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IL RINASCIMENTO DELL’OLTREPÒ PAVESE VITIVINICOLO – * L’ANALISI DI GUERRINO SAVIOTTI

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di Guerrino Saviotti

In Oltrepò Pavese la vendemmia è già iniziata da alcune settimane, il via è stato dato lo scorso 8 agosto con la raccolta dell’uva Chardonnay seguita poi dal Pinot nero. Esattamente ad un mese dall’inizio, molte uve sono ormai diventate mosto/vino e, stante l’andamento meteo, la buona qualità dei futuri vini dovrebbe essere alla portata. Per questo scritto ho scelto il titolo “Rinascimento dell’Oltrepò Pavese” prendendolo in “prestito” dal Professor Giuseppe Fogliani al fine di rendergli omaggio per l’impegno che Egli ha profuso, nella sua vita di Docente dell’Istituto di Agraria dell’ Università Cattolica di Piacenza ed anche successivamente una volta terminata l’attività didattica, a favore del suo territorio natìo che ha sempre considerato di grandi potenzialità purtroppo non sufficientemente espresse. Ho accennato alla vendemmia 2023 partita senza grandi entusiasmi se non espresse da pochissime aziende, per citarne alcune: De Filippi di Oliva Gessi, Monsupello di Torricella Verzate, Scuropasso di Pietra De’ Giorgi, Bertelegni di Rocca Susella. Vorrei con questo scritto fare un punto “a volo d’uccello”, come era solito dire il duca Antonio Denari, per chiarire il significato di “Rinascimento”.

RUOLO DELLE CANTINE SOCIALI
Quando ho iniziato la mia attività di Enologo nel gennaio 1974 , allora in Oltrepò le cantine sociali erano sette: C.S. La Versa, Cantine Riunite di Stradella, C.S. di Canneto, C.S. di Broni, C.S. di Casteggio, C.S. di Torrazza Coste e Codevilla, C.S. di Retorbido ed il loro ruolo era fondamentale nell’economia vitivinicola locale come si era prefisso il Padre del movimento cooperativo legato alle cantine sociali, vale a dire il Senatore Luigi Montemartini  giàall’inizio del ‘900.
Nel luglio 1982 sono stato assunto alla C.S.di Torrazza Coste e Codevilla che nel 1983 ha assunto la denominazione sociale di Torrevilla soc.coop., dove ho lavorato fino a giugno 2016. Posso quindi definirmi “testimone oculare” dell’evoluzione delle Cantine Sociali negli ultimi quarant’anni.
La prima a cedere le armi è stata la CS di Retorbido fallita nel 1987, seguita dopo alcuni anni da CS Montescano (ex Riunite Stradella) allora incorporata da La Versa;  successivamente nel 2007 la CS Casteggio si è fusa con la CS di Broni dando i natali a Terre d’Oltrepò,  poco tempo dopo è avvenuto il fallimento di La Versa successivamente acquisita all’asta giudiziaria da Terre d’Oltrepò e, per ben finire, dopo pochi anni è avvenuto pure il falimento della CS di Canneto attualmente all’asta giudiziale. Da sette che erano nel 1982, ora di Cantine Sociali attive in Oltrepò ne sono rimaste due: Terre d’Oltrepò e Torrevilla. Purtroppo Terre d’Oltrepò che doveva rappresentare il presente/futuro del territorio, avente la potenzialità di vinificare seicentomila quintali di uva (circa il 70% dell’intera produzione oltrepadana), nel 2014 è incappata in un grande scandalo che ha minato fortemente l’immagine vitivinicola dell’intero comprensorio. Nei nove anni a seguire fino ai nostri giorni, purtroppo l’ambiente sociale è stato litigioso e in ben due circostanze i Consigli d’Amministrazione ed i Presidenti sono stati sfiduciati. Attualmente il nuovo Consiglio d’Amministrazione eletto circa sei mesi fa, sta lavorando all’impostazione di nuove strategie di produzione e vendita atte a riportare l’immagine ed i profitti su livelli importanti ma il compito è difficile ed i risultati economici, se arriveranno, non saranno immediati, ai soci sono quindi richieste al momento “fede e fiducia”.
Quanto a Torrevilla, l’unica cantina sociale storica dell’Oltrepò a non aver ammainato i vessilli, sta seguendo una sua strategia impostata sugli spumanti e sui vini di qualità. Questa dovrebbe essere la strada giusta per l’azienda stessa e per il territorio che rappresenta, però  i numeri riferiti a produzione e fatturato, se paragonati a quelli di Terre d’Oltrepò, sono piccoli, avendo vinificato nel 2022 solo 28.000 quintali d’uva.
Domanda: possiamo contare attualmente sulle Cantine Sociali per il “Rinascimento dell’Oltrepò Vitivinicolo”? Sinceramente molte perplessità e dubbi mi rendono al momento poco ottimista.

RUOLO DELLE AZIENDE FAMIGLIARI
In Oltrepò ci sono diverse aziende famigliari che stanno lavorando molto bene. Le nuove generazioni subentrate ai padri hanno portato sviluppo, modernità e concretezza. Molte di esse hanno abbandonato le vendite nei canali medio bassi e puntato su prodotti di qualità, in diversi casi possiamo senza riserve definire i loro vini e spumanti di alta qualità. Molte di queste aziende stanno ricevendo consensi importanti in Italia ed all’estero, i loro spumanti e vini vengono premiati in molti concorsi e, soprattutto, stando mettendo in luce la qualità vera del territorio anche attraverso l’accoglienza  coinvolgendo così molti consumatori appassionati. Citerò, con un semplice sforzo mnemonico, alcune di queste aziende, scusandomi con chi non ho avuto l’accortezza di citare: Vistarino (Rocca dè Giorgi) , Monsupello (Torricella Verzate), Scuropasso (Pietra dè Giorgi), Castello di Cigognola, Fiamberti (Canneto),  Agnes (Rovescala), Cà del Santo (Montalto Pavese), Bertelegni (Rocca Susella), Giorgi (Canneto) , Doria (Montalto Pavese), Verdi (Canneto), Ballabio (Casteggio), Prime Alture (Casteggio), Cà Montebello (Cigognola).
Una citazione particolare meritano le aziende facenti parte del Club del Buttafuoco Storico che stanno lavorando sull’eccellenza delle uve di un piccolo territorio sito nel crinale fra i torrenti Scuropasso e Versa, nella prima fascia collinare definito “sperone di Stradella”. Il Buttafuoco storico prodotto da queste aziende è un vino la cui qualità in molti casi rasenta l’eccellenza e nel medio termine dovrebbe rappresentare l’immagine qualitativa del vino rosso d’Oltrepò, a mò di ciò che rappresenta il Barolo per l’Albese.
Domanda: possiamo contare attualmente su queste aziende per il “Rinascimento dell’Oltrepò Vitivinicolo” ? Sono decisamente ottimista, anche se i numeri di bottiglie vendute sono ancora bassi e la ricaduta economica sul territorio è ancora insufficiente, ma la via tracciata da questi imprenditori è quella giusta.

RUOLO DEGLI INVESTITORI ESTRANEI AL TERRITORIO
In questi ultimi mesi in Oltrepò abbiamo assistito ad un interessante fenomeno:  aziende importanti con sede in altri territori vitivinicoli hanno acquisito sedi e vigneti di aziende oltrepadane. Berlucchi dalla Franciacorta e Masi dalla Valpolicella sono l’esempio che in questi giorni fa discutere l’ambiente nostrano.
Già negli scorsi anni sono arrivati gruppi importanti con investimenti significativi. Zonin dal vicentino e Tommasi dal veronese; anche alcuni gruppi di investitori piemontesi hanno comprato vigneti e cantine.  Cosa sta a significare questa situazione? Partendo dal principio che l’imprenditore non è rappresentativo di una onlus ma nel momento in cui investe capitali si prefigge di avere un tornaconto, il risultato dovrebbe essere indice che il territorio vitivinicolo dell’Oltrepò pavese interessa per produrre vini e spumanti di qualità. A ciò va sottolineato che a tutt’oggi i terreni vitati dell’Oltrepò pavese sono fra i più convenienti se confrontati con i cugini nazionali. Investire  oggi in Oltrepò si prendono, come si suol dire, “due piccioni con una fava”:  basso investimento immobilizzato a fronte di una alta qualità del prodotto ottenuto! Per gli Imprenditori sopra citati questi acquisti dovrebbero rappresentare un buon affare per il futuro, in quanto è ipotizzabile che il valore di terreni e cantine sia sicuramente destinato ad aumentare. Per far si che ciò accada, occorre che i vini prodotti dalle uve dei vigneti oltrepadani raggiungano prezzi di vendita remunerativi. Per raggiungere tali risultati però bisogna investire con il fine di  trasformare la qualità reale in qualità percepita. E quando ciò si verifica? Solo dopo aver rotto la “bolla” che mantiene i prodotti fuori dalle enoteche di prestigio, dalle liste dei vini e spumanti della media/alta ristorazione e dopo aver vinto la diffidenza che gli importatori esteri nutrono nei confronti di un territorio non ancora affermato.
Per realizzare tutto questo occorrono investimenti, occorrono tanti danè!
Le aziende locali non ritengo che abbiano la forza economica per realizzare grandi progetti comunicativi, mentre questi nuovi “investitori” rappresentativi di aziende economicamente forti, possono farlo e direi, a questo punto, che hanno tutto l’interesse a farlo. Alla luce di ciò che si sta ora verificando, potrebbero essere queste importanti aziende di settore a contribuire a dare impulso al “Rinascimento dell’Oltrepò Pavese Vitivinicolo”? Il mio modesto parere verte sul sì!

RUOLO DELLE AZIENDE COMMERCIALI, I COSÌ DETTI “IMBOTTIGLIATORI”
Gli imprenditori di questo settore acquistano ingenti partite di vino che imbottigliano e vendono soprattutto nel canale della grande distribuzione spesso e volentieri posizionati nel “primo prezzo”. A queste aziende non può essere riconosciuto il ruolo di aziende immagine in quanto esse fungono da “volano quantitativo” nel senso che ritirano dal mercato l’esubero di vino che le cantine sociali e le aziende private non riescono a vendere in maniera diretta. Spesso trattasi di partite di vino di qualità (eufemisticamente) medio bassa però quasi sempre con la certificazione Denominazione Origine Protetta e/o Indicazione Geografica Tipica. Questo fatto trae in inganno il consumatore in quanto il più delle volte trova sugli scaffali vini con la stessa denominazione ma con prezzi alquanto diversi. Sorge allora spontanea una domanda: vale la pena da parte dei viticoltori produrre per poi rischiare di vendere l’uva ed il vino sottocosto? In Oltrepò Pavese la superficie vitata supera i 13.000 ettari, non varrebbe quindi la pena fare un’attenta verifica tra produzione e vendita per arrivare, nonalla modifica delle rese dei disciplinari di produzione che ormai abbiamo capito essere una quasi “barzelletta”, ma per progettare  la riduzione della stessa superficie vitata. Per il Viticoltore questa iniziativa non deve rappresentare una “punizione” ma un metodo per arrivare ad avere maggior guadagno attraverso sì la perdita di quantità che però viene abbondantemente compensata dall’aumento di valore dell’uva. Chiudo questo scritto ripensando ancora al Prof. Giuseppe Fogliani,  alla passione che ha sempre nutrito per questo territorio che il più delle volte lo ha deluso. L’augurio che formulo è quello che nei prossimi anni gli eventi socio/economici volgano a favore  e che le vendemmie in Oltrepò Pavese tornino ad essere gioiose e non preoccupate.
Conoscendo la sua pignoleria non so se il Prof avrebbe apprezzato questo scritto ma, con la speranza un giorno di reincontrarlo…. mi auguro di cavarmela con una semplice tirata di orecchie”.

Giuseppe Fogliani, defunto decano dei ricercatori della vite e del vino

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PRONTO METEO – PREVISIONI PER IL 14 GIUGNO 025

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Pronto Meteo è il servizio di meteorologia di Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 in onda ogni giorno alle 19,30. Fornisce interessanti bollettini meteo per il fine settimana su Pavia e provincia e le province confinanti, visionabili anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24 e sui nostri canali social. Ogni giorno, poi, ci sono aggiornamenti nelle Breaking News della sera e un sito dedicato alle previsioni, prontometeo.it, edito sempre da Agenzia CreativaMente.

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TG NEWS ITALPRESS – 13 GIUGNO 2025

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ROMA (ITALPRESS) –Missili di Israele sull’Iran, l’operazione continua – Iran, Hezbollah condanna attacco israeliano – Rafforzata sicurezza su obiettivi sensibili in Italia – Aereo caduto, in India ispezioni extra su tutti i Boeing 787 – Madre e figlia trovate morte a Villa Pamphili, arrestato sospettato – Previsioni Appalti truccati nella sanità, 10 indagati a Palermo – Il mare più bello d’Italia è in Sardegna – Previsioni 3B Meteo 14 Giugno.

Anche sui nostri siti paviaunotv.itlombardialive24.ititinerarinews.it, oltre alle pagine social, troverete le ultime notizie e le rubriche quotidiane di Agenzia Italpress con articoli veloci da leggere e in continuo aggiornamento.

Più informazione, più qualità, più contenuti su Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24, le tv per tutti: da vedere, da ascoltare e da leggere. Ampliamo gli orizzonti del nostro territorio con il sistema crossmediale di CreativaMente Editore: www.agenziacreativamente.it.

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Israele attacca l’Iran, raid sui siti nucleari. Khamenei promette vendetta, Netanyahu sente i leader mondiali

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ROMA (ITALPRESS) – L’Aeronautica israeliana ha colpito nella notte oltre 100 obiettivi iraniani, utilizzando circa 200 aerei e oltre 330 munizioni. L’operazione “Rising Lion” ha riguardato obiettivi militari e nucleari, oltre esponenti dei Guardiani della rivoluzione, secondo quanto riportato dalle Forze di difesa israeliane (Idf). I media statali iraniani hanno confermato l’uccisione del comandante dei Guardiani della rivoluzione iraniana, i pasdaran, il generale Hossein Salami, insieme a un certo numero di guardie del corpo.

Negli attacchi sarebbe stato ucciso anche lo scienziato nucleare Fereydoun Abbasi. “Il regime iraniano ha lavorato per decenni per ottenere un’arma nucleare. Il mondo ha tentato ogni possibile percorso diplomatico per fermarlo, ma il regime si è rifiutato di fermarsi”, hanno detto i militari in una dichiarazione. La portavoce delle Idf, Effie Defrin, ha confermato in una conferenza stampa che l’Iran aveva lanciato oltre 100 droni verso Israele nelle ultime ore.

Almeno 95 persone sono rimaste ferite oggi in tutto l’Iran. Lo ha riferito il portavoce dei Servizi di Emergenza Nazionale, Mojtaba Khaledi, alla televisione di stato iraniana. “Finora, 95 persone sono rimaste ferite e sono state trasportate in centri medici in 12 diverse province che sono state prese di mira”, ha detto.

E nel frattempo, le ambasciate di Israele in tutto il mondo saranno chiuse e non saranno erogati i servizi consolari. Lo riferiscono i media israeliani citando una nota del ministero degli Esteri. La mossa avviene dopo l’attacco israeliano su obiettivi in Iran e il timore per una reazione. Il ministero consiglia agli israeliani all’estero di comunicare la loro condizione e ubicazione.

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NETANYAHU SENTE I LEADER MONDIALI

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha avuto colloqui con i leader mondiali, tra cui il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, il primo ministro indiano, Narendra Modi, e il presidente francese, Emmanuel Macron. Lo ha riferito l’ufficio del primo ministro, aggiungendo che Netanyahu dovrebbe poi parlare con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente russo Vladimir Putin e il premier britannico Keir Starmer. “I leader hanno mostrato comprensione per le esigenze di difesa di Israele contro la minaccia di annientamento dell’Iran e il primo ministro ha affermato che continuerà a mantenere contatti costanti con loro nei prossimi giorni”, si legge nella dichiarazione.

GLI USA NEGANO IL COINVOLGIMENTO, TRUMP ATTACCA

TAJANI SEGUE L’EVOLVERSI DELLA SITUAZIONE, MELONI CONVOCA RIUNIONE

LE PAROLE DI NETANYAHU

L’operazione Rising Lion “continuerà finché sarà necessario per eliminare la minaccia esistenziale che incombe su di noi”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un videomessaggio dopo l’attacco di Israele all’Iran. L’operazione rappresenta “un momento decisivo nella storia di Israele”, ha detto Netanyahu, che ha esortato i cittadini israeliani a seguire scrupolosamente le istruzioni del Comando del fronte interno, sottolineando che l’Iran possiede ancora “capacità significative” per colpire Israele. Israele ha dichiarato lo stato d’emergenza speciale in tutto il Paese a causa del timore di una risposta iraniana. La popolazione ha ricevuto l’ordine di rimanere nei pressi dei rifugi antiaerei. Le scuole sono state chiuse in tutto Israele e lo spazio aereo israeliano è stato chiuso ai voli. In queste ore è in corso la riunione del gabinetto di sicurezza israeliano.

Il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), generale Eyal Zamir, ha annunciato la mobilitazione di massa di decine di migliaia di riservisti. “Abbiamo lanciato l’offensiva perché era giunto il momento: abbiamo raggiunto il punto di non ritorno”, ha affermato. “Questa è un’operazione cruciale per prevenire una minaccia esistenziale da parte di un nemico che invoca apertamente la nostra distruzione. Non possiamo permetterci di aspettare”, ha aggiunto.

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In una dichiarazione video, il premier ha aggiunto di attendere una risposta di Teheran. “Mi aspetto un attacco contro di noi – ha precisato – potrebbero essere attacchi molto gravi, a ondate”. Netanyahu ha definito gli attacchi effettuati da Israele “un grande successo”, che hanno colpito una parte significativa dello stato maggiore iraniano e i principali scienziati che lavoravano al programma nucleare.

LA RISPOSTA DI KHAMENEI

La televisione di stato iraniana ha citato la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, la quale ha affermato che Israele riceverà una dura punizione per i raid aerei su larga scala lanciati questa mattina contro molteplici obiettivi in tutto l’Iran, compresi gli impianti nucleari. Khamenei ha affermato che “Israele riceverà una dura punizione”, sottolineando che molti leader e scienziati iraniani sono stati uccisi nell’attacco israeliano. La Guida Suprema iraniana ha minacciato Israele di dure ripercussioni dopo che Israele ha lanciato attacchi su larga scala contro l’Iran, inclusi siti nucleari e la capitale, Teheran.

Khamenei ha affermato in una dichiarazione: “Con questo crimine, l’entità sionista si è scritta un destino amaro e doloroso, e certamente lo incontrerà”. Questo avviene mentre le forze armate iraniane hanno minacciato Israele con una “forte risposta” ai raid aerei su larga scala contro l’Iran. “Le forze armate risponderanno inevitabilmente a questo attacco sionista”, ha affermato Abu al-Fadl Shekarchi, portavoce dello Stato maggiore delle forze armate, sottolineando che Israele “pagherà un prezzo pesante e dovrà attendere una risposta forte dalle forze armate iraniane”.

La guida suprema dell’Iran ha inoltre nominato Mohammad Pakpour nuovo comandante del corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica, i pasdaran, in seguito all’uccisione di Hossein Salami durante un attacco aereo israeliano. Abdolrahim Mousavi è stato nominato nuovo capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, per sostituire Mohammad Bagheri, l’ex comandante ucciso nei raid di Israele avvenuto nella notte. Infine, Khamenei ha promosso Ali Shadmani al grado di generale, nominandolo comandante del quartier generale di Khatam al-Anbiya, società affiliata ai pasdaran coinvolta nel programma missilistico, incarico ricoperto da Gholam Ali Rashid, anch’egli ucciso nell’attacco israeliano.

Il governo iraniano ha dichiarato di aver avviato misure “difensive, politiche e legali” a seguito degli attacchi aerei israeliani che hanno colpito siti a Teheran e ucciso diverse persone, tra cui alti funzionari militari e scienziati del settore nucleare. “La Repubblica Islamica dell’Iran ha avviato le necessarie misure difensive, politiche e legali per far pentire l’illegittimo Israele delle sue azioni”, ha dichiarato il governo in una nota.

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Gli attacchi sono “una violazione della sovranità nazionale” e Israele ha agito “al di fuori di tutte le norme internazionali”, ha aggiunto il governo iraniano. “Consideriamo la ritorsione e la difesa un nostro legittimo diritto”, ha proseguito il governo iraniano. L’esercito israeliano ha annunciato che l’Iran ha lanciato circa 100 droni che potrebbero raggiungere Israele nelle prossime ore. Per questo Israele e la Giordania hanno chiuso il loro spazio aereo fino a nuovo avviso. Sul sito Flightradar che monitora il traffico aereo in diretta non compaiono velivoli neanche sullo spazio aereo dell’Iraq e dell’Iran.

KATZ DURO SULL’IRAN

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, si è congratulato con le Forze di difesa israeliane (Idf) per l’operazione “Il Coraggio del Leone” lanciata in Iran. “L’attacco preciso contro i comandanti dei Guardiani della rivoluzione, l’esercito iraniano e gli scienziati nucleari, tutti coinvolti nel portare avanti il piano per distruggere Israele, trasmette un messaggio forte e chiaro: chiunque agisca per distruggere Israele verrà eliminato”, ha affermato Katz. Il ministro ha aggiunto: “Le Idf continueranno le loro operazioni per contrastare il programma nucleare iraniano e rimuovere le minacce contro lo Stato di Israele. L’Iran pagherà prezzi crescenti finché continuerà le sue attività aggressive”.

LA NOTA DELL’IDF

Negli attacchi di Israele all’Iran, decine di radar e siti di lancio di missili terra-aria sono stati distrutti. Lo riferisce un portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) citato dai media, precisando che è stato completato un attacco su vasta scala contro il sistema di difesa aerea iraniano nell’ovest dell’Iran.

Il capo dell’intelligence militare israeliana, il generale Shlomi Binder, ha parlato degli attacchi contro l’Iran, affermando: “Stiamo intraprendendo un’operazione esistenziale contro un nemico che cerca di distruggerci, sviluppare capacità nucleari, avanzando rapidamente nello sviluppo delle sue capacità nucleari, sviluppare capacità di armi convenzionali in quantità molto, molto grandi: questo è ciò che vogliamo ridurre, interrompere ed eliminare questa minaccia”.

L’attacco israeliano in Iran ha causatoingenti danni al più grande sito per l’arricchimento dell’uranio nell’area di Natanz”, nel centro dell’Iran, riferiscono ancora le forze dell’IDF. “Nella notte, i caccia dell’Aeronautica militare, sotto la guida precisa dell’intelligence, hanno attaccato il sito di arricchimento dell’uranio del regime iraniano nell’area di Natanz. Si tratta del più grande sito di arricchimento dell’uranio in Iran, che da anni lavora per ottenere armi nucleari e contiene l’infrastruttura necessaria per l’arricchimento di livello militare”, scrivono le Idf. Secondo l’esercito, “gli attacchi hanno danneggiato lo spazio sotterraneo del sito, che ospita una sala di arricchimento a più piani con centrifughe, cabine elettriche e altre infrastrutture di supporto. Inoltre, sono state attaccate infrastrutture vitali del sito che ne consentono il funzionamento continuo e il proseguimento del progetto del regime iraniano per l’ottenimento di armi nucleari”.

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SA’AR SENTE TAJANI E IL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO

Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha sentito al telefono il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e il suo omologo tedesco, Johann Wadephul, con cui ha parlato degli attacchi contro obiettivi nucleari e militari in Iran. “Abbiamo preso questa decisione all’ultimo momento possibile, dopo aver esaurito tutte le altre vie”, ha dichiarato Sa’ar a Wadephul, secondo quanto riportato dall’ufficio del ministro degli Esteri israeliano.

Sa’ar ha aggiunto: “Il mondo intero ha visto e capito che gli iraniani non erano pronti a fermarsi e che dovevamo fermarli. L’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha illustrato le gravi violazioni iraniane. Sappiamo che ci attendono giorni difficili, ma non abbiamo altra scelta”. Durante il colloquio con Tajani, il ministro degli Esteri israeliano ha parlato della guerra nella Striscia di Gaza.” Anche Israele è interessato a raggiungere un accordo sul rilascio degi ostaggi, cosa che Hamas ha finora respinto”, ha affermato Sa’ar.

– Foto: IPA Agency –

(ITALPRESS).

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