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Cronaca

Criscito stavolta non sbaglia, Genoa-Juventus 2-1

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GENOVA (ITALPRESS) – Criscito si prende la sua rivincita dal dischetto e riaccende le speranze di salvezza del Genoa. La Juventus non si prepara nel migliore dei modi alla finale di Coppa Italia contro l’Inter e al Ferraris perde contro il Grifone nell’anticipo del venerdì. Una partita che i bianconeri sembravano poter condurre in porto agevolmente e che invece buttano via nel finale, in cui riemerge dall’abisso della retrocessione la squadra di Blessin, capace di ribaltare il gol di Dybala prima con Gudmundsson, quindi col clamoroso rigore di Criscito in pieno recupero, che dopo aver fallito dal dischetto nel derby contro la Sampdoria, stavolta segna un gol che potrebbe essere pesantissimo. Primo tempo avaro di emozioni, ma con i padroni di casa ad agire di rimessa e la Vecchia Signora a fare la partita. Due le occasioni importanti, entrambe per Kean, ma il classe 2000 non riesce a trovare precisione. La squadra di Blessin ci prova con un tiro cross pericoloso di Criscito ben respinto da Szczesny, che si supera poi su Destro a tu per tu. Nel secondo tempo pronti-via e Dybala segna con il destro, non il suo piede, il gol del vantaggio. Conclusione beffarda per Sirigu che non ci arriva. La Juve spreca alcune occasioni ma sembra gestire per il meglio, poi finale horror con alcune dormite clamorose. Sulla prima arriva il pareggio di Gudmundsson, che sfrutta l’assist perfetto di Amiri con la difesa bianconera completamente immobile, poi altro svarione, stavolta di Rabiot, e c’è il miracolo vero e proprio di Szczesny. In pieno recupero Kean a porta vuota riesce a mandare fuori, dà così una nuova chance ai padroni di casa che la sfruttano: De Sciglio commette un’ingenuità e provoca un calcio di rigore prontamente concesso da Sozza, dagli undici metri con personalità e senso di appartenenza si presenta ancora una volta Mimmo Criscito che stavolta non fallisce e regala il 2-1 al popolo genoano. E’ aggancio al Cagliari con gli scontri diretti a favore e le chance di salvezza risalgono improvvisamente. Brutto ko per Allegri, che dovrà strigliare i suoi in vista dell’ultimo obiettivo stagionale, mercoledì a Roma, nella partita che mette in palio un trofeo.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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SOSTEGNO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO, AL VIA DUE NUOVI SOGGETTI CON IL SUPPORTO DI HUB VOGHERA E COOP 381

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Al via due nuove realtà a sostegno dell’inserimento lavorativo nella provincia di Pavia nate con l’assistenza di HUB Voghera – Cooperativa 381. Il GRUP cresce e supporta l’innovazione sul territorio nell’ambito della sostenibilità. Oggi a Voghera si sono riuniti per la prima volta i CDA di due nuove realtà che intendono aderire al GRUP – Comunità di associazioni e cooperative unite da valori e pratiche comuni per sostenere la solidarietà e la crescita sostenibile. La Società Cooperativa Sociale COLERE COMUNITÀ BIOFILA ETS, (CO.CO.BIO.), di tipo misto (A e B), di cui è Presidente e Founder Juliana Moreira insieme a Danila Quistapace Vicepresidente, Monica Guioli Consigliere e Monica VeroneseSocia. La cooperativa si occuperà, attraverso l’inserimento di persone disabili e in condizioni di svantaggio,di servizi alla comunità e di integrare nella filiera le trasformazioni artigianali per un tipo di agricoltura sostenibile e rigenerativa che ha lo scopo di favorire il benessere del suolo, delle piante, degli animali, degli esseri umani e del pianeta intero; ciò sta a significare che il benessere della comunità e dei soci della cooperativa stessa non può essere separato dal benessere degli ecosistemi. Ci si propone, quindi, di trasformare alimenti di elevata qualità e nutrienti, evitando l’utilizzo di prodotti dannosi alla salute di tutti gli organismi, dal più piccolo al più grande.
Sono tutti under 40 invece i giovani che compongono la Società Cooperativa Sociale Agricola Contadina Biologica Welfare Farm ETS di tipo misto (A e B), di cui è Presidente e Founder Ramona Timofte insieme a Francesco Scognamiglio Vicepresidente e Valentina Muresu consigliere. La cooperativa si occuperà, attraverso l’inserimento di persone disabili e in condizioni di svantaggio, del recupero di terreni abbandonati e sottoutilizzati, della messa a dimora, cura, manutenzione e vendita di ortaggi e frutti provenienti dai semi e dalle piante della Banca del Germoplasma Vegetale dell’Università di Pavia Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, diretto dal Prof. Graziano Rossi, all’interno di un orto/vivaio di conservazione No-Dig. Sarà inoltre richiesto il riconoscimento da parte di Regione Lombardia, per svolgere attività di Agriturismo con, Fattoria Didattica e Fattoria Sociale.

Servizio di Emanuele Bottiroli

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‘Ndrangheta e traffico di droga, 142 indagati a Cosenza

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COSENZA (ITALPRESS) – Associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ma anche altri reati, tutti aggravati dalle modalità e finalità mafiose. E’ quanto viene contestato a 142 indagati, raggiunti da un’ordinanza cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro. Il provvedimento, che inizialmente riguardava 137 persone, è stato eseguito a Cosenza ed in altri centri del territorio nazionale da Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, con il coordinamento della Procura – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Le indagini sono la prosecuzione di quelle portate a termine nell’ambito dell’operazione cosiddetta “Reset”. La gravità indiziaria, conseguita attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato la perduranza dell’operatività delle organizzazioni criminali nell’area cosentina. Si tratta in particolare di gravi elementi indiziari circa il perdurare dell’assetto dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta di Cosenza e del suo hinterland, articolata in diversi gruppi organicamente confederati, e tutti riconducibili ad una struttura di vertice, nello specifico riconducibili ai due principali gruppi, il cosiddetto clan degli italiani, nelle sue varie componenti, e il cosiddetto clan degli zingari, anche questo con varie articolazioni, nell’assetto rideterminatosi a seguito delle complesse e altalenanti dinamiche relazionali tra gli indagati, nonché delle numerose vicende giudiziarie, con i relativi diversificati esiti, che li hanno interessati.
In tale contesto nell’ordinanza cautelare è stata ritenuta la gravità indiziaria, tra l’altro, per plurime vicende estorsive, aggravate dalle modalità e finalità mafiose, ai danni di titolari di esercizi commerciali e attività imprenditoriali. Stroncato anche un traffico di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il sistema che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della città di Cosenza e del suo hinterland. Fatta luce su numerosi delitti in materia di traffico e spaccio diffuso di cocaina, eroina, marijuana hashish, estorsioni, tentate e consumate, connesse al traffico della droga, lesioni personali aggravate, e reati in materia di armi, anche con l’aggravante mafiosa, nonché delitti di furto, tentato e consumato.
Le indagini hanno consentito di ricostruire la struttura del sodalizio dedito al narcotraffico, e riconducibile alla consorteria ‘ndranghetista operante nel capoluogo brutio, nonché le linee d’azione, caratterizzate dalla preordinata ripartizione delle piazze di spaccio, dalla preventiva statuizione a livello verticistico dei canali di approvvigionamento, dalla commissione di ulteriori reati finalizzati a reperire denaro da reinvestire nel narcotraffico e al recupero dei crediti maturati con lo spaccio, e, infine, dall’obbligo incombente su tutti i sodali di versare nell’unica cassa comune a tutta l’organizzazione i proventi degli illeciti. Dei 142 indagati, 109 sono stati raggiunti dalla misura della custodia cautelare in carcere, 20 da quella degli arresti domiciliari, 12 dell’obbligo di dimora, 1 di misura interdittiva.

– foto ufficio stampa Polizia di Stato –
(ITALPRESS).

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Camorra e riciclaggio, 5 arresti e sequestri per 3,5 mln a Napoli

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NAPOLI (ITALPRESS) – La Guardia di finanza di Napoli, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con la Squadra Mobile della Questura di Napoli, ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali – emessa dal G.I.P. di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di cinque persone accusate di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa dell’organizzazione camorristica denominata “clan Contini”. Tre sono finiti in carcere, due ai domiciliari.
L’indagine, spiegano gli inquirenti, avrebbe permesso di accertare “l’intestazione fittizia di due società operanti nel settore della ristorazione e panificazione per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite del predetto sodalizio e per il sostentamento dei detenuti e delle rispettive famiglie”.
L’impresa di ristorazione, operante nel centro storico di Napoli, sarebbe stata acquistata grazie all’apporto economico e alla “protezione” fornita da un esponente di spicco del clan, alla cui famiglia sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi anche dopo la sua detenzione conseguente ad una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Le risultanze investigative e le evidenze acquisite sui social network avrebbero permesso di stabilire che “la società era gestita, di fatto, dal cognato del detenuto, anch’egli gravato da numerosi precedenti penali, il quale si sarebbe poi affrancato dalla joint venture criminale avviando una nuova attività nel campo della panificazione e della vendita di prodotti da forno”, spiegano le Fiamme Gialle.
Le indagini, corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avrebbero consentito di appurare anche la fittizia intestazione di un’impresa individuale operante nel settore dei servizi turistici, che il precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di pregio siti nel capoluogo partenopeo.
Gli indagati avrebbero reimpiegato nelle società di ristorazione e panificazione e nell’acquisto degli indicati beni immobili oltre 412 mila euro in contanti con reiterate operazioni sui conti societari e personali. Profitto illecito che è stato sequestrato, così come le quote delle società, l’impresa individuale e gli immobili oggetto di intestazione fittizia, il tutto per un valore complessivo di oltre 3,5 milioni di euro.

– foto tratta da video Guardia di finanza Napoli –
(ITALPRESS).

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