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Cronaca

Flash-mob a Milano, M5s e Skiantos insieme contro la piaga del precariato

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MILANO ( ITALPRESS) – Il Movimento Cinque Stelle e il gruppo rock degli ‘Skiantos’ insieme contro la piaga del precariato nel lavoro. La collaborazione si è concretizzata questa mattina con un flash-mob in Piazza Duca D’Aosta a Milano, sotto Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, al grido di ‘il precariato è un paccò. Successivamente, al vicino Mercato Centrale, è avvenuta la presentazione, in anteprima nazionale, del videoclip “I Giovani”, degli Skiantos e dal cantautore Pablo Perissinotto, prodotto dai portavoce regionali M5S Lombardia (Marco Degli Angeli, Marco Fumagalli, Raffaele Erba e Dino Alberti), e dai portavoce di Piemonte e Friuli Venezia Giulia.
I ‘Giovanì è una ‘canzone manifestò su una generazione sfruttata, per ribadire che i ragazzi e le ragazze di oggi non sono fannulloni, immagine usata da una narrazione retorica ricorrente a discapito di chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro o lo cerca, e vuole farlo a condizioni dignitose.
“Il tema del precariato dovrebbe essere al centro della discussione politica di tutti giorni e invece vengono messe in atto politiche di senso contrario, come le riforme malsane del Job act, lo smantellamento del decreto dignità e la caccia alla streghe del Reddito di cittadinanza”, ha osservato Marco Degli Angeli, consigliere regionale del Movimeto Cinque Stelle Lombardia, ricordando che “sono 1,2 milioni i giovani che sono andati all’estero perchè in Italia non hanno avuto opportunità”.
Oggi, ha continuato Degli Angeli, “assistiano a una politica che continua a finanziare le armi, soldi che potrebbero sostenere politiche sociali e politiche attive per il lavoro “. Intanto, “ci stiamo privando quotidianamente delle persone che dovrebbero contribuire alla crescita del Paese, i giovani”.
Per il consigliere regionale del M5S Raffaele Erba “forse iniziamo a capire perchè tanti ragazzi se ne vanno, qui non hanno progettualità di vita, offriamo loro solo precariato. Forse iniziamo a capire che il ‘modello Briatorè non è quello giusto, forse lo sarebbe quello di Olivetti, quello della responsabilità sociale d’impresa, e paghe dignitose. Dobbiamo offrire ai giovani condizioni di vita dignitose, un salario minimo che, fra altro, aiuterebbe gli imprenditori onesti contro quelli che se ne approfittano”.
Nel suo intervento, Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimeto Cinque Stelle ha sottolineato da parte sua, come oggi “il lavoro è stato ridotto a una merce e non più un diritto sancito dalla Costituzione”. E questo, ha aggiunto, “non riguarda solo i giovani ma l’intero mondo del lavoro: vediamo da anni politiche di privatizzazioni e delocalizzazioni solo per fare profitto”.
foto xb5 Italpress
(ITALPRESS).

Cronaca

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Cronaca

Alla Festa del Cinema il documentario “Corpo libero” sull’obesità

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ROMA (ITALPRESS) – Iris ha una compagna invadente, da sempre con lei, in ogni fase della sua vita, fin dall’adolescenza: è l’obesità, una prigione da cui riesce ad evadere nel momento in cui impara a volersi bene, a cercare una strada per riprendere in mano la propria vita.
Marco, dopo una carriera sportiva agonistica, comincia a prendere peso, finchè non capisce che quel corpo gli impedisce di vivere la vita che vuole e trova il coraggio di chiedere aiuto e di prendersi cura della sua salute fisica e mentale.
Maria inizia a prendere peso dopo le gravidanze e non riesce più a perderlo; dopo molte diete e molti fallimenti si rivolge a uno specialista, iniziando un percorso di rinascita fatto di sforzi e sacrifici, che la porta nuovamente a stare bene con il suo corpo in salute.
Roberto si rifugia nel cibo quando i suoi genitori si separano: un evento che segna la sua adolescenza portandolo all’isolamento e alla solitudine. Ma quando nasce sua nipote qualcosa scatta dentro di lui: vuole ricominciare a vivere, e ci riesce, grazie a un supporto nutrizionale e psicologico.
Sono le storie di persone con obesità raccontate nel documentario Corpo libero, prodotto da Telomero Produzioni con il patrocinio dell’Associazione pazienti Amici Obesi e realizzato con il contributo non condizionante di Lilly, presentato in anteprima nell’ambito della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Corpo libero è il primo documentario che affronta a 360 gradi la patologia obesità, raccontata sia dal punto di vista dei clinici che attraverso il percorso dei pazienti: quattro storie emblematiche di chi, passo dopo passo, si è allontanato dal proprio corpo, perdendo il contatto con il proprio benessere e la salute, per poi ritrovarsi e cercare una nuova connessione con sè stesso, riconquistando la libertà di vivere appieno, oltre le limitazioni che quel corpo un tempo imponeva.
“Conoscere i protagonisti di Corpo libero è stata un’esperienza di grande forza ed emozione – commentano Donatella Romani e Roberto Amato, Autori e Produttori di Telomero Produzioni, che hanno scritto e diretto il documentario – Le loro storie toccano profondamente e sono un esempio di come sia possibile liberarsi dal fardello dell’obesità, un peso che non è solo fisico ma anche legato allo stigma e al pregiudizio della società. Tanti racconti dolorosi, ma anche tante risate e un grande desiderio di condividere le proprie storie per incoraggiare chi ha problemi di peso a chiedere aiuto, a non chiudersi in sè stesso. Raccogliere le parole autentiche e intime di Iris, Marco, Maria e Roberto è stato un grande privilegio di cui li ringraziamo e dal quale portiamo con noi ricordi preziosi”.
Una narrazione che vuole andare al di là dei luoghi comuni associati all’obesità, vera e propria malattia cronica, complessa e multifattoriale, superando i confini della retorica per scrivere una semantica nuova, proiettata verso il domani.
«Collaborare alla realizzazione del documentario Corpo Libero ha significato rimettermi nuovamente in gioco. Era da tanto che non mi raccontavo e ogni volta riaffiorano sensazioni in gran parte negative, che ho chiuso in un cassetto della memoria: non si possono cancellare, ma almeno tentare sì – dichiara Iris Zani, Presidente di Amici Obesi e FIAO – Federazione Italiana Associazioni Obesità – Raccontare un vissuto ormai lontano significa dare speranza a chi, in questo momento, è convinto di non farcela e che nulla cambierà. Non è così. In questi anni ho capito che con “corpo libero” non si intende solo libero dal peso in eccesso, ma libero da pregiudizi, condanne e opinioni non richieste. Libero di non essere necessariamente conforme a tutti gli altri, ma in sintonia con sè stesso.
Ho imparato nel tempo a prendermi cura di questo corpo, a conviverci e a non contrastarlo più.
Un corpo libero. Credo che mettersi a nudo così possa aiutare più di tante parole».
Corpo libero è un racconto corale che vuole superare la grassofobia e incoraggiare le persone a intraprendere un percorso di cura che possa ridurre il rischio di andare incontro alle patologie correlate al sovrappeso e all’obesità e le aiuti a vincere lo stigma, l’isolamento e la paura di non farcela: alle voci dei pazienti si affiancano quelle degli specialisti, la professoressa Annamaria Colao e il dottor Edoardo Mocini, che spiegano i meccanismi biologici alla base dell’obesità e raccontano la grande rivoluzione terapeutica che può aiutare le persone alle prese con questa malattia cronica a ritrovare la propria salute.
Un tassello fondamentale nel percorso di riconoscimento e miglioramento nella gestione della patologia obesità è rappresentato dall’approvazione della Legge, prima nel mondo, che riconosce l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante, inserendola nei LEA e rintroducendo una serie di misure concrete con l’obiettivo di alleggerire i costi ancora oggi molto elevati per i pazienti e sostenere in particolare le fasce di popolazione economicamente più fragili.
“La legge che riconosce l’obesità come patologia rappresenta un vero traguardo, sia sul piano politico che sociale – afferma la deputata Patrizia Marrocco a margine della proiezione del docufilm Corpo Libero – Come è emerso chiaramente anche oggi, l’obesità ha un impatto profondo sulla vita e sulla salute dei pazienti. Siamo pienamente consapevoli della crescente portata di questa patologia e della complessità della sfida che essa comporta. Per questo, oltre al riconoscimento formale, stiamo già lavorando per rafforzare le risorse previste, che devono necessariamente essere ampliate per rispondere in modo concreto e adeguato alle esigenze dei pazienti, garantendo l’accesso alle cure”.
“Cala il sipario sullo stigma: l’obesità non è più un problema di immagine o di volontà, ma una condizione di salute che merita cura e rispetto – dichiara Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access Italy HUB di Lilly – La recente approvazione in Italia della prima legge al mondo che riconosce l’obesità come patologie recidivante e refrattaria è il compimento di un percorso già tracciato da anni a livello scientifico, che oggi prende forma anche da un punto di vista istituzionale e regolatorio. Il documentario Corpo Libero si inserisce in questo contesto come un contributo importante al percorso di riconoscimento e sensibilizzazione sulla patologia che stiamo portando avanti insieme a tutti gli attori del sistema salute, con l’obiettivo di promuovere una corretta informazione sull’obesità e favorire una maggiore consapevolezza non solo tra i pazienti, ma nell’opinione pubblica nel suo complesso”.
Lo storytelling del documentario è accompagnato con riflessioni intime e potenti dalla “voce narrante” di Stefania Rocca, attrice icona del cinema italiano. Dopo l’anteprima della Festa del Cinema di Roma, a novembre il documentario Corpo libero sarà disponibile in streaming su La7 e Amazon Prime Video.
-foto ufficio stampa Lilly –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Tassa di soggiorno, oltre 1,1 mld nel 2025 per i Comuni

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