro) per effetto dell’incremento dell’organico medio e dell’aumento del costo unitario del lavoro, maggiori costi di gestione dell’infrastruttura stradale (+230 milioni di euro), maggiori costi variabili relativi all’offerta di servizi di trasporto e manutenzioni (+146 milioni di euro), maggiori capitalizzazioni per lavori interni (-191 milioni di euro), nonché per la minore variazione di giacenze di immobili e terreni trading in relazione alla già citata vendita dello scalo Farini (-136 milioni di euro). Per effetto della dinamica di ricavi e costi sopra esposta, l’EBITDA si decrementa di 16 milioni di euro, pari a -2%. Al netto della plusvalenza di Milano Farini ed escludendo l’effetto della variazione di perimetro, l’EBITDA registra una crescita pari a +122 milioni di euro, +14%.
La gestione finanziaria mostra un miglioramento riconducibile principalmente all’assenza nel semestre corrente dell’accantonamento a fondo rischi di 153 milioni di euro legato alla sentenza del Consiglio di Stato in riferimento alla partecipazione in FSE. Per effetto dei fenomeni sopra rappresentati, il Risultato Netto di periodo, pari a -89 milioni di euro, registra una variazione positiva di 110 milioni di euro rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente. Sul fronte degli Investimenti, si conferma il ruolo centrale del Gruppo a sostegno del sistema industriale nazionale. Il Gruppo FS ha, infatti, sviluppato e gestito un livello complessivo di spesa per investimenti tecnici pari a 8,5 miliardi di euro, con una crescita del 15% rispetto al primo semestre 2024 (il 98% degli investimenti è in Italia e quasi 7,5 miliardi di euro sono relativi ad infrastrutture ferroviarie e stradali). La Posizione Finanziaria Netta, pari a 13 miliardi di euro, registra un miglioramento di 0,5 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2024.
-Foto ufficio stampa Fs-
(ITALPRESS).


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