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LA VOCE PAVESE – A CHI GIOVA MASSACRARE TERRE D’OLTREPÒ?

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LA VOCE PAVESE – A CHI GIOVA MASSACRARE TERRE D’OLTREPÒ?
Puntata di riflessione su due anni di attacchi, veleni e delegittimazione della nuova governance di Terre d’Oltrepò, prima cooperativa vitivinicola della Lombardia impegnata in un piano di ristrutturazione, rilancio e riposizionamento aziendale ma anche di creazione di valore per i produttori di uva e vini del territorio. Una terra segnata da scandali, sciacallaggi, truffe, raggiri, inchieste. Una terra che ha trovato nel consiglio d’amministrazione di Terre e in particolare in Umberto Callegari una grande fermezza sugli obiettivi, sull’etica e sulla trasparenza. L’impressione, che è molto più di una sensazione, è che un’organizzazione a delinquere, con dietro forse i medesimi delinquenti di sempre, stia lavorando per portare al fallimento il piano di risanamento varato dal consiglio d’amministrazione della cantina e il piano industriale di Callegari. In un anno e mezzo è successo di tutto: dalla diffusione di documenti falsi, lettere false create ad arte, documenti interni fatti trapelare, riunioni registrate e date in pasto al web, questioni sindacali esplose adesso che si fa sul serio, per il bene dei soci e dei dipendenti, e non ai tempi dell’agire piratesco. Nonostante Callegari non si sia perso d’animo pur avendo al suo insediamento un’azienda gravata da pesanti sanzioni (per milioni di euro) derivate dalle passate inchieste, da un pesante accesso al credito delle precedenti gestioni e strutture carenti dal punto di vista delle manutenzioni, si è comunque steso un articolato piano industriale impostando una rotta nuova per poi chiamare il territorio a convergere. Terre d’Oltrepò è diventata anche una Spa gerarchica e in questo momento, mentre la macchina del fango organizzata continua impunita nella sua opera di scherno e delegittimazione, Terre d’Oltrepò cerca soci azionisti della Spa. Gli ascoltatori ci scrivono: “Può avvenire qualcosa di buono in questo quadro inquinato?”. E poi: “Perché il Tribunale di Pavia non apre un’inchiesta per individuare i criminali dietro queste azioni di sabotaggio?”. E ancora: “Come mai la politica locale non prende le distanze ma invece soggiace alla delegittimazione?”. Per finire un commento amaro che ci arriva in redazione: “Nel 2014, nella maxi inchiesta del falso Pinot grigio IGT, si partì da quasi 800 persone coinvolte, poi quasi tutte uscite dall’indagine per varie questioni tecnico-legali. Non sarà che il sistema era più malato di quanto si potesse pensare?”.

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PRONTO METEO LOMBARDIA – PREVISIONI PER IL 27 OTTOBRE

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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S. MESSA DI DOMENICA 26 OTTOBRE 2025 – XXX DEL TEMPO ORDINARIO

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Dalla chiesa di Porana di Pizzale (PV) la Santa Messa di Domenica 19 Ottobre 2025, XXIX del Tempo Ordinario. Celebra Don Marko Osuru Alisentus.

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GUERRA DELL’ACQUA, PAVIA E PIEMONTE DIVISE DAL CANALE CAVOUR

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LA VOCE PAVESE – GUERRA DELL’ACQUA, PAVIA E PIEMONTE DIVISE DAL CANALE CAVOUR
Torna la tensione tra agricoltori pavesi e piemontesi per la gestione delle risorse idriche. Al centro dello scontro ci sono due nuovi impianti idroelettrici progettati lungo il Canale Cavour, tra Chivasso e Torino, che secondo le associazioni agricole lombarde rischiano di sottrarre fino a un quarto dell’acqua destinata alle risaie della Lomellina.
Il timore è che la nuova captazione possa aggravare gli effetti della siccità già vissuta nel 2022, con pesanti ripercussioni su raccolti e produzione. “Non vogliamo rivivere l’emergenza di tre anni fa”, avvertono i rappresentanti del mondo agricolo pavese, chiedendo un confronto urgente con le istituzioni per garantire un’equa distribuzione delle acque del Po e dei suoi canali derivati.
Il progetto punta a produrre energia rinnovabile ma solleva dubbi sull’impatto ambientale e sull’equilibrio tra usi agricoli ed energetici. Una nuova “guerra dell’acqua” sembra dunque profilarsi all’orizzonte, tra esigenze di sostenibilità e tutela delle attività agricole che da secoli caratterizzano il territorio padano.

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