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Economia

Sogin, avanzamento attività decommissioning 7,2%

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Sogin, Società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, riunitosi ieri sotto la Presidenza di Luigi Perri, ha approvato il progetto del Bilancio d’esercizio e il consolidato di Gruppo 2021 illustrati dall’Amministratore Delegato Emanuele Fontani.
Gli obiettivi strategici di migliorare l’avanzamento nel decommissioning, di efficientare le risorse e di portare avanti il progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, nonostante il difficile contesto socioeconomico, sono stati pienamente centrati.
L’avanzamento fisico delle attività di decommissioning è stato del 7,2%, oltre mezzo punto superiore alle previsioni di budget del 6,6%, un risultato considerevole rispetto al 28,3% conseguito complessivamente nei 20 anni precedenti.
L’avanzamento ha generato attività per 118,3 milioni di euro, risultato superiore rispetto ai 110,9 milioni nel 2020 e rappresenta il miglior risultato di sempre.
Il valore della produzione è di 228,6 milioni di euro (196,1 milioni nel precedente esercizio).
L’EBITDA per 18,1 milioni di euro è sostanzialmente in linea con il 2020 (18,6 milioni di euro).
Il personale di Sogin, composto da tecnici altamente qualificati dimostra di saper operare anche in un contesto particolarmente complesso e in continua evoluzione come quello attuale, peraltro è sceso dalle 909 unità al 31 dicembre 2020 alle 867 unità ad inizio 2022, confermando il programma di decrescita del personale degli ultimi anni.
Si confermano le previsioni del piano industriale 2020-2025 e l’impegno di Sogin di accelerare le attività di dismissione, conseguire i risultati gestionali ed economici attesi e garantire la sicurezza degli impianti, anche grazie a una pianificazione efficiente e rigorosa in ogni fase dei lavori.
Nel 2021 Sogin ha gestito, con la massima trasparenza e completezza informativa, la consultazione pubblica per la localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, la più grande svolta finora in Italia per un’infrastruttura strategica a beneficio del Paese. Sulla base di quanto emerso durante la consultazione, durata oltre un anno e comprensiva di un Seminario Nazionale, Sogin ha elaborato la proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI), oggi all’attenzione del Ministero della Transizione Ecologica.
Dal punto di vista economico il risultato aziendale 2021 ha subito una flessione negativa che, tuttavia, consentirà di far fronte ai possibili esiti dell’istruttoria in corso da parte dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), che si concluderà a luglio 2022, senza gravare sui prossimi bilanci.
A tale proposito, nel corso dell’anno l’attuale Governance ha proseguito l’indagine interna, avviata alla fine del 2020, per verificare la regolarità delle fasi di acquisizione e gestione dei contratti.
Nell’ottica della totale trasparenza, la Società ha inoltre garantito la piena collaborazione alle Autorità competenti e agli organi di controllo interno. L’approvazione del progetto Bilancio 2021 sancisce un punto importante nell’operazione di self-cleaning.
Alla luce di tali eventi non prevedibili e a garanzia della solidità dell’Azienda, nel progetto di Bilancio 2021 si è deciso di rettificare il valore dell’immobilizzazione per 3,1 milioni di euro e di creare un fondo rischi e oneri per un importo di 9 milioni di euro.
L’EBIT registra un valore negativo di 13,7 milioni di euro (-1,6 milioni del 2020) e l’esercizio 2021 chiude in negativo con una perdita di 10 milioni di euro a causa dei suddetti eventi straordinari in assenza dei quali si sarebbe registrato un risultato positivo stimato di circa 2 milioni di euro.
L’EBITDA del Gruppo risulta positivo e si attesta a 29,2 milioni di euro, mentre l’EBIT, al netto di ammortamenti e accantonamenti, registra un dato negativo di 4,4 milioni di euro.
La buona performance registrata a livello gestionale e operativo ha consentito di mitigare gli effetti degli eventi straordinari a cui ha dovuto far fronte Sogin consentendo di limitare l’effetto sui conti e di chiudere l’esercizio 2021 del Gruppo Sogin con una perdita di 7,4 milioni di euro.
Nella stessa seduta il Consiglio di Amministrazione Sogin ha approvato il Bilancio di Sostenibilità 2021 che rendiconta la performance ambientale e sociale del Gruppo e illustra il contributo per lo sviluppo sostenibile.
“Con questo esercizio – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Sogin, Emanuele Fontani – portiamo a termine un’operazione di trasparenza dei conti che ci consente di perfezionare l’azione di discontinuità con il passato e di mettere in sicurezza il bilancio. L’aumento del valore della produzione all’insegna della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare – ha aggiunto Fontani – segnala l’accelerazione nell’avanzamento del decommissioning che finalmente siamo in grado di misurare attraverso parametri più affidabili e sostanziali. Peraltro, è un dato che evidenzia l’accresciuto impatto del lavoro delle donne e degli uomini di Sogin a beneficio del sistema economico dell’intero Paese”.
-foto ufficio stampa Sogin-
(ITALPRESS)

Economia

Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio

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ROMA (ITALPRESS) – Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio, e nel 2025 si fermerà a +5,6 miliardi di euro (+0,5%) in termini reali. È questo il quadro che emerge dall’analisi e dalle proiezioni Confesercenti-CER sulla congiuntura economica italiana nel terzo trimestre 2025.

Il mercato del lavoro mostra un segnale incoraggiante, con gli occupati nel trimestre in aumento dello 0,9% su base annua, il dato migliore dall’inizio dell’anno, anche se il dato di agosto registra una perdita di quasi 60mila posti. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione scende all’1,6%, un decimo in meno rispetto al trimestre precedente e al di sotto dell’obiettivo BCE. Il Pil recupera la flessione primaverile ed è atteso in crescita dello 0,1% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua, anche se è al di sotto dei ritmi registrati nei primi tre mesi del 2025 (+0,3% congiunturale e +0,7% tendenziale).

Tuttavia, le famiglie non sembrano beneficiare pienamente di queste condizioni: le proiezioni dei consumi indicano una crescita nel terzo trimestre di +0,2% sui tre mesi precedenti e +0,6% sull’anno. Dopo un 2024 più vivace, la domanda per consumi sembra essersi fermata: nei primi nove mesi del 2025 l’aumento acquisito della spesa è dello 0,3%, contro l’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo le stime di Confesercenti-CER, a fine 2025 la crescita complessiva si fermerà a +0,5%, pari a circa 5,6 miliardi di euro in più a prezzi costanti.

Il rallentamento dei consumi si riflette sul commercio al dettaglio, che continua a mostrare segnali di sofferenza: nel terzo trimestre il volume delle vendite si riduce dello 0,4%, dopo i cali già registrati nei mesi precedenti. Sul fronte del clima di fiducia, ci sono timidi segnali di risalita: tra le famiglie l’indice passa da 95,9 a 96,5 punti, mentre per le imprese del commercio sale da 103,1 a 103,7, restando comunque sotto i livelli del primo trimestre.

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“L’economia italiana resta in crescita, ma rallenta. Ci sono segnali positivi di stabilità sul fronte del lavoro e dei prezzi, ma consumi e vendite continuano a perdere slancio”, commenta Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti. “Il 2026 porterà sfide cruciali su molti fronti: con il dispiegarsi degli effetti dei dazi e la conclusione del PNRR, che finora ha sostenuto gli investimenti, la spesa delle famiglie sarà determinante per la domanda interna e per la crescita. Lo stesso Governo nel DPFP confida per il prossimo anno in un incremento dei consumi del +1,2%, un obiettivo difficile da raggiungere senza un impulso più deciso. Il previsto intervento sul fisco potrebbe non avere la scala necessaria per svolgere questo ruolo, tanto che, secondo i prospetti riportati nel DPFP, il Governo non associa ad esso alcun effetto espansivo sui consumi. Occorre fare di più per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e riattivare la crescita”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Tajani “Sono contro l’extraprofitto, ma questo è il momento di parlare con il mondo bancario”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Non esiste base giuridica per l’extraprofitto” ma “credo che nessuna banca non voglia parlare con la politica nel momento in cui c’è bisogno di rinforzare la manovra economica. L’abbiamo fatto l’anno scorso, l’impegno era per due anni, se c’è bisogno, però, io che sono un combattente anti-extraprofitto sono anche pronto a cercare di fare una mediazione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a margine del Festival nazionale dell’Economia civile a Firenze.

“Bisogna stare molto attenti quando si parla di tassazione delle banche – ha aggiunto Tajani -. Ho anche detto ai miei colleghi di governo che, in vista della manovra, questo è il momento di parlare con il mondo bancario. Se c’è bisogno di aiuto si può parlare: ma mai fare operazioni ex abrupto, perché questo spaventa il mercato, oltre a far danni se si generalizza”. “Abbiamo sventato due anni fa l’extraprofitto – ha sottolineato Tajani – perché poi si finiva per colpire le Bcc e le banche popolari, mentre c’erano danni minori per le banche più grandi: quindi bisogna stare sempre molto attenti quando si parla di banche, però credo che sia giusto parlare”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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DPFP, UPB “Scenario accettabile, ma stime esposte a molteplici rischi”

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha validato lo scorso 29 settembre le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) 2025, a conclusione di una procedura di confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nell’arco delle scorse settimane. Lo rende noto l’UPB che ha valutato lo scenario macroeconomico tendenziale del DFPF 2025 “complessivamente accettabile, sebbene in alcuni casi le previsioni si collochino sull’estremo superiore o appena oltre le stime del panel UPB”.

In particolare, “la crescita del PIL del QMT non eccede l’intervallo definito dal panel, salvo uno sforamento marginale (dello 0,1%) nel 2027; la previsione per il 2025 è in linea con quelle dell’UPB e del panel, mentre le differenze sugli anni successivi scontano le incertezze sull’accumulazione di capitale e l’instabilità del contesto internazionale; la crescita cumulata sull’ orizzonte 2025-28, pari al 2,7%, si colloca sull’estremo superiore delle stime del panel; la variazione del PIL nominale è accettabile nel complesso, situandosi sul livello superiore dell’intervallo definito dal panel in tutti gli anni tranne quello in corso, ma eccede lievemente le attese dell’UPB; l’incremento cumulato del PIL nominale tra il 2025 e il 2028, pari all’11,0%, è nel complesso coerente con l’intervallo delle stime del panel, sebbene leggermente più elevato. Tali stime “sono esposte a molteplici rischi, bilanciati nel breve termine ma prevalentemente orientati al ribasso nel medio termine, in gran parte riconducibili ai conflitti internazionali e alla dinamica degli investimenti”.

I principali fattori di rischio “sono individuabili in quattro ambiti: il protezionismo, le guerre e i piani di riarmo, fonti primarie di incertezza con effetti sull’economia di difficile quantificazione; la dinamica degli investimenti in costruzioni, dati i possibili effetti di concentrazione degli interventi finanziati dal programma NGEU nel prossimo anno, che potrebbero generare colli di bottiglia sul lato dell’offerta con conseguente freno alla crescita, cui si aggiungono attese incerte sugli investimenti residenziali; la volatilità dei mercati e le politiche monetarie, dove il fragile e instabile contesto internazionale rischia di ingenerare rapide reazioni avverse dei mercati finanziari, con effetti sull’economia italiana, caratterizzata da un elevato debito pubblico; il rischio climatico e ambientale, ormai fattore strutturale di vulnerabilità, poiché la crescente frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi richiede risorse per la prevenzione e la gestione delle emergenze, con impatti sui prezzi e sulla capacità produttiva”, conclude l’UPB che procederà a valutare anche il quadro macroeconomico programmatico del DPFP, che incorpora gli effetti dell’aggiustamento di bilancio.

– foto IPA Agency –

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