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Cronaca

Il tour dell’innovazione fa tappa anche a Milano

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MILANO (ITALPRESS) – Il Manifesto dell’Innovazione c’è. Resta da fare l’Italia dell’innovazione, facendo rete tra aziende, atenei e istituzioni. E’ questo lo scopo del Tour dell’Innovazione lanciato da Innovation Manager Hub, la prima community dei manager dell’innovazione di oltre 150 grandi aziende internazionali come Poste Italiane, Tim, Windtre, Comau, Roche, Miroglio, Marzotto Lab, Webuild, Google, Snam, Unipol, Acea, Intesa Sanpaolo, NttData e tante altre e che vede come partner Do Different, Clever Connect, Laya, Pedevilla, Hyperlean, Brain Computing, Zucchetti, Risorse, Up2You, Effetto Larsen, Skilla, Stimulus, Milano per la Scala, NTTData, Xmetareal e Kotuko. Il tour nei prossimi mesi toccherà la Casa delle tecnologie emergenti di Torino (28 marzo), la facoltà di Ingegneria della Sapienza Roma (2 maggio), Catania (22 giugno), Bari (20 luglio) e Milano (3 ottobre) e avrà tra gli obiettivi quello di illustrare il Manifesto dell’Innovazione elaborato lo scorso novembre durante l’IMH Summit che ha visto la partecipazione di 80 manager dell’Innovazione e di 9 atenei. “Il nostro scopo – spiega Manuele Vailati, fondatore di Innovation Manager Hub – è quello di creare un ecosistema ibrido e in continua evoluzione che diventi il principale punto di riferimento per i manager dell’Innovazione. Vogliamo essere il connettore di diversi ecosistemi: aziende, atenei e istituzioni, connettendo, liberando e sviluppando il potenziale umano. Incontro dopo incontro intendiamo supportare nella sua crescita il ruolo del manager dell’innovazione, la cui funzione sarà sempre più centrale nei paradigmi presenti ed emergenti delle organizzazioni”. Il Tour dell’Innovazione intende condividere, e creare un linguaggio comune, inteso come visione e stimolo per gli altri stakeholder coinvolti. Altro punto fermo è identificare e sostenere un’etica come guida dell’innovazione nella sua complessità. Terzo pilastro è confermare che lo sviluppo sostenibile è uno dei significati principali dell’innovazione in grado di offrire soluzioni per le generazioni attuali, preservando risorse e opportunità anche per quelle future e bilanciando equamente i benefici tra tutti gli attori coinvolti. Quarto scopo è identificare gli elementi fondanti di un approccio innovativo, a prescindere dalle interpretazioni dettate dalle specificità dei settori di provenienza. Quinto comandamento è guidare lo sviluppo delle competenze di innovazione future, decodificando un approccio univoco alla modalità con cui si parla di innovazione in termini di scopo del ruolo e di modelli di innovazione. Settimo e ottavo fine sono, rispettivamente, identificare gli elementi trasversali dei metodi all’innovazione per elaborare un approccio condiviso, e valutare l’impatto culturale, industriale e sociale dell’introduzione dell’innovazione. Sostenibilità come leva per l’innovazione, digital transformation, calcolo del ritorno delle intelligenze umane grazie all’uso di quelle umane e promozione della figura dell’HR manager come human values developer sono alcune delle grandi sfide che saranno sviluppate nel corso degli incontri in programma in Italia. “L’innovazione – si legge nel Manifesto dell’Innovazione – richiede sempre un grande sforzo, che necessita di pianificazione, investimenti e coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti. Diversamente, la risposta ad una necessità ha il carattere di urgenza e non permette di consentire una profonda acquisizione del processo di innovazione, che è prima di tutto culturale. Quindi, l’innovazione va intesa come processo nuovo che porta valore a più tipologie di stakeholder: people, planet, profit e anche partnership. Alla già nota strategia delle 3P si può aggiungere una quarta “P”, il cui perno è la centralità della leadership del manager dell’innovazione, e cioè quella partnership che serve per accelerare il processo di acquisizione di nuove competenze, necessarie per il progetto innovativo”. Importante – spiega il Manifesto dell’Innovazione – è che il manager dell’innovazione sappia presentare l’iniziativa come un’opportunità, e non una minaccia competitiva, al partner con cui si intende collaborare. A questo proposito si parla, quindi, della ricerca attiva dell’endorsement, da raggiungere attraverso un approccio proattivo della leadership del manager dell’innovazione, che si declina nella generazione di consenso costruita attraverso la sensibilizzazione, la cultura e la comunicazione della fase iniziale del processo di cambiamento”.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Innovation Manager Hub

Cronaca

Milano, inchiesta urbanistica: misure cautelari per 6 indagati, uno in carcere

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MILANO (ITALPRESS) – Nell’ambito delle complesse indagini riguardanti il settore dell’urbanistica a Milano, il G.I.P. presso il Tribunale di Milano, all’esito degli interrogatori preventivi eseguiti lo scorso 23 luglio, ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di sei indagati, sottoposti uno alla misura della custodia cautelare in carcere e cinque a quella degli arresti domiciliari per i reati di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. È in corso l’esecuzione del provvedimento da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano.

-Foto gsl/Italpress-
(ITALPRESS).

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Cronaca

E’ morta Adriana Asti, interprete di cinema e teatro

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta a Roma, all’età di 94 anni, Adriana Asti, grande attrice di teatro e cinema.

Apparsa giovanissima nel cortometraggio di Dino Risi Buio in sala (1948), esordisce a teatro nel 1951. Lavora con i più grandi, da Strehler a Visconti, da Bertolucci a Ronconi.
Al cinema interpreta inoltre il ruolo della prostituta Amore in Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini e quello dell’affascinante zia del protagonista in Prima della rivoluzione (1964) di Bernardo Bertolucci. Successivamente recita ne Il fantasma della libertà (1974), di Luis Bunuel; Un cuore semplice (1977) e Tosca e altre due (2003), entrambi di Giorgio Ferrara, fratello di Giuliano e suo secondo marito; La meglio gioventù (2003, con cui vinse il suo terzo Nastro d’argento e il Ciak d’oro) e Quando sei nato non puoi più nasconderti (2005), entrambi di Marco Tullio Giordana; L’ultimo Pulcinella (2008) di Maurizio Scaparro.
A teatro recita in Trovarsi di Luigi Pirandello (1981), Santa Giovanna di George Bernard Shaw (1984), Giorni felici di Samuel Beckett (1985), La locandiera di Carlo Goldoni (1986) e Tre uomini per Amalia del suo psicanalista Cesare Musatti (1988).

-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Studio Banca del Fucino su export, necessario esplorare nuovi mercati

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ROMA (ITALPRESS) – Il sistema del commercio internazionale, per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi trent’anni, sta attraversando profondi cambiamenti. L’Italia, da sempre Paese di manifattura e di commercio, è stata capace di trarre beneficio dall’espansione dei traffici internazionali cominciata negli anni ’90. Oggi però la crescente indisponibilità statunitense a ricoprire il ruolo di “compratore di ultima istanza”, unita all’emergere di nuovi competitor sulla scena internazionale, configurano un importante cambiamento di scenario.
In questo contesto si colloca la nuova ricerca dell’Ufficio studi della Banca del Fucino, intitolata Oltre il giardino. 25 anni di export italiano extra-europeo. Lo studio, predisposto da Vladimiro Giacchè e Michele Tonoletti, fornisce una panoramica dei cambiamenti dell’export italiano tra l’inizio del nuovo millennio e oggi, tanto sul piano della geografia delle destinazioni quanto su quello della struttura merceologica.
Dalla ricerca emerge come negli ultimi 25 anni la quota di export italiano diretta verso l’Area Euro si sia ridotta di ben 6 punti percentuali – dal 45 al 39% circa del totale – sebbene il mercato europeo rimanga tutt’oggi la principale destinazione dei prodotti italiani (67,2% nel 2020-24, a fronte del 70,1% nel 2000-04).
Lo spazio perso dall’Europa è stato occupato da tre Paesi in particolare: Cina (+1,5%), Stati Uniti (+1,1%) e, in misura minore, India (+0,4%). Il peso della Cina e dell’India sul totale dell’export italiano è rimasto tuttavia molto modesto, rispettivamente al 2,9% e allo 0,8% nella media del quinquennio 2019-24.
Gli Stati Uniti, al contrario, hanno conservato e rafforzato la propria posizione di primo mercato extraeuropeo di destinazione delle esportazioni italiane, fino a pesare per più dell11% del totale esportato nel triennio 2022-24.
La ricerca di Banca del Fucino identifica in questa accresciuta dipendenza dal mercato Usa uno dei principali fattori di rischio per la tenuta futura dell’export italiano, un rischio che sembra ora concretizzarsi con l’imposizione di dazi al 15% da parte dell’attuale amministrazione degli Stati Uniti su gran parte dell’export europeo. La rischiosità è legata anche ai cambiamenti che la composizione merceologica dell’export italiano ha visto negli ultimi 25 anni. L’emergere del settore farmaceutico – una novità per il sistema produttivo italiano – è sicuramente il principale mutamento che si è registrato. La quota del farmaceutico è infatti passata dal 3,5 all’8,0% del totale esportato tra l’inizio e la fine del periodo di osservazione; un vero e proprio balzo, alle cui proporzioni si avvicina solamente la crescita registrato dal settore alimentare, passato dal 5,6 al 9,3%.
In questa evoluzione gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo di massimo rilievo, assorbendo quote rilevanti dell’export italiano proprio in questi comparti. Se sui prodotti farmaceutici non vi è chiarezza circa l’applicazione dei dazi al 15% stabiliti negli accordi tra Usa e Ue di fine luglio, i prodotti alimentari, invece, rientrano certamente nel perimetro delle merci colpite dai dazi, ed è lecito attendersi un danno significativo per questo settore.
La ricerca evidenzia poi come, al netto di un arretramento del settore tessile – dal 15,3 al 10,9% – i comparti tradizionali del Made in Italy – moda, arredamento, alimentari e meccanica – abbiano dimostrato notevole resilienza, riscontrando spesso grande successo nei mercati extraeuropei. Ciò testimonia la perdurante forza del brand Made in Italy nel mondo, oltre alla capacità delle imprese della meccanica di mantenersi competitive nel mercato mondiale dei macchinari e dei beni strumentali per l’industria. Ad oggi quello della meccanica – con più del 16% del totale – costituisce in effetti il nostro più importante comparto di esportazione. Farmaceutico, beni di consumo e meccanica – conclude la ricerca – sono tre settori nei quali l’Italia ha dimostrato di detenere un’ottima capacità di competizione sui mercati internazionali.
In prospettiva, nuovi mercati a cui guardare per l’export italiano non mancano. La Cina e l’India, anche solo per la loro dimensione, costituiscono i due mercati di destinazione dal più alto potenziale: nel caso dell’India, il nostro export si concentra primariamente sui macchinari – già oggi più del 40% del totale esportato verso questo Paese – e su altri prodotti destinati all’industria; anche nel caso della Cina la componente dei macchinari riveste un ruolo molto rilevante – circa il 30% dell’export totale – ma anche i prodotti di consumo del Made in Italy hanno registrato performance più che positive.
Conferme dell’apprezzamento internazionale per il brand Made in Italy arrivano anche dalle economie avanzate dell’Asia, come il Giappone e le Tigri Asiatiche; nei Paesi dell’Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico (Asean), invece, negli ultimi cinque anni sono stati i prodotti di elettronica a registrare tassi di crescita particolarmente elevati, in media dell’11,8% annuo per la categoria “Computer, apparecchi elettrici e ottici”, un caso piuttosto unico nella vasta e variegata geografia dell’export italiano.
La ricerca dedica alcune sezioni anche al cosiddetto “estero vicino” – il Medio Oriente e l’Africa. Le monarchie del Golfo da anni dimostrano particolare apprezzamento per i prodotti del Made in Italy, anche se i macchinari rimangono la categoria principale di export verso quest’area, con circa un quarto del totale esportato verso l’area mediorientale. L’Africa rimane invece ancora in gran parte un’incognita, specialmente per quanto riguarda la parte sub-sahariana del continente: il piano Mattei è sicuramente un ottimo passo nella direzione di un buon posizionamento presso una delle regioni più importanti per il futuro.
-foto ufficio stampa Banca del Fucino –
(ITALPRESS).

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