Economia
Cresce l’usura, Sangalli “Fenomeno che preoccupa”
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Usura in aumento per oltre un imprenditore su 4, sale il timore di esposizione al fenomeno, la preoccupazione più forte è al Sud (29%) e al Centro (28,5%), per sei imprenditori su dieci incide negativamente sul fare impresa. Questi i principali risultati di un’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Format Research, sulla percezione dell’usura tra le imprese del terziario di mercato diffusa in occasione della presentazione del libro “Sotto Strozzo”, scritto da Mauro Bazzucchi e Luigi Ciatti ed edito da Solferino, che ha visto la presenza di Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare Antimafia; Maria Grazia Nicolò, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura; Patrizia Di Dio, vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia con incarico per la Legalità e la Sicurezza e Luigi Imperatore, comandante del Reparto Anticrimine di Roma dell’Arma dei Carabinieri. “La crescita dell’usura preoccupa fortemente. E’ un fenomeno criminale che si sviluppa soprattutto nei momenti di crisi economica, per difficoltà di accesso al credito e mette a rischio la vita di un’impresa. Abbiamo gli strumenti per contrastare l’usura, ma occorre più fiducia e collaborazione con le Istituzioni e con le forze dell’ordine e più radicamento della cultura della legalità”, afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Secondo l’indagine l’usura continua a crescere per le imprese del terziario di mercato, il 27,8% degli imprenditori ritiene che quest’anno sia aumentata; un imprenditore su quattro ha avuto notizia del fenomeno nella propria zona di attività; aumenta fortemente la percentuale di imprenditori molto preoccupati per il rischio di esposizione all’usura (25,2%, +8,7 punti percentuali su marzo 2023), un timore che è più alto al Sud (29%) e al Centro (28,5%); di fronte all’usura il 61,4% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare e il 21,6% non saprebbe cosa fare; il fenomeno penalizza lo sviluppo delle imprese, frena la crescita, scoraggia l’attività imprenditoriale: per sei imprenditori su dieci incide negativamente sul “fare impresa”; l’usura si nutre delle imprese più fragili a causa della riduzione del volume di affari, della mancanza di liquidità e della difficoltà di ottenere un finanziamento: oltre la metà delle imprese (52,8%) ha registrato una maggiore difficoltà di accesso al credito rispetto allo scorso anno e quasi il 40% ha ottenuto meno credito di quanto richiesto. “Confcommercio c’è nell’azione divulgativa che serve anche a cercare di sostenere le situazioni di difficoltà e di fragilità laddove magari sono intervenuti fenomeni di usura, così come estorsioni. Confcommercio vuole esserci non soltanto nella situazione patologica quando bisogna intervenire con gli strumenti che lo Stato mette a disposizione, come il Comitato anti usura a sostegno delle vittime, ma anche per cercare di dare strumenti per prevenire con una adeguata alfabetizzazione perchè molto spesso il fenomeno si nutre della inadeguatezza da parte dell’imprenditore, di aver capito come ottenere il credito legale”, afferma Patrizia Di Dio, vicepresidente di Confcommercio. “Sotto Strozzo” è il racconto di una storia vera, una storia drammatica per riflettere e ragionare su quello che è il problema dell’usura, ma anche una testimonianza al servizio di chi si occupa costantemente di contrastare questa piaga.
“Ho deciso di mettere al servizio questa storia drammatica della mia famiglia che ancora per certi versi dobbiamo metabolizzare e digerire, però ho pensato che era il momento di metterla al servizio di chi da sempre si occupa di queste questioni, affianca le vittime di usura e combatte ogni giorno, anche a dispetto della paura e delle lentezze burocratiche, questa battaglia per la legalità. Scrivere questo libro è stato per me una sofferenza, ma anche una liberazione e un piacere perchè questa storia della mia famiglia, intima e privata, è stata messa al servizio di un progetto civile”, afferma Mauro Bazzucchi, che nel libro ricostruisce la storia di suo padre Giuliano, ma anche la soluzione di uno dei primi casi di usura contrastati con nuovi strumenti legislativi e con l’aiuto dell’Associazione Ambulatorio Antiusura. “Abbiamo decido di scrivere questo libro che serve per riflettere e ragionare su quello che è il problema dell’usura, ragionare sulla norma che disciplina il fenomeno dell’usura che è una legge che comincia ad essere vecchia. Dopo la pandemia, la crisi energetica, la crisi da caro interesse, il fenomeno si è trasformato e forse è arrivato il momento di modificare questa legge. E’ un libro che ci serve per ragionare sul fenomeno, trovare soluzioni e soprattutto far capire a chi si trova in certe condizioni che c’è una speranza, c’è una luce in fondo al tunnel e bisogna saperla cogliere”, sottolinea Luigi Ciatti.
(ITALPRESS).
– Foto: Italpress/xb1 –
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Economia
Pil in crescita dello 0,6% nel 2025, trend positivo atteso anche nel 2026
Pubblicato
2 ore fa-
6 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, dopo essere aumentato dello 0,7% nei due anni precedenti. L’aumento del Pil, nel biennio di previsione, verrebbe sostenuto interamente dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,8 e +0,9 punti percentuali rispettivamente), mentre la domanda estera netta fornirebbe un contributo negativo in entrambi gli anni (-0,2 e -0,1 p.p.).
Lo rileva l’Istat spiegando che “lo scenario previsivo per la domanda estera netta sconta l’ipotesi di un’attenuazione nella seconda parte del 2025 del clima di incertezza relativo all’indirizzo della politica commerciale statunitense. Si ipotizza comunque un impatto negativo dei dazi sul commercio mondiale e sulle prospettive di crescita internazionali”.
Si prevede che i consumi privati continuino a crescere a ritmi moderati ma stabili (+0,7% in entrambi gli anni) da un lato favoriti dalla prosecuzione della crescita delle retribuzioni e dell’occupazione, dall’altro frenati da un incremento della propensione al risparmio.
La crescita degli investimenti, nel 2025 (+1,2%), in accelerazione dal +0,5% del 2024, sarebbe favorita dal buon andamento registrato nel primo trimestre per poi segnare nel 2026 una ulteriore leggera accelerazione (+1,7%) in concomitanza con la fase conclusiva del PNRR.
L’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (ULA), segnerebbe un aumento superiore a quello del Pil (+1,1% nel 2025 e +1,2% nel 2026), ma in decelerazione rispetto agli anni precedenti a cui si accompagnerebbe un ulteriore calo del tasso di disoccupazione (6,0% quest’anno e 5,8% nel 2026).
Dopo la risalita dei prezzi tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025, nel corso dell’anno ci si attende una dinamica più moderata dell’inflazione, favorita dalla discesa dei listini dei beni energetici e dall’indebolirsi delle prospettive di domanda. L’aumento del deflatore della spesa delle famiglie residenti nel 2025 sarebbe in linea con tali andamenti (+1,8%), con una nuova leggera riduzione nel 2026 (+1,6%).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
La Bce taglia i tassi d’interesse di 25 punti base
Pubblicato
22 ore fa-
5 Giugno 2025di
Redazione
FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare di 25 punti base i tassi d’interesse. Quelli sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025.
“L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027 – spiega la Bce -. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo”.
Per quanto riguarda la crescita del PIL in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno. Benchè ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali.
“In un contesto di elevata incertezza – sottolinea la Bce -, i nostri esperti hanno anche valutato alcuni meccanismi attraverso i quali politiche commerciali differenti potrebbero influire su crescita e inflazione in alcuni scenari alternativi formulati a scopo illustrativo. Tali scenari saranno pubblicati unitamente alle proiezioni degli esperti sul sito Internet della BCE. In questa analisi di scenario, un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni. Al contrario, se le tensioni commerciali dovessero risolversi con esito favorevole, la crescita e, in misura minore, l’inflazione sarebbero superiori rispetto allo scenario di base. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La dinamica salariale, seppur ancora elevata, continua a mostrare un’evidente moderazione e i profitti ne stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione. Si sono attenuati i timori che la maggiore incertezza e la risposta volatile dei mercati alle tensioni commerciali ad aprile avrebbero avuto un effetto restrittivo sulle condizioni di finanziamento”.
Il Consiglio direttivo “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Istat, ad aprile vendite al dettaglio +3,7% su base annua
Pubblicato
1 giorno fa-
5 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Ad aprile 2025 l’Istat stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale positiva in valore (+0,7%) e in volume (+0,5%). Sono in aumento sia le vendite dei beni alimentari (+1,3% in valore e +0,9% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (rispettivamente +0,2% e +0,3%). Nel trimestre febbraio-aprile 2025, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono in crescita dello 0,1% in valore e calano dello 0,4% in volume. Sono in aumento le vendite dei beni alimentari in valore (+0,4%) mentre diminuiscono quelle in volume (-0,2%); per le vendite dei beni non alimentari si registra un calo sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,2% e -0,5%). Su base annua, ad aprile 2025 le vendite al dettaglio registrano una variazione positiva del 3,7% in valore e dell’1,9% in volume.
Le vendite dei beni alimentari sono in sostenuto aumento in valore (+8,6%) e in volume (+5,4%) mentre le vendite dei beni non alimentari sono in diminuzione (-0,4% in valore e -0,8% in volume). Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali in prevalenza negative. Gli aumenti maggiori riguardano i Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,4%) e Foto ottica e pellicole, supporti magnetici, strumenti musicali (+3,2%) mentre i cali più consistenti si osservano per le Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-3,9%) e Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-3,5%).
Rispetto ad aprile 2024, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+6,8%) e le imprese operanti su piccole superfici (+0,9%) mentre è in flessione per le vendite al di fuori dei negozi (-0,1%) e il commercio elettronico (-0,7%). “Ad aprile 2025, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio risultano in crescita in valore e in volume per entrambi i settori merceologici – commenta l’Istat -. Su base tendenziale si registra un notevole aumento, il più alto in valore da giugno 2023. La crescita riguarda esclusivamente il settore alimentare, trainato dagli acquisti pasquali avvenuti quest’anno ad aprile, diversamente dal 2024 in cui tale festività ebbe luogo a fine marzo. Sempre in termini tendenziali, le vendite al dettaglio sono in aumento per la grande distribuzione e, in misura molto più limitata, per le piccole superfici. Si registra una variazione negativa, invece, per le vendite al di fuori dei negozi e per quelle online”.
– foto screenshot ufficio stampa Istat –
(ITALPRESS).


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