Politica
Sciopero, Piantedosi “Dalla Cgil appello alla rivolta sociale. Per il Viminale in piazza in 500 mila”
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2 mesi fa-
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Redazione
FIRENZE (ITALPRESS) – “Temere un escalation di violenza dei manifestanti? Quello va sempre temuto, perché come avete visto in altre occasioni viene rimesso poi alla volontà e lo spontaneismo, a volte di gruppi più o meno estesi, che in qualche modo poi decidono a un certo punto di caratterizzarsi” per gesti violenti. Lo ha detto il ministro degli Interni Matteo Piantedosi a margine della kermesse della Leopolda in svolgimento a Firenze. “Quindi le forze di Polizia e noi tutti, facciamo sempre professione di preoccupazione, nel senso che cerchiamo di prevedere sempre come reagire al meglio in ogni circostanza e in ogni scenario che si può determinare” ha concluso Piantedosi.
“Credo che da qualche tempo la Cgil lo dica anche espressamente, non guerra politica ma insomma un appello alla rivolta sociale. Come governo siamo soddisfatti che i temi che vengono portati in piazza non sono quelli dell’occupazione e dei temi economici, tutti temi sui quali il governo sta marcando dei risultati come non si verificavano da anni e da decenni, e questo anche su quelli della sicurezza e dell’immigrazione. Questi sono i temi classici che in qualche modo venivano portati in piazza e non sono più questi quelli su cui si realizzano le contrapposizioni ma è Gaza, è un tema nobilissimo, per carità”, ha aggiunto il ministro dell’interno.
Due milioni di persone in piazza? “Noi abbiamo al momento tra le quattrocento e le cinquecento mila persone che sicuramente hanno manifestato, che non sono poche, non lo voglio dirlo per sminuire, è il solito discorso dei numeri…”, ha detto il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, a margine della Leopolda. “Comunque – sottolinea – diciamo che il bilancio adesso, quello provvisorio, ci lascia ben sperare anche per la giornata di domani perche’ abbiamo una manifestazione nazionale che si preannuncia altrettanto impegnativa”. “Mi trovo – aggiunge – sempre ammirato ed orgoglioso di essere a capo delle istituzioni delle forze di polizia che manifestano che anche in questa occasione si sono rivelate essere una delle parti migliori del paese”.
E sull’immigrazione: “Ci danno ragione i numeri riguardo il traffico illegale di essere umani. Noi quest’anno chiuderemo in calo” come numeri riguardo il “traffico illegale di esseri umani. Il nostro governo è fermo su questo tema, e poniamo in essere tutte le azioni in essere per contrastare questo fenomeno. Fatto salvo che a chi è in mare va data la priorità perché vengano messi in salvo”.
“La sicurezza? E’ un tema molto sfidante. Se guardassimo il mero dato statistico, decenni fa il numero di reati era maggiore, e c’erano piu’ omicidi. Ma la percezione sconta altri tipi di interpretazioni. Crescono i reati degli stranieri, e lo dico non per fobia, e questo trasmette un dato di pericolo imminente nella cittadinanza. In alcune zone periferiche si assiste a rapine con persone all’interno di abitazioni. Questo dice che i fenomeni di sicurezza sono legati ai fenomeni sociologici e antropologici, per cui dobbiamo lavorare su questo. Noi stiamo cercando di rafforzare la percezione di sicurezza”, ha spiegato.
ZANGRILLO “NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 7% DI ADESIONE”
“I dati rilevati alle 19 parlano di una partecipazione allo sciopero che tra i dipendenti pubblici si ferma complessivamente al 7%. È inoltre probabile che, guardando la serie storica dei precedenti scioperi, la partecipazione sia inferiore. È giusto, infine, sottolineare come in comparti fondamentali per i servizi ai cittadini il dato sia stato decisamente più basso come rileva l’1,77% della sanità. La Pubblica amministrazione ha garantito la piena operatività, assicurando così l’erogazione dei servizi ai cittadini senza disagi. La scarsa adesione conferma l’impegno quotidiano delle nostre persone nel mantenere efficiente la macchina amministrativa, anche di fronte a improvvise iniziative di sciopero”, è il commento del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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Bernini “Con la riforma dell’accesso a Medicina abbiamo scardinato la lobby dei test”
Politica
Bernini “Con la riforma dell’accesso a Medicina abbiamo scardinato la lobby dei test”
Pubblicato
7 ore fa-
13 Dicembre 2025di
Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – “Le parole rivolte agli studenti? Erano studenti dell’Unione degli Universitari, CGIL, PD. Studenti che stanno facendo politica. Il che rappresenta una scelta legittimissima, ma nel momento in cui, durante una riunione in cui ci stiamo confrontando con dei colleghi, anche un collega del PD, io prendo in mano il microfono e come da tre anni a questa parte vengo interrotta, prima ancora che io possa parlare, quello che ho detto è ‘parlate, ma fate prima parlare me’. Ed è esattamente quello che è accaduto nel momento in cui io sono scesa tra il pubblico ho raccolto le domande degli studenti solamente una parte e ho raccontato la mia storia. Perché non si può sempre e solo essere contestati attraverso delle urla scomposte, questo è il problema. Io accetto qualunque tipo di confronto e da tre anni a questa parte mi sono confrontata con tutte le rappresentanze studentesche, con l’Unione, degli Universitari, che sono, lo ripeto, attivisti del Partito Democratico e della CGIL. Vorrei che fosse chiaro”. Così il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a margine della cerimonia di riconsegna del Crocifisso restaurato dall’Accademia delle Belle Arti alla Chiesa di San Paolo Apostolo, a Borgo Nuovo, a Palermo, torna sulle polemiche dei giorni scorsi ad Atreju con chi la contestava per la riforma dell’accesso a Medicina.
“Credo sia la riforma che scardina più lobby che mi sia capitato di vedere negli ultimi 25 anni. Abbiamo scardinato la lobby della formazione costosissima per test universitari, mnemonici, selettivi e non formanti. Abbiamo scardinato la lobby dei test. Abbiamo scardinato la lobby dei professori che si mettevano a disposizione per fare ripetizioni e lezioni private su test mnemonici – ha proseguito -. Abbiamo scardinato la lobby di chi non vuole far entrare nessuno perché ritiene che i medici siano già sufficienti. Stiamo facendo, per la prima volta dopo 25 anni, entrare 55.000 studenti in università per formarsi. Non li selezioniamo fuori dalla porta, per formarsi”. Sulla possibilità che i posti restino vacanti, il ministro ha affermato: “No, abbiamo previsto un modello che si realizzerà entro il 28 di febbraio di riempimento delle graduatorie. Entreranno tutti sulla base delle loro capacità, delle loro performance, dei voti di esame, avranno un certo posto in graduatoria. Ma quello che cambia rispetto a un test che selezionava fuori dai cancelli dell’università, e a parte quelli che entravano, 14.000 quando sono arrivata io, ora ne entrano circa 25.000. Quello che cambia è che noi li formiamo dentro. Noi li portiamo tutti dentro l’università. Dal primo di settembre noi abbiamo aperto il fascicolo universitario formativo di 55.000 studenti che stanno accumulando i loro crediti formativi, che potranno portarsi dappertutto. Quello che mi dispiace è che ci sia una contestazione politica che prevale sui contenuti. Io non posso accettarlo. Basta contestazioni. Lasciamola finire questa riforma, almeno per quest’anno. Diamo una chance agli studenti. Non a me. Io ho già vissuto, ho già avuto le mie esperienze. Sono solo al servizio degli studenti. Le mie soddisfazioni sono il benessere degli studenti”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Politica
Conte ad Atreju “Alleanza col PD dipenderà dai programmi, il candidato verrà dopo”
Pubblicato
9 ore fa-
13 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Siamo disponibili a dialogare col PD e con le altre forze progressiste, se verrà fuori un’alleanza dipenderà – come nel DNA del MoVimento 5 Stelle – solo dai programmi. Se ci saranno scritte le nostre battaglie di sempre, dall’etica pubblica alla legalità, la giustizia ambientale e sociale, noi ci saremo. Il problema del candidato verrà dopo”. Così il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ad Atreju. Non manca qualcuno su questo palco? “Sì, c’è una sedia vuota importante: Giorgia Meloni, la padrona di casa. Mi aveva invitato a venire e io ho detto di sì: poteva esserci. Sono sicuro che verrà un giorno in cui faremo questo confronto”, ha puntualizzato.
“Abbiamo fatto un buon lavoro durante le ultime campagne elettorali regionali, abbiamo costruito dei progetti vincenti e sono orgoglioso di constatare che i nostri candidati sono particolarmente competitivi. Per quanto riguarda il governo nazionale, vedremo: ho lanciato un grande cantiere, il nuovo anno saremo impegnati sino all’estate ad ascoltare i cittadini in tutte le città per costruire insieme un progetto di Paese sulla base dei loro bisogni, ascolteremo anche i non iscritti. Poi in autunno torneremo a confrontarci con le altre forze di opposizione e decideremo anche i criteri migliori per individuare il candidato o la candidata più competitiva”, ha spiegato Conte.
“Vorrei chiarire che ci sono delle differenze con la Lega di Matteo Salvini: innanzitutto la Lega ha fatto un accordo con Russia Unita di Putin e noi non abbiamo accordi con nessuno, siamo assolutamente autonomi e indipendenti. Secondo: la Lega di Salvini dice che non è d’accordo e ha votato tutti gli invii delle armi ogni volta: noi abbiamo una posizione di massima coerenza, l’abbiamo esposta in tutte le iniziative parlamentari in Italia e in Europa”, ha rivendicato.
“Conte dopo sei mesi è andato a casa perché Renzi ha voluto rompere la coalizione. È stato Giorgetti ad aver gestito il Superbonus. È disonorevole chiedere a me conto di come è stato gestito. Continuiamo a parlare” del Superbonus, “ma è una super scusa. Buchi non ci sono, i buchi sono immaginari perché nella contabilità pubblica non ci sono buchi. Io credo che sia vigliacco chiedermi di rispondere su una misura che è stata fatta quando il Paese era completamente disastrato e doveva ripartire, una misura che aveva una finalità ben precisa e temporanea, dopo che l’ho lasciata in eredità e non me l’hanno fatta gestire”, ha aggiunto.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Politica
Mulè “La riforma della giustizia non incide su autonomia e indipendenza magistratura”
Pubblicato
15 ore fa-
13 Dicembre 2025di
Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – “L’Italia ha effettivamente bisogno di un giudice che sia terzo e imparziale: questa figura resterà autonoma e indipendente, perché la riforma non incide in alcun modo sull’autonomia e sull’indipendenza”. Lo sottolinea il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè a margine del convegno ‘Vota sì. Per una giustizia giusta’, tenutosi all’Astoria Palace Hotel a Palermo.
“Avremo una giustizia giusta, equa e che commetterà molti meno errori– continua Mulè, – Ogni giorno in Italia ci sono due casi di ingiusta detenzione, con un pubblico ministero che non è più il dominus del processo e un giudice realmente libero avremo finalmente una giustizia giusta. Dalla popolazione ci aspettiamo ascolto: vogliamo spiegare le nostre ragioni e convincere le persone, perché la giustizia riguarda ognuno di noi. Chiunque può finire in quello che per molti è un tritacarne: questa riforma risolve il problema della terzietà e dell’imparzialità del giudice. Parlare di magistratura assoggettata alla politica con il sì al referendum è una delle più grandi bugie che si possano raccontare: la riforma non va in alcun modo a incidere sull’indipendenza della magistratura, anzi mantiene in toto l’articolo 104 della Costituzione; autonomia e indipendenza rimangono esattamente come sono scritte, si fa solo in modo che il giudice sia libero, terzo e imparziale”.
– Foto xd8/Italpress –
(ITALPRESS).

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