Cronaca
G20, a Roma oltre 5 mila agenti in più per la sicurezza
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4 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha presieduto al Viminale il Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, a cui hanno partecipato, oltre al sottosegretario Nicola Molteni, il capo della Polizia – direttore generale della Pubblica Sicurezza, i comandanti generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, i vertici dello Stato maggiore della Difesa e degli organismi di informazione e sicurezza e il prefetto della Capitale.
“Nel corso della riunione è stata svolta un’ampia e dettagliata analisi dell’attuazione delle misure già pianificate in occasione del Comitato Nazionale tenutosi lo scorso 13 ottobre per assicurare lo svolgimento in sicurezza del Forum dei capi di Stato e di Governo dei Paesi del G20 in programma a Roma per le giornate del 30 e 31 ottobre – spiega il Viminale -. Si tratta di una serie articolata e mirata di dispositivi che, anche grazie al potenziamento delle attività di prevenzione e all’intensificazione dei servizi di vigilanza del territorio e del web, è finalizzata a garantire il regolare andamento del vertice internazionale e la necessaria tutela delle delegazioni straniere”.
Oltre al personale dei presidi territoriali, saranno impiegati nella Capitale 5.296 unità di rinforzo, di cui 2.542 della Polizia di Stato, 1.774 dell’Arma dei carabinieri, 580 della Guardia di finanza e 400 unità delle Forze armate, in virtù di un’apposita e temporanea estensione del contingente dell’Operazione “Strade Sicure” riservato a Roma, che sale così complessivamente a circa 2.000 militari.
Inoltre, è stata implementata la sorveglianza e la difesa dello spazio aereo della Capitale attraverso il concorso di assetti specialistici delle Forze armate, ivi inclusi i sistemi anti-drone.
Nell’area del centro congressi “La Nuvola” è prevista l’istituzione di una zona di massima sicurezza, nella quale è interdetto il traffico veicolare e pedonale, salvo che per i residenti e per le altre persone autorizzate.
Nell’ambito delle attività di prevenzione, come da prassi consolidata in occasione di eventi analoghi, la titolare del Viminale ha disposto il ripristino dei controlli presso tutte le frontiere interne nazionali a decorrere dalle ore 22 del 27 ottobre e fino alle ore 13 del 1° novembre.
Nel corso della riunione, il ministro Lamorgese ha ribadito “l’esigenza che venga costantemente garantito il massimo livello di coordinamento e di raccordo tra tutte le componenti del sistema sicurezza, sia nella fase di prevenzione sia in quella di controllo e di vigilanza del territorio”.
(ITALPRESS).
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Norris domina il venerdì di libere ad Abu Dhabi
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37 minuti fa-
5 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Lando Norris completa il suo venerdì perfetto nel weekend del Gran Premio di Abu Dhabi 2025 di Formula 1, che porterà all’assegnazione del titolo iridato piloti. Il britannico della McLaren, dopo il primo posto nelle FP1, fa registrare il miglior tempo in 1’23″083 anche nella seconda sessione di prove libere svolte lungo il tracciato di Marina Bay. Max Verstappen continua a inseguire a 0″363, mentre la Mercedes di George Russell (+0″379) completa la top 3. Comincia male il fine settimana di Oscar Piastri, che chiude soltanto undicesimo a 0″680 dal compagno di squadra. La Ferrari di Charles Leclerc compie un passo indietro rispetto al mattino, fermandosi in ottava posizione; mentre Lewis Hamilton non va oltre la quattordicesima piazza. Decimo crono per Andrea Kimi Antonelli. Sabato si torna in pista alle 11.30 per le FP3, mentre alle 15 ci sarà il via delle qualifiche.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Lilt, nasce il Manifesto per l’umanizzazione delle cure per il paziente oncologico
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37 minuti fa-
5 Dicembre 2025di
Redazione
LECCE (ITALPRESS) – Un modello di cura oncologica che “rimetta al centro la persona nella sua interezza”. Dalla necessità di ascoltare le storie dei pazienti alla costruzione di percorsi personalizzati, dal valore della prevenzione alla collaborazione con il terzo settore, fino alla tutela del benessere degli operatori. Un appello lanciato dal palco del Teatro Paisiello di Lecce, dove è stato presentato il Manifesto per l’umanizzazione delle cure per il paziente oncologico. L’occasione è il secondo congresso nazionale della Lilt, inserito negli Stati generali itineranti per l’umanizzazione delle cure e il benessere organizzativo. Dalla necessità di ascoltare le storie dei pazienti alla costruzione di percorsi personalizzati, dal valore della prevenzione alla collaborazione con il terzo settore, fino alla tutela del benessere degli operatori, il documento delinea una visione etica, organizzativa e culturale dell’oncologia in cui la tecnologia sostiene – senza sostituire – la relazione, e in cui equità, continuità assistenziale e sostenibilità diventano pilastri irrinunciabili. E’ su queste basi che si apre la riflessione presentata a Lecce, con una premessa netta: umanizzare la cura oncologica è un atto di civiltà. La malattia non è mai solo clinica; entra nella vita emotiva, sociale e lavorativa della persona e ne ridefinisce significati e priorità. Per questo il Manifesto invita a un approccio globale, biopsicosociale, in cui il paziente viene accompagnato non solo nelle decisioni terapeutiche, ma anche nel recupero di dignità, identità e senso, diventando parte attiva del proprio percorso. Nel documento presentato ampio spazio è dedicato al valore dell’ascolto. Accogliere la narrazione della malattia, le paure e le speranze, è riconosciuto come elemento terapeutico a tutti gli effetti: “le storie aiutano a costruire fiducia e ad alleare pazienti, famiglie e professionisti in un percorso comune”.
Allo stesso tempo, il Manifesto ribadisce il ruolo decisivo della prevenzione e della diagnosi precoce, sottolineando come scelte salutari e adesione ai programmi di sorveglianza migliorino la qualità della vita e rafforzino il rapporto tra cittadini e sistema sanitario. Il documento valorizza inoltre la rete del terzo settore, considerata fondamentale per offrire supporto psicologico, orientamento ai servizi e tutela dei diritti. E, se da un lato invita a utilizzare le tecnologie come strumenti agili per migliorare l’accessibilità, dall’altro ricorda che nessuna innovazione può sostituire lo sguardo, il tocco e la presenza empatica di chi cura.
“Dobbiamo cercare di deburocratizzare questa sanità e di renderla, sotto questo aspetto, più umana – ha commentato Francesco Schittulli, presidente nazionale della Lilt -. Invece di perdere tanto tempo per gestire il paziente, dobbiamo saperlo gestire dal punto di vista umano, oltre che scientifico. Il manifesto si muove proprio in questa direzione”.
“L’umanizzazione è l’aspetto fondamentale – ha spiegato Giovanni Leonardi, Capo Dipartimento One Health del ministero della Salute – il paziente deve essere al centro e ascoltato in tutto. E’ un lavoro che parte dal locale e si estende a tutta la nazione, da qui nasce la collaborazione tra Ministero e Lilt che si è fatta sempre più forte”.
Tra i punti chiave emergono anche il benessere degli operatori, la semplificazione dell’accesso ai servizi, la sicurezza dei dati sanitari e la sostenibilità ambientale ed economica, vista come responsabilità intergenerazionale. Infine, il Manifesto pone attenzione sulla medicina di genere, ritenuta essenziale per garantire equità e appropriatezza nelle cure.
– foto f06/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
“La diplomazia della rissa”, la geopolitica cambia anche il linguaggio
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37 minuti fa-
5 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il mondo sta cambiando velocemente: stanno mutando gli equilibri geopolitici e le vecchie alleanze si stanno sgretolando. E cambia anche il linguaggio che viene usato dai politici e dai diplomatici. E’ questo il tema al centro del libro “La diplomazia della rissa”, edito da FrancoAngeli. Per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress Claudio Brachino ha intervistato i giornalisti Stefano Polli e Renato Vichi, co-autori del volume insieme con il collega Antonio Picasso.
“Stiamo assistendo a un cambiamento geopolitico che a tratti è violento e feroce – spiega Stefano Polli -. Il vecchio ordine mondiale non esiste più, siamo in un disordine mondiale, stiamo andando verso qualcosa di nuovo che non conosciamo. Abbiamo cercato di raccontare tutto questo con una chiave di lettura diversa, attraverso il cambiamento del linguaggio. I grandi leader, non solo Trump e Putin, ma anche gli europei, parlano in un modo diverso. Il linguaggio è diventato più semplice, semplificato con un’accezione negativa, a volte un pò più imbarbarito. L’uso delle tecnologie influisce perchè tutti questi leader comunicano attraverso i social. Trump annuncia i dazi con un messaggio su X. Il cittadino comune spesso non ha gli strumenti, a volte non ha neanche il tempo di approfondire e di capire, siamo sommersi da informazioni che arrivano molto semplificate, molto facili, però non c’è approfondimento, non c’è qualità”.
I cambiamenti repentini riguardano anche le trattative in corso per la tregua in Ucraina. “Le negoziazioni sono continue, e la pace ci vuole, l’Europa è spaventata dalla possibilità che la guerra continui e si espanda. La speranza è che si arrivi a una soluzione”, sottolinea Renato Vichi. Anche sul fronte ucraino, la comunicazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump spesso disorienta osservatori e opinione pubblica. “Probabilmente al grande pubblico piace il suo stile comunicativo molto diretto – afferma Vichi -. Il problema è che una volta dice una cosa e una volta ne dice un’altra, ma è anche vero che il mondo stesso cambia dal giorno alla notte, così come le trattative. Forse è questo il meccanismo al quale non siamo abituati: la velocità dei cambiamenti, è uno dei temi che noi tocchiamo proprio nel libro”.
Stefano Polli nel 2022 ha intervistato il presidente russo Vladimir Putin. “La sua posizione è sempre la stessa e ripete le stesse cose ormai da dieci anni – spiega -. Lui dice sostanzialmente che la dissoluzione dell’Urss è stata terribile per la Russia, che la Russia merita un altro ruolo nel mondo e che questo ruolo va riconosciuto, l’allargamento della Nato viene vissuto come un affronto. La Russia è il paese aggressore, l’Ucraina è il paese aggredito, tutto è molto chiaro, su questo non si discute, ma il punto di vista russo è abbastanza facile da capire e per questo sono molto preoccupato. Perchè Putin ha tempo a disposizione, non ha la fretta di Trump che vuole chiudere in qualsiasi modo la guerra in Ucraina”.
“Noi non siamo più abituati a parlare di guerra, fortunatamente – prosegue Polli -. Noi e i nostri figli siamo cresciuti nella pace, nella democrazia, nella libertà. Abbiamo pensato che fosse una situazione che potesse andare avanti in eterno, purtroppo non è così, perchè abbiamo una guerra ai confini, e anche una guerra ibrida in corso. Dobbiamo essere consapevoli che già c’è e quindi dobbiamo agire di conseguenza. Non è facile da digerire una cosa del genere, da metabolizzare, non siamo abituati perchè vogliamo la pace”.
“La diplomazia è un grande strumento che esiste ancora, il problema è che siamo arrivati a uno scambio unilaterale tra leader politici, nel quale purtroppo la parola che viene detta è la minaccia”, afferma Vichi. Al contrario, “la parola concordia usata da Papa Francesco è meravigliosa, e oggi tra i leader mi piacerebbe un dibattito pubblico nel quale ci fosse anche Leone XIV, che ha parlato proprio della pericolosità dell’uso violento delle parole”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).

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