Politica
Contratto scuola, Valditara “CGIL fa opposizione, noi aperti al dialogo ma diventa difficile essere costruttivi”
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2 ore fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Sul contratto per gli insegnanti “è la Cigl che non ha sottoscritto, tutti gli altri sindacati lo hanno fatto. Dialogo? Noi siamo sempre aperti al dialogo, ma la Cgil non vuole farlo: la butta in politica, fa opposizione al Governo e così diventa difficile essere costruttivi e trovare soluzioni insieme”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a margine della Conferenza nazionale sulle dipendenze all’Auditorium della Tecnica di Roma, parlando del rinnovo del contratto scuola.
“Voglio sottolineare un aspetto decisivo: gli stipendi dei docenti sono rimasti bloccati per dieci anni, prima che arrivassimo noi per tre anni ci sono state inutili discussioni, poi in tre anni abbiamo firmato due contratti e ci sono tutte le condizioni per firmarne un terzo. Nessun governo nella storia della Repubblica ha firmato tre contratti sulla scuola in una legislatura, con aumenti medi che saranno di 416 euro al mese, firmando anche il terzo. Oltre a diversi bonus e con l’assicurazione sanitaria che cuba dai duemila ai tremila euro di rimborsi possibili all’anno e che partirà da gennaio. Si può fare sempre di più, ma quello che è stato fatto è importante”, ha aggiunto.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
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Politica
La Russa “Zaia una risorsa anche per il governo, ma dipende da Meloni”
Pubblicato
2 ore fa-
8 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Zaia è una risorsa per la politica italiana: se dipendesse da me, porte aperte. Ma una cosa è il mio pensiero, altra cosa è la sua collocazione, che risponderebbe a esigenze diverse. Non vedo alcun motivo per cui gli alleati della Lega possano frapporre alcun ostacolo a un upgrade di Zaia. Anche al governo, ma questo dipenderebbe da Giorgia Meloni”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un’intervista a Nuova Venezia, Mattino di Padova e Tribuna di Treviso.
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(ITALPRESS).
Politica
Conte “Meloni ha stabilito il record di pressione fiscale degli ultimi 10 anni per famiglie e imprese”
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2 ore fa-
8 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Meloni sostiene che sulle tasse il suo Governo è quello più rassicurante. Forse per banche e giganti del web americani. Se parliamo di famiglie e imprese italiane Meloni ha stabilito il record di pressione fiscale degli ultimi 10 anni, ha aumentato accise, Iva. Tutto. Le ho anche consegnato un libro sulle tasse che hanno aumentato, lo ha letto? Di fronte a 25 miliardi di tasse che si son mangiati il potere d’acquisto pensa di cavarsela buttandola in caciara e dando 2 euro al mese ai lavoratori?”. Così su Facebook il presidente del M5S Giuseppe Conte.
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(ITALPRESS).
Politica
Le opposizioni attaccano l’aumento di stipendio di Brunetta, il presidente del Cnel: “Revoco con effetto immediato la decisione”
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16 ore fa-
7 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Una delibera del Cnel alza le retribuzioni dello staff, portando lo stipendio del presidente Renato Brunetta da 250 a 310mila euro l’anno, e si scatena la bufera politica. Sessantamila euro l’anno in più. Il Cnel, con una nota, fa sapere che “non corrisponde al vero quanto riportato il 6 novembre dal quotidiano ‘Il Domani’ allorché in relazione al Cnel si scrive: ‘Per i vertici 1,5 milioni in più’ e poi oggetto di articoli usciti anche su altre testate. Si tratta, con ogni evidenza di una serie di errori – voluti o meno non importa – che complessivamente concorrono a falsare la condotta di assoluta regolarità e legittimità cui il Cnel informa la propria attività”.
Quindi sottolinea che non ha effettuato alcun “adeguamento ma si è limitato a dare doverosa applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 135 del 9 luglio 2025, che ha ripristinato a decorrere dal 1° agosto, il tetto retributivo dei 311.658,53 euro”. La sentenza in questione ha dichiarato illegittimo il limite massimo di 240mila euro al compenso per i dipendenti pubblici, introdotto dal governo Renzi.
Nel 2014, infatti, un decreto legge aveva stabilito che le retribuzioni dei dipendenti pubblici non potessero superare lo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, pari appunto a 240mila euro. L’attacco più duro arriva proprio dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che da presidente del Consiglio si battè, con una riforma costituzionale, anche per l’abolizione del Cnel. “Dice Meloni che lei non farà mai quello che ho fatto io. Per una volta ha detto il vero. Io volevo abolire il Cnel, lei invece lo ha riempito di soldi e ci ha messo alla guida il pensionato d’oro Renato Brunetta. Il ceto medio paga le tasse, il Cnel le spende con Brunetta”.
E ancora: “Il Cnel ha deliberato un aumento di 1,5 milioni per i vertici e di 200.000 euro per lo staff, come riporta Il Domani. Giorgia Meloni non trova i soldi per aumentare gli stipendi al ceto medio ma li trova per aumentare il poltronificio di Brunetta”. Quello che non va giù alle opposizione non è solo l’aumento degli stipendi, ma anche il fatto che tempo fa l’organo, guidato da Brunetta, bocciò la proposta di salario minimo. “Portai a Meloni la proposta per aumentare gli stipendi a 4 milioni di lavoratori col salario minimo”, l’affondo del presidente del M5S, Giuseppe Conte. “Lì per lì finse interesse per la proposta e disse che avrebbe lavorato con il Cnel di Brunetta a misure per gli stipendi. Ci siamo lasciati così e poi? Niente salario minimo, ma sono aumentati gli stipendi dei vertici Cnel e di Brunetta, i rimborsi a ministri e sottosegretari. Mentre crollano i salari reali e abbiamo tasse record. Presidente Meloni: a posto così?”.
Per Avs “indicizzare i salari è il minimo e per evitare che i rinnovi vengano rimandati all’infinito, bisognerebbe farli scattare automaticamente con il doppio dell’inflazione. Immaginiamo che Brunetta sia d’accordo, visto che si è aumentato lo stipendio, mentre milioni di lavoratori non hanno lo stesso potere. Aspettano ancora il salario minimo, il rinnovo dei contratti e stipendi adeguati al costo della vita. Le parole non bastano: servono leggi, risorse e volontà politica. Sulle disuguaglianze, Brunetta ha preferito tacere: ma sono proprio quelle a minacciare la coesione sociale e la democrazia”.
Dal Pd, il deputato Andrea Casu parla di “schiaffo in faccia a milioni di lavoratrici e lavoratori poveri di cui la presidente Meloni deve rispondere. La destra al governo getta la maschera: è contro la difesa dei diritti di chi ogni giorno viene sfruttato ma per i loro comodi gli aumenti ci sono sempre”.
LA REPLICA DI BRUNETTA “REVOCO CON EFFETTO IMMEDIATO LA DECISIONE”
“Come presidente del Cnel, organo di rilievo costituzionale chiamato a dare voce e rappresentare le parti sociali, non voglio in alcun modo che dall’applicazione legittima di una giusta sentenza della Corte Costituzionale derivino strumentalizzazioni in grado di danneggiare la credibilità dell’istituzione che presiedo e, di riflesso, condizionare negativamente il dibattito politico e l’azione del Governo. Per queste ragioni provvederò a revocare con effetto immediato la decisione assunta in Ufficio di Presidenza, relativa al recepimento. Lo faccio con senso di responsabilità e con l’intento di tutelare il prestigio del Cnel, preservando nel contempo un clima di rispetto e collaborazione tra tutte le componenti politiche, istituzionali e sociali”. È quanto dichiara in una nota il presidente del Cnel, Renato Brunetta.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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