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Cronaca

Fontana “Le scomparse di minori sono una piaga sociale atroce”

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ROMA (ITALPRESS) – “Una piaga sociale tanto atroce quanto tristemente diffusa a livello mondiale. Soltanto in Italia, secondo gli ultimi dati elaborati dal Ministero dell’Interno, nei primi quattro mesi del 2024 sono state registrate oltre 5.000 denunce di scomparsa di minori. Questo tragico fenomeno colpisce duramente anche le famiglie dei soggetti direttamente coinvolti, causando loro un terribile sentimento di angoscia e di sofferenza che non può e non deve essere ignorato. E’ necessario, dunque, agire con risolutezza per contrastare e porre fine a questo dramma”. Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, in un messaggio alla Fondazione S.O.S.-Il Telefono Azzurro in occasione della Giornata internazionale dei bambini scomparsi.
“Occorre, anzitutto, favorire una cooperazione multilivello tra Istituzioni, Forze dell’ordine e società civile – scrive Fontana – per potenziare quanto più possibile le procedure di ricerca e sviluppare strategie di intervento sempre più efficaci e tempestive. Sotto il profilo della prevenzione, risulta inoltre indispensabile indagare e comprendere le cause all’origine dei casi di sparizione e promuovere una capillare opera di sensibilizzazione e di educazione che consenta ai più piccoli di riconoscere i rischi del mondo reale e virtuale. Desidero, pertanto, rinnovare l’espressione dei miei sentimenti di profonda stima e gratitudine nei confronti della Fondazione S.O.S. – Il Telefono Azzurro ETS e delle numerose realtà sociali quotidianamente impegnate a sostegno dei membri più vulnerabili e indifesi della comunità. La vostra azione rappresenta un baluardo di speranza per un futuro nel quale a ogni bambino sia pienamente garantito il diritto di vivere un’infanzia serena”.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Cronaca

Trasporti & Logistica Magazine – 29/10/2025

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Schlein “Lo Stato si prenda alcune responsabilità nella politica industriale”

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Cronaca

“Prendersi cura di chi cura”, Fondazione Cariplo al fianco del Terzo Settore

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MILANO (ITALPRESS) – Il lavoro di cura è al centro di una crisi silenziosa, ma sempre più urgente. A rilanciare una questione cruciale per il Paese è stato l’evento “Prendersi cura di chi cura”, promosso a Milano da Fondazione Cariplo in collaborazione con Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore per discutere le difficoltà nel reperire e trattenere professionisti qualificati nei servizi del Terzo Settore.
Il Quaderno di ricerca n.52, curato dall’Evaluation Lab di FSVGDA, fotografa infatti un mercato del lavoro in forte tensione: da un lato, la domanda di psicologi, educatori e assistenti sociali è in costante crescita; dall’altro, l’offerta fatica a tenere il passo, complici il fabbisogno di personale del settore pubblico e condizioni contrattuali spesso poco attrattive.
Nonostante un aumento del 30% delle iscrizioni universitarie nei corsi di laurea legati alle professioni di cura negli ultimi dieci anni (fa eccezione il settore socio-assistenziale che registra, a partire dal 2020, una diminuzione di circa il 10%), il Terzo Settore fronteggia grosse difficoltà. I dati evidenziano chiaramente le problematicità: stipendi più bassi, carichi di lavoro elevati, limitate prospettive di crescita e una percezione sociale ancora debole del “valore della cura” rendono complesso attrarre giovani professionisti e trattenere personale con esperienza.
Durante l’evento, articolato in tre panel, sono stati discussi i dati raccolti nella ricerca e sono emerse proposte concrete: al di là del nodo di fondo dell’aumento delle retribuzioni, si possono migliorare le condizioni contrattuali, investire in campagne di sensibilizzazione e i programmi di formazione continua, costruire alleanze tra università, enti del Terzo Settore e istituzioni. L’obiettivo? Ridare dignità e attrattività a un insieme di professioni che sono il pilastro del welfare e specchio della nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri.
Tre panel hanno scandito il ritmo dell’incontro, offrendo uno sguardo plurale e approfondito sulle sfide del lavoro di cura. Il primo, “Un valore (s)conosciuto”, ha affrontato le dimensioni culturali, economiche e di genere del lavoro sociale, con interventi di Barbara Da Roit (Università Cà Foscari Venezia), Stefano Granata (Confcooperative Federsolidarietà), Paolo Dell’Oca (Fondazione Archè) e Matilde Zanni (Consorzio dei Servizi Sociali del Verbano). Il secondo, “Dal sapere al saper fare”, ha ragionato sullo sviluppo di competenze specialistiche e trasversali tra formazione accademica e mondo del lavoro, con contributi di Elena Luciano (Università di Milano-Bicocca), Eleonora Cortesi (Consorzio Consolida), Salvatore Semeraro (Consorzio SiR) e Ilaria Botta (Consorzio Il Filo da Tessere). Il terzo, “Utili in tempo utile”, ha messo al centro il protagonismo giovanile e la necessità di transizioni generazionali nelle organizzazioni, con Francesca Gennai (Consorzio Nazionale CGM), Paolo Tartaglione (CNCA Lombardia), Rossana Aceti (Cooperativa Il Pugno Aperto) e Simone Buzzella (Cooperativa Sineresi).
“Il welfare sociale presenta, da tempo, diverse fragilità dovute ad una pluralità di fattori, tra cui l’insufficiente finanziamento, la presenza di forti diseguaglianze territoriali in termini di servizi, il forte squilibrio nell’uso delle risorse destinate più a favore dei trasferimenti monetari piuttosto che al finanziamento dei servizi, un’impostazione che risale a decenni fa e non in grado di rispondere ai cambiamenti demografici e sociali del Paese – afferma Valeria Negrini, Vice Presidente Fondazione Cariplo -. Contemporaneamente questa fragilità mette sempre in maggior evidenza la funzione ed il senso del welfare, come presidio di diritti fondamentali quali la salute e il benessere collettivo della comunità. La necessità di ripensare il nostro modello di welfare intreccia profondamente anche la necessità di ripensare il lavoro educativo e di cura; una sfida che è sia culturale che professionale. Richiede infatti competenze trasversali, in grado di tenere insieme sapere tecnico, sensibilità sociale e visione comunitaria. Nonostante ciò, una percentuale molto alta dei laureati in queste professioni – in gran parte donne – continua a operare in contesti poco valorizzati e mal retribuiti”.
“Nel Terzo Settore – aggiunge – il turnover giovanile raggiunge il 35,8%, segno di una crescente frustrazione. Fondazione Cariplo mira a diffondere una nuova visione del lavoro, che metta al centro il valore umano e sociale del prendersi cura. Riconoscere la portata trasformativa di queste professioni è il primo passo per restituire dignità, riconoscimento e prospettive a chi costruisce quotidianamente coesione e benessere collettivo”.
Fondazione Cariplo ha annunciato l’intenzione di proseguire il lavoro avviato con il Quaderno, continuando il suo impegno sul capacity building e sviluppo organizzativo grazie al Bando Riprogettiamo il futuro, promuovendo una nuova narrazione sul lavoro sociale e sostenendo azioni sperimentali per rafforzare la sostenibilità organizzativa delle realtà non profit.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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