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Cronaca

Quarta dose, Razza “Sicilia finora poco virtuosa, serve chiarezza”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Sulla quarta dose la Sicilia finora non è tra le regioni più virtuose”. Lo dice in un’intervista all’Italpress l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, facendo il punto sulla campagna vaccinale anti-Covid nell’Isola.
“Noi abbiamo lavorato molto con i medici di famiglia, lo stiamo facendo anche con campagne di sensibilizzazione – spiega Razza -. Personalmente ritengo che ci sia una certa ritrosia alla quarta dose per una ragione semplicissima: è stato detto da tutti i mezzi di comunicazione che nel mese di settembre si attende un vaccino più performante contro tutte le varianti e quindi è ragionevole pensare che molti nostri concittadini, soprattutto quelli della fascia meno esposta, stiano attendendo”.
L’assessore ricorda che “i vaccini ci hanno fatto risparmiare centinaia di migliaia di vite, sono stati uno strumento importante per restituire il diritto alla salute a molte comunità, perchè hanno consentito di avere un’occupazione ospedaliera molto più bassa rispetto al numero totale dei pazienti positivi. Ovviamente la capacità della pubblica amministrazione e delle istituzioni deve essere quella di effettuare un sano convincimento, senza mandare messaggi contraddittori. Se diciamo a una persona che con il vaccino non si prende il Covid diciamo una bugia, se spieghiamo che il vaccino serve a limitare gli effetti e a evitare di andare incontro a cure intensive diciamo una verità che si presta a essere spiegata meglio”.
Per Razza la regione è pronta ad affrontare la nuova probabile ondata Covid d’autunno. “La Sicilia si è ormai corroborata con dei grandi investimenti che abbiamo fatto nelle nuove terapie intensive. Quando il presidente Musumeci si è insediato in Sicilia erano poco più di quattrocento i posti letto di terapia intensiva, ora sono maggiorati del cento per cento – sottolinea l’assessore -. Ora vorremmo andare incontro alle esigenze del cittadino nella sua abitazione, perchè il terzo anno di pandemia non deve essere un freno nell’erogazione delle cure ordinarie”.
Il 31 dicembre prossimo decadrà la struttura commissariale, e si pone il tema del futuro degli operatori sanitari coinvolti in questi mesi. “Noi abbiamo dato un’indicazione – spiega Razza -: le professionalità devono vedere valorizzate nelle procedure di concorso pubblico l’esperienza fatta durante la pandemia. Il governo Musumeci ha stabilizzato migliaia di precari e in una città come Palermo ha risolto dopo trent’anni una piaga come quella degli ex Lsu. Se diciamo che ci sono strumenti giuridici che consentono al personale impegnato durante l’emergenza di avere una prospettiva occupazionale seria lo diciamo sulla base di norme e senza avere voglia di prendere in giro nessuno”. “Se nelle centrali operative territoriali – conclude – è previsto che ci debbano essere alcune figure è auspicabile che nascano da chi ha lavorato nell’emergenza, ma è soltanto un esempio tra i tanti che si possono fare”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Panetta “Incertezza elevata per tensioni geopolitiche e commerciali”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’incertezza a livello globale resta elevata, alimentata dalle persistenti tensioni geopolitiche e commerciali. Questo contesto penalizza gli scambi internazionali e accentua la frammentazione dell’economia mondiale, contribuendo al rallentamento dell’attività produttiva”. Lo ha detto il governatore Fabio Panetta, nella sua relazione per il bilancio della Banca d’Italia, in occasione dell’Assemblea annuale a Roma. “L’economia europea, già segnata dalla stagnazione del settore manifatturiero, risente in modo particolare di queste dinamiche a causa della sua forte esposizione al commercio estero”.
“Le decisioni di politica monetaria dovranno bilanciare due fattori – ha spiegato Panetta -: da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione. Dall’altro lato, l’aumento dell’incertezza – dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti – impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali”.
“La lotta all’inflazione non può ancora dirsi conclusa. Sarà essenziale monitorare con attenzione tutti i fattori che potrebbero ostacolare il ritorno all’obiettivo del 2%”, ha sottolineato il governatore di Bankitalia.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Landini “Non sarò in piazza col M5s, ma rispetto l’iniziativa”

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ROMA (ITALPRESS) – “C’è sì il problema di una politica per la sicurezza dell’Europa, ma per noi deve essere fondata sui diritti, il lavoro e lo Stato sociale”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che il sindacato non sarà in piazza con il Movimento 5 Stelle sabato 5 aprile, alla manifestazione contro il riarmo. “La Cgil – spiega – non aderisce a manifestazioni di partito. Poi, le singole persone faranno quello che ritengono più opportuno”. “Il segretario della Cgil non partecipa – aggiunge -. Ma noi siamo rispettosi di questa e di altre iniziative contro il riarmo”. La riconversione dell’automotive alla difesa, “credo sia una stupidata totale – prosegue Landini -. Qui siamo davanti a scelte di fondo. Quando produci le armi poi le devi usare. Non è accettabile questa ipotesi di riconversione, perchè così si entra in una economia di guerra, quando invece alle persone bisogna dare sviluppo e diritti. L’Italia e l’Europa hanno il problema di non essere più al centro dell’innovazione, come si vede sull’intelligenza artificiale. E anche sui settori più tradizionali, siderurgia, chimica, mobilità, abbiamo smesso da tempo di investire. Riteniamo che le politiche industriali debbano avere altri obiettivi, dalla stabilità e qualità dell’occupazione al miglioramento dei salari”. “Governo e Confindustria – aggiunge – debbono riaprire i tavoli per rinnovare i contratti pubblici e privati, dai metalmeccanici alle telecomunicazioni, con aumenti reali. Ma risolvere la questione salariale significa anche affrontare le ragioni della povertà del lavoro: dalla redistribuzione dei redditi tutta a favore dei profitti alla precarietà senza precedenti, fino alla catena dei subappalti. Per questo, ripeto, i referendum sono fondamentali”. “Con il voto dell’8 e 9 giugno – dichiara – si possono cambiare le cose, creando le condizioni per un salario fondato sulla stabilità e la sicurezza del lavoro. L’11 e 12 aprile a Milano lanceremo la campagna referendaria. Il 12 saremo in piazza in 120 città e a Bruxelles e Parigi perchè, lo ricordo, potranno votare anche i cittadini fuori sede in Italia e all’estero per motivi di studio, lavoro o cura”. In merito al quorum, “ci sono tutte le condizioni per raggiungerlo – dice il leader Cgil -. Certamente non è facile in un Paese dove ormai metà degli elettori non va a votare. Ma questo è un voto che non delega ma consente di decidere direttamente. In caso di vittoria, il giorno dopo il voto, due milioni e mezzo di persone otterranno la cittadinanza italiana e i lavoratori delle aziende con più di 15 dipendenti riavranno tutti l’articolo 18 contro i licenziamenti, e si estenderà alle imprese appaltatrici la responsabilità in caso di incidenti sui lavori appaltati”. “Diversi partiti hanno firmato per il referendum e quindi mi aspetto che facciano la loro parte durante la campagna referendaria, che formalmente si aprirà tra qualche settimana. E mi aspetto che tutti i partiti, indipendentemente dalla loro posizione nel merito, invitino i cittadini a votare. Troverei inaccettabili inviti ad andare al mare, un vero attacco alla democrazia”, conclude Landini.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Conte “Contro di noi c’è il partito delle armi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Calenda ha detto una cosa gravissima, profondamente antidemocratica, perchè non si invoca la cancellazione di un Movimento e di milioni di cittadini che lo votano. E mi dispiace che sui giornali non ho letto parole di condanna: i liberali sono tutti spariti?”. Così, in una intervista alla Stampa, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, commentando le dichiarazioni di Carlo Calenda durante il congresso di Azione.
“Non è normale che un partito di opposizione, per la sua sopravvivenza, celebri un congresso per incoronare Giorgia Meloni – aggiunge -. La verità è che in prima fila era schierato il partito trasversale delle armi, che vuole un’Europa con l’elmetto e affida la crescita a un’economia di guerra. Ci insultano e ci deridono, ma risponderemo con una possente onda di partecipazione”.
“Davvero – si chiede Conte – qualcuno pensa seriamente di garantire più sicurezza ai nostri cittadini buttando via 800 miliardi per riarmare la Germania e pochi altri Paesi? Davvero il futuro è una transizione militare al termine della quale, per offrire lavoro ai nostri figli, li costringeremo ad arruolarsi nelle forze armate”. “Non c’è dubbio – sottolinea il leader del M5s – che questi tre anni di guerra abbiano rafforzato enormemente il potere negoziale di Putin. Avendo avuto la meglio sul campo di battaglia, vorrebbe dettare le condizioni”. Il negoziato “sarà faticosissimo ma Trump non può permettersi di non tutelare al meglio gli interessi dell’Ucraina. Ho solo il forte rimpianto per l’Europa che non siede al tavolo, ma addirittura sembra quasi volere boicottare questo negoziato per non ammettere di avere sbagliato tutto”.
Per Conte “non contano le chiacchiere nei talk show ma come voti in Parlamento. E Salvini è rigorosamente allineato alla maggioranza nella prospettiva guerrafondaia. Noi abbiamo presentato una mozione contro il piano di riarmo: la voti e vedremo se alle chiacchiere per una volta seguiranno i fatti”. Per quanto riguarda il Pd, dichiara: “Schlein, con fatica, sta provando a invertire la rotta rispetto alle componenti del suo partito che spingono per il riarmo. Mi auguro che ce la faccia perchè altrimenti rovineremo tutto il lavoro fatto in Europa”. Ed in merito alla manifestazione di sabato contro il riarmo promossa dal Movimento, dice: “La nostra piazza è aperta a tutte le forze politiche, sociali, associazioni, cittadini che vogliono la pace e vogliono protestare contro un governo che scarica sul sociale la corsa al riarmo, in un Paese dove la produzione industriale è ferma, i salari i più bassi d’Europa, la sanità al collasso”.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).

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