Cronaca
A Palermo la 2^ tappa di “Uniti e vicini ai pazienti con epatocarcinoma”
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3 anni fa-
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Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – Fare il punto sullo stato dell’arte della presa in carico del paziente con epatocarcinoma in Sicilia, evidenziare l’importanza del lavoro sinergico dei team multidisciplinari della rete regionale che possono migliorare l’appropriatezza delle procedure diagnostiche e terapeutiche, facilitare la gestione del paziente, migliorare l’efficacia delle cure e l’accesso delle stessa da parte dei pazienti, e migliorare il rapporto costo-beneficio delle terapie: sono questi alcuni gli obiettivi della tappa di Palermo di “Uniti e Vicini ai Pazienti con Epatocarcinoma: l’esperienza della rete siciliana”, il roadshow promosso da Roche con il patrocinio di EpaC Onlus.
L’epatocarcinoma (HCC) è uno dei tumori più aggressivi e una delle prime cause di morti oncologiche nel mondo. In Italia, nel 2020 i nuovi casi stimati di tumori epatici sono stati 13.000 e l’epatocarcinoma rappresenta il 75-85% del totale. Nel 2020, il numero di decessi per tumore in Sicilia è stato 12.700; la terza causa di queste morti è il tumore al fegato che conta quasi per l’8% del totale.
Oggi, grazie ai progressi scientifici e alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche, la prognosi della patologia è in miglioramento, ma questo si accompagna ad una maggiore complessità della sua gestione, che pone alcune sfide sia dal punto di vista clinico che organizzativo.
La presa in carico del paziente con epatocarcinoma, infatti, deve essere guidata da un team multidisciplinare, composto da epatologi, chirurghi, oncologi e radiologi interventisti e altri specialisti che, lavorando in sinergia fin dal momento della diagnosi, possa individuare il miglior trattamento possibile per il paziente e indirizzarlo verso strutture di eccellenza e ad alta specializzazione, con la garanzia di accesso ai migliori percorsi di diagnosi e cura. Il team definisce il trattamento personalizzato sul paziente, in base alle patologie esistenti o pregresse, alle condizioni e alla morfologia del fegato e del tumore, alle comorbidità, alle riserve funzionali epatiche, alla rapidità di crescita dalla diagnosi, con il supporto di Linee Guida e percorsi regionali dedicati per velocizzare la corretta presa in carico del paziente.
Un moderno progetto di rete assistenziale, come quello proposto dai ricercatori del gruppo della Gastroenterologia dell’Università di Palermo e dell’Azienda Policlinico di Palermo tra cui i professori Antonio Craxì, Calogero Cammà e Vito Di Marco, che ha come obiettivo quello di permettere a tutti gli attori coinvolti di applicare le migliori evidenze cliniche ed organizzative disponibili al processo decisionale, offrire un adeguato livello delle cure che sia aderente alla richiesta di salute della popolazione e alle correnti conoscenze professionali, e permettere al Sistema Sanitario Regionale di misurare la qualità degli esiti di salute e fare un’analisi di costo-efficacia del programma sanitario pianificato. La rete, inoltre, si pone l’obiettivo di consentire a tutti i cittadini siciliani di poter essere presi in carico dagli ospedali più vicini a loro, senza dover compiere lunghi tragitti per recarsi in grandi centri o addirittura fuori regione, e ricevere il supporto di una rete composta da centri di riferimento a livello nazionale nei quali sono anche presenti studi clinici con nuove molecole; la ricerca è difatti uno dei pilastri della rete siciliana.
‘La rete regionale per la gestione condivisa dei tumori primitivi del fegato è costituita da 5 centri HUB che al loro interno hanno 18 Unità multidisciplinari in grado di offrire tutte le opzioni terapeutiche (dalle terapie locoregionali e chirurgiche, alle terapie oncologiche, fino al trapianto di fegato) ai pazienti con tumori primitivi del fegato e 44 centri SPOKE che sono in grado di avviare un iter diagnostico adeguato e possono gestire il follow-up oncologico e clinico dei pazienti che sono stati già sottoposti a terapia nei centri HUB – ha detto il professor Vito Di Marco -. L’organizzazione del progetto si basa su: una piattaforma web-based già funzionante e che registra l’iter diagnostico praticato, le scelte terapeutiche attuate, l’esito clinico ottenuto, i dati del follow-up oncologico e epatologico; un sistema di analisi delle immagini radiologiche che permette una condivisione della diagnosi radiologica tra i vari centri della rete e che consente un veloce accesso agli esami di diagnostica radiologica; un sistema di tumor board in videoconferenza che permetta il collegamento di tutti i centri della rete per valutare la documentazione clinica dei pazienti, discutere e condividere le decisioni terapeutiche e pianificare la terapia appropriata nel centro più vicino alla residenza del pazientè.
L’epatocarcinoma si sviluppa prevalentemente in persone che soffrono di cirrosi a causa di epatite cronica (B o C) o di abuso di alcool, sindromi dismetaboliche, e tipicamente si manifesta in stadi ormai avanzati. La prognosi per le forme non resecabili di HCC è infausta, con poche opzioni di trattamento sistemico e il tasso di sopravvivenza ad un anno minore del 50% dal momento della diagnosi della forma avanzata.
‘La Rete Siciliana dei tumori del fegato rappresenta uno strumento già pienamente operativo che fornisce ai cittadini siciliani elevati standard qualitativi di cura, non solo azzerando la mobilità extra-regionale, ma anche consentendo l’immediato e rapido accesso, elemento non trascurabile sia nel periodo pandemico che post-pandemico, a cure altamente appropriate nel centro più vicino al proprio domicilio – ha detto il professor Calogero Cammà -. Il rapido accesso a consultazioni multidisciplinari che coinvolgono specialisti di discipline differenti con elevata esperienza nel campo risulta oggi particolarmente rilevante in considerazione dell’importantissima innovazione terapeutica rappresentata dall’ingresso di trattamenti immunoterapici di prima linea per i tumori primitivi del fegato. La Rete siciliana rappresenta inoltre un importante strumento per il miglioramento della formazione dei giovani medici in formazione delle diverse scuole di specializzazione siciliane coinvolte nel progetto. Ultimo ma non ultimo, la Rete permetterà ulteriormente di integrare l’attività assistenziale e l’attività di formazione con l’attività scientifica in cui la Sicilia, in questo contesto clinico, rappresenta una assoluta eccellenza nazionalè.
Il PDTA regionale si prefigge di fornire un percorso di riferimento unico per il paziente con epatocarcinoma, ottimizzare i tempi di diagnosi e di trattamento, implementare sistemi informatici comuni di raccolta dei dati, fruibili dai professionisti ospedalieri che operano lungo tutto il percorso e integrare le diverse competenze specialistiche che concorrono alla gestione del paziente con epatocarcinoma, assicurando la multidisciplinarietà e la disponibilità al dialogo tra operatori ospedalieri ed il medico di medicina generale.
‘L’assessorato della Salute ha incluso nel Piano Sanitario la costituzione delle reti assistenziali multidisciplinari per le malattie croniche, che caratterizzano per l’equità di accesso ai servizi specialistici, l’appropriatezza diagnostica e terapeutica e la gestione territoriale dei pazienti – ha detto Mario La Rocca, dirigente generale del Dipartimento di Pianificazione Strategica dell’assessorato della Salute della Regione siciliana -. Questo programma diventerà ancora più importante con la prossima riorganizzazione della rete assistenziale regionale che prevede i grandi Ospedali Specializzati a stretto contatto con gli Ospedali di Comunità. La possibilità di interconnessione in rete tra i vari servizi e il modello HUB e SPOKE permetterà di migliorare l’assistenza sanitaria per tutti i cittadini, di ridurre i costi e la mobilità passiva verso altre regioni. La rete per la gestione dei Tumori Primitivi del fegato è un modello virtuoso perchè è stato finanziato con un PSN dall’assessorato della Salute e prevede la costruzione di una rete assistenziale che permetterà anche di fare una buona ricerca e formazione continua. Il progetto è già in avanzata fase di realizzazione e ha raggiunto gli obbiettivi che si prefissava sulla gestione dei tumori del fegato coinvolgendo gli epatologi, radiologi, oncologi e chirurghi che si occupano della gestione clinica di questa malattia. L’Assessorato si impegna a formalizzare questo strumento di gestione sanitaria che potrà anche essere utilizzato come modello per la costruzione e la gestione di altre reti per le malattie croniche che hanno un alto impatto sociale, economico e sanitario nella nostra Regionè.
‘UniPa ha una lunga tradizione e una presenza attenta e attiva nell’ambito della salute per lo sviluppo di terapie e tecniche sempre più innovative che possano migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da tumore del fegato – ha commentato il Rettore, professor Massimo Midiri -. Riteniamo necessario ed utile che si rafforzi e si consolidi sempre di più la stretta e fruttuosa collaborazione tra i componenti della Rete siciliana e i diversi settori specialistici, per potere stare ancora maggiormente ‘uniti e vicini ai pazienti con epatocarcinomà, soprattutto in considerazione del fatto che si tratta di un tumore molto aggressivo, tra le prime cause di morti oncologiche nel mondo, e per garantire nel territorio siciliano un’organizzazione ed un’assistenza di altissimo livellò.
Nell’attuazione e nell’implementazione delle reti assistenziali sul territorio come quella siciliana, le Associazioni Pazienti svolgono un ruolo cruciale perchè testimoniano i bisogni di chi è affetto dalla patologia, in termini di gestione, diagnosi e cura ed evidenziano le zone d’ombra in cui è prioritario intervenire per una corretta e sempre più funzionale presa in carico. L’epatocarcinoma ha un impatto significativo sui pazienti e sulle loro famiglie che hanno necessità di avere informazioni chiare e precise sui trattamenti e sulle strutture in grado di seguire al meglio il loro percorso diagnostico-terapeutico.
‘E’ necessario che il paziente affetto da un tumore primitivo del fegato sia assistito nel corso della propria quotidianità, guidato nel percorso terapeutico assistenziale e preso in carico da una struttura adeguata e da un team multidisciplinare – ha detto Massimiliano Conforti, vicepresidente EpaC Onlus, Associazione che ha dato il patrocinio al Roadshow -. Da una recente ricerca condotta da EpaC Associazione Onlus è emerso che spesso i pazienti si trovano a doversi rivolgere a più centri per una diagnosi definitiva, spesso viaggiando, anche in altre regioni, alla ricerca di risposte sia in termini di diagnosi, quanto ancor più di gestione e di terapia da seguire. Soltanto il 37% dei partecipanti alla ricerca ha affermato di non aver avuto necessità (o desiderio) di rivolgersi ad un centro differente da quello in cui era inizialmente seguito per ottenere la diagnosi di tumore epatico, mentre il 63% ha dovuto consultare almeno una seconda struttura, e in circa il 20% dei casi, addirittura una terza o una quarta. L’implementazione di queste reti assistenziali regionali multidisciplinari è, quindi, quanto mai primaria per la prevenzione e per la gestione dei pazientì.
Alla tavola rotonda che si è svolta a Palermo hanno partecipato Antonio Craxi, direttore dell’UOC di Gastroenterologia dell’Azienda Policlinico P. Giaccone di Palermo, Massimo Midiri, rettore dell’Università di Palermo, Mario La Rocca, dirigente generale del Dipartimento di Pianificazione Strategica dell’assessorato della Salute della Regione siciliana, Alessandro Caltagirone, Commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Policlinico P. Giaccone, Calogero Cammà, professore ordinario di Gastroenterologia e Direttore Scuola di Specializzazione in Gastroenterologia dell’Università di Palermo, Vito Di Marco, dirigente sanitario presso Unità Complessa di Gastroenterologia ed Epatologia dell’Azienda Universitaria Policlinico “P. Giaccone”, Giovanni Raimondo, direttore Epatologia AOU Policlinico G. Martino di Messina, Maurizio Russello, responsabile U.O.D. Epatologia Ospedale Garibaldi-Nesima di Catania, Salvatore Gruttadauria, direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali IRCCS-ISMETT UPMC, Francesco Verderame, direttore UOC di Oncologia Medica Azienda Ospedaliera ‘Villa Sofia Cervellò di Palermo, Fabio Cartabellotta, direttore Unità Operativa di Medicina Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli di Palermo, Massimiliano Spada, medico oncologo presso Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù e coordinatore regionale AIOM Sicilia, Nino Cartabellotta, presidente comitato scientifico Fondazione Gimbe e Massimiliano Conforti, vicepresidente EpaC Onlus.
– foto xb7/Italpress –
(ITALPRESS).
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Mostre, Banca del Fucino celebra i 211 anni dell’Arma dei Carabinieri
Pubblicato
2 ore fa-
5 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Banca del Fucino è al fianco dell’Arma dei Carabinieri nella realizzazione della grande mostra “Sempre, ovunque. 211 anni di storia dei Carabinieri tra arte, cinema e società”, che apre al pubblico oggi negli spazi dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano, in occasione del 211° anniversario della fondazione dell’Arma.
Promossa dal Comune di Milano e dall’Arma dei Carabinieri, e organizzata da Palazzo Reale e Triennale Milano, l’esposizione – si legge in una nota – vede come main partner Banca del Fucino e sarà visitabile gratuitamente fino al 26 giugno prossimo.
Il progetto espositivo è di Damiano Gullì, curatore per arte contemporanea e Public Program di Triennale Milano; la mostra propone un percorso espositivo in otto sezioni tematiche, le quali tra pittura, scultura, fotografia, cinema e letteratura, raccontano il profondo legame tra i Carabinieri e la società italiana, con un focus particolare su Milano.
Attraverso materiali d’archivio, opere d’arte e contributi audiovisivi, la mostra ripercorre la storia dell’Arma, mettendo in luce anche le numerose commissioni artistiche realizzate per il celebre Calendario storico dei Carabinieri. Un racconto per immagini e simboli che attraversa oltre due secoli di storia, in dialogo con opere di artisti come Ottone Rosai, Pietro Annigoni, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Francesco Clemente e Michelangelo Pistoletto.
“Il sostegno di Banca del Fucino a questo progetto culturale – conclude la nota – si inserisce nella più ampia visione dell’Istituto di promuovere iniziative che valorizzino il patrimonio artistico italiano in tutte le sue forme e il ruolo delle istituzioni che ne custodiscono la memoria e i valori fondanti”.
– news in collaborazione con Banca del Fucino –
– foto ufficio stampa Banca del Fucino –
(ITALPRESS).
Cronaca
Network Valore Impresa, Cicero “Una roadmap per rafforzare le Pmi”
Pubblicato
2 ore fa-
5 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Non un sindacato, ma “un modello organizzativo su cui abbiamo lavorato negli anni e che è arrivato al riconoscimento istituzionale. Il 14 gennaio di quest’anno la nostra proposta è stata inserita nella legge annuale delle piccole e medie imprese e su questo stiamo organizzando le Pmi in Italia per andare sul mercato”. Così il presidente Gianni Cicero parla di Network Valore Impresa, in un’intervista a Claudio Brachino per l’agenzia Italpress.
9 giugno a Torino, 2 giugno a Milano e 9 luglio a Bologna sono le tappe estive di una roadmap che Network Valore Impresa ha organizzato con “l’obiettivo di sopperire al distacco tra Pmi e istituzioni, soprattutto riguardo all’approccio alle agevolazioni concesse alle imprese. Non vogliamo che queste opportunità diventino per pochi, ma che lo siano per tutti. Questa iniziativa diventa lo strumento operativo di connessione. Non saranno passerelle illustrative, ma incontri B2B tra imprese e istituzioni”, spiega Cicero.
“Il nostro tentativo è di rendere consapevoli le piccole imprese, che sono maggioranza economica e non solo nel nostro Paese. Devono avere la responsabilità di crearsi una struttura adeguata soprattutto in un ambito di globalizzazione e competitività, perchè arrivare in ordine sparso non porta a niente”, prosegue.
“Purtroppo il tasso di internazionalizzazione delle micro e piccole imprese non supera il 7% come media nazionale. Evidentemente le politiche adottate per favorire il posizionamento delle piccole sui mercati internazionali non sono state confacenti rispetto alle aspettative – dice ancora il presidente di Network Valore Impresa -. Quindi il nostro modello punta a portare le imprese a essere competitive sul mercato. Abbiamo contribuito alla revisione del Codice degli appalti in modo da favorire aggregazioni imprenditoriali che potessero intervenire su commesse di una certa consistenza, ma anche sui mercati internazionali, proprio per favorire questo necessario posizionamento”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
In questa edizione: Incendio a Milano, donna si butta dal quarto piano e muore – Garlasco, genetista Giardina: “Non convince analisi Dna Sempio su unghie” – Caccia ai banditi e al basista dell’assalto fallito di Lacchiarella – Pulmino va a fuoco, illesi calciatori giovanili dell’Inter – Nuovo Rettore Università Pavia, Giovedì 12 altro voto – L’Orto Botanico di Pavia Sabato 7 Giugno riapre al pubblico – Pronto Meteo Lombardia per il 6 Giugno.

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