Economia
Piazza Affari chiude positiva, Borse europee deboli
Pubblicato
2 anni fa-
di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Chiusura positiva a Piazza Affari al termine di una seduta che si era aperta con il segno meno. L’indice Ftse Mib segna un +0,19% a quota 28.908 punti, mentre l’Ftse Italia All Share guadagna lo 0,21% a quota 30.925 punti. In rialzo anche l’Ftse Star che mette a segno un rimbalzo dello 0,67% a quota 46.224 punti. I mercati scontano il dato in calo della manifattura europea, che vedono nella frenata della locomotiva tedesca il segnale di una possibile recessione più estesa. Una situazione che preoccupa anche in vista dele decisoni di Fed e Bce sui tassi attese tra mercoledì e giovedì. A peggiorare il clima c’è poi l’esito delle elezioni spagnole. Per quanto riguarda le materie prime, in rialzo i prezzi del petrolio, con il Brent che si porta a 82,4 dollari al barile, mentre il Wti è a 78,6 dollari. Anche il gas naturale torna a crescere, con il prezzo che si colloca a quota 30,5 euro al MWh. Lo spread fra Btp e Bund tedeschi chiude a quota 163 punti, con il rendimento del decennale al 4,02%. Tra i titoli del listino milanese, fra i maggiori rialzi Hera che guadagna 1,9 punti, ma in rialzo anche Saipem, Pirelli & C. e Stellantis. Per quanto riguarda invece i segni meno, fra i maggiori ribassi Inwit che cede poco più di mezzo punto, ma in calo frazionale anche Recodati, Banca Generali e Azimut. Le altre principali Borse europee archiviano gli scambi deboli e con segni misti, nonostante l’avvio in verde a Wall Street. Tra le piazze finanziarie, Parigi chiude piatta a -0,02%, Francoforte guadagna apppena lo 0,07% mentre Londra avanza dello 0,21%.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –
Potrebbero interessarti
-
Nordio “Le decisioni ministeriali sono solo mie”
-
Ferrari, Vasseur “Abbiamo sottovalutato la sfida che aspettava Hamilton”
-
West Nile, da inizio anno 173 casi e 11 decessi in Italia
-
E’ morto Gianni Berengo Gardin, maestro della fotografia
-
‘Ndrangheta, confisca da 21 milioni a gruppo imprenditoriale reggino
-
Agcom, nel 2024 il valore del mercato delle comunicazioni è di oltre 56 miliardi
Economia
Agcom, nel 2024 il valore del mercato delle comunicazioni è di oltre 56 miliardi
Pubblicato
1 ora fa-
7 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – In base ai dati elaborati dall’Autorità in occasione della pubblicazione della Relazione Annuale 2025 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro, si evidenzia che il valore complessivo delle aree economiche di interesse dell’Autorità (comunicazioni elettroniche, televisione in chiaro e a pagamento, radio, editoria quotidiana e periodica, pubblicità online, servizi di corrispondenza e consegna pacchi) è valutabile, a fine 2024, in 56,19 miliardi, in crescita su base annua del 3,5% e del 10,6% con riferimento al 2020 (anno d’inizio del periodo analizzato) che si riflette in una variazione complessiva pari a 1,88 miliardi su base annua, e di 5,38 miliardi rispetto al 2020.
Negli ultimi cinque anni (2020-2024), le risorse delle comunicazioni elettroniche si sono ridotte di circa 640 milioni (da 28,65 a 28,01 miliardi), frutto di una dinamica che ha visto crescere i ricavi da rete fissa (+11% nel periodo considerato) in contrapposizione alla riduzione di quelli da rete mobile (-18,1%).
Da rilevare che su base annua si registra una crescita delle risorse complessive del 3,4%. La spesa finale della clientela residenziale e affari nel 2024 è cresciuta dell’1,9% su base annua mentre, rispetto al 2020, la flessione è dell’1,5% (-330 milioni). Tra il 2020 ed il 2024 i ricavi della televisione crescono, nel complesso, di circa 1,2 miliardi (da 7,64 nel 2020 a 8,44 miliardi nel 2024). Le risorse della radio (circa 660 milioni nel 2024) sono in crescita di circa 112 milioni rispetto al 2020, mentre quelle dell’editoria quotidiana e periodica si sono ridotte, nell’intero periodo considerato, di circa 360 milioni (da 3,00 a 2,64 miliardi, -12,0%). Nello stesso arco di tempo, il valore della pubblicità online è quasi raddoppiato, passando da 4,07 miliardi stimati per il 2020 a 7,46 miliardi nel 2024, con la componente ascrivibile alle sole piattaforme valutabile nel 2024 in circa 6,36 miliardi (in crescita del 7,1% su base annua e del 91,9% rispetto al valore del 2020).
Il settore postale nel suo complesso nel 2024, raggiungendo un valore di 8,59 miliardi, è cresciuto dell’1,9% rispetto al 2023 e del 24,4% rispetto al 2020. I servizi di corrispondenza nell’intero periodo esaminato evidenziano una crescita dei ricavi del 4,9% (da 1,68 a 1,76 miliardi), mentre maggiore è quella fatta registrare dai servizi di consegna pacchi, cresciuti del 30,7% (da 5,22 stimati nel 2020 a 6,83 miliardi nel 2024). I ricavi relativi alle attività domestiche (mittente e destinatario nazionali) nell’intero periodo considerato hanno registrato un incremento del 25% (da 5,11 a 6,39 miliardi), mentre quelli transfrontalieri hanno visto una crescita del 22,8% (da 1,79 a 2,20 miliardi).
-Foto
Economia
Bce “I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso”
Pubblicato
1 ora fa-
7 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. Tra i rischi principali vi sono l’ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali su scala mondiale e le incertezze a queste associate, fattori che potrebbero frenare le esportazioni e comprimere gli investimenti e i consumi”. Così la Bce nel Bollettino mensile.
“Un deterioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari – osserva – potrebbe determinare condizioni di finanziamento più stringenti e maggiore avversione al rischio, nonché ridurre la propensione di imprese e famiglie agli investimenti e ai consumi. Le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono fra le principali fonti di incertezza. Per contro, un rapido allentamento delle tensioni commerciali e geopolitiche potrebbe migliorare il clima di fiducia e stimolare l’attività. Un incremento della spesa per difesa e infrastrutture, insieme a riforme volte a migliorare la produttività, contribuirebbe alla crescita. Un miglioramento della fiducia delle imprese stimolerebbe inoltre gli investimenti privati. Le prospettive di inflazione sono più incerte del consueto, per effetto della volatilità dello scenario delle politiche commerciali a livello mondiale”.
“Un rafforzamento dell’euro potrebbe far diminuire l’inflazione più di quanto atteso. Inoltre, l’inflazione potrebbe risultare inferiore se dazi più elevati inducessero una minore domanda di esportazioni dell’area dell’euro e un reindirizzamento verso l’area delle esportazioni provenienti da paesi con eccesso di capacità produttiva. Le tensioni commerciali – sottolinea ancora la Bce – potrebbero determinare maggiore volatilità e avversione al rischio nei mercati finanziari, gravando sulla domanda interna e riducendo quindi l’inflazione. Per contro, l’inflazione potrebbe risultare superiore se la frammentazione delle catene di approvvigionamento mondiali spingesse al rialzo i prezzi all’importazione e accrescesse i vincoli di capacità nell’economia interna. Anche un incremento della spesa per difesa e infrastrutture potrebbe far aumentare l’inflazione nel medio termine. I fenomeni meteorologici estremi e, più in generale, il dispiegarsi della crisi climatica potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari oltre le aspettative”, conclude la Bce.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi
Pubblicato
24 ore fa-
6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2025 le spese obbligate – ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – continuano a erodere quote crescenti dei bilanci familiari, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995.
E’ quanto emerge dai dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui si tratta di una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna.
In trent’anni la quota di consumo destinata ai beni e ai servizi commercializzabili è passata dal 37% al 42,2%. La parallela compressione della quota destinata al consumo di beni e servizi commercializzabili (nel 2025 si stima un’incidenza complessiva del 57,8%), vale a dire quelli il cui acquisto è legato a scelte e preferenze personali e familiari, sottende a sua volta dinamiche articolate.
La spesa per i servizi commercializzabili, che aveva registrato un deciso arretramento nel 2020, è tornata, nei periodi più recenti, ad aumentare in misura più significativa rispetto agli altri consumi ed è stimata attestarsi nel 2025 al 20,8%. Quota che risulta ancora inferiore al 21,3% raggiunto nel 2019. Per contro i beni commercializzabili dovrebbero vedere nell’anno in corso un’ulteriore riduzione dell’incidenza attestandosi al 36,9%.
Vanno anche considerati gli importanti mutamenti demografici intervenuti nell’arco temporale oggetto d’osservazione. Oltre all’invecchiamento della popolazione, che ne ha mutato le esigenze e le preferenze in materia di consumi, a partire dal 2015 il numero di residenti in Italia ha mostrato una progressiva riduzione (nella media del 2025 il calo rispetto al picco del 2014 dovrebbe approssimarsi a 1,4 milioni) fornendo un inevitabile contributo negativo allo sviluppo della domanda. I risultati segnalano come gran parte dei cambiamenti, in termini di spostamento dei volumi tra obbligati e commercializzabili si sia rilevato tra il 1995 ed il 2007.
Elemento che fa emergere il ruolo dei prezzi nel determinare gli andamenti a valore. Altro fattore che spicca è il sostanziale immobilismo dei volumi acquistati per abitante, con una spesa, ai prezzi del 2025, che nell’anno in corso sarà ancora inferiore di circa 200 euro a quella del 2007 nonostante gli apprezzabili miglioramenti degli ultimi anni.
Analizzando più nel dettaglio le voci, si conferma il ruolo preponderante delle spese per l’abitazione, i cui volumi per abitante sono in continua crescita ed ammontano, ai prezzi attuali, a poco meno di 5mila e duecento euro l’anno (in aumento nel solo 2025 di 109 euro). Dinamiche più recenti evidenziano come per i beni commmercializzabili il miglioramento degli ultimi anni, guidato in buona parte dalle apparecchiature informatiche e per le comunicazioni, si vada esaurendo, con una stima per il 2025 di riduzione dei volumi acquistati di 57 euro per abitante. In questo contesto le maggiori difficoltà si confermano quelle relative ai beni più tradizionali come l’alimentare.
Per l’anno in corso i miglioramenti più significativi, in termini di volumi, sono attesi per i servizi commercializzabili per i quali si stima una crescita delle quantità acquistate di 134 euro per residente. Dato che permetterebbe di tornare, e superare di poco, i livelli del 2019. Le dinamiche di lungo periodo, e non solo, fanno emergere ancora una volta come i prezzi dei consumi a cui le famiglie non possono rinunciare, si siano mossi ad una velocità nettamente superiore rispetto ai beni e servizi commercializzabili. Tra il 1995 e il 2025 l’incremento complessivo è stato del 132,1 a fronte di una crescita del 55,2% dei beni commercializzabili e dell’81,4% dei servizi il cui acquisto è da considerarsi una libera scelta delle famiglie. Tra le spese obbligate continua a spiccare il ruolo degli energetici che, nonostante l’attesa di una riduzione dei prezzi nel 2025, hanno visto il deflatore aumentare del 178,3% nel periodo.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)


Nordio “Le decisioni ministeriali sono solo mie”
Tg News 07/08/2025

Ferrari, Vasseur “Abbiamo sottovalutato la sfida che aspettava Hamilton”

West Nile, da inizio anno 173 casi e 11 decessi in Italia

E’ morto Gianni Berengo Gardin, maestro della fotografia

‘Ndrangheta, confisca da 21 milioni a gruppo imprenditoriale reggino

Agcom, nel 2024 il valore del mercato delle comunicazioni è di oltre 56 miliardi

Bce “I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso”

Lombardia, oltre 148 mila studenti ammessi al contributo Dote Scuola

Almasri, Schlein “Da Meloni insinuazioni eversive sui giudici”

AL POLIAMBULATORIO FONDAZIONE ATM “INCONTRO CON LA TUA SALUTE”, L’EVENTO IL 19 GIUGNO

Iran, Schlein “Serve voce forte Ue per evitare rischio guerra globale”

Referendum, affluenza definitiva al 30.58%

E’ morto lo scultore Arnaldo Pomodoro

Bankitalia, nel primo trimestre del 2025 aumentano del 6% le rimesse inviate dagli stranieri residenti in Italia

Meloni “Se remiamo tutti nella stessa direzione, l’Italia è più coesa e forte”

A Milano le professioni sanitarie e sociosanitarie insieme per il Pride
OGGI IN EDICOLA – 9 GIUGNO 2025

Israele-Iran, La Russa “Punto fermo per pace è reciproco riconoscimento”

L’Olympic day arriva in Sicilia, protagonista l’Ecothlon di A2A
Tg News 07/08/2025
PIÙ POSTI LETTO PER GLI STUDENTI, PAVIA PUNTA SULL’HOUSING UNIVERSITARIO
ZONA LOMBARDIA – 7 AGOSTO 2025
RADIO PAVIA BREAKFAST NEWS – 7 AGOSTO 2025
OGGI IN EDICOLA – 7 AGOSTO 2025
INFORMAZIONE 3B METEO LOMBARDIA – PREVISIONI 7 AGOSTO 2025
TG ECONOMIA ITALPRESS – 6 AGOSTO
TG SPORT ITALPRESS – 6 AGOSTO
CINEMA & SPETTACOLI ITALPRESS – 6 AGOSTO
TG NEWS ITALPRESS – 6 AGOSTO
Primo piano
-
Cronaca23 ore fa
Ponte sullo stretto, Assolombarda: “Un’opera strategica che renderà il Paese più unito”
-
Altre notizie19 ore fa
TG NEWS ITALPRESS – 6 AGOSTO
-
Altre notizie24 ore fa
TG LOMBARDIA – 6 AGOSTO
-
Economia24 ore fa
Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi
-
Altre notizie19 ore fa
TG SPORT ITALPRESS – 6 AGOSTO
-
Cronaca24 ore fa
Meloni “Ponte sullo Stretto sfida difficile ma investimento su futuro”
-
Cronaca24 ore fa
Ponte Stretto, Salini “Pronti a partire con opera orgoglio del Paese”
-
Sport23 ore fa
Italvolley, il mea culpa di De Giorgi “In finale errore sull’ordine della formazione”