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L’ITALIA CHE NON VA – MASCHERINE AL CHIUSO, IL 20 APRILE SI DECIDE SULLA PROROGA DELL’OBBLIGO. ORDINE DEI MEDICI: CON OMICRON 2 IN CIRCOLAZIONE E’ PREMATURO TOGLIERLE

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Dal 1 Aprile in Italia si è entrati in una nuova era: dopo quasi 800 giorni e 914 atti del governo si è concluso lo stato di emergenza decretato dal governo Conte per arginare la pandemia. Da ora in poi, dunque, anche gli over 50 potranno accedere al luogo di lavoro con il green pass base e dal 1 Maggio l’obbligo di green pass dovrebbe essere eliminato. Per quanto riguarda le mascherine al chiuso il 20 Aprile si deciderà sulla proroga dell’obbligo in base all’andamento dei contagi, oggi 70.803, indice Rt a 14,8, un nuovo aumento delle terapie intensive e 129 decessi. Per l’Ordine dei Medici oggi è prematuro toglierle. Dunque il Paese riapre, ma con la raccomandazione di non abbassare la guardia, perché il virus circola ancora come sottolineano gli esperti, alla luce della ripresa dei contagi in queste ultime settimane. Anche la Cei elimina il distanziamento di un metro durante le funzioni nelle Chiese e riapre alle processioni: ma gli alti prelati si sono accorti che il virus è ancora in circolazione e che quindi oltre alla mascherina FFP2 è necessario mantenere ancora le distanze fino a che i numeri calano? O vivono forse in un mondo a parte? “Finisce la fase acuta dell’emergenza di questi due anni – ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – ma il virus non è scomparso, per questo invito alla cautela e a fare la terza dose”. La quarta dose invece l’Ema la caldeggerà solo per gli over 80, stando alle ultime notizie. La road map del governo prevede il «liberi tutti» senza mascherina obbligatoria al chiuso dal 1 Maggio, ma la curva epidemiologica in aumento porta gli esperti a rivalutare l’allentamento delle restrizioni. Abbiamo visto, in questi primi due giorni di Aprile, troppa gente che con “eccesso di faciloneria” e anche un po’ di spregiudicatezza, ha allentato un po’ troppo gli ormeggi, incurante del fatto che i vaccini, anche la terza dose, non preservano dall’immunità alla malattia. Quindi ci si può reinfettare, anche se in modo non grave, con questa variante Omicron 2 in circolazione (molto più contagiosa delle precedenti) e contemporaneamente infettare i nostri cari. Perché allora non usare un po’ più di buon senso ed evitare scelte affrettate? Qualcuno risponderà: “Perché ne abbiamo piene le tasche”. Bene, ditelo anche a coloro che hanno perso la vita e che oggi sono al cimitero e non a tornare a fare una vita simil-normale come la nostra. Perché poi il buon senso sta proprio qui: abbiamo perso di colpo tutto, lo stiamo lentamente riacquistando ma evitiamo scelte sprovvedute che poi, il prossimo Autunno, rischiano di farci cadere di nuovo a terra. Usiamo la testa, ci è stata data apposta, anche oltre lo stato di emergenza…

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GUERRA DELL’ACQUA, PAVIA E PIEMONTE DIVISE DAL CANALE CAVOUR

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LA VOCE PAVESE – GUERRA DELL’ACQUA, PAVIA E PIEMONTE DIVISE DAL CANALE CAVOUR
Torna la tensione tra agricoltori pavesi e piemontesi per la gestione delle risorse idriche. Al centro dello scontro ci sono due nuovi impianti idroelettrici progettati lungo il Canale Cavour, tra Chivasso e Torino, che secondo le associazioni agricole lombarde rischiano di sottrarre fino a un quarto dell’acqua destinata alle risaie della Lomellina.
Il timore è che la nuova captazione possa aggravare gli effetti della siccità già vissuta nel 2022, con pesanti ripercussioni su raccolti e produzione. “Non vogliamo rivivere l’emergenza di tre anni fa”, avvertono i rappresentanti del mondo agricolo pavese, chiedendo un confronto urgente con le istituzioni per garantire un’equa distribuzione delle acque del Po e dei suoi canali derivati.
Il progetto punta a produrre energia rinnovabile ma solleva dubbi sull’impatto ambientale e sull’equilibrio tra usi agricoli ed energetici. Una nuova “guerra dell’acqua” sembra dunque profilarsi all’orizzonte, tra esigenze di sostenibilità e tutela delle attività agricole che da secoli caratterizzano il territorio padano.

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