Seguici sui social

Economia

Da Intesa Sanpaolo 1,5 miliardi di euro alla filiera lattiero-casearia

Pubblicato

-

BRESCIA (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo rafforza l’economia del comparto agroalimentare italiano con una provvista speciale di 1,5 miliardi di euro di nuovo credito per la filiera lattiero-casearia. L’intervento rientra nelle azioni della Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese per accelerare gli investimenti nelle filiere del made in Italy agroalimentare, per le quali sono già stati stanziati 10 miliardi di euro di nuovo credito parte dei 410 miliardi previsti dal Gruppo per le iniziative collegate al PNRR.

L’intervento è stato annunciato a Brescia durante il secondo appuntamento di Agri-talk, ciclo di incontri itineranti sul territorio che ha visto la precedente tappa di Firenze dedicata alla filiera vitivinicola. Entro dicembre è in programma la tappa a Milano dedicata alla filiera ortofrutticola. Nell’ambito delle filiere agroalimentari, nel lattiero-caseario l’Italia si posiziona come terza in Europa per valore della produzione, con quasi 28 miliardi, dopo Francia e Germania, un risultato importante nonostante le dimensioni aziendali siano molto più piccole: circa 9 milioni di euro in media per le aziende lattiero-casearie italiane, contro i quasi 34 della Francia e i 58 della Germania. Per quanto riguarda la qualità delle produzioni, l’Italia balza al primo posto in Europa, insieme alla Francia, con 57 formaggi certificati DOP e IGP. Nella cosiddetta “DOP Economy” i formaggi sono la categoria che produce il maggior valore in Italia, con 5,5 miliardi di euro nel 2023.

In termini di occupazione, il settore impiega 44 mila addetti in Italia (9,7% del totale addetti dell’industria alimentare e bevande nazionale) e conta 3.400 imprese attive. Latticini e formaggi sono il terzo settore per export agroalimentare italiano, dopo i vini e la pasta e prodotti da forno, con 6,3 miliardi nel 2024. Le azioni per accelerare gli investimenti della filiera lattiero-casearia Per dare slancio a queste eccellenze produttive della filiera lattiero-casearia, Intesa Sanpaolo ha studiato quattro pilastri strategici fondamentali per stimolare gli investimenti nell’ambito di: Internazionalizzazione, per rafforzare la presenza delle produzioni lattiero-casearie italiane sui mercati esteri, dove la domanda di formaggi DOP e specialità casearie continua a crescere. Crescita dimensionale, attraverso percorsi di aggregazione e partnership tra produttori, cooperative e aziende di trasformazione, indispensabili per affrontare la competizione globale e ottimizzare le catene di approvvigionamento. Innovazione tecnologica ed efficienza energetica, con investimenti in nuovi impianti di lavorazione, sistemi di tracciabilità digitale e soluzioni per la riduzione dei consumi idrici ed energetici, in uno dei comparti più esposti ai costi energetici e ambientali e nel massimo rispetto del benessere animale. Valorizzazione della qualità e della continuità aziendale, per garantire la distintività delle produzioni, la certificazione dell’origine e la tutela delle DOP. Il sostegno della banca punta anche a favorire il ricambio generazionale e la trasmissione del know-how, elementi essenziali per preservare il legame con il territorio e la fiducia dei consumatori.

Al tavolo tra le aziende della filiera che hanno portato il proprio contributo Guglielmo Gennaro Auricchio, Export Manager e Head of Sustainability di Gennaro Auricchio S.p.A, Ambrogio Invernizzi, Presidente Inalpi S.p.A. e Giovanni Petrucci, Founder Fratelli di Petrucci Srl.

Advertisement

“La filiera lattiero-casearia, tra le più rappresentative del made in Italy, necessita di attenzione su come gestione del rischio e innovazione sostenibile siano leve di sviluppo da far evolvere ulteriormente per mantenere il prestigio che le produzioni italiane godono nel mondo – ha dichiarato Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo -. Con il nuovo intervento da 1,5 miliardi di euro per questa filiera, agiamo per rafforzare le imprese producendo benefici concreti in termini di qualità anche per i consumatori, in linea con le progettualità della Direzione Agribusiness che in questi anni ha erogato oltre 12,4 miliardi di euro di finanziamenti per le PMI dell’agroalimentare”.

Con 250 punti operativi, di cui 95 filiali specializzate, e circa 1.100 specialisti, la Direzione Agribusiness come banca dedicata all’agricoltura offre supporto a oltre 80.000 clienti con servizi mirati su internazionalizzazione, sostenibilità, innovazione digitale e passaggio generazionale. Anche per la filiera lattiero-casearia è da anni disponibile il pegno rotativo sui prodotti agroalimentari a denominazione d’origine protetta (DOP), che fino ad ora ha consentito alla Direzione Agribusiness di concedere oltre 70 milioni di euro in relazione a servizi finanziari dedicati allo smobilizzo del magazzino di prodotti alimentari soggetti a invecchiamento come formaggio stagionato, vino, prosciutto crudo, aceto balsamico e olio.

– Foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –

(ITALPRESS).

Advertisement

Economia

Ex Ilva, i sindacati non proseguono il confronto. Governo “Rammarico”

Pubblicato

-

ROMA (ITALPRESS) – Il Governo esprime “rammarico per il fatto che la proposta di proseguire il confronto sull’ex Ilva, anche relativamente agli aspetti tecnici emersi nel corso della discussione, non sia stata accettata dalle organizzazioni sindacali”. “L’Esecutivo – si legge in una nota di Palazzo Chigi – conferma in ogni caso la disponibilità a proseguire l’approfondimento di tutti gli aspetti e anche dei rilievi più controversi, sollevati dalle stesse organizzazioni sindacali alle proposte avanzate dal Governo per la gestione operativa dell’azienda in questa fase transizione”.

UGL METALMECCANICI “SERVE ULTERIORE IMPEGNO DA PARTE DEL GOVERNO”

Si è concluso l’incontro con il Governo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, durante il quale è stato presentato il piano per la decarbonizzazione del sito di Taranto. “Nel corso della riunione è stato annunciato il coinvolgimento di un operatore estero, incontrato lo scorso venerdì. A seguito di tale incontro, è stata avanzata una richiesta di ulteriori chiarimenti in merito alla manifestazione di interesse da parte dello stesso operatore”. Lo rendono noto Antonio Spera, Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici, Daniele Francescangeli, Vice Segretario Nazionale con delega alla siderurgia, e Vittoria Buccarini, componente della Segreteria Nazionale.

“Preoccupa fortemente la situazione dei lavoratori che saranno collocati in cassa integrazione. Dal 1° gennaio, con la fermata delle batterie di cokefazione, si arriverà a circa 6.000 lavoratori in cassa integrazione – dichiarano i rappresentanti UGL -. Pur essendo prevista un’integrazione al reddito, la situazione resta estremamente pesante, poiché avrà ripercussioni anche sull’indotto, sugli appalti, sui trasporti e su tutto ciò che ruota intorno al gruppo ex Ilva”.

“Inoltre, un futuro piano di decarbonizzazione con l’introduzione di forni elettrici comporterà un ulteriore impatto occupazionale, con un numero di esuberi non ancora quantificato, senza considerare i 1.700 lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria”, spiega l’UGL Metalmeccanici. “Chiediamo un piano chiaro e condiviso – sottolinea Spera – che preveda investimenti concreti, numeri certi per l’occupazione e prospettive reali per il rilancio dell’ex Ilva, da costruire con il senso di responsabilità di tutte le parti coinvolte”.

Advertisement

Durante il tavolo è stato inoltre ribadito, su richiesta delle organizzazioni sindacali, che il Governo resta disponibile a valutare una partecipazione diretta dello Stato per rafforzare e garantire gli investimenti e la stabilità dell’assetto societario. È stato infine ricordato “il veto dell’amministrazione comunale di Taranto, che ha fatto venir meno una potenziale manifestazione di interesse per la realizzazione di un impianto destinato alla fornitura di gas”.

“Ribadiamo – conclude la UGL Metalmeccanici – la necessità di un impegno concreto anche a livello europeo per la siderurgia, riconoscendo il lavoro che l’Italia sta portando avanti in seno alla Comunità Europea per il futuro del settore”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

Advertisement

Leggi tutto

Economia

UniCredit nominata migliore banca per il Trade Finance in Germania

Pubblicato

-

MILANO (ITALPRESS) – UniCredit è stata riconosciuta come Migliore Banca nel Trade Finance in Germania, secondo i dati di Crisi Coalition Greenwich, società internazionale leader in ricerca, benchmarking e analisi finanziaria, parte del gruppo S&P Global. Il rapporto inoltre vede UniCredit al secondo posto a pari merito per quota del mercato trade finance in Europa (con il 27% delle aziende che cita la banca come un importante fornitore di Trade Finance), forte del primo posto in Germania (con il 70%) e del secondo posto in Italia (con l’80%).

Questi dati sottolineano l’ottima performance della banca nel settore negli ultimi anni, consolidandone l’elevata penetrazione di mercato nelle geografie chiave e dimostrandone i progressi compiuti partendo da una solida base qualitativa. I dati si basano su un campione di 522 interviste effettuate da Crisil Coalition Greenwich tra marzo e settembre 2025 ad aziende con un fatturato annuo di oltre 500 milioni di euro situate in Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Le interviste misuravano la domanda di prodotti, la qualità della copertura e le competenze in materia di trade finance.

“Nonostante le difficili condizioni di mercato che gravano sul trade finance e sulle industrie europee, è fantastico vedere la fiducia che i nostri clienti continuano a riporre in noi per il loro supporto. In UniCredit, tutto ciò che facciamo mette il cliente al centro e riconoscimenti come questo evidenziano la nostra mentalità vincente. I nostri risultati in Germania sono particolarmente soddisfacenti e dimostrano la nostra capacità di essere leader in questo mercato importante e altamente competitivo”, afferma Francesca Nenci, Responsabile Group Trade & Correspondent Banking di UniCredit.

“Siamo orgogliosi di registrare ancora una volta numeri impressionanti di penetrazione di mercato in Germania e, in particolare, di vedere un crescente apprezzamento per la qualità dei servizi che offriamo, facendo leva sui nostri punti di forza come Gruppo”, afferma Marco Iannaccone, Responsabile Client Solutions di Hypovereinsbank, UniCredit. “La nostra leadership in entrambe le categorie, anche in un mercato in cui il prezzo è più importante che mai per i nostri clienti, testimonia la dedizione del nostro team e la superiore qualità dei nostri prodotti”.

Advertisement

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Leggi tutto

Economia

Le multinazionali estere realizzano un terzo dell’export e metà dell’import nazionale, i dati Istat

Pubblicato

-

ROMA (ITALPRESS) – Nel 2023 le imprese a controllo estero in Italia sono pari allo 0,4% delle imprese residenti, occupano il 9,8% degli addetti, producono il 21,0% del fatturato e il 17,5% del valore aggiunto dell’Industria e dei Servizi. Rilevante è il loro peso negli scambi con l’estero di merci e nella spesa privata in R&S intra-muros. Il 42,2% del fatturato prodotto all’estero dalle multinazionali italiane è destinato a mercati diversi dal Paese di localizzazione della controllata italiana. Si confermano quote elevate di esportazioni verso l’Italia nei settori tradizionali del Made in Italy. Nell’Industria, la possibilità di accedere a nuovi mercati è la motivazione prevalente per realizzare nuovi investimenti all’estero per tre su quattro dei gruppi multinazionali italiani. Tra le altre motivazioni: l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (uno su quattro) e l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (uno su cinque). Lo riferisce il report dell’Istat sulle imprese multinazionali.

Provenienti da 106 Paesi, le multinazionali estere sono attive in Italia nel 2023 con 18.825 controllate (+2,1% rispetto al 2022), occupano oltre 1,8 milioni di addetti (+4,2%), fatturano 887 miliardi di euro (-2,3%), producono oltre 188 miliardi di valore aggiunto (+8,3%) e sostengono una spesa in ricerca e sviluppo intra-muros di oltre 6 miliardi (+6,8%). Le controllate estere operano prevalentemente nei Servizi (71,7%) ma la loro presenza rimane rilevante anche nell’Industria (28,3%). Il fatturato delle multinazionali estere nell’industria rappresenta il 41,3% del fatturato totale a controllo estero, in diminuzione rispetto al 2022 (46,7%). Nel 2023 il contributo delle multinazionali estere ai principali aggregati economici nazionali resta stabile rispetto al 2022: 9,8% degli addetti (+0,1 punti percentuali rispetto al 2022), 21,0% del fatturato (+0,0 p.p.), 17,5% del valore aggiunto (+0,1 p.p.). In crescita e pari al 38,3% il loro contributo alla spesa in Ricerca e sviluppo (+0,7 p.p.). Le multinazionali italiane confermano la presenza all’estero in 171 Paesi con 25.273 controllate (-0,9% rispetto al 2022) che occupano oltre 1,7 milioni di addetti (-2,6%) con un fatturato di 560 miliardi (+1,3%). In particolare, per le imprese dell’Industria e dei Servizi non finanziari il fatturato al netto degli acquisti in beni e Servizi registra una crescita del 14,9% rispetto al 2022.

Le affiliate italiane all’estero attive nell’Industria sono 10.144 unità, contro 15.129 affiliate attive nei Servizi. Si conferma tuttavia la vocazione prevalentemente industriale degli investimenti italiani all’estero sia in termini di numero di addetti sia in termini di fatturato. Infatti, le imprese industriali a controllo italiano che operano all’estero impiegano 914mila addetti (53,3% del totale della forza lavoro impiegata all’estero dalle multinazionali italiane) e realizzano 285 miliardi di fatturato (50,9% del fatturato estero dellle multinazionali italiane). Rispetto al 2022, i settori più dinamici sono la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+11,0% del fatturato e +32,3% degli addetti), la fabbricazione di altri mezzi di trasporto (+4,5% e +23,6%) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (+10,9% e +11,7%). La dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi multinazionali è elevata sia per le controllate estere in Italia (97,5 addetti) sia per le controllate italiane all’estero (67,9 addetti), in confronto alle altre imprese residenti Italia (3,6 addetti). Anche in considerazione delle differenze strutturali nella dimensione media delle imprese, la produttività, misurata come valore aggiunto per addetto è, in media, più elevata per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri (102,6mila euro) rispetto alle restanti imprese residenti in Italia (63,8mila euro). Nel 2023, le esportazioni di merci attivate da imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri presenti in Italia superano 203 miliardi di euro, facendo registrare un incremento contenuto (+1,6%) rispetto al 2022, mentre le importazioni, con oltre 228 miliardi, mostrano una flessione del 9,8%. Queste imprese contribuiscono in modo significativo all’interscambio commerciale italiano e infatti realizzano il 35,8% delle esportazioni nazionali di merci (+0,7 p.p. rispetto al 2022) e attivano il 49,7% delle importazioni, (+0,2 p.p.).

I settori manifatturieri più coinvolti dalla presenza di multinazionali estere nell’interscambio con l’estero sono gli stessi sia per le esportazioni che per le importazioni: estrazione di minerali da cave e miniere (67,9% per l’export e 58,6% per l’import), fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (61,4% e 71,2%) e fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (60,9% e 67,9%). I flussi commerciali intra-gruppo sono pari al 49,5% per le esportazioni e al 64,7% per le importazioni delle multinazionali estere. Nelle esportazioni intra-gruppo le quote più alte si hanno nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (73,8%), nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione articoli in pelle (72,9%) e nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi (69%). Nelle importazioni intra-gruppo valori rilevanti sono nell’industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili) e fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (78,7%) e nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi (66,1%). Le affiliate all’estero di multinazionali italiane esportano il 42,2% del loro fatturato verso mercati diversi dal Paese di localizzazione dell’impresa stessa, ma in alcuni settori tale valore è di gran lunga superiore: fabbricazione di articoli in pelle e simili (91,4%), industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento (78,2%) e fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturiere (72,5%).

Advertisement

Si confermano quote rilevanti di esportazioni verso l’Italia sul fatturato delle controllate italiane all’estero nei settori tradizionali del Made in Italy: 51,1% per le industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento, 49,5% per la fabbricazione di articoli in pelle e simili e 31,9% per la fabbricazione di mobili e altre industrie (Figura 1). Al contrario, la quota di fatturato destinata al Paese estero in cui è realizzata la produzione è particolarmente rilevante nella fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (75,6%), nell’industria del legno, stampa e riproduzione (70,1%), e nella fabbricazione apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche (70,1%).

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Advertisement

Leggi tutto
Advertisement

Italpress TV


Agenzia Creativamente Itinerari News Pronto Meteo
Casa e consumi by Altroconsumo

Primo piano

LombardiaLive24 by Agenzia Creativamente P. IVA 02607700180 COPYRIGHT © 2021-2025 ALL RIGHTS RESERVED: LOMBARDIALIVE24 BY AGENZIA CREATIVAMENTE.
Sito creato da Emanuele Bottiroli. © Tutti i diritti riservati. I nomi e i loghi delle testate giornalistiche edite da Agenzia CreativaMente Editore sono registrati presso il Tribunale di Pavia e la Camera di Commercio di Pavia. È vietato qualsiasi utilizzo, anche parziale, dei contenuti pubblicati, inclusi la memorizzazione, la riproduzione, la rielaborazione, la diffusione e la distribuzione degli stessi, su qualsiasi piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza preventiva autorizzazione scritta.