Economia
Nella settimana di Ferragosto giro d’affari da 5 miliardi di euro
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3 mesi fa-
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Redazione
																								
ROMA (ITALPRESS) – Sfiorerà i cinque miliardi di euro il giro d’affari complessivo del turismo nella settimana di Ferragosto. A stimarlo una indagine di CNA Turismo e Commercio dalla quale emerge, innanzi tutto, una indicazione: complice il clima – dopo un giugno molto caldo, luglio è stato temperato – i turisti italiani in particolare hanno fatto slittare la vacanza, forse riducendola, di sicuro concentrandola appunto ad agosto e segnatamente nella settimana tra l’11 e il 18.
Ora la speranza è che i turisti decidano di allungare una stagione che finora quest’anno non è apparsa esaltante. Scendendo nel dettaglio, l’indagine di CNA Turismo e Commercio prevede oltre cinque milioni di turisti in senso stretto, che cioè pernottano, con più di 15 milioni di pernottamenti.
“Rispetto alla settimana di Ferragosto dello scorso anno, proprio per effetto della concentrazione delle ferie, si registra un incremento dei turisti italiani rispetto ai vacanzieri stranieri – spiega l’associazione di categoria -. Rimane più alta, però, la media dei pernottamenti assicurati dagli stranieri in confronto ai nostri connazionali. Tra le mete preferite le località balneari, le città e i borghi d’arte, la montagna. Con gli italiani che privilegiano il mare e gli stranieri le città e i borghi d’arte. In aumento risulta il numero dei turisti che decidono la scelta delle località anche sulla scorta delle opportunità eno-gastronomiche offerte”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
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Economia
Nel 2024 il welfare ha assorbito 669,2 miliardi, il 60,4% della spesa pubblica
Pubblicato
5 minuti fa-
4 Novembre 2025di
Redazione
														
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024 il welfare, nelle sue quattro componenti sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione, ha assorbito 669,2 miliardi, pari al 60,4% della spesa pubblica. È quanto emerge dal Rapporto 2025 del Think Tank “Welfare, Italia”, iniziativa promossa da Unipol in collaborazione con Teha Group. All’interno del perimetro, la previdenza pesa il 16% del Pil, contro una media dell’Eurozona del 12,3%; al contrario, struzione (3,9% del Pil) e politiche sociali (4,9% del Pil) restano sotto la media europea. Questa configurazione conferma l’esigenza di riequilibrare gli impieghi verso i fattori abilitanti di crescita – scuola e competenze, politiche sociali attive, salute e prevenzione – per rafforzare la produttività e il benessere della collettività. Il rapporto evidenzia inoltre che tutte le componenti di spesa sono cresciute nel periodo 2019-2025: politiche sociali (+35,2%), previdenza (+25,3%), sanità (+24,8%) e istruzione (+21,1%). Le previsioni Def 2025 indicano ulteriori aumenti nel breve termine, riconoscendo l’urgenza della riallocazione verso investimenti “ad alto moltiplicatore sociale”.
Dopo oltre un secolo di crescita, dal 2014 la popolazione italiana diminuisce: -0,4% è il tasso medio annuo (2014-2024). Nel 2024 si registra un nuovo minimo storico di nascite (370mila), con un saldo naturale di -281mila. Le proiezioni demografiche indicano che, nello scenario mediano di Istat, la popolazione scenderà a 54,8 milioni nel 2050 e a 46,1 milioni nel 2080, con l’incidenza degli over-65 in aumento fino al 34,9% al 2050. Ciò implica minore base contributiva e maggior domanda di servizi sociali e sanitari: un motivo ulteriore per investire sul Capitale Umano come asse di sostenibilità. Nel 2024, il 23,1% della popolazione italiana risulta a rischio di povertà o esclusione sociale, uno dei valori più elevati in UE-27. Il dato nazionale nasconde eterogeneità significative: regioni con performance prossime ai migliori standard europei convivono con aree in cui la quota di popolazione vulnerabile è nettamente superiore. Queste asimmetrie riducono la mobilità sociale e frenano la piena valorizzazione del capitale umano del Paese, rafforzando l’urgenza di una strategia nazionale che metta le persone al centro.
Il rapporto 2025 dedica il proprio focus alla strategia italiana per il capitale umano, riconoscendo che la sostenibilità del welfare non dipende solo dalle risorse finanziarie, ma dalla capacità di generare e valorizzare competenze, produttività e partecipazione. Il capitale umano è al tempo stesso input del sistema economico – attraverso il lavoro, la conoscenza e l’innovazione – e beneficiario finale del welfare, in quanto cittadino, lavoratore, studente o pensionato. La spesa per istruzione in Italia è il 3,9%% del Pil (sotto la media dell’Eurozona pari a 4,6%), con una spesa per studente inferiore a quella dei principali Paesi europei. Persistono dispersione scolastica (9,8% dei 18-24enni, oltre 400mila giovani) e una quota di laureati 25-34 anni ancora bassa (31,6% vs una percentuale europea pari a 44,1%). Il rapporto sollecita metodi formativi aggiornati (anche con AI-learning), valutazione esterna della qualità, rifunzionalizzazione delle infrastrutture scolastiche (aperture estese, servizi alla comunità) e un orientamento più efficace nelle transizioni.
In parallelo, promuove life-long learning e certificazione delle competenze per allineare profili e fabbisogni.La disoccupazione giovanile è al 19,3%; l’occupazione femminile in Italia (pari al 57,4%) rimane sotto la media UE di oltre 13 punti (70,8%); il Paese registra una fuga di laureati (oltre 49mila nel 2024) con un costo stimato 6,9 miliardi l’anno. È necessario agire su occupazione giovanile, femminile e senior, riduzione dei divari retributivi, qualità del lavoro e benessere organizzativo, per trasformare istruzione e competenze in partecipazione effettiva e in produttività. Attrazione e retention delle competenze. L’Italia è tra i Paesi UE con minor capacità di attrarre studenti universitari stranieri e presenta quote limitate di lavoratori immigrati ad alta qualifica. Servono incentivi mirati, internazionalizzazione di atenei e ricerca, percorsi di carriera competitivi e condizioni abilitanti per trattenere e attirare capitale umano ad alto valore aggiunto. La prevenzione è una leva cruciale per la sostenibilità del welfare: riduce i costi sistemici, migliora gli esiti di salute e consente alle persone di esprimere appieno il proprio potenziale lungo tutto l’arco della vita.
Evidenze internazionali stimano fino a 14 euro di ritorno per ogni euro investito in sanità preventiva. Nonostante ciò, nel 2024 solo il 5,6% della spesa sanitaria pubblica è stato destinato alla prevenzione (7,7 miliardi su 137,4). Il rapporto invita a potenziare screening, vaccinazioni, accesso tempestivo a terapie innovative, sviluppare percorsi di invecchiamento attivo e favorire modelli organizzativi e tecnologici che supportino la continuità della cura. L’impatto attivabile con la Strategia italiana per il Capitale Umano: +2,8 milioni di occupati e fino a +226 miliardi di Pil (+10,6%) Secondo le stime del Think Tank, allineando l’Italia ai benchmark europei su occupazione giovanile, femminile, stranieri, partecipazione 60-69enni, si può attivare un incremento occupazionale di circa 2,8 milioni di unità e una crescita del Pil fino a 226 miliardi, pari a +10,6% rispetto ai livelli attuali. L’obiettivo è un welfare sostenibile, inclusivo ed equo, fondato su capitale umano e prevenzione, in grado di unire crescita economica e coesione sociale e di sostenere la competitività di lungo periodo del Paese.
– foto xc3/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
Migliora il rating finanziario di Optima Italia, risultati in crescita
Pubblicato
5 minuti fa-
4 Novembre 2025di
Redazione
														
NAPOLI (ITALPRESS) – Prosegue il percorso di crescita e solidità di Optima Italia S.p.A., che vede confermato il proprio trend positivo con l’upgrade del rating a B1 da parte della società indipendente Modefinance. Il nuovo giudizio, spiega una nota, “riflette le ottime performance economiche e finanziarie ottenute negli ultimi anni, frutto di una strategia aziendale fondata su redditività, sostenibilità finanziaria di lungo periodo e gestione efficiente del circolante. Gli investimenti mirati all’ampliamento della customer base a maggior valore hanno consentito di generare flussi di cassa ampiamente positivi e di ridurre l’indebitamento, consolidando la posizione di Optima tra le principali multiutility italiane nel settore dei servizi integrati”
“Questo risultato – commenta Giancarlo Gargiulo, CEO & CFO Optima Italia – conferma la solidità del nostro modello di business e la capacità dell’azienda di affrontare con equilibrio anche le fasi più complesse dei mercati. I risultati ottenuti ci permettono di guardare al futuro con fiducia, definendo un piano di investimenti in crescita, orientato a innovazione, digitalizzazione e integrazione di nuovi prodotti e servizi”.
“Con oltre vent’anni di esperienza e un approccio integrato ai servizi di energia, telecomunicazioni e digital solutions, Optima Italia – conclude la nota – continua a distinguersi per la propria capacità di coniugare efficienza operativa, visione strategica e sostenibilità finanziaria”.
-Foto logo Optima-
(ITALPRESS).
Economia
Webuild: S&P alza rating a BB+, confermata la solidità del modello industriale
Pubblicato
19 ore fa-
3 Novembre 2025di
Redazione
														
MILANO (ITALPRESS) – S&P Global Ratings ha alzato il rating di Webuild a BB+ con outlook stabile, rispetto al precedente BB. Si tratta del secondo upgrade ottenuto da S&P nel corso del Piano Industriale 2023-2025, a conferma della solidità del modello industriale, della visione strategica del Gruppo e delle performance economiche finanziarie anche in contesti macroeconomici complessi. Webuild si prepara ora ad avviare un nuovo piano industriale con un rating a un passo dall’investment grade.
Secondo S&P, l’upgrade riflette il solido portafoglio ordini, la gestione disciplinata dei contratti e la posizione di leadership nei principali mercati chiave per il Gruppo, fattori che hanno determinato una robusta crescita e il rafforzamento della struttura finanziaria del Gruppo.
S&P sottolinea la leadership di Webuild nei mercati chiave a basso rischio, che oggi rappresentano circa il 90% del backlog e dei ricavi, rispetto al 59% del 2018. Questa evoluzione è frutto di una strategia mirata ai Paesi sviluppati, con acquisizioni e investimenti che hanno aumentato il peso dell’Italia e dell’Australia. L’agenzia evidenzia inoltre che il profilo di business è supportato da una maggiore diversificazione e da capacità ingegneristiche avanzate, superiori rispetto a quelle dei concorrenti con rating simile.
Guardando al futuro, S&P prevede che Webuild continuerà a registrare una solida performance operativa nei prossimi anni, sostenuta da un portafoglio ordini construction di 50 miliardi di euro che garantisce forte visibilità sui ricavi. A ciò si aggiungono termini contrattuali più favorevoli, grazie anche alla crescente adozione di clausole di pass-through dei costi, e l’impatto positivo del programma di cost-efficiency. Questi fattori, combinati con una costante attenzione alla gestione del capitale circolante, dovrebbero secondo l’agenzia assicurare flussi di cassa robusti e una redditività in ulteriore crescita nel tempo.
L’agenzia di rating segnala, infine, che, data la finalizzazione in corso dei processi approvativi del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, nessun impatto economico-finanziario è stato riflesso nelle attuali stime, rappresentandolo di fatto come un upside per il rating. Progetti di questo tipo, secondo S&P, mostrano le forti capacità ingegneristiche e gestionali del Gruppo, specializzato nel realizzare grandi opere infrastrutturali complesse anche di fronte a sfide tecniche, geologiche e ingegneristiche.
– Foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).

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