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Economia

Accordo tra la Regione Puglia e Pirelli per il monitoraggio delle infrastrutture regionali

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BARI (ITALPRESS) – È stato sottoscritto questo pomeriggio a Bari l’accordo tra Regione Puglia e Pirelli per attivare un sistema di monitoraggio della rete viaria nel territorio regionale finalizzato a creare una mappa dello “stato di salute” delle strade pugliesi. Sarà il primo sistema al mondo di monitoraggio stradale capace di unire dati rilevati dai pneumatici, elaborati dal sistema hardware e software Pirelli Cyber Tyre, con quelli visivi, raccolti con la tecnologia Univrses attraverso telecamere installate a bordo delle autovetture.

A sottoscrivere il documento sono stati il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il vicepresidente esecutivo di Pirelli Marco Tronchetti Provera. “Pirelli – ha affermato il governatore – è un partner importante della Regione Puglia. Abbiamo cominciato qualche anno fa e stiamo andando avanti. Ora, sulle vetture della Regione Puglia, saranno montati degli pneumatici dotati di sensori in grado di rilevare i dati sul rapporto che c’è tra lo pneumatico e l’asfalto. Questi elementi sono utili nella produzione industriale, ma anche a noi, per valutare con maggiore chiarezza l’ipotesi di avere dei dati scientifici sullo stato di manutenzione delle strade. È un grande risultato. Nel momento in cui avremo i dati, sarà più facile immaginare che Anas, comuni e province, che sono i proprietari delle strade, anziché reagire alle proteste degli utenti, possano avere dei piani di manutenzione legati al concreto stato delle strade e al loro degrado prevedibile”.

“Diciamo grazie alla Regione Puglia, che ci dà questa occasione di sperimentare – ha detto Tronchetti Provera – . Qui abbiamo trovato, al di là della capacità realizzativa che il presidente è stato in grado di dimostrare nei fatti, non a parole, una facilità di relazione con le persone e una voglia di fare che rende la Puglia una regione particolare in Italia. Noi abbiamo avuto un riscontro nella ricerca di persone di qualità, neolaureati, per la quale la Regione ci ha messo a disposizione tutto quello che poteva e abbiamo avuto con i rettori delle due università una immediata sintonia di obiettivi, che è quella che abbiamo con il Presidente, ovvero la voglia di fare cose insieme. Noi vogliamo sperimentare, innovare, stare nel mondo digitale, ma partendo sempre da un elemento: il fattore umano. Questo lo vedo nel rapporto fra i nostri manager più importanti e il personale e gli assessori di Regione Puglia, che è veramente unico”.

Il sistema hardware e software Pirelli Cyber Tyre è in grado di raccogliere ed elaborare attraverso innovativi algoritmi informazioni che giungono da sensori posti nella parte interna del battistrada dei pneumatici, analizzando fattori come la rugosità dell’asfalto e irregolarità. La tecnologia Univrses, invece, tramite telecamere, consente il monitoraggio della strada e della segnaletica stradale orizzontale e verticale. Per questo progetto pilota con Regione Puglia, Pirelli ha combinato le due tecnologie partendo dalle funzionalità Cyber Tyre e potenziandole con i sensori visivi di Univrses per fornire un servizio unico e integrato e rendere così più tempestiva ed efficiente la manutenzione stradale, migliorando di conseguenza la sicurezza nella viabilità.

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I cyber-veicoli di servizio della Regione Puglia, equipaggiati con i sistemi combinati, invieranno a un cloud i dati per la mappatura della rete viaria, i quali, una volta elaborati, saranno visualizzabili dalla Regione tramite dashboard digitali. La Regione avrà, quindi, a disposizione i dati raccolti nel corso della sperimentazione. Le prime auto della flotta, fornita alla Regione dalla società di noleggio Ayvens, una delle aziende leader nei servizi di noleggio a lungo termine e gestione delle flotte, saranno attive dal mese di luglio.

– foto xa2/Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Intesa Sanpaolo, Barrese “Un piano da 1,5 miliardi per il sociale”

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RIMINI (ITALPRESS) – “E’ necessaria un’azione impattante, condivisa e sinergica che veda tutti – Istituzioni, imprese e privati – impegnati per una crescita diffusa e inclusiva. Lo Stato certo deve essere protagonista, ma ognuno deve fare la sua parte in quello che possiamo definire un nuovo patto sociale tra tutti i soggetti pubblici e privati che hanno ruoli di responsabilità nella tenuta e nella crescita del Paese per la lotta alla povertà, il contrasto alle disuguaglianze, l’accesso alla formazione professionale e all’occupazione”. Lo ha detto Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, nell’ambito del Meeting di Rimini in occasione dell’incontro sul tema “La differenza fra povertà e miseria muove la carità”.
“Intesa Sanpaolo, come prima banca del Paese, è consapevole di avere un ruolo chiave in questi ambiti e la responsabilità di sostenere un cambiamento. Il CEO Carlo Messina ha voluto realizzare quello che è diventato il principale progetto privato di coesione in Italia, ponendo il Gruppo come Istituzione al servizio del Paese per la promozione di una società più equa – ha proseguito Barrese -. Attraverso la struttura Intesa Sanpaolo per il Sociale abbiamo stanziato risorse in campo sociale per 1,5 miliardi di euro entro il 2027, realizzando dal 2022 ad oggi 60,3 milioni di interventi, con oltre 49 milioni di pasti, 4,3 milioni di posti letto, 6,3 milioni di medicinali e 621mila capi di abbigliamento. Nell’ambito della Direzione Impact, la cui attività si dispiega attraverso l’interazione con la Divisione Banca dei Territori e il radicamento di quest’ultima sul territorio, ad oggi abbiamo formato oltre 5.350 giovani coinvolgendo circa 2.500 aziende con il progetto Giovani e Lavoro, sostenuto con il prestito Per Merito gli studi post-diploma di oltre 45mila ragazzi ed oltre 500 progetti ad alto valore sociale di realtà del Terzo Settore sui territori attraverso la piattaforma digitale For Funding”.

– Foto Meeting di Rimini 2025 –

(ITALPRESS).

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Economia

Fumarola “Contrari ai dazi, bisogna proteggere le imprese e il lavoro”

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RIMINI (ITALPRESS) – “Noi siamo assolutamente contrari ai dazi perchè creano problemi alle imprese, ai lavoratori, all’economia e alle filiere. Certo, dazi al 15% sono meglio che al 50%, noi continuiamo a dire che serve continuare a intervenire sull’Ue perché è l’Europa che se ne deve occupare. Continuiamo a sostenere che bisogna proteggere le imprese, il lavoro e trovare nuovi sbocchi commerciali per non dipendere da situazioni di questo tipo”. Così Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl, a margine del 46° Meeting di Rimini.

“I salari crescono se si rinnovano i contratti pubblici e privati, se si interviene sul cuneo fiscale, noi coglieremo l’opportunità della nuova manovra per chiedere di continuare su questo passo. Dobbiamo però avere attenzione a salari e pensioni, chiediamo di intervenire sul ceto medio e famiglie perché sono state le più colpite in questi anni difficili, ma il ceto meglio e le famiglie sono quelle che più di altri hanno sofferto. Nel chiedere un incontro al governo rispetto alla nuova manovra che si apprestano a fare, pensiamo che debba essere uno dei temi”, ha aggiunto. “Inoltre, noi pensiamo che si debba passare dal 35% al 32%, pensiamo che bisogna continuare un’azione che favorisca lavoratori, pensionati e famiglie. Dobbiamo unire il Paese e possiamo farlo anche attraverso questi interventi”, osserva.

“Siamo contrari al salario minimo legale perché pensiamo che l’azione contrattuale, che nel nostro Paese è particolarmente diffusa, sia lo strumento e il modo attraverso il quale bisogna elevare i salari, anche di chi ad oggi è al di sotto dei 9 euro. Crediamo che, per quanto riguarda le materie lavoristiche l’intervento per legge non debba esserci, devono essere le parti sociali, le imprese e il governo a trovare i rimedi giusti”, ha spiegato in merito al salario minimo.

“Noi continuiamo a rilanciare l’idea del patto sociale per la crescita del nostro Paese, abbiamo trovato un’apertura da parte della premier che si è resa disponibile a ragionare su questo tema, abbiamo trovato apertura anche da parte di associazioni imprenditoriali. Dobbiamo costruire le condizioni affinché il patto si realizzi anche perchè noi abbiamo l’emergenza che sovrasta tutte le alte: sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ogni giorno troppe vite spezzate, dobbiamo lavorare per una strategia comune che continui a portare risultati. Abbiamo bisogno di unire le forze perché le sfide sono importanti”, ha concluso la segretaria generale della Cisl.

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– foto Meeting Rimini 2025 –

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Economia

Dazi, Orsini “Il quadro è più chiaro, ma ora gli eurobond sono indispensabili”

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ROMA (ITALPRESS) – “Con la formalizzazione dell’accordo Usa-Ue finalmente siamo a un punto fermo. Da quanto afferma Palazzo Chigi si ha la certezza che siamo al 15% anche su settori come il farmaco e l’automotive. Elemento estremamente importante è che il 15% assorbe il 4,8% dei dazi attuali. Quindi l’incremento non è del 15% ma del 10,2%, un livello che pone la Ue al di sotto dell’aumento medio dei dazi americani nel mondo che è intorno al 12-13%: un aspetto che ci tengo a sottolineare, fermo restando che tutto quello che fa aumentare il prezzo delle nostre merci può avere un impatto negativo sulla nostra competitività”. Così Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, in un’intervista al Sole 24 ore. “Ma non è questione solo di dazi: dobbiamo riequilibrare il cambio eurodollaro. Oggi c’è un incremento dell’11,5% ma potrebbe arrivare al 20 o 24%. Dobbiamo lavorare su questo aspetto, che va monitorato. Noi come imprenditori dobbiamo proteggerci, ma è il momento che l’Europa metta in campo misure come gli eurobond per realizzare gli obiettivi che ha in mente, a partire dalle transizioni, ma anche le infrastrutture e il prosieguo del Pnrr, mettendo al centro l’industria e la competitività”, spiega.

“L’Europa deve darsi una sveglia. Abbiamo visto i vari omnibus, ma abbiamo bisogno che si faccia molto presto, sia sulla burocrazia che costa alle imprese il 6,7 per cento del pil europeo, sia per eliminare i dazi interni che frenano il mercato unico. Oggi vediamo troppi capitali andare dall’Europa verso gli Stati uniti, 300 miliardi all’anno. Gli eurobond devono essere realizzati prima possibile per attrarre investimenti, realizzare infrastrutture e puntare sulle imprese. Diventa necessario come difesa dell’industria europea”, continua Orsini. “Occorrono un piano straordinario europeo e un piano italiano per l’industria con una visione per lo meno a tre anni. L’Eurostat qualche giorno fa ha scritto che la produzione industriale è caduta del l’1,3 per cento. Nel 2025 scadono quasi tutti gli incentivi all’industria per gli investimenti. Ricerca e sviluppo hanno una quota bassissima per i prossimi anni, dobbiamo sviluppare misure che possano rilanciare gli investimenti per essere più competitivi, utilizzando misure che hanno dato risultati, come la Zes unica che, con uno stanziamento di risorse pubbliche di 4,8 miliardi negli ultimi 2 anni ha generato 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro”, conclude.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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