Economia
Stellantis, Antonio Filosa è il nuovo Ceo
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5 mesi fa-
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Redazione
AMSTERDAM (PAESI BASSI) (ITALPRESS) – Stellantis NV annuncia che il suo Consiglio di Amministrazione ha scelto all’unanimità Antonio Filosa come nuovo Chief Executive Officer, “a seguito di un approfondito processo di ricerca di candidati interni ed esterni, condotto da uno speciale Comitato Speciale del Consiglio guidato dal Chairman John Elkann”, si legge in una nota.
La società terrà ora un’assemblea straordinaria degli azionisti, che sarà convocata nei prossimi giorni, per eleggere Antonio Filosa nel Consiglio di Amministrazione come amministratore esecutivo della Società. Nel frattempo, per conferirgli piena autorità e garantire una transizione efficiente, il Consiglio di Amministrazione gli ha conferito i poteri di Chief Executive Officer a partire dal 23 giugno. Filosa è nato il 26 giugno del 1973.
“Il Consiglio di Amministrazione ha scelto Antonio Filosa come CEO sulla base della sua comprovata esperienza maturata in oltre 25 anni di attività nel settore automobilistico, della sua vasta esperienza in tutto il mondo, della sua ineguagliabile conoscenza dell’Azienda e delle sue riconosciute qualità di leadership.
Antonio Filosa ha guidato Stellantis sia in Nord che in Sud America – si legge in una nota -. Durante il suo mandato come Chief Operating Officer per il Sud America, ha portato il marchio FIAT alla leadership di mercato e ha poi sviluppato significativamente i marchi Peugeot, Citroen, Ram e Jeep. Come conseguenza, Stellantis ha rafforzato la sua leadership nella regione. Il suo lavoro nella creazione dello stabilimento di Pernambuco, uno dei più grandi poli automobilistici del Sud America, ha lanciato Jeep in Brasile, che è rapidamente diventato il principale mercato del brand al di fuori degli Stati Uniti.
In qualità di CEO di Jee®, Antonio Filosa ha ampliato la presenza globale del brand anche in Europa, dove i suoi modelli continuano a essere i più venduti grazie a prodotti di enorme successo come la Jeep Avenger. A dicembre 2024 è stato promosso Chief Operating Officer per le Americhe. Sin dalla sua nomina, ha avviato il rafforzamento delle operazioni negli Stati Uniti, riducendo significativamente le scorte dei concessionari, riorganizzando il team dirigenziale, guidando il processo di introduzione di nuovi prodotti e propulsori e intensificando il dialogo con i concessionari, i sindacati e i fornitori.

John Elkann continuerà a ricoprire il ruolo di Executive Chairman quando Antonio Filosa assumerà l’incarico di Chief Executive Officer il 23 giugno. In quell’occasione, Antonio Filosa annuncerà anche il nuovo team dirigenziale di Stellantis.
“La profonda conoscenza che Antonio ha della nostra Azienda – comprese le persone che considera il nostro punto di forza – e del nostro settore, gli consentono di essere perfettamente preparato per il ruolo di Chief Executive Officer in questa nuova e cruciale fase di sviluppo di Stellantis”, ha affermato l’Executive Chairman di Stellantis, John Elkann.
“Ho lavorato a stretto contatto con Antonio negli ultimi sei mesi, durante i quali le sue responsabilità sono aumentate e la sua leadership, che ha guidato sia il Nord che il Sud America in un momento di sfida senza precedenti, ha confermato le sue eccellenti qualità. Insieme a tutto il Consiglio di Amministrazione, non vedo l’ora di lavorare con lui”.
“Accogliamo all’unanimità la nomina di Antonio a nuovo Chief Executive Officer”, ha aggiunto Robert Peugeot, Vice President di Stellantis. “La sua comprovata esperienza di leadership di successo nel corso dei molti anni passati nella nostra Azienda parla da sola e questo, unito alla sua profonda conoscenza del nostro business e delle complesse dinamiche che caratterizzano il nostro settore, lo rendono la scelta naturale per diventare il prossimo CEO di Stellantis”.
“La nomina di Antonio Filosa alla guida di Stellantis apre un nuovo e importante capitolo per la nostra Azienda”, ha affermato Nicolas Dufourcq, CEO della Banque Publique d’Investissement (Bpifrance). “In un momento di trasformazione per l’industria automobilistica mondiale, Antonio Filosa ha la conoscenza, l’esperienza e il talento per guidare Stellantis verso nuovi successi”.
“E’ per me un grande onore essere nominato CEO di questa fantastica Azienda”, ha affermato Antonio Filosa. “Sono grato al nostro Chairman, John Elkann, e ai membri del nostro Consiglio di Amministrazione per la loro leadership, in particolare in questi ultimi mesi, e per la fiducia che hanno riposto in me per guidare la nostra Azienda in un momento così importante per il nostro settore. Sono sempre stato ispirato dall’immenso talento, dalla passione e dall’impegno delle nostre persone e dalla professionalità con cui i nostri team ci permettono di raggiungere l’eccellenza. Abbiamo i brand migliori e più iconici della storia dell’automobile e una tradizione di innovazione lunga oltre 100 anni. Questa storia, unita al nostro impegno nel fornire ai nostri clienti i prodotti e i servizi che amano, è la chiave del nostro successo”.
– Foto ufficio stampa Stellantis –
(ITALPRESS).
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Economia
Giorgetti “Il sistema bancario è nelle migliori condizioni per sostenere l’economia”
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44 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Nel nostro Paese larga parte del risparmio è canalizzato nel sistema bancario, che oggi è nelle condizioni migliori per sostenere l’economia come testimoniato dai principali indicatori di bilancio”. Lo afferma il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, in occasione della celebrazione della 101ª Giornata Mondiale del Risparmio organizzata da Acri.
“La tutela del risparmio è l’elemento centrale delle moderne economie di mercato, un sistema solido è il miglior presidio per la sua tutela e per il suo impiego per la crescita economica del Paese – ha aggiunto Giorgetti – Il risparmio è un elemento imprescindibile per assicurare uno sviluppo sociale, economico e duraturo. Il risparmio ha rappresentato un motore per la ricostruzione del Paese e più recentemente ha permesso di superare gli shock a partire dalla crisi finanziaria del 2009″, ha concluso.
“Lo sviluppo del mercato dei capitali è una delle priorità del Governo, perseguita attraverso una serie di iniziative che si sviluppano in parallelo e in sintonia con la strategia europea per una ‘Unione dei Risparmi e degli Investimenti’. L’Italia sta facendo la sua parte. La Legge Capitali ha rimosso vincoli normativi e operativi all’accesso al mercato, introdotto misure che stimolano la canalizzazione degli investimenti finanziari verso l’economia reale e, infine, attribuito una delega al Governo per riformare l’ordinamento finanziario e il Codice Civile”, aggiunge.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Panetta “L’Italia sa affrontare le difficoltà, in 5 anni mostrata una notevole capacità di resilienza”
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44 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Negli ultimi cinque anni l’economia italiana ha mostrato una notevole capacità di resistenza e adattamento, crescendo più che nel quinquennio precedente la pandemia e in linea con il resto dell’area dell’euro. Il Mezzogiorno ha contribuito in misura significativa, interrompendo una lunga fase di arretramento rispetto al resto del Paese: dal 2019 il suo prodotto è aumentato dell’8%, contro il 5 del Centro Nord”. Lo afferma il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in occasione della celebrazione della 101ª Giornata Mondiale del Risparmio organizzata da Acri. “Le politiche economiche adottate dopo la pandemia e durante la crisi energetica – insieme ai fondi del programma Next Generation EU – hanno attenuato l’impatto degli shock sui redditi di famiglie e imprese e sostenuto l’attività produttiva. Ma questa tenuta riflette anche i frutti della ristrutturazione produttiva e delle riforme avviate dopo la crisi dei debiti sovrani”, aggiunge.
“Negli anni recenti l’Italia ha mantenuto una gestione prudente delle finanze pubbliche. Con l’esaurirsi delle misure straordinarie, l’indebitamento netto si è ridotto drasticamente: si è più che dimezzato lo scorso anno e, secondo le stime del Governo, nel 2025 dovrebbe scendere al 3% del PIL. Il saldo primario è tornato positivo e dovrebbe salire allo 0,9% mentre gli investimenti pubblici restano su livelli elevati in rapporto al prodotto“, sostiene Panetta.
“La tenuta dell’economia, la credibilità degli obiettivi di finanza pubblica e la prudenza nella gestione dei conti ha rafforzato la fiducia nelle prospettive del Paese. Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali italiani e tedeschi è diminuito di circa 100 punti base negli ultimi due anni. Anche il giudizio delle principali agenzie di rating è migliorato, nonostante il difficile contesto geopolitico. Vi sono spazi per ulteriori miglioramenti. Sono sviluppi che vanno consolidati, proseguendo con determinazione nella direzione intrapresa”, spiega.
“Oggi, con l’inflazione tornata sotto controllo, ci troviamo in un contesto internazionale complesso: riemergono tensioni geopolitiche e conflitti che pensavamo superati, mentre le nuove spinte protezionistiche ostacolano il commercio e la cooperazione economica. Si rafforza un clima di frammentazione e incertezza in cui la contrapposizione tende a prevalere sul dialogo e sulla collaborazione. In questo scenario la priorità è chiara: proseguire con determinazione una crescita solida e duratura fondata su investimenti, innovazione e produttività”.
“L’Italia ha dimostrato di saper affrontare le difficoltà economiche e di sapersi rinnovare. Dobbiamo valorizzare questa forza investendo nel capitale umano e tecnologico, sostenendo la produttività e la competitività, rafforzando la fiducia dei cittadini e dei mercati. La solidità del sistema produttivo e la transizione verso un’economia sempre più digitale offrono le basi per farlo”
“Guardando al futuro, la politica di bilancio dovrà tenere conto dell’invecchiamento della popolazione e dei nuovi impegni in materia di difesa sostenendo la capacità produttiva. È essenziale innalzare stabilmente il ritmo di crescita dell’economia oltre quell’1% stentato su cui sembriamo esserci assestati, preparando fin d’ora il terreno per la fase in cui non saranno più disponibili i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”.
DAZI, “ACCORDO UE-USA HA RIDOTTO INCERTEZZA”
“La competitività delle imprese italiane non può essere data per acquisita, soprattutto alla luce delle attuali tensioni commerciali e delle incerte prospettive della domanda globale. Il recente accordo tra l’Unione europea e gli Stati Uniti ha ridotto l’incertezza sul quadro dei rapporti doganali bilaterali, ma ha anche comportato un sensibile aumento, dal 2 al 16%, dei dazi medi effettivi sulle esportazioni europee. Secondo le nostre valutazioni, gli effetti diretti per gli esportatori italiani e le loro filiere restano nel complesso limitati, grazie ai punti di forza appena menzionati. Non vanno però sottovalutati gli effetti che si concentrano su singoli settori o territori, né quelli indiretti -osserva -. Nei primi sette mesi di quest’anno le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono diminuite di 43 miliardi di euro rispetto all’analogo periodo del 2024, mentre quelle verso l’Europa sono aumentate di 34 miliardi”.
“Sebbene non straordinaria, è una crescita rilevante, che interessa in ampia misura i settori a tecnologia avanzata e conferma il rischio – già segnalato in passato – di un ampio reindirizzamento delle produzioni cinesi verso i nostri mercati. A ciò si aggiunge l’apprezzamento dell’euro, che sta erodendo in misura significativa la competitività di prezzo dei prodotti europei”, aggiunge.
BANCHE, “UTILIZZINO RISORSE PER RAFFORZARE CRESCITA”
“Il sistema bancario italiano è nell’insieme solido, ben patrimonializzato e oggi tra i più redditizi d’Europa. I rischi di credito restano limitati, grazie anche alle buone condizioni finanziarie delle imprese. Contribuisce l’ampio utilizzo dei prestiti garantiti dallo Stato, tutt’ora pari a un quarto di quelli alle imprese. I ricavi continuano a crescere, nonostante la discesa dei tassi di interesse, a conferma della capacità degli intermediari di adattarsi e diversificare la propria attività. Questi andamenti hanno alimentato le operazioni di concentrazione che hanno interessato il sistema bancario negli ultimi mesi. Quelle realizzate devono rafforzare gli intermediari, accrescerne ulteriormente l’efficienza e potenziare la capacità di offrire servizi migliori e più vicini ai bisogni della clientela”, aggiunge.
“Il sistema bancario italiano è solido, ma “il contesto in cui le banche operano non è però privo di rischi. L’economia internazionale resta fragile e i mercati finanziari potrebbero subire bruschi aggiustamenti in relazione a shock improvvisi. È quindi importante che le banche utilizzino le risorse generate in questa fase favorevole per rafforzare la capacità di affrontare scenari sfavorevoli, continuare a investire in tecnologia e sicurezza informatica e, soprattutto, sostenere la crescita dell’economia”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Valore aggiunto, il Mezzogiorno corre una volta e mezzo più veloce del Settentrione
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44 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il valore aggiunto del Sud lo scorso anno ha corso ad una velocità una volta e mezza superiore a quella del Nord, +2,89% contro l’1,77% del Settentrione e il 2,14 % della media italiana rispetto al 2023. È quanto emerge dall’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto1 provinciale a valori correnti del 2024 che tiene conto dell’ultima revisione di contabilità nazionale effettuata dall’Istat e diffusa nello scorso mese di settembre. In particolare, nel complesso del Paese aumenti a due cifre si registrano nell’agricoltura (+10,25%), che comunque genera appena il 2,23% della ricchezza prodotta, mentre sul fronte opposto cali più consistenti si rilevano nella manifattura (-4,10%) che realizza il 19,04% del valore aggiunto.
A livello regionale a muoversi con un passo più spedito sono, in particolare, la Sardegna (+3,74%), la Puglia (+3,13%) e la Calabria (+3,12%). Ma, su base provinciale, è Viterbo a prendere maggiormente la rincorsa (+4,85%), seguita da Imperia (+4,29%) e Foggia (+4,22%). Tuttavia, se guardiamo alla ricchezza prodotta pro-capite è il Nord con 40.158 euro a smarcarsi nettamente dal resto d’Italia e, in particolare, dal Meridione (22.353 euro). A trainare è, soprattutto, Milano che con un valore aggiunto di 65.721 euro a testa conferma la sua leadership sfiorando il raddoppio della media nazionale di 33.348 euro. Un traguardo quest’ultimo raggiunto attualmente in Europa solo da 19 “province” dell’Unione europea (delle quali ben 11 tedesche) sulle 1.1652 nelle quali è suddiviso il territorio dell’Ue.
“I dati del valore aggiunto dipingono un quadro in chiaroscuro. Il Sud conferma segni positivi di dinamicità ribaltando lo stereotipo di un’area strutturalmente in ritardo rispetto al resto del Paese. Ma il gap con il Nord resta ampio e la ricchezza prodotta per abitante nel Mezzogiorno rimane decisamente inferiore. Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “preoccupa, inoltre, la flessione della manifattura, segno di una difficoltà che i dazi e le tensioni sull’export potrebbero accentuare con un impatto rilevante sul Pil. Anche per questo è quanto mai urgente una vera politica industriale capace di valorizzare le specificità territoriali e di rimuovere gli ostacoli alla competitività, a partire dal costo dell’energia ancora notevolmente più alto rispetto ai concorrenti europei”.
Il 2024 segna il boom dell’agricoltura che registra un aumento della ricchezza prodotta del 10,25% (anche per effetto delle spinte inflattive che hanno colpito questo comparto più di altri) e tocca quota 40 miliardi di euro, il valore più alto da quando sono disponibili le serie storiche. Aumenti record si registrano in Abruzzo (+31,17%) che conquista con L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo le prime quattro posizioni della relativa classifica provinciale. Mentre in controtendenza appare la Sicilia, unica regione italiana a registrare un segno meno ( -5,54%), collocando tutte le sue province in fondo alla graduatoria chiusa da Palermo (-6,89%).
Segnali di sofferenza, invece, emergono dalla manifattura. Nel 2024, l’intero comparto industriale -estrattivo, manifatturiero e utilities- registra una flessione del 4,1% rispetto al 2023, interrompendo un percorso virtuoso di continua crescita iniziato dal 2015 (al netto della battuta di arresto del 2020 dovuto allo scoppio della pandemia). A fare eccezione sono solo otto province che chiudono lo scorso anno con un segno più, guidate da Reggio di Calabria (+3,08%), Viterbo (+1,64%) e Rieti (+1,60%). Un dato che desta preoccupazione, visto che proprio l’industria in senso stretto è stata negli anni un importante motore di sviluppo. Tra il 2000 e il 2024, infatti, nelle 16 province in cui è aumentata l’incidenza di questo comparto sull’economia locale si registra anche un incremento medio anno maggiore del valore aggiunto (+2,5%), con punte a Bolzano del +3,3%. Mentre nelle 91 province che, nello stesso arco temporale, hanno visto diminuire il peso dello stesso comparto l’aumento appare più contenuto (+2,2% annuo).
Tra il 2023 e il 2024, il valore aggiunto del Nord si muove a passo rallentato. A fare più fatica sono l’Emilia-Romagna +0,95%, Veneto +1,20% e Friuli-Venezia Giulia +1,35%. Le difficoltà di allungare il passo del Settentrione si riscontrano anche a livello provinciale. Ad eccezione di Imperia, seconda in classifica per crescita con un incremento del 4,29%, bisogna scorrere sino alla 15esima posizione, occupata da Verbano-Cusio-Ossola (+3,24%), per trovare un’altra realtà del Nord. Mentre sono tutte settentrionali le ultime cinque province che chiudono la graduatoria confermando sostanzialmente il valore prodotto nel 2023 si tratta di Modena (-0,03%), Vicenza (+0,40%), Reggio nell’Emilia (+0,50%), Bergamo (+0,60%) e Parma (+0,61%). Tutte realtà, queste ultime, caratterizzate da una forte presenza del settore industriale e che pagano quindi, più di altre, le recenti difficoltà del settore. Ma la ricchezza prodotta pro-capite resta salda al Settentrione 40.158 euro, che sale a 41.095 euro al Nord Ovest, a fronte dei 22.353 euro al Sud.
È il Trentino-Alto Adige/Südtirol a primeggiare con 48.869 euro a testa, seguito nel “medagliere” dalla Lombardia 45.019 e dalle Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 43.463. Milano svetta nella classifica provinciale (65.721euro), inseguita da Bolzano / Bozen (55.065) e Bologna (45.125). Replicando lo stesso podio dell’anno 2000, ad eccezione di Bologna che ha scalzato Roma. Mentre sul fronte opposto sono tutte meridionali le ultime 28 province che occupano la graduatoria, con Sud Sardegna fanalino di coda (18.140 euro), preceduta da Cosenza (18.166 euro) e Agrigento (18.220 euro).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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