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Cronaca

FRANCESCA SERALVO, PRESIDENTE DEL CONSORZIO TUTELA VINI OLTREPÒ PAVESE: “IL RISPETTO DELLE REGOLE, L’ETICA E I CONTROLLI A TUTELA DEL RILANCIO” – UMBERTO CALLEGARI (CEO TDO): “LA RIPARTENZA HA BISOGNO DI ETICA E TRASPARENZA”

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Francesca Seralvo (Presidentessa Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese) e Umberto Callegari (CEO Terre d’Oltrepò)

“Sarà un’annata vendemmiale difficile per il clima inclemente di primavera e inizio estate che ha portato a un’esplosione della peronospora.” In generale ci aspettiamo un calo del 30% con picchi ben superiori su alcune varietà, in particolare la Croatina, che è stata quella più colpita. Francesca Seralvo, neopresidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, va dritta al punto e chiede un piano speciale.

“Abbiamo chiesto il supporto della Regione per sostenere i nostri viticoltori in un momento complicato. Speriamo che le denunce vendemmiali siano superiori delle aspettative, ma se così non fosse ci stiamo muovendo affinché sia possibile ricevere degli indennizzi a fronte di cali importanti certificati. A proposito di denunce in Oltrepò Pavese è iniziata una fase nuova con produttori di filiera e cantine cooperative del territorio affiancati in una sfida tra rilancio e valorizzazione. Bisogna proteggere questo percorso. Il nostro rilancio del territorio non può prescindere da etica, trasparenza ed onestà. Lo si deve alla stragrande maggioranza di produttori onesti che lavorano ogni giorno per la qualità, lo dobbiamo ai consumatori e lo dobbiamo a tutti coloro che nel recente passato hanno sofferto a causa di condotte che hanno deprezzato uve, vini e terreni. In questa ottica è nostra intenzione avviare una stretta collaborazione con le autorità competenti, l’ICQRF e Valoritalia in primis, per essere sicuri che gli errori del passato non si ripetano mai più”. Non ci sono solo note negative a livello di vendemmia: “Siamo invece molto soddisfatti per quanto riguarda le potenzialità del Pinot nero, in particolare per la base spumante, che al di là delle quantità minori si prospetta di altissima qualità”.

Dal canto suo Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, prima cooperativa vitivinicola della Lombardia, da subito alla base di questa rinascita, sottolinea: “Il mondo di oggi, caratterizzato da una crisi perenne spinge tutti i sistemi – industriali, economici, finanziari e politici – va verso riforme necessarie che impongono di chiudere con il passato. Non possiamo più permetterci di negare i problemi o rimandare le soluzioni. Ogni inefficienza, ogni spreco di risorse ed energie deve essere eliminata”. Callegari prosegue: “La ripartenza deve basarsi su etica e trasparenza. Siamo consapevoli dei problemi che affliggono il settore vitivinicolo e siamo impegnati a risolverli. Sprecare risorse materiali e intellettuali senza abbracciare pienamente etica e trasparenza non è solo antieconomico, ma soprattutto immorale. Questa sarà tra le vendemmie più dure che si ricordino. Stimiamo una riduzione della produzione tra il 40% ed il 50%. Un altro colpo da assorbire per ricomporsi e ripartire. Per questo siamo stati i primi a richiedere lo stato di calamità per il territorio e a collaborare con la Regione per la quantificazione ed il risarcimento dei danni. Con la nuova presidenza del Consorzio vogliamo inoltre iniziare un percorso per riportare le rese del territorio a livelli realistici visto il clima e gli andamenti di campagna reali. Riducendo le aree di ambiguità, il sistema ritroverà trasparenza e integrità, nell’interesse della valorizzazione della qualità e dei produttori. Preso ci troveremo con la Regione per discutere di queste misure che sono indiscutibilmente necessarie per il bene futuro delle denominazioni. In breve, per citare il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi rese minori con analisi approfondita del quadro globale può essere la chiave per il futuro del vino: “A un vigneto moderno vanno corrisposte scelte manageriali altrettanto attuali”.

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Trasporto intermodale, si rafforza partnership Gruppo Di Martino-SICOM

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ROMA (ITALPRESS) – La collaborazione tra F.lli Di Martino e SICOM si rafforza, puntando su innovazione e sostenibilità nel settore del trasporto intermodale. La flotta di unità intermodali del Gruppo Di Martino si amplia ulteriormente con l’introduzione di 160 nuove unità di carico, portando a oltre 2.500 il numero totale di casse attive sulle principali relazioni ferroviarie nazionali e internazionali.
Nello specifico, il nuovo investimento comprende: 150 casse da 45 piedi con profilo C45 (highcube), ideali per carichi standard; 10 casse speciali da 45 piedi con profilo C64, progettate per il trasporto di merce voluminosa, con una capacità di carico di 100 metri cubi.
Queste casse intermodali, 100% made in Italy, sono prodotte negli stabilimenti SICOM di Cherasco utilizzando acciaio verde italiano e energia rinnovabile, in linea con un approccio sempre più ecologico e sostenibile.
“Il design esclusivo, sviluppato appositamente da SICOM per F.lli Di Martino, garantisce resistenza, capacità di carico e durata, offrendo prestazioni ottimali per il trasporto ferroviario – si legge in una nota del Gruppo Di Martino -. Un ringraziamento speciale va ai professionisti di SICOM, la cui manualità ed esperienza hanno reso possibile la realizzazione di un prodotto completamente personalizzato, simbolo di qualità italiana.
Con questa operazione, il gruppo Di Martino conferma il proprio impegno verso un trasporto più sostenibile ed efficiente, consolidando la propria posizione di leader nel settore intermodale”.

– foto ufficio stampa F.lli Di Martino –
(ITALPRESS).

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Fontana “Non ci sarà nessun rimpasto in Giunta Lombardia”

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MILANO (ITALPRESS) – “Sono abbastanza stupito del fatto che queste notizie le debba leggere sui giornali, che nessuno sia venuto a parlarmene”. Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana risponde così a 24 Mattino su Radio 24 Fontana, a una domanda in merito alle voci di un rimpasto della giunta lombarda.
“Ecco io credo che la giunta così com’è organizzata e com’è strutturata vada bene e non si debba fare alcun tipo di cambiamento. Da parte mia in questo momento non c’è nessunissima disponibilità a trattare. I rimpasti si fanno quando le cose non vanno bene quando qualche assessore non ha dimostrato di essere all’altezza della situazione, ma mi sembra che nella giunta lombarda non si verifichi una di queste situazioni. Nessuno mi ha parlato di questa possibilità, di questa ipotesi e nessuno mi ha avanzato questa richiesta, se me la faranno lo valuteremo, io anticipo che non sono favorevole” conclude.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Su radio e tv italiane si parla di Cecilia Sala ogni 12 secondi

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ROMA (ITALPRESS) – Nelle ultime due settimane, la vicenda di Cecilia Sala ha tenuto banco sui nostri media: dal giorno in cui è stata diffusa la notizia del suo arresto in Iran, il nome della giornalista ha infatti ottenuto sulle radio e le tv italiane 4.810 citazioni, una ogni dodici secondi. Il picco (446 menzioni, circa 3 volte ogni minuto) è stato raggiunto mercoledì 8 gennaio, quando Sala è tornata in Italia.
Il dato emerge dal monitoraggio sulle principali emittenti televisive e radiofoniche italiane svolto da Mediamonitor.it, piattaforma che utilizza tecnologia e soluzioni sviluppate da Cedat 85, azienda attiva da oltre 35 anni nella fornitura dei contenuti provenienti dal parlato. Mediamonitor.it ha raccolto le citazioni relative a Cecilia Sala nel periodo compreso fra venerdì 27 dicembre e lunedì 13 gennaio.
I dati relativi alle sole reti allnews (RaiNews24, SkyTg24 e TgCom24), indicano che l’arresto e la liberazione di Cecilia Sala sono stati seguiti soprattutto da SkyTG24 (502 citazioni), che precede RaiNews24 (458) e TgCom24 (430), mentre quelli relativi alle reti generaliste collocano al primo posto La7 (249 menzioni), che stacca nettamente Rai1 (175), Rai3 (168) e Canale 5 (160).
In base al monitoraggio di Mediamonitor.it, fra gli altri protagonisti della vicenda la più citata dopo Cecilia Sala è Giorgia Meloni (1.179), autrice fra l’altro di una visita lampo al presidente americano eletto Donald Trump durante la quale, sia pure informalmente, è stato affrontato il tema della liberazione della giornalista; seguono, con poco meno della metà delle menzioni, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani (556), Mohammad Abedini Najafabadi (528), l’ingegnere iraniano fermato a Malpensa su mandato internazionale tre giorni prima dell’arresto di Sala e scarcerato il 12 gennaio, e Donald Trump (522).
L’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, ottiene 248 citazioni, precedendo Mario Calabresi (220), direttore della podcast company Chora Media per la quale lavora Cecilia Sala, il sottosegretario con delega ai Servizi Alfredo Mantovano (188) e infine il compagno e il padre di Cecilia Sala, Daniele Raineri e Renato Sala, menzionati rispettivamente 158 e 143 volte.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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