Cronaca
Zappi “Troppa violenza, figura arbitro entri nel codice penale”
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2 giorni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “E’ in corso un’interlocuzione politica. La violenza viene contrastata in maniera importante già in ambito federale e già all’interno della LND. Abbiamo istituito tavoli con l’associazione calciatori e allenatori, ma è evidente che l’ordinamento sportivo fatica a contrastare questa deriva contro i direttori di gara. Stiamo pensando di sostenere un’interlocuzione politica, lo faremo con grande forza. Abbiamo ottenuto ascolto dal ministro Abodi, immaginiamo anche con un pò presunzione di poter far entrare la figura del direttore di gara nel codice penale, nell’articolo 583 quater, comma 2 del codice penale. Ci riusciremo? Non lo so, io spero che il governo abbia a cuore la sorte di Diego Alfonzetti, il ragazzo che avete visto schierato al derby di Roma al fianco di Sozza e di Doveri. Che poi ci si arrivi con la modifica del codice penale o attuando concretamente la legge 53 del 2019, a noi interessa poco. Noi vogliamo contrastare questa deriva contro gli arbitri”. Così Antonio Zappi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, ospite di ‘Radio Anch’io Sport’ su Rai Radio 1, sugli episodi sempre più frequenti di violenza nei confronti dei direttori di gara e sull’idea di equiparare la figura dell’arbitro a quella di pubblico ufficiale. Caso Alfonzetti, chi ha aggredito l’arbitro è poi stato sospeso:
“La risposta della giustizia sportiva della LND siciliana è stata adeguata: ha applicato ciò che l’ordinamento prevede – aggiunge il numero 1 dell’Aia – Ma nonostante squalifiche per 5 anni e cumulabili per 70-80 anni, certamente c’è qualcosa di più da dare a livello di sistema. L’arbitro viene vissuto come un terminale di colpevolezza, c’è una svalutazione della sua figura. Non è più possibile accettarlo. Approfitto per ringraziare Lazio, Roma e Lega Serie A che ieri sera ci hanno dato la grande possibilità di poter far arrivare la nostra voce a tutti gli sportivi”.
Un giovane arbitro, vedendo queste aggressioni, potrebbe chiedersi se vale la pena intraprendere il percorso arbitrale: “Certamente sì. Tra l’altro mando un abbraccio agli altri 170 ragazzi che hanno subìto vicende simili a quelle di Diego Alfonzetti. Sono immagini devastanti per il nostro reclutamento e movimento. In più con pochi arbitri, si riesce a fare meno selezioni di qualità. Da molto tempo in Italia c’è la volontà di introdurre le normative sul cosiddetto safeguarding. Anche per i nostri arbitri minorenni dovremmo cominciare a porci il problema degli abusi nei confronti dei minori da parte di adulti che dalle tribune incitano alla violenza. C’è un problema culturale, formativo e genitoriale: genitori che pensano di avere dei campioni e non accettano che un loro coetaneo dei loro figli possa sbagliare in quel ruolo difficile”.
Per quanto riguarda il Var a chiamata, “il presidente Gravina ha chiesto all’IFAB di sperimentare già dalla prossima stagione nella Serie C e la Divisione di Serie A di calcio femminile il cosiddetto video support, poi chiamato in gergo Var a chiamata. Al momento, in questa fase sperimentale, le chiamate sarebbero due. Ogni volta che la società chiedesse il Var, se la segnalazione fosse giusta, questa opportunità sarebbe rigenerata. Quindi in linea di massima due chiamate, rigenerate ogni volta che la segnalazione fosse corretta. La presenza di un ex giocatore in sala Var? Credo che ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere, specializzandosi al massimo livello possibile. I calciatori ci aiutano molto nei vari incontri, ma portarli all’interno del processo decisionale secondo me sarebbe un errore. Giusto confrontare le diverse esperienze, ma è altrettanto giusto che il calciatore faccia il calciatore, l’allenatore faccia l’allenatore e l’arbitro decida”.
Punire la perdita di tempo del portiere con il corner: “Gli arbitri applicano le regole che l’IFAB che sperimenta e chiede di introdurre i regolamenti. Questa sperimentazione ha dato dei risultati e abbiamo visto che la condotta ostruzionistica viene contrastata con questo tipo di decisione. In pochi prendono in considerazione il fatto che una buona quota di gol nasce da calcio d’angolo, è una punizione particolarmente insidiosa”.
Zappi, infine, dice la sua sulla scelta di Maresca e Guida di non arbitrare più il Napoli: “Non la definirei una decisione piuttosto grave. Ognuno di noi fa delle scelte personali. Non sono solo Guida e Maresca: ci sono tanti uomini che, vivendo la loro realtà, possono vivere delle difficoltà, ma senza arrivare a sconfinare nel timore di episodi violenti. Si arriva alla situazione per cui se prende una decisione, allora l’ha presa perchè è di Napoli, se non la prende è perchè vuole dimostrare che, in quanto di Napoli, non voleva favorirlo. Ci sono scelte che nascono anche dall’opportunità, non dobbiamo immaginare chissà quale tipo di gravità per queste decisioni personali”.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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In merito all’articolo comparso sulla Provincia Pavese in data odierna (15 Aprile), firmato da Serena Simula, relativo alle “eccessive” spese sostenute dall’Amministrazione Comunale di Voghera per il Premio Arbasino e le critiche giunte dall’opposizione, si precisa nel trafiletto a fianco che è stata tirata in causa erroneamente la nostra emittente Pavia Uno Tv, destinataria di 5978 euro per la copertura televisiva dell’evento. Agenzia CreativaMente, editrice di Pavia Uno Tv ed altre testate radiotelevisive, non ha sottoscritto alcun accordo con il Comune di Voghera e neppure percepito alcun compenso per tale premio, come dimostra anche la delibera della Giunta Comunale guidata da Paola Garlaschelli. Nonostante lo scambio palese di nomi di emittenti (Pavia Uno Tv è stata confusa con Milano Pavia Tv) oggi alcuni nostri telespettatori hanno scritto e ci hanno taggato sui social criticando tale cifra percepita a copertura dell’evento, quando in realtà bastava verificare da delibera, accessibile a tutti, che in realtà le cose stavano diversamente. Si chiede pertanto sia a La Provincia Pavese che agli altri organi di stampa che hanno riportato tale notizia errata di rettificare, onde evitare un ulteriore danno di immagine alla nostra emittente.


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