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Economia

Istat, a febbraio +47mila occupati e la disoccupazione cala al 5,9%

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ROMA (ITALPRESS) – A febbraio, rispetto al mese precedente, la crescita degli occupati e degli inattivi si associa alla diminuzione dei disoccupati. Il numero di occupati, secondo i dati Istat, è salito a 24 milioni 332mila. La crescita rispetto al mese precedente coinvolge gli autonomi, che salgono a 5 milioni 170mila, e i dipendenti a termine (2 milioni 710mila), mentre sono sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti (16 milioni 451mila). L’aumento dell’occupazione (+0,2%, pari a +47mila unità) riguarda le donne, i dipendenti a termine, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni per i quali, come avviene per gli uomini, il numero di occupati diminuisce.

Il tasso di occupazione sale al 63,0% (+0,1 punti). Il calo delle persone in cerca di lavoro (-4,9%, pari a -79mila unità) interessa gli uomini, le donne e tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,3 punti), quello giovanile al 16,9% (-1,4 punti). La crescita degli inattivi (+0,3%, pari a +33mila unità) coinvolge gli uomini e i 25-34enni a fronte di un calo tra le donne e nelle altre classi d’età ad eccezione dei 15-24enni, per i quali si registra una sostanziale stabilità.

Il tasso di inattività sale al 32,9% (+0,1 punti). Confrontando il trimestre dicembre 2024-febbraio 2025 con quello precedente (settembre-novembre 2024), si registra un aumento di 199mila occupati (+0,8%). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa all’aumento delle persone in cerca di lavoro (+2,0%, pari a +32mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (-1,7%, pari a -208mila unità).

A febbraio il numero di occupati supera quello dello stesso mese del 2024 del 2,4% (+567mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 15-24enni e chi ha almeno 50 anni d’età, mentre per i 25-49enni si osserva una diminuzione. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 1,1 punti percentuali. Rispetto a febbraio 2024, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-18,4%, pari a -342mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,5%, pari a -60mila).

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– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Economia

A novembre cresce il mercato dei veicoli industriali, ma il dato del 2025 resta negativo

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ROMA (ITALPRESS) – A novembre il mercato dei veicoli industriali con massa superiore a 3,5 t registra un incremento complessivo del 18,3% rispetto allo stesso mese del 2024, raggiungendo 2.335 immatricolazioni contro le 1.973 dell’anno precedente.

L’andamento dei singoli segmenti evidenzia dinamiche differenziate. I veicoli tra 3,51 e 6 t mostrano una lieve crescita del 3,6% (da 56 a 58 unità), mentre il segmento 6,01-15,99 t registra una contrazione del 14,3%, scendendo da 272 a 233 immatricolazioni.

Decisamente positivo l’andamento dei mezzi pesanti con massa pari o superiore a 16 t, che avanzano del 24,3%, passando da 1.645 a 2.044 unità. All’interno del segmento, i carri crescono del 16,3% (da 731 a 850 unità) e i trattori stradali del 30,6% (da 914 a 1.194 unità). Nel cumulato gennaio-novembre 2025, il mercato dei veicoli oltre le 3,5 t totalizza 25.655 immatricolazioni, ancora in calo (-3,7%) rispetto alle 26.653 registrate nello stesso periodo del 2024. E’ quanto emerge dalla stima del mercato dei veicoli industriali per novembre effettuata dal Centro Studi e Statistiche UNRAE – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Sebbene i segnali provenienti dal mercato di novembre siano positivi, il comparto continua a evidenziare ritardi significativi nel processo di rinnovo del parco circolante e di transizione verso mezzi più sostenibili – commenta il neoeletto Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, Giovanni Dattoli -. In vista dell’imminente click-day del 17 dicembre, riteniamo che le risorse attualmente stanziate – 9,2 milioni di euro per i veicoli industriali – risultino insufficienti e richiedano una distribuzione più mirata, per supportare al meglio i Costruttori nel rispetto dei target europei. È inoltre urgente definire in maniera chiara l’utilizzo dei 6 milioni aggiuntivi già previsti per il 2025″.

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“Serve un approccio diverso, supportato da strumenti adeguati – aggiunge Dattoli -. Un esiguo incentivo all’acquisto non è più sufficiente: sono necessarie agevolazioni all’utilizzo dei mezzi che riducano il costo totale di possesso dei veicoli tecnologicamente e ambientalmente più virtuosi”.

“È fondamentale che il Governo intervenga con misure tangibili per creare le condizioni abilitanti che accelerino la transizione del trasporto pesante. Tra le priorità, riteniamo indispensabile l’adeguamento dell’Italia agli standard europei con il recepimento della Direttiva Eurovignette, introducendo tariffe autostradali differenziate in base alle emissioni di CO2 e l’esenzione totale dagli oneri per i veicoli a zero emissioni – conclude -. Accogliamo con favore la misura straordinaria da 590 milioni di euro richiamata nello Stato di previsione del MIT per il periodo 2027-2031, destinata alla rottamazione dei veicoli più obsoleti e inquinanti. UNRAE auspica che queste risorse siano utilizzate con una prospettiva lungimirante, allineata agli obiettivi europei e agli impegni dei Costruttori, e che si definisca una roadmap concreta per la decarbonizzazione del trasporto merci su gomma”. 

-Foto grafica Unrae-
(ITALPRESS).

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Economia

Nel 2024 le rapine in banca sono diminuite del 36,3% rispetto all’anno precedente

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ROMA (ITALPRESS) – La collaborazione tra banche e forze dell’ordine si conferma un pilastro fondamentale per la prevenzione e sicurezza sul territorio. Nel 2024, le rapine in banca sono diminuite del 36,3% rispetto all’anno precedente.

In calo anche gli episodi ai danni di distributori di carburante (-28,6%), farmacie (-19,9%) e uffici postali (-6,6%). Stabili le rapine commesse in pubblica via (-0,1%), che si confermano tuttavia le più frequenti, rappresentando il 57,6% del totale. Sono questi i principali risultati della nuova edizione del Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria che prende in considerazione le rapine compiute nel 2024 mettendo a confronto i diversi settori esposti al fenomeno.

“Il Rapporto – ha sottolineato il direttore generale dell’ABI, Marco Elio Rottignirappresenta un importante patrimonio informativo e ha ricaduta pratica nel fornire il necessario supporto alla definizione delle strategie di prevenzione e contrasto alla criminalità da parte delle Istituzioni, del settore bancario e degli altri comparti produttivi. La collaborazione con le forze dell’ordine è alla base del necessario rafforzamento delle sinergie tra pubblico e privato con l’obiettivo di promuovere una cultura della sicurezza sempre più condivisa”.

“Il bene della sicurezza – ha sottolineato il prefetto Raffaele Grassi, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza – direttore centrale della Polizia Criminale – va costruito in sinergia, in uno sforzo comune tra tutti gli attori interessati, perseguendo un modello di sicurezza integrata, che permetta di performare al meglio i dispositivi preventivi e d’intervento delle forze dell’ordine. I dati di settore, in forte diminuzione, ne sono l’esempio concreto”.

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-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Istat, a ottobre la produzione diminuisce dello 0,3% su base annua

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ROMA (ITALPRESS) – A ottobre 2025 l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell’1,0% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre il livello della produzione diminuisce dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato aumenta su base mensile solo per l’energia (+0,7%); mentre si osservano flessioni per i beni di consumo (-1,8%), i beni strumentali (-1,0%) e i beni intermedi (-0,3%). Al netto degli effetti di calendario, a ottobre 2025 l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dello 0,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 come a ottobre 2024).

Si registra un aumento tendenziale solo per i beni intermedi (+1,1%); mostrano un calo, invece, i beni consumo (-2,0%), i beni strumentali (-0,7%) e l’energia (-0,2%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono l’attività estrattiva (+5,2%), la metallurgia e fabbricazione di prodotto in metallo (+2,7%) e la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+2,1). Le flessioni più ampie si rilevano nella fabbricazione di prodotti chimici (-6,6%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,0%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-4,6%).

“A ottobre l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce rispetto a settembre. Il calo è diffuso ai principali raggruppamenti di industrie, con esclusione dell’energia. Risulta negativo anche l’andamento congiunturale nella media degli ultimi tre mesi – commenta l’Istat -. Su base annua, anche l’indice corretto per gli effetti di calendario è in flessione. Ad eccezione dei beni intermedi, tutti i principali settori di attività mostrano riduzioni rispetto all’anno precedente”.

– Foto IPA Agency –

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